di Papa Leone XIII
Titoli dei paragrafi aggiunti dalla [...]
di Nicola Arena e Sergio Basile / Sete di Giustizia
Redazione Quieuropa, Nicola Arena, Sergio Basile, Sete di Giustizia, moneta-debito, Giacinto Auriti, Bambini, domanda, Apocalisse, Monopoli, Nuova era
Come in un gioco – Moneta e Ricchezza,
viste con gli occhi di un bambino
Il punto di vista di un bambino? Auspicabile e provvidenziale,
quando il mondo dei "grandi" è falso e scoppiato…
"Sulle spese per il terremoto non ci fermeremo"
Matteo Renzi, Presidente del Consiglio
"Ci attacca? Me ne frego!"
J.C. Juncker, Presidente della Commissione europea
"In verità vi dico:
se non vi convertirete e non diventerete come i bambini,
non entrerete nel regno dei cieli".
Vangelo Secondo San Matteo, 18,3
di Nicola Arena e Sergio Basile / Sete di Giustizia
Con gli occhi di un bambino
Roma – di Nicola Arena e Sergio Basile / Sete di Giustizia – Il mondo dei "grandi" è impazzito… Nel mondo dei grandi si finge di non comprendere, si bara, si finge di litigare.. Il mondo dei grandi non sa più vivere! Eppure semplicità e purezza d'animo sarebbero le panacee ai mali dell'esistenza, verso le quali ciascuno dovrebbe tendere! A ribadirlo lo stesso Signore Gesù nel Vangelo di San Matteo: chi non diventerà come un bambino non entrerà del Regno dei Cieli.
Perché, dunque, non tornare bambini?
E' tanto sconveniente rinascere nel nostro intimo?
L'uomo, spesso, più cresce più diventa complicato, incrostato di ipocrisia, pregiudizi, ambiguità. La capacità intellettiva – da intus e lègere che significa «leggere dentro» – pertanto, paradossalmente, si riduce con l'età e "l'esperienza"… la furbizia.
L'uomo allantonandosi dalla semplicità d'animo
perde progressivamente la capacità di
"leggere all'interno delle cose".
Spesso la nostra intelligenza non arriva al livello di quella dei bambini, è un dato di fatto! L’innocenza, l’entusiasmo, l'inventiva, la voglia di giocare e sperimentare, spingono i piccoli ad intraprendere imprevedibili "viaggi nella fantasia", porgendosi con rinnovato slancio e atavica genialità al centro dei legami affettivi e sociali. Evidentemente ciò avviene anche in campo economico. Un mondo che in troppi vedono, a torto, come una prerogativa esclusiva del "modo dei grandi". Ecco un piccolo esempio!
Un gioco da grandi
Facciamo un gioco! Facciamo finta che questo pezzo di carta colorata chiamato cartamoneta abbia un valore! Accettiamo dunque questo simbolo di costo nullo e facciamo finta che esso abbia un valore che decidiamo convenzionalmente. Da questo momento inizia il nostro "gioco collaborativo" e tutti i giocatori devono partecipare attivamente accettando quel simbolo come valore reale, in cambio dei loro oggetti o attività (beni e servizi). Un pò come avviene nel Monopoli, dove i corrispettivi, la contropartita ai "pezzi di casa colorati" sono piccole carte rettangolari (documenti rappresentanti "terreni" e "attività") nonché piccoli cubi di legno, rossi e verdi, rappresentanti "case e alberghi". Il gioco ha inizio mediante la distribuzione da parte della "banca/cassa" di una certa quantità di pezzi di carta colorati sui quali è stampigliato un numero corrispondente al valore dato (valore nominale). Ogni giocatore ha a disposizione una certa quantità di "carta moneta" che può essere incrementata qualora gli stessi dimostrino di possedere delle abilità particolari e/o qualora riescano a mettere a disposizione degli altri compartecipanti delle risorse tali da incrementare le "attività" sul tavolo da gioco. I giocatori iniziano a scambiarsi vicendevolmente i beni e servizi utilizzando le carte da “gioco”. Ci troviamo dinanzi ad un sistema ludico proteso a sviluppare la fantasia dei ragazzi (e/o adulti) accettanti le regolie convenzionali di partenza, decise all'unisono e senza alcuna furbizia… Esso, tra le caratteristiche principali, ha sicuramente la propensione a sviluppare le inclinazioni naturali dei giocatori nell'interpretare alcuni ruoli e prendere scelte (cosiddetto spirito imprenditoriale). Es.: la possibilità di diventare il proprietario di un albergo, o l'imprenditore che decide di raddoppiare le sue case o acquistare nuovi terreni su cui edificare. Il Monopoli, in effetti, è un ottimo modello di studio del sistema economico/monetario e delle sue pertinenze e connessioni. Le analogie tra fantasia e reatà sono pressoché totali! Le regole del gioco sono molto semplici.
