Giovedì, 2 agosto / 2018
– di Sergio Basile –
Mercoledì, Giugno 27th / 2012
– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile –
Italia / Unione Europea / Europa / Roma / Stati Uniti d’Europa / Chiesa / Cristianesimo / Cristianità / Radici cristiane europee / Unità politica / Spiritualità / Educazione / Storia / Tradizione / Civiltà / Persona / Società / Bioetica / Guido Gonella / Simon Veil / Stefano Zamagni / Nicola Antonetti / Simona Beretta / Accentramento / Barroso / Super-Stato ue / Stati uniti d'Europa /
La Rinascita dell'Europa passa dalla riscoperta
delle vere radici cristiane e non dal distruttivo
Accentramento degli Stati Uniti d'Europa.
L'Appello-Denuncia di "Qui Europa"
A Roma la manifestazione “Costruiamo gli Stati
Uniti d’Europa” – Note positive ma anche molte note
stonate di un europeismo liberista e pro-lobby, che
ci ha portato alla catastrofe
Dal passato all’attualità: il punto di forza del Vecchio Continente
è il Cristianesimo. Il punto debole è l'accentramento liberticida
negli "Stati Uniti d'Europa" del Faraone Illuminato, Barroso
Roma – “L’unica strada che può ancora condurre alla salvezza dell’Europa è quella di restaurarne l’unità europea, intesa come unione di civiltà” – affermava il politico e giornalista democristiano, Giudo Gonella, nel lontano 1946, in occasione del discorso tenuto nel Salone delle Vittorie a Palazzo Chigi davanti ai diplomatici e ai funzionari del Ministero degli Esteri – “Ma l’unità dell’Europa – continuava – bisogna costruirla dall’interno e non dall’esterno, e per riuscirvi dobbiamo avere chiara consapevolezza del suo significato. Quando diciamo ‹‹unità›› non intendiamo negarne le differenze e la complessità (…) , ma essa è sintesi superiore, è una superiore armonia , è la coordinazione di un dinamismo vitale.
Un'Europa Democratica e Giusta? Il contrario di quella Monti-Barroso
Quindi, per restaurare l’unità è necessario restaurare la tradizione europea e la tradizione è un elemento metafisico che implica una permanenza di valori. La tradizione europea è intellettuale nella dignità di un pensiero comune, è giuridica nel patrimonio di un diritto comune, è spirituale nelle affinità. Bisogna quindi tornare alle fonti della civiltà europea, che sono tre: la greca, la romana e la cristiana. Tutto il contrario, dunque, di ciò che ci stanno propinando Mario Monti (ed i suoi fedelissimi seguaci) Manuel Barroso, Angela Merke, Herman Van Rompuy e gli altri loro fedeli "compari".
Ruolo del Cristianesimo nel futuro dell'Europa
Il Cristianesimo – secondo Vonella – è, certamente, il più potente ausilio alla restaurazione della unità spirituale dell’Europa, è il genio della sintesi. Esso è, infatti – continua – sintesi di autorità e libertà, di tradizione e progresso, di legge umana e divina. Il Cristianesimo è il genio dell’astrazione e dell’integrazione, il genio che resiste alle forze della dispersione. E’ affermazione della socialità dell’uomo e dell’umanità della società, poiché salva l’individuo dalla massa, ma salva anche la massa dall’egoismo dell’individuo. E la Chiesa è il paradigma di questo universalismo.
Ruolo degli intellettuali cristiani oggi
Gli intellettuali, oggi, devono far convergere i loro sforzi per restaurare questi valori umani e cristiani, che sono il principale presupposto di una nuova unità europea. E i diplomatici, invece, sapranno lavorare per restaurare con la dignità cristiana dell’uomo, l’unità e la grandezza spirituale della nuova Europa.” Una società, dunque, quella elaborata da Gonella, che si fonda sulla persona, della quale egli ne esalta la centralità. Il discorso tenuto dal politico e giornalista, nonché vicepresidente del Parlamento Europeo nel 1979, sotto la presidenza di Simon Veil, ben si lega con l’attualità, nonostante abbia addirittura circa 70 anni.
