PD alla Riscossa – I “Montiani” Bersani e Benigni a caccia di voti, tra Bruxelles e Roma
Martedì, Dicembre 18th/ 2012
– di Sergio Basile –
PD alla Riscossa – I "Montiani" Bersani e Benigni a caccia di voti, tra Bruxelles e Roma / Pierluigi Bersani / Primarie Pd / Gargamella / Troika / Eurozona / Benigni / Italia / Europa / Bruxelles / Roma / Berlino / Londra / Tecnocrazia / Mario Monti / Giorgio Napolitano / Bce / Fmi / mercati / Pd / Pigs / Repubblica del Porcellum / Fornero / eschio e ossa / Paradigma siriano / Costituzione Italiana / Rai Uno / Romano Prodi / Cara vecchia lira
PD alla Riscossa – Bersani e Benigni a
caccia di voti, tra Bruxelles e Roma
I Montiani si organizzano e litigano per le
poltrone all'ombra del partito unico di
centro-destra-sinistra
L'infelice monologo di Benigni su Rai Uno dinnanzi alle
macerie di una Costituzione tradita a morte e calpestata
Bruxelles, Roma – Mentre la casta italica si riorganizza – sia pur tra palesi dissensi e defezioni illustri – con la sua dittatoriale "Agenda Europea", nel tentativo di assicurare la continuità della cosiddetta "Cura Monti" anche dopo il 2012 – evidenemente al fine di completare l'opera di spoliazione nazionale e di distruzione del tessuto economico e delle Pmi in favore delle grandi lobby – all'interno del largo partito unico di "centro-destra-sinistra", i nostri cari leader si arrovellano in cruente lotte intesine per l'accaparramento delle poltrone migliori.
Bruxelles e Il viaggio della speranza
Allora, nelle scorse ore, è accaduto anche che Pierluigi Bersani, fresco di primarie (acclamato ormai in varie "regioni" della rete, come il nuovo "Gargamella") abbandonato il "villaggio dei puffi" sia volato strategicamente nella "terra dei Puffi" (il Belgio) a Bruxelles. E ciò al fine di ottenere dai nuovi "garanti della Costituzione italiana" (si fa per dire) una sorta di investitura ufficiale per lo scranno più alto di Palazzo Chigi. Una pratica medievale tipica – qualche storico noterà – del vassallaggio più becero. Ma tutto sommato una carta da giocare, soprattutto nella prospettiva che comunque dovessero andare le prossime elezioni, a dettar legge nell'ex Bel-Paese saranno ancora i plutocrati di Bruxelles, Berlino e Francofore, con il benestare di Londra. Quest'ultima, dal canto suo, azionista di maggioranza relativa della Bce (pun non essendo parte dell'Eurozona) in veste di spettatrice divertita ed "indipendente" di questa sorta di fiction tv, nonché saldamene al comamdo del mercato finanziario continentale. Specie ora che con l'approvazione della Tobin Tax "parziale", a farne le spese saranno le finanze dei "soliti" Pigs, accanto a qualche altra nuova vittima sacrificale.
Nella Repubblica del Porcellum
Certo, nella "Repubblica del Porcellum" (e dei porcellum) andare a bocca asciutta per Bersani sarebbe davvero il colmo dopo tutto il lavoro fatto nell'interesse dell'euro-casta. Uno smacco pesante per un Pd (in netto calo di popolarità, ma ancora – malgrado tutto – probabilmente il primo partito del Paese) che potrebbe vedersi battuto addirittura da un rigurgito di ex DC riciclati. Ovvero da una nuova specie di moderati ibridi che potremmo definire "democristiani liberisti" senza bussola (involuzione della specie) o "demo-montiani liberisti", che dir si voglia. Ibridi politici che, scordati ed accantonati in un gelido ripostiglio i principi più sani della prima Repubblica – quelli cioè da salvare, in mezzo a tanti sfaceli, e che indubbiamente ed obiettivamente permisero all'Italia del dopoguerra di arrivare ad essere la settima potenza economica al mondo – hanno finito per prostrarsi indecorosamente ai piedi del professore, ed al suo "europeismo illuminato", finendo per naufragare sull'infausta isola montiana in cerca di "cibo" e sicurezze.
