Mercoledì, Settembre 3rd/ 2014
– di Giacinto Auriti –
Venerdì, Giugno 15th / 2012
– di Mario Luongo –
Europei 2012 / Nazionale italiana / Italia-Croazia /Prandelli / Pirlo / Mandzukic / Biscotto tra Spagna e Croazia / Pareggio / Azzurri / Poznan / Marchisio / Cassano / Italia / Prandelli / Thiago Motta / Perisic / Pranjic / Balotelli / Tifosi croati / Di Natale
Speciale Euro 2012: Italia – Croazia 1-1,
pareggio che sa di delusione e porta
con sé la “paura del biscotto”
Qualificazioni – Gran parte ora dipenderà
da Spagna-Croazia
Poznan – All’ indomani del pareggio degli azzurri contro la Croazia a Poznan, una volta sbollita la rabbia, si inizia a riflettere in modo più lucido su quanto accaduto. Già dalle prime dichiarazioni dei giocatori e di Prandelli, si capisce che il nostro è stato un pareggio foriero di non poche delusioni, qualche senso di colpa e tante discussioni. Il popolino già ha iniziato a commentare, pronosticare, borbottare e, come spesso accade in Italia quando si parla di calcio, chiunque si improvvisa allenatore o lucido analista delle dinamiche di questo europeo. C’è chi critica i cambi effettuati o meno dall'italico mister, chi le occasioni sprecate, la mancanza di una vera punta nel nostro attacco o gli errori (davvero pochi) in fase difensiva; fatto sta che si finisce per parlar di una buona prestazione dell’Italia con una nota di rimpianto. Questo perché, gli azzurri, non sono stati effettivamente capaci di chiudere una partita che nel primo tempo ha visto parecchie azioni pregevoli, come il sinistro di Marchisio che sulla respinta di Corluka sfiora la traversa, ma anche occasioni sprecate (vedi Cassano al ’30 che in una buona posizione da tiro preferisce l’assist a Balotelli, anticipato) per finire con una magistrale punizione al ’39 di Pirlo che ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’ Italia in campo e a quella davanti gli schermi.
Incapace di "sigillare" una pur buona prestazione
La nazionale di Prandelli nel primo tempo è fresca, concentrata, cerca la profondità, soprattutto con un Balotelli che, servito da Pirlo e Cassano, alterna buone giocate negli spazi larghi a errori grossolani. Si va negli spogliatoi con alle spalle 45 minuti giocati bene dall’ Italia dal punto di vista tecnico, ma con poca “cattiveria” nel saper approfittare delle occasioni offerte dalla lenta difesa croata. Nel secondo tempo Bilic imposta un 3-5-2, alzando Srna a centrocampo con lo scopo di chiudere il più possibile gli azzurri nella loro metà campo; dunque una Croazia più aggressiva sui portatori di palla e concentrata sugli esterni che inizia a dare qualche effettivo problema alla squadra, spezzandone il gioco e costringendo a giocare sui lanci lunghi. Dopo i primi 20 minuti i due tecnici cominciano le sostituzioni: al ’62 Prandelli inserisce Montolivo al posto di un ammonito e acciaccato Thiago Motta, mentre il ct croato sostituisce Perisic con Pranjic, dopo pochi minuti cambia anche l’ attacco azzurro: fuori Balotelli, fischiato dai tifosi croati e dentro Di Natale. Nonostante i cambi l’Italia non riesce a mettere il sigillo su una partita che poteva effettivamente essere chiusa, un dejavu che i tifosi italiani conoscono bene, incluse le sue conseguenze negative: al ’26 Chiellini lascia solo Mandzukic che, su cross dalla sinistra di Strinic, controlla prima di petto per poi centrare la porta con un potente tiro.
