Milano – Il Papa abbraccia le famiglie del mondo

Lunedì, Giugno 4th / 2012

– di Sergio Basile – 

 

Italia / Milano / VII Incontro Mondiale con le Famiglie  / Benedetto XVI / Famiglie / Ricchezza della famiglia cristiana / Pellegrini / Celebrazione euraristica / Società dal volto umano / Piazza Duomo / Teatro La Scala / Stadio giuseppe Meazza / San Siro / Giovani cresimandi / Famiglia / Lavoro / Festa / elementi che costruiscono la Famiglia / Il nodo del mercato e dell'utilitarismo selvaggio / Santificare il lavoro e la festa / società dal volto umano  / Mercatismo / Logiche di mercato / Essere ed avere / San Paolo / Bellezza / Sacrificio / Crescita / Riposo / Rinascita / Pasqua / Dialogo e gioia condivisa / Gratitudine / Ringraziamento / Periodo buio / Dialogo con Dio e la Natura / Europa / Qui Europa / Sergio Basile  

 

Milano – Benedetto XVI abbraccia le

famiglie del mondo

Famiglia: patrimonio principale dell'umanità per

costruire una società dal volto umano

Monito del Papa contro il mercatismo e le logiche

utilitaristiche di mercato: distruggono il tessuto

sociale

Milano – "Cari amici, la vostra storia è ricchissima di cultura e di fede. Tale ricchezza ha innervato l'arte, la musica, la cultura, l'industria, la politica, lo sport, le iniziative di solidarietà di Milano e dell'intera Arcidiocesi. Spetta ora a voi, eredi di un glorioso passato e di un patrimonio spirituale di inestimabile valore, impegnarvi per trasmettere alle future generazioni la fiaccola di una così luminosa tradizione". Così  Papa Benedetto XVI ha salutato i pellegrini accorsi nella città "ambrosiana" per la tregiorni dedicata al VII Incontro Mondiale delle Famiglie: 72 ore di partecipati e coinvolgernti incontri – culminati con la Celebrazione Eucaristica di ieri, Domenica 3 Giugno – che hanno convogliato nel complesso oltre 2 milioni di pellegrini provenienti non solo dall'Europa, ma da circa 100 paesi. La famiglia, che il Papa ha definito come il "patrimonio principale dell'umanità" è ancora – in un altro passaggio – come "il lievito evangelico". secondo Benedetto XVI è ciò che deve "animare tutto il tessuto della vita, personale e comunitaria, privata e pubblica". La tregiorni, si era aperta venerdì – con l'incontro di Piazza Duomo – ed era poi proseguita (nella giornata di sabato) con l'incontro dei cresimandi allo stadio Meazza. Molto suggestivo anche l'incontro al teatro "La Scala", dedicato alla riscoperta del messaggio salvifico di Dio attraverso la sensibilità della musica.  Ad accogliere Benedetto XVI, oltre le autorità ed il sindaco Pisapia, il Cardinal Angelo Scola  – Arcivescovo di Milano – e il Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. 

 

  Ad immagine della Famiglia di Nazaret  

 

Nell'omelia domenicale, che è coincisa con la solennità della Santissima Trinità – il Pontefice ha ricordato alla sterminata folla – costituita da migliaia e migliaia di famiglie cristiane di ogni razza, estrazione sociale e provenienza geografica, ma con un'unica forte identità, ed un unico spirito –  che Dio, oggi più che mai, chiama la famiglia – fondata sul sacramento del matrimonio tra l’uomo e la donna – ad essere Sua stessa immagine ed immagine della stessa Trinità. Così com'era nella Genesi, prima dell'avvento del peccato e della discomunione. Il Papa, nell'epoca dell'apostasia e dei peccati contro l'uomo e la sua dignità, ha dunque invitato i fedeli a riscoprire l'originaria innocenza del nucleo familiare – costituito dai primi uomini, Adamo ed Eva – e a donarsi l'un l'altro non doni circoscritti, ma bensì  la stessa vita. Segno di ciò, per Benedetto XVI, è anche e soprattutto l'amore fecondo nella "procreazione, generosa e responsabile" e nella loro "educazione attenta e sapiente", sul modello della Santa Famiglia di Nazaret. "Quella dell’amore – ha affermata Benedetto XVI in uno dei suoi passaggi più significativi – è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il cosmo e il mondo". 

