Venerdì, Febbraio 14th/ 2014
– di Sergio Basile –
Giovedì, Aprile 4th/ 2013
– di Sergio Basile e Silvia Laporta –
Francia, Unione europea, Ue, Parigi, Roma, Italia, Francois Hollande, Recessione, Colonie Africane, Bruxelles, Francoforte, eurozona, Paesi membri dell'euro zona, Insee, Istituto Nazionale di Statistica Francese, Record, Debito Pubblico, Pierre Moscovici, Colonialismo in Africa, Gerard Depardieu, Napoleone Bonaparte, Italia, Italia capro espiatorio dell'Eurozona
Le 14 colonie di schiavi in Africa servono gli interessi
delle cricche. Intanto gli Africani e la plebe francese
fanno la fame
Masso-Paradossi: Hollande alza la voce contro l'Italia.
Tutti i fallimenti e le contraddizioni del novello
Napoleone
di Sergio Basile e Silvia Laporta
Parigi – Cricche Francesi Straricche, Plebe alla fame
Parigi – La situazione europea peggiora a vista d'occhio. Se molti si chiedevano chi sarebbe stata “la prossima Cipro” – indecisi tra Spagna e Italia – giorno dopo giorno, i “candidati” al tracollo economico aumentano sempre di più. Il gruppo dei cosiddetti “Piigs” è destinato ad aggiungere un posto a tavola per molti altri paesi europei nei prossimi mesi, se la dittatura reale – cui siamo quotidianamente assoggettati – non accennerà a cambiare (cosa finora molto improbabile). Una candidata insolita si è fatta spazio, nell’ultimo anno, nella lista nera dell’economia europea, malgrado le illusorie promesse lanciate in campagna elettorale dal suo Presidente: la Francia. Deficit e debito pubblico indotto sono infatti diventati un tasto dolente nel bilancio del Paese. Ma d'altronde il destino dei Paesi membri dell'Eurozona non può che essere questo, visti e considerati i presupposti di partenza della creatura concepita ad hoc nei "laboratoti" dell'Alta finanza di Bruxelles e Francoforte. Rispetto alle stime del governo francese previste nel 2012, i dati diffusi dell’Insee (Istituto Nazionale di Statistica francese) negli ultimi giorni, sono infatti molto diversi. Peggiori! Il disavanzo si è attestato l’anno scorso al 4,8% del Pil rispetto al 4,5% previsto dal governo e al 5,3% del 2011, mentre il debito pubblico ha raggiunto il nuovo record del 90,2% del Pil rispetto all’89,9% stimato dall’esecutivo francese e all’85,8% del 2011. Stiamo parlando di un debito pubblico che ammonta addirittura a 1800 miliardi di euro.
Eurozona – Tutti uniti appassionatamente in un unico abbraccio mortale
Di fronte alle pressioni di Bruxelles, e alle incitazioni di Berlino a stringere la cinghia per far "rientrare il deficit" (ipotesi ovviamente illusoria), la Francia aveva promesso di ridurlo al 3% del Pil nazionale nel 2013, anche se il governo, più realisticamente, prevede ora di non poter raggiungere pienamente l’obiettivo, promettendo una riduzione fino al 3,7%. Un "traguardo" considerato dall'Eliseo "importante" per il popolo francese, che già – ricordiamo – ha dovuto pagare le misure correttive adottate quest’anno: un piano risolutivo del deficit senza il quale “questo avrebbe superato il 5,5% del Prodotto Interno Lordo”. Questo almeno è quel che sostiene il ministro dell’Economia filo-europeista, Pierre Moscovici per giustificare la pesantissima manovra finanziaria transalpina. “Abbiamo fatto lo sforzo strutturale atteso dalla Commissione europea, siamo sulla strada giusta”, ha commentato entusiasta il ministro nelle ultime ore. Anche se con queste cifre, ci permettiamo di avere qualche dubbio. Infatti, la Francia – come detto – ha visto l’incidenza del debito pubblico sul Pil lievitare malgrado tutto fino 90,2%. Il governo – da parte sua – ha chiesto ed ottenuto da Bruxelles (a differenza dell'Italia) più tempo per ridurre il deficit delle finanze pubbliche. Ma dopo la privatizzazione delle banche centrali dell'Eurozona e la perdita della sovranità monetaria in favore della "privata BCE" la ripresa e la crescita del Paese – ovviamente – in questo regime debitocratico che accomuna in un unico abbraccio mortale tutta l'Eurozona restano una pura illusione, vittime della grande crisi indotta (o meglio sarebbe dire della "grande truffa") che sta devastando l’Europa.