Eppure la stragrande maggioranza della popolazione mondiale,
tenuta da secoli in uno stato d'ignoranza forzata,
di generazione in generazione,
plagiata dalla disinformazione e "complicata", imbastardita, dalle ideologie,
da una forza occulta e perversa
è all'oscuro di questa aleteia e ignora le (semplici) regole del gioco;
ignora completamente il campo d'azione di questo gioco
chiamato "economia".
I padroni del gioco
Oggi i cari banchieri – soggetti posto al di fuori del quadrato di gioco, ma innalzati misteriosamente su un anacronistico piedistallo – giocano sporco, "assieme" a oltre sette miliardi di uomini, a "Monopoli". La popolazione mondiale "gioca" (cioé lavora e fa sacrifici); essa crede nel proprio ruolo e quindi accetta quei pezzi di carta avvelenati da un debito inestinguibile ed autorigenerante, fin dall'emissione (non sapendo che il valore degli stessi derivi proprio dalla loro volontaria accettazione). I banchieri, dunque, pur essendo della stessa natura e specie degli altri co-protagonisti del gioco, s'improvvisano sommi arbitri dello stesso, chiedendo indietro ai singoli giocatori, alla fine di ogni giro, tante ricchezze (reali) quanti sono i valori virtuali (nominali) creati "per gioco" e distribuiti sul rettangolo… Essi dunque, a convenienza, trasformano il gioco in realtà e viceversa… Ma non è finita:
essi chiedeno in contropartita anche gli interessi:
ovvero ulteriori beni reali pro quota mai stampati
e mai distribuiti all'inizio del gioco.
Così facendo, essi, dopo un certo numero di "giri",
diverranno i padroni assoluti dell'intero tabellone,
ovvero i signori incontrastati del gioco
e della vita reale di miliardi di uomini.
Forse sarebbe l'ora che si smettesse di "giocare contro gli uomini" e si iniziasse a recuperare il proprio ruolo, ciascuno degli attori primus inter pares rispetto agli altri… Che fare dunque per ristabilire le giuste regole del gioco? Semplice: i ruoli potranno essere pareggiati e armonizzati solo con la consapevolezza diffusa tra tutti i compartecipanti, del fatto che gli unici proprietari della moneta che circola devono essere – e sono – gli stessi attori (economici e sociali: cittadini, imprese, famiglie, comuni, ecc..). Nel mondo reale il valore della moneta che utilizziamo, ci crediate o no, nasce davvero per convenzione, ovverosia attraverso un mero "accordo ludico"… e facendo “finta” che un pezzo di carta colorata valga davvero la cifra stampata sulla faccia dello strumento monetario. Il mondo è in effetti un grande Monopoli, solo più complesso, più grande! Il tutto ebbe genesi nell'antichità, circa tremilacinquecento anni fa, per facilitare le relazioni economiche tra membri sociali di comunità/tribù. Ma uno spirito perverso s'insinuò in questo ciclo virtuoso, destabilizzando l'atavico equilibrio tra il genere umano e l'intera Creazione.
Padroni della nostra immaginazione
I banchieri e gli usurai, nei secoli,
custodi e gran sacerdoti di una religione oscura
si sono impossessati della nostra immaginazione,
manipolandola, stravolgendola, deviandola
Oggi, infatti, la gente è convinta che il valore del denaro
sia creato legittimamente dalle banche
e per questo motivo accetta impassibilmente il sistema del debito.
Ma c'è di più! Alla perversa follia non c'è limite! Il popolo ignorante e succube accetta pesi sempre maggiori: esso accetta lo "spread" e il "rating"; accetta di buon grado qualsiasi regola introdotta in corsa, dal banchiere di turno, o dal suo politico sottoposto, subalterno (col benestare dei falsi profeti del sistema partitico unito e solidale). In realtà il debito non esiste, è un'invenzione, roba da bari! In realtà l’osservazione della realtà con gli occhi di un bambino ci ricondurrebbe al centro dell’universo, appena un gradino sotto al Creatore. L’uomo avrebbe oggi l’importanza che merita se solo comprendesse il motivo della sua presenza sulla terra, della sua "missione"; riacquisterebbe la dignità di uomo solo se avesse un briciolo di fiducia in chi lo ha creato. In chi ha creato la "ricchezza reale" che lo circonda e regge… Analizziamo, dunque, le bellezze naturali e apprezziamone il contenuto spirituale; apprezziamo il valore delle emozioni che il Creato suscita attraverso i nostri sensi, nel profondo della nostra anima. Emozioni, profumi, paesaggi scofinati… Dio si manifesta in tutta la sua grandezza nei nostri cuori ed attraverso i nostri sensi. La capacità dell'intelletto, cioé di "leggere all'interno delle cose". Il veleno della moneta-debito altera e confonde i nostri sensi e destabilizza il nostro intelletto, deformando la visione del mondo.
