Martedì, 26 settembre/ 2017
di Sergio Basile
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Piano Kalergi, Comunismo, Europeismo, Massoneria
Martedì, Aprile 24th / 2012
– di Sergio Basile –
Italia / Europa / Meeting internazionale dei leader parlamentari progressisti / Mikael Damberg / Pierluigi Bersani / Welfare / Cultura / Partecipazione femminile alla vita politica / Batterista dilettante e mediocre / Malata terminale / Luoghi comuni / Retorica / Luoghi comuni / Morte dell'Europa
Cari Progressisti europei, dov'è finito
il "vero Welfare"?
Risposte inconsistenti dal Meeting di Roma
Delude l'osannato svedese Mikael Damberg
Roma – A conclusione del II Meeting internazionale dei leader parlamentari progressisti, appena conclusosi a Roma, promosso dal Pd e dal gruppo parlamentare alla Camera, l'Osservatorio "Qui Europa" ha voluto analizzare nel dettaglio le posizioni e le relazioni conclusive dei leader europei della sinistra del Vecchio Continente, concentrandosi soprattutto su quanto dichiarato da Mikael Damberg (foto), il cosiddetto "astro nascente" della politica svedese, che ha illustrato la sua personale ricetta – che poi riflette le posizioni della sinistra europea ed italiana – su come uscire dalla "pseudo-crisi" che investe l’Europa. Ma francamente ci si aspettava di più da cotanto osannato politico. In un tempo tanto particolare, ed a cavallo di una crisi senza precedenti in Europa. Per Damberg, infatti, non bisogna rivedere i pilastri del sistema bancario; rivedere il Trattato di Lisbona (in particolare l'articolo 123, sul rifinanziamento obbligato degli stati presso i mercati finanziari internazionali); fermare il rigore del recessivo fiscal compact; fermare l'ambiguo e pericoloso "MES" (vedi precedenti articoli in "Qui Europa") rivedere il ruolo ed il futuro (incerto) della moneta unica, ma bensì puntare sulla "partecipazione femminile al mondo del lavoro e investire nel sapere". Una dichiarazione che ci sa tanto di "marzianesimo".
Il Cuore del Problema e lo "Stonato Batterista"
I primi argomenti sopraelencati – e le relative, sia pur drastiche, soluzioni ad essi – non sono stati minimamente sfiorati nel Meeting. Per carità! Cultura, partecipazione delle donne alla vita politica sono cose sacrosante, da appoggiare senza tentennamento alcuno, ma francamente ci sembra un pò poco! Una posizione, ed una ricetta lontana anni luce dalle reali esigenze della popolazione europea, afflitta e disperata. Lontana anni luce dalla reale "cura" della quale necessita la malata terminale Europa. Forse non è il caso di parlare di cultura in questo momento, non con questo sballato tempismo da batterista dilettante e mediocre. Temi piuttosto blandi per un Meeting Internazionale di simil portata. Non trovate?
I limiti del "progressismo europeo" nelle parole di Bersani e Damberg
Damberg ha parlato, nello specifico, di un “nuovo welfare”, ma ha contestualmente ed implicitamente accettato – in maniera, secondo Noi, troppo superficiale – la strada imboccata dal Consiglio europeo e dalla Commissione Ue sull’abbattimento del debito. Un'austerity che di fatto – cultura e coinvolgimento femminile a parte – sta mandando in rovina l'Europa, facendo ricadere le colpe ed il peso di questo nuovo ordine mondiale dell'economia sugli Europei. Caos causato però – dimenticano Damberg e gli stessi parlamentari progressisti riuniti a Roma per l'evento – in gran parte dalla speculazione finanziaria e bancaria collusa con politica e lobbies. Cioè una crisi che non c'era, ma che gli stessi governi stanno causando ed innescando con la miccia del rigore caro al trio Merkel-Monti-Sarkozy, ed all'altro trio Van Rompuy-Barroso-Draghi.
Meeting dei "Progressisti europei": luoghi comuni e troppa retorica
Allora giù con la retorica ed il luogo comune: carattere tipico del linguaggio (diffuso in Italia) noto come "Bersanese", cioè tipico del linguaggio usato dall'ormai popolarissima maschera della commedia dell'arte (moderna) italiana, nota come "Bersani". Giù con espresioni trite e ritrite come quella che recita: "L’Europa può competere nell’economia mondiale se punta sul sapere". O ancora: "le le risorse devono essere gestite saggiamente". Oppure: "ma i governi conservatori in Europa non sembrano dotati della necessaria saggezza”. Aggiungiamo – pur condividendo in parte tale conclusione – che l'aria che tira dall'altra parte, quella più "rossa" – visto e considerato il tenore solenne e puntuale delle dichiarazioni del meeting di Roma – è tutt'altro che rassicurante.
Dov'è finito il "Vero Welfare"?
Veramente poco per un'Europa prossima alla morte ontica ed alla morte sociale ed economica, con stati (Piigs) "legalmente" depredati dalle loro risorse migliori. Aziende selvaggiamente svendute, delocalizzate e privatizzate spesso e volentieri con metodi barbari e (indirettamente) "nazisti" dietro i diktat dei "mercati". Ciò ai danni del "vero Welfare" del quale però il nostro caro e simpatico amico Mikael Damberg continua a riempirsi (pare impropriamente) la bocca. D'altra parte come si può "investire in capitale umano" se l'uomo è allo stremo delle sue energie psico-fisiche ed economiche? Una domanda che giriamo volentieri a Bersani e Damberg, e a tutti gli altri "uomini della sinistra europea" autodichiaratisi – con fantasia e coraggio – "vicini al popolo!".
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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