Khartum – di Sergio Basile – Nelle scorse ore, l'agenzia AGI e molte altre agenzie di stampa nazionali ed internazionali hanno battuto la seguente inquietante notizia "In Sudan, un giudice ha condannato a morte, per apostasia, una donna cristiana incinta all'ottavo mese. Meriam Yeilah Ibrahim, un medico di 27 anni. Meriam ha gia' un figlio di 20 mesi che si trova con lei in carcere. Il magistrato di un tribunale di Khartum ha stabilito che la donna ha abbandonato la sua fede, in quanto il padre era musulmano, e l'ha anche condannata a 100 frustate per adulterio in quanto sposata con un cristiano in un matrimonio che non è considerato valido dalla sharia". Certo è paradossale sapere che malgrado la donna sia stata arrestata nell'agosto dello scorso anno, i media di regime occidentali si occupino del caso – fino ad ora totalmente censurato – solo adesso. Ma d'altronde quando si tratta di difendere la vita dei cristiani, non è una novità…

 La candida e solenne difesa di Meriam                                                               

Il giudice a quanto pare aveva chiesto (imposto) alla donna di rinunziare alla sua fede, rinnegando il suo credo: "Ti abbiamo dato tre giorni di tempo per rinunciare, ma insisti nel non voler ritornare all'Islam. Ti condanno a morte per impiccagione!". Questa la folle motivazione che potrebbe aprire le porte del martirio alla giovane donna. Abbas Mohammed Al-Khalifa, il giudice intenzionato ad applicare l'estrema legge coranica che svela al mondo uno degli aspetti – forse meno "universalmente" pubblicizzati – dell'integralismo islamico, ha monito severamente anche il marito della donna. Meriam ha reagito senza tradire emozione alcuna ed è rimasta composta ed impassibile sulle sue posizioni, intenzionata a non rinnegare Cristo e la verità del Vangelo. E ciò neppure dopo l'intervento di un iman di zona, che prima della sentenza si è protratto per circa 30 minuti con la donna, in cella, cercando di dissuaderla dell' "insana intenzione".  "Sono cristiana e non ho mai commesso apostasia!". Questa è stata la candida e solenne difesa di Meriam. Una lezione magistrale per noi tutti, cristiani della Domenica….

 Cristiana da sempre                                                                                                   

Secondo l'organizzazione "Christian Solidarity Worldwide", la donna – di padre sudanese musulmano e madre etiope ortodossa – abbandonata dal padre all'età di appena 6 anni,  è stata cresciuta da sempre nella fede cristiana. Nel buon pastore del Vangelo ha evidentemente trovato il suo vero padre, e nella fede in Gesù la sua ragione di vita e gioia da condividere con i fratelli. Troppo per l'attuale regime islamico integralista (e pare filo-sionista) sudanese, che reputa nulla qualsiasi forma di matrimonio o unione con persone non musulmane. La vergognosa e inqualificabile prassi seguita in altri casi analoghi ha previsto la sospensione della sentenza capitale fino all'eventuale nascita di un figlio. In pratica nel Paese – così come in tutti i paesi islamici integralisti, e che vanno, curiosamente, a braccetto col sionismo – "l'adulterio è accomunato all'apostasia". Vergognoso! Ed ancor più vergognoso sapere che la giovane Mariam oltre ad esser cresciuta senza il confortante e salutare calore di una famiglia, oggi venga accusata di tal "crimine" in base ad un presupposto oggettivo che per quanto incomprensibile e strumentale è anche palesemente falso, in quanto la giovane non ha invero apostatato, poiché – ribadiamo – cristiana da sempre.