  Gli elementi che costruiscono la Famiglia  

Il Papa ha poi contrapposto il perseguimento di mete "alte" (evidentemente soprattutto morali)  dei figli (supportati dalle famiglie e dalla forza della fede in Gesù Cristo) all'effimero "progresso" connesso allo sviluppo della tecnica: utile, certo, ma sicuramente non sufficiente a se stesso ed al cuore dell'uomo. Non foriero da solo di vero progresso.  "Davanti a voi – ha ribadito il Papa – avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore". "Mantenete un costante rapporto con Dio e partecipate alla vita ecclesiale – ha continuato – coltivate il dialogo (tra i membri familiari e tra la famiglia e Dio: nella preghiera) rispettate il punto di vista dell’altro, siate  pronti al servizio, pazienti con i difetti altrui; perdonate e chiedete perdono, superate con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti; concordate gli orientamenti educativi, siate aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile". Solo rispettando questi principi evangelici – ha monito Benedetto XVI – è possibile costruire la famiglia. Un pensiero sentito il Pontefice lo ha poi rivolto alle coppie separate. "Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica; vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza".

  Il nodo del mercato e dell'utilitarismo selvaggio  

Benedetto XVI nella sua omelia ha poi notato come "nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato". Tuttavia, ha ricordato come "Il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie. Anzi – ha continuato – la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale". Già, Benedetto XVI ha colto nel segno e ha messo in guardia – le famiglie, ma soprattutto i governanti europei – dal pericolo della corsa al profitto ed al mercato, quale tomba dell'essere, a discapito dell'avere. Parole misurate ma decise e forti: pronunciate in uno dei periodi più bui della storia dell'umanità, nell'era di quello che è stato ribattezzato il tempo del "nazismo bianco": dove l'amore per il denaro e per il potere sta depravando l'umanità e annientando la dignità della persona. Speriamo solo che i governanti presenti o collegati in diretta tv abbiamo ascoltato con attenzione e fatte loro le parole del Papa, e che invertano repentinamente rotta, comprendendo nel loro profondo che in fondo tutto ha un termine su questa Terra, e che senza amore l'uomo non potrà ereditare quel famoso Regno Celeste di cui parla Gesù nei Vangeli.

  Santificare il lavoro e la festa   

Alla luce di ciò si rivestono di eterno e di nuova luce semplici parole come lavoro e festa. Elementi troppo importanti e sacri da ridurre a puro lucro o divertimento fine a se stesso. Elementi da vivere e riscoprire come strumenti di ringraziamento (doni da diffondere con amore, e non evidentemente eliminare o privare) ma nel contempo da vivere e proiettare in una dimensione assoluta: come chiavi di accesso per comprendere il significato più profondo di concetti come "bellezza", "sacrificio", "crescita", ma anche di altre parole come "riposo", "Rinascita (Pasqua)", tempo per il "dialogo e la gioia condivisa", "Gratitudine", "Ringraziamento" e "Dialogo con Dio e la Natura".  

   Una società dal volto umano   

Dunque, Benedetto XVI ha posto di fronte agli sposi convenuti un modello ideale di "crescita e felicità" incentrato sul tripode: "Famiglia, lavoro e festa". Elementi considerati dal Papa quali "tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio (…) capaci di costruire società dal volto umano, privilegiando sempre la logica dell’essere rispetto a quella dell’avere, in quanto – ha monito il Papa – la prima costruisce, la seconda finisce per distruggere". Chiaro riferimento all'attuale sfacelo economico e sociale che afflige l'Europa governata da freddi e vuoti tecnocrati e dalle loro care banche. "Occorre – ha concluso citando la Lettera di San Paolo ai Corinzi – educarsi a credere, prima di tutto in famiglia, nell’amore autentico, quello che viene da Dio e ci unisce a Lui: e proprio per questo «ci trasforma in un Noi, che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che – alla fine – Dio sia “tutto in tutti” (1 Cor 15,28)".

Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)

 

 

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