Parigi-Berlino – Hollande, Merkel e il fulmine rivelatore
Sabato, Maggio 19th / 2012
– di Sergio Basile e Domenico Apicella –
Francia / Unione europea / Crisi Ue / Crisi Eurozona / Presidenza francese / Eliseo / Arc du Triomphe / Francoise Hollande / Pierre Moscovici / Austerity / Fiscal compact / Crescita che non verrà / Illusioni / Crescita impossibile / Angela Merkel / Consiglio europeo / Strategie politiche / Cristallizzazione politica / Morte dei grandi partiti / Costituzione / Fulmine rivelatore / Qui Europa / Sergio Basile / Domenico Apicella
Francia – Austerity: Hollande a lezioni di
Merkeliano
Prima grave contraddizione del neo-Re dell'Eliseo
sul concetto di "crescita economica"
Parigi – Una passeggiata lungo les “Champs Elysees” mentre si osserva in lontananza la maestosità de l’ “Arc du Triomphe” e si capisce che la Francia più che un covo di speculatori è un pullulare di arte e magnificenza. O forse no? Fatto sta, che nelle scorse ore, il nuovo ministro dell'Economia francese, Pierre Moscovici, ha ribadito che la Francia non ratificherà il trattato europeo sulla disciplina di bilancio (il tanto odiato leviatano denominato "fiscal compact") che ha già firmato. Ciò, almeno, se non vi sarà aggiunto un "capitolo sulla crescita". Cori di giubilo si sono dunque levati a destra e a manca, salutando la coraggiosa dichiarazione del neo-ministro, come un inconfutabile segno di cambiamento. Come una ferma presa di posizione verso la vergognosa e distruttiva linea imposta da Angela Merkel con il benestare – anche se fortunatamente non unanime – del Consiglio europeo.
Segni dal cielo – Un provvidenziale fulmine rivelatore
Ma il Re bohemien, Francoise Hollande ha subito corretto il tiro, rispolverando un ormai vecchio e rigato disco in vinile rubato dal cassetto della Merkel, e per nulla scosso dal fulmine piovuto dal cielo contro il suo aereo nel suo primo viaggio verso Berlino (episodio che – per la cronaca – lo ha costretto a ritornare in aeroporto e ad imbarcarsi su un altro volo) ha sbottato: “Bisogna combattere il debito pubblico, dobbiamo ridurre i deficit e mettere in sicurezza la situazione della Francia!” Ebbene si! E' stato questo il suo lapidario e "beffardo" commento. Beffardo, almeno, per alcuni milioni di Francesi che si erano illusi che accantonando Sarkò la strada verso la democrazia e l'equità sociale nel Vecchio Continente – sempre più claustrofobicamente incastrato nell'"Unione" – fosse stata ormai spianata. Ma così, evidentemente non sembra. “E' fondamentale ottenere ciò, perchè – ha continuato Hollande – un paese che si indebita è un paese che si impoverisce”. Ma non erano i paesi a non investire e a non lavorare ad imboccare la strada verso il precipizio della povertà? La storia recente del Giappone, d'altronde, ce lo insegna benissimo: un paese sovrano con un debito pubblico di 4000 miliardi di euro (oltre al doppio di quello italiano, per capirci) che presenta oggi tassi di crescita economica davvero pregevoli, e malgrado il "terremoto nucleare" subito.
Lo strano virus che attanaglia l'Europa
Ma allora chi ha diffuso il virus della demenza di massa in Europa? Sarà forse stata qualche multinazionale? Magari attraverso Ogm in scatola forniti nel primo pranzo ufficiale all'Eliseo a Re Hollande? Dunque ecco prendere forma la vera faccia del Presidente. D'altra parte sono tutti uguali! Come tutte uguali sono le espressioni dei leader di partiti-dinosauro cristallizzatisi su posizioni di comodo, antipopolari, ma – ancora – ben mascherate. Come dire, firmiamo per bloccare definitivamente – e per Costituzione – la crescita in Europa, ma solo se inseriamo misure per la crescita! Il solito politichese becero. Le solite disarmanti contraddizioni! D'altra parte, è pur vero che la Francia non ha ancora assaporato i bocconi amari della recessione – come hanno fatto, e stanno facendo tutt'ora senza alcuna prospettiva di rilancio, Grecia, Spagna, Italia, Irlanda e Portogallo: i celeberrimi Piigs – e che quindi non è ancora maturata a pieno, negli elettori d'oltralpe, quella consapevolezza sul reale allarme rosso innescato nell'Eurozona, ed alimentato dai grandi partiti élitari e pachidermici, oggi pronti a sostenere a spada tratta i nuovi dei del liberismo: gli stessi che stanno letteralmente divorando l'Europa con selvagge svendite e privatizzazioni, e gli stessi che la stanno sfiancando con velenosissime "frecciate all'austerity".
Avanti con strategico ardore!
Quale sarà, dunque, l’indirizzo predominante del nuovo governo insediatosi all'Eliseo? Quello più “sbilanciato” (in tutti i sensi) che trapela dall’ “out-out” posto dal ministro Moscovici, oppure quello cosiddetto “prudenziale” delle ultime dichiarazioni del presidente Hollande? Una cosa appare chiara: non sarà – a giudicare dalle ultime uscite del Presidente – una linea vicina alle istanze di cambiamento degli Europei e dei Francesi più disillusi. E pensare che “il disorientamento politico” all’interno della stesso schieramento, per rendere il tutto un pò più goliardico e partecipativo, credevamo fosse un’arma rigorosamente ed esclusivamente fabbricata in Italia. Prima le opere d’arte ed ora anche le strategie politiche: cara Francia, ma inventare qualcosa di tuo “no”?
Sergio Basile, Domenico Apicella (Copyright © 2012 Qui Europa)