Fase d'impasse
La tifoseria croata, non distintasi certamente per correttezza, esplode in un boato e gli azzurri si trovano presto in una fase d’impasse nella quale non riescono a creare azioni significative e spesso sono costretti a contenere le azioni della ritrovata squadra; ci prova al ’31 Montolivo con un ottimo tiro dalla distanza, ma senza risultato. Gli ultimi minuti vedono le due squadre cercare il gol decisivo, senza esiti importanti e i cambi finali: sia l’Italia che la Croazia mettono in campo forze fresche in avanti, all’ 83 entra Giovinco al posto di Cassano ed Eduardo sostituisce Jelavic. Le azioni finali da parte italiana si concentrano soprattutto sui lanci lunghi per servire i veloci, ma fisicamente inadatti, Giovinco e Di Natale; quest’ ultimo si rende protagonista al ’44 di un veloce contropiede, ottima occasione da gol, interrotto dal fischio dell’ arbitro Webb per un fuorigioco inesistente. Il match si conclude così, dopo 5 minuti di recupero in cui viene anche sostituito Mandzukic, con le due squadre in parità: l’ Italia brava nell’ impostare il gioco e chiudere in fase difensiva, ma poco cinica nei momenti decisivi; la Croazia che, dopo un pallido primo tempo, ha saputo sfruttare con intelligenza e un pizzico di fortuna, una nostra disattenzione e tenere il risultato fino alla fine.
Croazia: mai sconfitta in sei scontri diretti
Che la Croazia fosse un avversario ostico per l’ Italia lo confermano anche i dati: storicamente ha sempre costituito un tabù, non essendo mai stata sconfitta in 6 scontri diretti dopo la disgregazione della Jugoslavia, dunque più precisamente è dal 1942 che la nazionale croata resta una brutta gatta da pelare. Inoltre ci si è messa la tristemente nota “maledizione della seconda partita” che vede la nazionale italiana non vincere il secondo match negli europei e nei mondiali dal 2000. Tra gli azzurri serpeggia un malcelato senso di amarezza per un pareggio che si poteva evitare, come si evince dalle parole di Andrea Pirlo "Potevamo chiuderla con un altro gol, poi ci siamo abbassati troppo e hanno pareggiato. Era una partita da vincere, ma non ci abbattiamo. ”
Ora ci tocca l'Irlanda del Trap, già fuori
Adesso la concentrazione della nazionale è rivolta alla partita contro l’ Irlanda di Trapattoni che si disputerà il 18 alle 20:45 allo Municipal Stadium di Poznan, in contemporanea con Spagna – Croazia in campo all’ arena Gdansk, un match il cui esito sta scatenando non poche preoccupazioni. È innegabile, infatti, il rimando al famigerato “biscotto” degli europei del 2004 durante i quali il pareggio Danimarca-Svezia 1-1 ci eliminò dal girone. E di biscotto ispano-croato si parla da ieri, dopo la vittoria spagnola contro l’ Irlanda per 4 reti a 0, che mette il girone C in una situazione non rosea per l’ Italia, ma neanche catastrofica.
Facciamo un pò di conti
Spagna e Croazia sono in testa con 4 punti ciascuna, l’ Italia è a 2 punti e l’ Irlanda a 0 quindi già eliminata; in questo modo gli azzurri devono sì battere l'Irlanda, ma non conta lo scarto con cui vincerebbe, perché nel caso le tre squadre in questione arrivino a pari punti intervengono diversi fattori nella scelta della squadra che passerà il turno: la differenza reti negli scontri diretti e la i gol segnati negli scontri diretti. Semplificando: se Spagna-Croazia finisce con un pareggio superiore al 2-2, l’ Italia uscirebbe dal girone, anche in caso della sua vittoria contro la squadra di Trapattoni.
La Spagna-Croazia e la paura del Biscotto
Anche in questo caso la saggezza e l’ironia del tifoso italiano aiutano a capire meglio l’atmosfera che si respira, anche alla luce delle dinamiche economiche europee. Lapidario è stato il commento del mio barista di fiducia: “Se gli spagnoli ci fanno il biscotto, col cavolo gli prestiamo tutti quei soldi alle banche”. Vox populi, vox Dei.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)