 Morire di fede                                                                                                              

E così, dopo le stragi mistificate ed usate strategicamente per rovesciare molti governi democraticamente eletti ed al potere in diversi paesi scomodi e non allineati ai diktat neocoloniali dell'Occidente e della Lega Araba (vedi paradigma siriano – vedi qui Assad fa Strage con Armi Chimiche a Damasco? La logica dice No. Ecco cosa non quadra! e qui Siria – Clamoroso, alcuni Video caricati il giorno prima della Strage); dopo le numerose decapitazioni ed esecuzioni sommarie (vedi qui – Siria – Destino appeso a un Filo: Ore cruciali a Roma, New York e Washington); dopo le ultime pubbliche "crocifissioni" di cristiani in Siria (vedi qui – http://www.piccolenote.it/18610/notes-4-maggio-2014); dopo l'applicazione delle fatwe islamiche contro intere famiglie di cristiani (vedi qui – Integralismo Islamico – Siria Stato Musulmano con fatwe) e l'istituzione dei "matrimoni per coito" per giustificare abominevoli stupri di massa di giovanissime ragazze cristiane  (dei quali vi abbiamo dato tristissima testimonianza all'indomani dello scoppio della cosiddetta "primavera siriana" – vedi qui La Vergogna Islamica e la Complicità dell’Occidente: Ordinato lo Stupro di massa delle Ragazzine Siriane Cristiane – Istituito il Matrimonio per Coito) ecco l'ennesimo caso di diabolica follia pseudo-religiosa in chiave anti-cristiana. Il prefisso "pseudo", va infatti a prendere le distanze da tutte quelle forme di intransigenza tribale che mal si sposano con la parola "religione" e con l'aspetto pià moderato dello stesso islam. Non dimentichiamo, infatti, che proprio paesi come la Siria e simili realtà multietniche e pluraliste così ben amalgamate – almeno fino all'avvento della primavera filo-occidentale e filo-sionista – hanno dimostrato che convivenze pacifiche tra gruppi religiosi diversi  erano e sono ad oggi possibili ed auspicabili. Possibili ma evidentemente fastidiose per quanti concepiscono la religione in maniera distorta, utilizzandola strumentalmente come mezzo politco di sopraffazione, prevaricazione e controllo sociale.

 Pazzie pseudo religiose da "Nuovo Disordine Mondiale"                            

Ma analizzando più da vicino l'attuale contesto socio-politico e religioso dell'estesa regione africana, la cosa bizzarra – e quantomeno curiosa – che emerge, consta nel fatto che anche il governo del Sudan nel 2013 è stato affetto da quello strano morbo chiamato "Primavera araba". Un morbo primaverile che altri osservatori – e noi tra questi – definiscono con un'espressione forse ben più indicata: "Nuovo Ordine Mondiale". Si è trattato anche in tal caso di una "primavera glaciale" ed anomala portata avanti da gruppi di integralisti guidati dall’opposizione filo-occidentale del Partito Nazionale dell’Umma, e da varie pseudo-ONG e media “indipendenti” creati dall’occidente  ad arte. A questo punto una domanda sorge spontanea: a quale gruppo politico o pseudo-religioso possiamo ricondurre la paternità di questa nuova aberrante violazione del diritto internazionale e dei diritti umani, che si scaglia contro chi ha il coraggio di difendere la propria fede? Nell'occidente "democratico", laicizzato, dissacrante, massonico e mondializzato forse difendere – a farlo fino alla morte – un ideale così "insignificante" è da pazzi o stupidi. Ma nel resto del mondo la fede (come ci insegnarono i primi cristiani a Roma sotto Nerone e Diocleziano; o i cristeros messicani negli anni 30 – vedi qui Cristiada: il Film che in Italia Non Possiamo Vedere – e qui Cristiada Film – Trailer – Sottotitolato in Italiano) è una cosa seria.

 Una preghiera unanime sul cielo di Khartum                                                 

A difesa di Meriam – in attesa di clamosori e, ci auguriamo, confortanti sviluppi – unendoci, nel nostro piccolo, all'accorato appello delle ambasciate di tutto il mondo scese in campo a Khartum, ed ai movimenti spontanei di cittadini scesi nelle piazze delle maggiori capitali a manifestare, chiediamo un rilascio immediato della donna. Con ciò non ci resta che partecipare dal web, dalle colonne dei nostri giornali e dalle piazze italiane a questa febrile preghiera. Tutto il mondo in queste ore sta facendo sentire la sua voce in difesa della giovane cristiana, in un inusuale scatto di coscienza represso – al contrario – per migliaia di altri fratelli cristiani che ogni giorno muoiono nel silenzio. In media se ne contano 24 al giorno in una città come Aleppo. Uno Scatto di coscienza questo, che – a quanto pare – avrebbe smosso perfino i cuori intorpiditi (almeno così pare) di molti "politicanti" filo-sionisti di casa nostra. "Nei giorni in cui il mondo intero celebra la Festa della mamma, un giudice sudanese ha condannato a morte una giovane madre cristiana" (come nota nel suo editoriale di ieri "Avvenire"). In questo giorno infinito, dunque, non ci resta che urlare il nostro dissenso e pregare per la nostra sorella Meriam, sperando che nelle prossime ore anche l'islam moderato faccia sentire alta la sua autorevole voce di dissenso.