l'ingeneroso e strategico attacco all'Italia del "Nuovo Napoleone"
Intanto, già dalle prossime settimane entreranno in vigore – anche in Francia – nuovi tagli e piani di emergenza per fingere di porre rimedio al deficit, ma sarà l'ennesimo salto nel vuoto, se qualcuno non si deciderà a tappare il buco del debito alla base della vasca. Il paradigma italiano insegna: cittadini più tassati al mondo e debito in progressivo ed inesorabile aumento. Una situazione identica a quella dell'Italia, dunque, anche se il capo dell’Eliseo negli ultimi giorni non ci ha dimostrato alcuna forma di solidarietà, attaccando l’Italia, forse per dimostrare che il Bel Paese si trova in condizioni peggiori della Francia, rassicurando in tal modo l'inferocita opinione pubblica del proprio Paese. Acquistare credibilità agli occhi dell'opinione pubblica transalpina è dunque per ora l'obiettiva primario dell'alter ego di Sarkozy, anche per continuare – tuttosommato – indisturbato il suo sporco lavoro in Siria, Medioriente ed Africa.
Italia – Il nuovo capro espiatorio dell'Eurozona
L'Italia sembra essere diventata – alla luce di ciò – il nuovo capro espiatorio in negativo dell'intera Eurozona: un sistema evidentemente in via di frantumazione. “Abbiamo risolto la crisi dell’euro, ma alcuni Paesi, come l’Italia – ha lamentato un ingeneroso e contraddittorio Hollande – sono sempre fragili”. Quindi ora Hollande se la prende addirittura con la devastata Italia, definendo il Paese come il problema maggiore dell’Eurozona. Come si dice: "dopo il danno la beffa! “In Europa vedo montare i populismi, gli egoismi nazionali – ha poi aggiunto ingenerosamente con sarcasmo l'impresentabile Napoleone – Avete visto ciò che è successo in Italia?”. Ma frattanto la popolarità del socialista è in caduta libera, come il tasso di occupazione del Paese e l'umore dei cittadini.
Hollande e le colonia africane – Un'altra tristissima storia
Hollande, dunque, appare in questo momento come un totale fallimento agli occhi del suo popolo e di tutti gli elettori, soprattutto quelli di sinistra, che avevano creduto in lui dopo l'altrettanto traumatica esperienza "Sarkozy". Egkli appare oggi quel che è: un falso profeta completamente ripiegato su se stesso e sugli interessi dell'eurocasta di Bruxelles. Aveva visto bene Gerard Depardieu, quando – nei mesi scorsi – aveva deciso di rinnegare la propria cittadinanza francese (al fine di non pagare un prezzo iniquo per colpe di cui né lui, né il popolo francese si erano mai macchiati) evadendo dall'eurogabbia ad est, verso Mosca e verso lidi più quieti. Ma la cosa che lascia più perplessi e desta più sconcerto è quella di vedere come l'economia e le sorti del popolo francese, malgrado le ricchezze ascrivibili alle ben 14 colonie (denunciate da "Qui Europa") ad oggi sotto il vergognoso controllo degli sfruttatori francesi dell'Eliseo, non trovino alcun beneficio da tal contesto imperialistico. Ricchezze evidentemente protese ad arricchire – sia piu illegittimamente ed in maniera deplorevole – una stretta cerchia di parassitari personaggi, facenti capo a lobby e multinazionali evidentemente molto, tropo vicine all'Eliseo. Ma questa è un'altra triste, tristissima storia (vedi primi articoli in allegato).
Sergio Basile, Silvia Laporta (Copyright © 2013 Qui Europa)
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