Martedì, 11 marzo/ 2014
Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento:
Don Floriano Pellegrini e Redazione Quieuropa (Copyright © 2014 Qui Europa)
A Don Albino – Lettera Postuma a un uomo di Dio
Lunedì, Agosto 4th/ 2014
– di Don Floriano Pellegrini e Redazione Quieuropa –
Redazione Quieuropa, Don Floriano Pellegrini, Giovanni Paolo I, Papa Luciani, morte strana, integro uomo di Dio, Cardinal Jean-Marie Villot, Paul Marcinkus e monsignor Donato de Bonis della Banca Vaticana, Agostino Casaroli, Ugo Poletti
A Don Albino – Lettera Postuma a un uomo di Dio
A ricordo di Papa Giovanni Paolo I: integro uomo di Dio
che morì dopo soli 33 giorni dalla sua elezione in
circostanze "misteriose"
La massima del Papa: "Mio primo dovere è di liberare la
Chiesa dalla massoneria!"
di Don Floriano Pellegrini e Redazione Quieuropa
A don Albino – Lettera postuma a un uomo di Dio
Belluno, Roma – di Don Floriano Pellegrini e Redazione Quieuropa – Oh, don Albino, se ci fosse lui! Se ci fossi tu! Questa la bruciante nostalgia che, quale sete ardente e insopportabile, s’era sprigionata in me questa mattina. Canto delle sorgenti nascoste, purezza all’ombra degli abeti secolari delle Dolomiti, tra le umili margherite e il profumo dei rododendri. Tu così sei nato! Così sei vissuto! Così sei morto! (a 33 giorni da un'elezione scomoda…). Sì, è vero, lo vediamo: come Chiesa, come uomini di Chiesa abbiamo (e non da ultimo anch’io ho) le nostre colpe, ma tu, tu almeno, sei stato così come dovremmo essere tutti! Tu hai amato, servito, annunciato la Chiesa di Dio, di ieri, dell’oggi e del domani. Hai cantato la Chiesa – quella vera e santa – vivendo in te l’amore, che avevi appreso da tua madre, da tuo padre, dalla tua comunità. E ci hai testimoniato che l’amore è possibile, per quanto non sempre facile.
Tu che vivi faccia a faccia con la Trinità
Nella tua veste di prete semplice, nella tua mano dal saluto incerto, nel tuo sorriso timido, nelle tue parole facili sei stato maestro che s’è chinato su noi, non per essere meno maestro, ma perché potessimo intenderti. E ti abbiamo inteso! Oh, don Albino! Come poterti ringraziare di ciò che sei stato, come non desiderare di imitarti, incoraggiati dal tuo esempio, in quello che sei stato? Spero sorga presto il giorno in cui la Chiesa ti riconsegnerà a noi, come un giorno lo Spirito Santo t’ha consegnato alla Chiesa; tu, che ora vivi faccia a faccia della Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il mio primo dovere? liberare la Chiesa di Cristo dalla Massoneria
Per comprendere bene il tenore di questa "lettera postuma" e di questo accorato ricordo, è utile aggiungere due brevi righe: il Cardinal Luciani era notoriamente e fermamente ostile ai massoni. La sera prima della sua strana morte (avvenuta nella notte del 28 settembre 1978, dopo soli 33 giorni dalla sua elezione al soglio pontificio. N.B.: sul suo comodino fu trovato una copia del libro "Imitazione di Cristo") agli atti fu messo anche un violento scontro fra il Papa stesso e il Cardinal Sebastiano Baggio, riguardo al suo successore come Patriarca di Venezia: seggio particolarmente critico e delicato, da sempre. A quindici giorni dalla sua elezione, Papa Luciani rivelò al Cardinal Jean-Marie Villot qual era il suo primo obiettivo da pontefice, al fine di disinfestare la chiesa dai propri nemici naturali e più prossimi: “Mio primo dovere – dichiarò con forza Giovanni Paolo I – è di liberare la Chiesa dalla massoneria!”.
Jean-Marie Villot – Sottosegretario del Concilio Vaticano II
Ma chi era il Cardinal Villot? Fu ordinato sacerdote nel 1930 dall'Arcivescovo di Parigi Alfred-Henri-Marie Baudrillart e nel 1950 divenne segretario generale dell'episcopato francese per poi essere nominato, nel 1954 dal cardinale Maurice Feltin, vescovo ausiliare di Parigi. Fu nominato cardinale da Paolo VI nel 1965. Importante fu il suo ruolo nel Concilio Vaticano II, nell'ambito del quale assunse le funzioni di sottosegretario. Ma l'elemento più rilevante probabilmente è un altro: Villot fu sempre avvolto nel sospetto in merito ad una sua molto probabile appartenenza alla massoneria, come nota anche lo scrittore David Yallop nel libro-inchiesta "In nome di Dio (la morte di Papa Luciani)" (Tullio Pironti Editore). Scrive l'autore: "la Chiesa Cattolica Romana aveva confermato da lungo tempo di essere un'implacabile oppositrice della Massoneria".
Un agnello in mezzo ai lupi
"Il nuovo Papa – continua – era pronto a discutere il problema, ma una lista di centoventuno uomini (Lista Pecorelli) iscritti alla Massoneria difficilmente dava spazio ad una discussione. Il segretario di Stato, cardinale Villot, nome massonico Jeanni, numero di loggia 041/3, si era iscritto in una loggia di Zurigo il 6 agosto 1966: qualche mese dopo la nomina a cardinale da parte di Paolo VI. "Nella celeberrima lista – nota l'autore – comparivano anche Il ministro degli esteri, monisgnor Agostino Casaroli; il Cardinale vicario di Roma, Ugo Poletti e lo stesso cardinal Baggio" (Cit.: "In nome di Dio (la morte di Papa Luciani"). Senza dimenticare – aggiungiamo – il chiacchieratissimo vescovo Paul Marcinkus e monsignor Donato de Bonis della Banca Vaticana.
33… giorni
Emblematici anche alcuni passaggi di un articolo delllo scrittore Giacinto Butindaro del 17 Agosto 2013 che ricorda e ripresenta una chiave di lettura particolarmente interessante: "quando (il Papa) riceveva i primi prelati chiedeva loro: “Avete qualche documento sulla Massoneria nel vostro Dicastero? Se avete qualche cosa, dovete portarlo a me”. Diversi gli hanno portato cartelle che lui metteva non nel suo ufficio, ma sul calorifero della sua camera da letto. Quando si è aperta la stanza del Papa queste cartelle erano sparite. (…) In certi ambienti di Zurigo, città particolarmente massonica, si considerava il Papa già morto, una cosa fatta." A buon intenditor! La certezza su quanto accaduto la sapremo dinanzi a Dio (per chi ci sarà!) per il resto accontentiamoci di questi frammenti storici… E – come diceva un certo Andreotti Giulio… – "a pensar male si fa peccato ma a a volte ci si indovina…". Alla storia il giudizio finale! E ne vedremo delle belle!
Se fosse qui Don Albino …
Ma – ci chiediamo – alla luce di quanto sta accadendo oggi in Italia, dentro e fuori la Chiesa post-conciliare, tra le segreterie dei palazzi del potere dei principali paesi e nello scacchiere mediorientale: che parole avrebbe oggi Giovanni Paolo I (il nostro amato Papa Luciani) per il mondo? Per questa Terra mondializzata e "illuminata"?
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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