Il denaro in realtà non vale nulla in sé;
a valere è il mondo reale (la Divina Creazione)!
Il primo è, invero, l'ombra, la proiezione del secondo.
Perché dunque non imparare la semplicità? Perché non aprire la mente all’immaginazione? Perché non ritornare bambini liberandoci da tutti i condizionamenti mentali, le sovrastrutture ideologiche e i pregiudizi? Ricreiamo "i nostri giochi" coinvolgendo i nostri simili e le creature che accompagnano la nostra esistenza, perché come diceva il grande Prof. Giacinto Auriti
non esiste ricchezza in un mondo di morti…
Giacinto Auriti
Potremmo essere i più ricchi del mondo, ma se ci trovassimo, con le nostre ricchezze, a vivere su un'isola deserta da soli, vivremmo in stato di perenne insoddisfazione e disperazione. L'uomo è per definizione un essere sociale, proteso alla felicità solo in un sistema organico si reciproca cooperazione; in un sistema di cooperazione e mutuo soccorso.. Dunque in un sistema onesto. Non a caso il grande poeta statunitense Ezra Loomis Pound diceva che
la vera ricchezza di una nazione consta nella sua onestà…
Ezra Pound
Per comprendere questa aleteia bisogna però diventare semplici come bambini. A ricordarcelo, provvidenzialmente, è Nostro Signore, Gesù Cristo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo:
«Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
Allora Gesù chiamò a sé un bambino,
lo pose in mezzo a loro e disse:
«In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini,
non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino,
sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio,
accoglie me.
Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli,
perché vi dico che i loro angeli nel cielo
vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Una nuova rivoluzionaria consapevolezza
Allora, lasciando da parte le mire di dominio verso i nostri simili, le invidie e le gelosie, che sono in ultima istanza il nostro attaccamento morboso alla terra, a mammona, ai nostri vitelli d'oro… dedichiamo spazio alla rinascita del nostro spirito; dedichiamo il nostro tempo alla preghiera e viviamo con gioia i nostri giorni, immergendoci nei "giochi genuini". Cos'è la vita se non un grande e armonioso gioco? Scopriremo solo così che la vita va vissuta in pienezza e in una dimensione rigorosamente comunitaria: noi non bastiamo a noi stessi! Il nostro tempo è la più grande ricchezza!
Il mondo crea delle gabbie artificiali,
delle trappole fatte apposta per alienare e demoralizzare gli uomini,
impedendo loro di riflettere, capire, amarsi e rispettarsi.
Il Grande Fratello oscuro, signore della moneta-debito detta tempi e regole! Se sapremo cogliere la giusta chiave di interpretazione di queste regole, esse non potranno più spaventarci e incatenarci… Qual è dunque la buona notizia, in un mondo che lascia quotidianamente l'amaro in bocca? O che addirittura fa – nei casi estremi – pentire di esser nati? Beh semplice!
Il nostro futuro appare roseo
malgrado i segnali di incertezza e paura che ci sovrastano!
L’umanità sta prendendo coscienza delle regole del gioco!
L'economia orribilmente credule che Pio XI dipinse a tinte fosce già nell'enciclica Quadragesimo Anno, non fa più tanto paura! E sapete qual è la chiave di questa rivoluzione silenziosa? La consapevolezza! Vediamo già all'orizzonte i colori di una nuova umanità, malgrado le nuvole nere che, ingrossandosi, minacciano burrasca appena sopra le nostre teste. La Verità non si può fermare, essa è come lo Spirito Santo che soffia dove vuole sotto forma di brezza leggera, vivificando gli animi lungo il suo passaggio. Essa soffia dove vuole inafferabile ed incontrastabile… La fine di questa era perversa, l’era del debito-pubblico, è vicina. Un nuovo tempo ci attende, quello del credito pubblico, dove la gioia di vivere e il rispetto dei valori si fonderanno in una nuova realtà a dimensione dei piccoli e dei semplici e non ci sarà spazio per il violento e il disonesto! Nessun spazio più per l'usuraio e il seguace di Mammona! Amen!
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra,
perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi
Apocalisse 21,1
Sergio Basile, Nicola Arena / Sete di Giustizia (Copyright © 2016 Qui Europa)
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Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata
ad ognuno come " REDDITO di CITTADINANZA ".
DISEGNO DI LEGGE N°1282 SENATO XII LEGISLATURA
DIS. LEGGE N°1889 SENATO XIII LEGISLATURA
Disegno di Legge proposto dal Sindacato Anti USura
Segretario Generale avv. prof. Giacinto Auriti
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