La salvezza dei pirati nel mare tempestoso dell'Eurozona
Un tempo i pirati – come noto, dalla letteraura classica di Emilio Salgari e non solo – rappresenavano evidenemente la minaccia dei mari per eccellenza. Una sorta di peste, di morbo da evitare assolutamente. Ora invece lo stendardo del teschio e delle ossa sembra esser diventato un vessillo di comunione e vittoria attorno al quale stringersi e farsi scudo. Un'icona, questa, espressione di potere (non importa se "nero" o "bianco") sotto la quale trovare rifugio. Rifugio da che cosa? Dall'inferno che si scatenerà di qui a poco – con nuovo e violento furore – sugli schiavi (Pigs) dell'Eurozona del Sud: unico modo per ottenere quei privilegi di casta tali da non far affondare i logori zatteroni politici – ed i loro impresentabili passeggeri – in un mare di debiti, austerity e tasse. Film sapientemente orchestrato e retto dalla sessa Troika (Ue, Bce, Fmi) in compagnia con la Germania, e girato sullo sfondo di una moneta – l'euro – artefice e primo complice dei nostri più grandi drammi. Cosa che il professor Prodi sapeva benissimo fin dalla decisione di abbandonare la cara vecchia lira. Ricordate lo spot tv che lanciò l'euro? Recitava così: "Cambia la moneta, non cambia la vita!". Mai nulla fu più falso!
Tra Purgatorio e Paradiso – L'insipido monologo di Benigni
Come del resto piuttosto falso ci è parso un altro spot pro-casta, quello andato in onda su Rai Uno ieri sera ed officiato dal Benigni Nazionale. Retorica-politica pura (antiberlusconiana prima e malcelatamente "montiana" poi) sulla bontà di una Costituzione degna di lodi – e su questo non avevamo dubbi – ma, in effetti, mai come quest'anno infangata e calpestata. E sotto gli occhi degli stessi personaggi che oggi ne cantano le lodi con faccia di bronzo. D'altronde lo stesso decantatore di Dante, mesi orsono poneva il professore paladino dei banchieri non all'inferno, ma bensì in una zona non del tutto definita tra purgatorio e paradiso.
2012, "La fine di un mondo" – Giù la maschera!
Una costituzione bistrattata – ironia della sorte – dopo miliardi di euro spesi per futili e vuote celebrazioni per il 150° compleanno della nostra (loro?) Italia. Ma su questo dal deludente ed "insipido" Benigni non una parola spesa. Nulla in merito ull'infausto golpe tecno-bancario; non una critica sull'Articolo 1 della stessa Costituzione distrutto dalla Fornero; non una parola sull'Articolo 11 distrutto dall'ammiraglio Di Paola con folli e spropositati acquisti di giocattoli di morte per per un valore pari a 230 miliardi di euro. Qualcosa come 5 finanziarie. Saldi natalizi che hanno trasformato l'Italia in una Repubblica che – contrariamente a quanto recita lo stesso Art. 11 – non ripudia la guerra, ma in effeti la auspica. E il paradigma siriano, in tal senso, resta un ottimo parametro di valutazione. Beh, una cosa è certa! Il 21/12/2012 contrariamente a quanto predetto dal vaticinio dei Maya non verrà nessuna fine del mondo, ma da un verso la "fine di un mondo" è già avvenuta in questo 2012: la fine di un mondo fatto di ipocrite maschere ideologiche ed intellettuali, targhette, onorificienze internazionali, lodi pubbliche e divinizzazioni personali di politici, artisti, comici, cantautori e tecnici illuminai. Personaggi "in cerca d'autore" di pirandelliana memoria che alla fine sembrano aver gettato la maschera, svelando al mondo il loro vero volto. E quel che appare, amici, non so a voi… ma a noi non piace per nulla!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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