Il Forum di Roma sull'Europa
Ieri, a Roma, in occasione della manifestazione “Costruiamo gli Stati Uniti d’Europa”, organizzata tra l'altro da alcuni movimenti di "cosiddetta" ispirazione cattolica o "pseudo-cattolica", è emersa l’importanza, peraltro innegabile, delle radici cristiane del Vecchio Continente, ma non solo. Ben lo ha sottolineato l’economista Stefano Zamagni, primo di quattro relatori, che ha posto l’accento sulle atrocità bioetiche che, ogni giorno, mettono in ginocchio la dignità dell’essere umano. “I processi democratici non si esauriscono nelle istituzioni – ha, invece, affermato il docente di dottrine politiche dell’Università di Parma, Nicola Antonetti, ricordando che “ la cultura giudaico–cristiana che abbiamo avuto la fortuna di ereditare, ci insegna che la storia ha permesso sempre il superamento dell’immobilità di certe situazioni e può e deve essere determinata – per quanto possibile – dalla nostra volontà”. La situazione di crisi che sta vivendo la nostra Europa “si può superare solo ed esclusivamente – secondo quanto affermato dalla docente di politica economica dell’Università Cattolica, Simona Beretta – puntando sulla forza dei soggetti : persone, famiglie, imprese e istituzioni educative”. Noi di "Qui Europa" non possiamo che dirci pienamente d’accordo con l’analisi portata avanti dai docenti relatori e dallo stesso Guido Gonella: infatti, l’importanza dell’impegno dei cattolici europei per la conquista di un’unione di civiltà non si esaurisce in una “politica di partito”, piuttosto nel tentativo di formare una coscienza religiosa, l’unica capace di preparare ed educare i cittadini alla vita pubblica, permettendo di gestire l’economia (attualmente malata) partendo da una questione etica che, oggi, purtroppo, passa sempre in secondo piano.
L'appello-Denuncia di "Qui Europa"
la Rinascita dell'europa non passa dall'Accentramento
Fin qui tutto bene! L'unica nota decisamente stonata è rappresentata dal fatto che questa rinascita non può essere – come proposto da alcuni relatori e dallo stesso sindacalista Cisl, Raffaele Bonanni – perseguibile tramite l'accentramento dei poteri nell'ambito di un nuovo super-stato liberticida posto nelle mani del Faraone Manuel Barroso e dei suoi fedelissimi sudditi illuminati. Ciò sarebbe distruttivo e porterebbe ovviamente l'Europa verso una china antistorica e pericolosissima. C'è chi parla addirittura di una nuova Weimar. Sappiamo però che Weimar sfociò poi in nazismo. Come dunque pretendere di disintegrare gli stati nazionali in favore di un unico super-stato dotato di pieni poteri e retto e governato da tecnocrati non eletti democraticamente, ma semplicemente chiamati a governare in base a pure logiche di convenienza? sarebbe la fine dell'Europa! Ed oggi ne abbiamo già un tutt'altro che "gustoso" antipasto. L'involuzione definitiva e terribile del progetto di Unione europea: quello al quale – secondo molti sociologi e studiosi – invero gli euro-tecnocrati starebbero preparando da decenni, e segretamente. Ma sinceramente, come cittadini in primis, e poi come Cristiani, non è questa l'Europa che auspichiamo e che vogliamo. No davvero, grazie!
Da un'Europa di Faraoni, a un'Europa di Santi e Giusti
Il nostro sogno di Europa. è quello di un Continente unito nel rispetto della dignità umana (e non del sopravvento dei mercati e delle lobby); un Continente di uomini liberi (e non schiavi della finanza e degli interessi delle élite); un Continente si Pace e Giustizia sociale, sull'esempio di Giorgio la Pira (il politico santo che donava il proprio stipendio ai poveri, e che si batteva per il salvataggio della "Nuova Pignone" – da sicuro fallimento – e di migliaia di famiglie italiane minacciate dal baratro della disoccupazione e della povertà) e di Giovanni Paolo II; Un'Europa di Cultura e Crescita economica (sull'esempio "dell'Ora et Labora" di San Benedetto da Norcia, patrono d'Europa, iniziatore e promotore del monachesimo e dell'edificazione di migliaia di abbazie e centri di cultura e sviluppo, disseminati in tutto il Vecchio Continente); un'Europa delle genti in difesa degli ultimi e dei piccoli, sul modello di San Francesco d'Assisi; un'Europa contro le classi e i totalitarismi (sull'esempio di Edith Stein e del suo sacrificio dinnanzi allo sfacelo nazista); Un'Europa dove governare non vuol dire "regnare da monarca assoluto", ma servire tutti, e soprattutto gli ultimi e i più indifesi (sull'esempio di Santa Brigida di Svezia: che governò assieme al suo sposo il Paese, con rettitudine, giustizia, gratuità e spirito di servizio). Carissimo Monti, caro barroso, non vogliamo, dunque, un'Europa di faraoni!
Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)