Mercoledì, Ottobre 1st/ 2014
– di Gianluca Marletta –
Sabato, Maggio 26th / 2012
– di Franco De Domenico –
Italia / Politica / Lega Nord / Roberto Maroni / Caste partitiche / Padania / Aventino / Parlamento del Nord / Roma ladrona / Appoggio al governo tecnico / Liste civiche / Momento dei movimenti popolari / Unità nazionale / Franco De Domenico / Qui Europa
Parlamento Italiano – La lega: un grande
futuro dietro le spalle
Alla ricerca di un'identità e dell'innocenza perduta
La morte definitiva delle caste partitiche della Seconda
Repubblica
Roma – C'era una volta un partito che potremmo chiamare, con uno slogan della sinistra – anni '70, "di lotta e di governo": la Lega Nord, che aveva rituali celtici, sogni e slogan agguerriti sulla secessione, su "Roma ladrona", ma anche ministri rispettati, auto blu, guardie del corpo. Ora che la seconda anima, quella istituzionale e di potere, sembra infranta, cosa ci inventa il Maroni, l'ultimo leader credibile, dopo che Bossi si è impantanato in scandali familiari? Niente di meno che un ritorno alla secessione, anzi, sembrerebbe una specie di Aventino, udite: il Parlamento di Roma non sarebbe l'agone adatto per un partito, viene da sorridere, così "puro", con un Dna di lavoratori e persone geneticamente differenti dal meridionalismo imperante.
L'errore più grande e la morte delle caste partitiche
Quindi, via da Roma, avanti con un Parlamento del Nord, e coprendo tutte le autocritiche e le autocommiserazioni, la nuova Lega di Maroni proclama che l'errore più grande è stato andare "a Roma", contaminandosi con la politica dei partiti e delle poltrone. Auguriamo ogni successo – magari locale – alla ritrovata innocenza dei nordisti. Ricordiamo solo, per chi lo avesse dimenticato, che nei vecchi film di Totò, negli anni '50 prima del Boom, i dialetti padani erano segno di semplicioneria. E aver fatto il militare a in una cittadina del Nord era da "uomo di mondo", con tutta l'ironia possibile. Dunque, dopo il calo verticale dei partiti di maggioranza, completamente asserviti alle poliche rigoriste del governo tecnico, anche l'ultimo "partito della Seconda Repubblica" sembra avviato all'isolamento. Sarà forse arrivato il tempo delle liste civiche e dei movimenti popolari sganciati dai carrozzoni della politica scoppiata? Forse sarà questa la strada per una reale ed equa unità nazionale?
Falsi problemi e vecchie ipocrisie
Intanto stamane l'erede spurio di Umberto Bossi, Robetrto Maroni, ha commentato l'ennesima uscita del dinosauro Berlusconi, che ha annunciato la volontà di lavorare con gli altri partiti ad una presunta modifica della Costituzione, al fine di permettere l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, dimostrandovi interesse a patto – tra l'altro – che venga dimezzato il numero dei parlamentari. Ma il vero problema dei nostri politici, oltre alla corruzione diffusa sono evidentemente gli stipendi troppo alti: quelli sarebbero da dimezzare! Il dimezzamento dei deputati e dei senatori, è invero un falso problemache, avanzato in tempi non sospetti dalla stessa loggia massonica P2, al fine di aver un maggior controllo sulla politica, ed al fine di ridimensionare la rappresentanza democratica del Paese. Il vero problema non è quanti sono, ma piuttosto quanto prendono. Ricordiamo ai nostri lettori che i padri costituenti non percepivano alcun stipendio, ma anzi pagavano di loro tasca i soldi lel tram al fine di raggiungere quotidianamente i luoghi istituzionali. Ma questo accadeva al tempo di Giorgio La Pira.
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Cristiada: il film che in Italia non possiamo [...]
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