di Gb. P. Oraprosiria
Redazione Quieuropa, Aleppo, Siria, Russia, Usa, Osservatorio per i diritti umani siriano
Mercoledì, Luglio 4th / 2012
– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile –
Italia / Roma / Verona / Presidente della Repubblica / Lega Nord / Carroccio / Politica / Radio / La Zanzara / Foto / Italia Unita / Politica / Politichese / Dichiarazioni Borghezio / Umberto Bossi / Mario Borghezio / Giorgio Napolitano / Roberto Maroni / Flavio Tosi / Herman Van Rompuy / Tecnocrazia / Commissione Trilaterale
L’europarlamentare Mario Borghezio contro
Giorgio Napolitano: è polemica!
Ospite della trasmissione radiofonica “La Zanzara”
il leghista si lascia andare a dichiarazioni forti
nei confronti di Naplitano
Maroni: “Parole sgradevoli!"
Roma – L’europarlamentare leghista Mario Borghezio questa volta si è superato con dichiarazioni – oseremmo dire – “funeree” indirizzate, questa volta, al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara”, in onda su Radio24 – della quale era ospite – il colorito Borghezio, alla nota dei conduttori che riguardava l’esposizione da parte del sindaco di Verona, Flavio Tosi, di una foto del Capo dello Stato, ha commentato dicendo “Fa bene Tosi ad esporre la foto, perché Napolitano è anziano, metti che domani muore, aggiunge un velo nero ed è già pronto”. Frase, questa, che ha ingenerato – come prevedibile – una burrascosa polemica e un forte scompiglio. E non solo nel mondo politico. Frase, verso la quale è arrivata tempestiva e "fulminea" la replica di un imbarazzato Roberto Maroni, neo-segretario della Lega Nord, che ha definito le parole di Borghezio “sgradevoli e fuori luogo”.
Borghezio: "La foto di Napolitano? Un ricordo del Passato"
L’europarlamentare del Carroccio, come se non bastasse, ha anche rincarato la dose di insulti nei confronti del Presidente della Repubblica lasciandosi andare a ulteriori dichiarazioni infelici all’inizio della suddetta trasmissione radiofonica . “La foto di Napolitano starebbe bene negli archivi di Stato centrale, pieni di polvere, un ricordo del passato in memoria di quando c’era l’Italia unita. Per fortuna – ha detto Borghezio – poi è arrivato Bossi, che non è di certo un quaquaraquà momentanemente eletto su qualche colle romano”. Nonostante l’indiretto rimprovero del nuovo segretario del Carroccio, Roberto Maroni, l’europarlamentare ha giustificato il suo intervento affermando che “Maroni deve abituarsi all’idea che noi indipendentisti, allevati dalla scuola di Bossi, siamo abituati a parlare chiaro con il linguaggio del popolo e non con il felpato politichese dei politicanti romani”.
Borghezio: un indipendente allergico ai tecnocrati
Ma pur condividendo che i politici, indipendentemente dallo schieramento, si esprimano attraverso un “felpato politichese”, di certo il linguaggio di Borghezio non può essere definito quello “del popolo”. Un linguaggio probabilmente un pò troppo colorito che non lascia scampo a nessuno. Di certo una voce anticonvenzionale e fuori dal coro. Di certo una frase che può considerarsi in mille modi, fuorché "politically correct". Ma in fondo la provocazione di Borghezio puà decifrarsi come una denuncia gridata di pratiche politiche malsane (come quelle portate avanti da Monti): questo d'altronde è il Borghezio's style.
Monti e Van Rompuy: prodotti della Commissione Trilaterale
Un "eurodeputato indipendente", come noto, da sempre contrario alle politiche di accentramento europee ed alla antidemocratica nomina di personaggi non eletti: vedi polemiche con Mario Monti ed Herman Van Rompuy: più volte accusati pubblicamente da Mario Borghezio di venir fuori – come un prodotti confezionati ad hoc – dal grembo della famigerata "Commissione Trilaterale". In effetti, il colorito Marione non sembra avere tutti i torti. Un Marione Borghezio che nella sua vivacità, sicuramente estrema, rappresenta tuttavia una spina nel fianco per molti politici della “democrazia italiana”.
Povero Re Giorgio!
Ma questa volta – a detta dei più – ha esagerato: prendersela con il Presidente della Repubblica. figuriamoci! Povero Re Giorgio! Davvero troppo! Anche perché, Giorgio Napolitano, davvero non c’entra nulla. Se non fosse per il fatto che sia stato proprio Re Giorgio – in tempi non sospetti – l'artefice unico della salita al trono dello stesso Mario Monti, nonché il fedele avallante delle sue distruttive e recessive politiche di austerity, che hanno mandato in rovina migliaia di famiglie italiane. Beh! Forse questa volta Borghezio lo perdoniamo. Che dite?
Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)