Lunedì, Giugno 30th/ 2014
– di Emanuele Fardella –
Emanuele Fardella, Il Lato Occulto della Musica, Hollywood, Los angeles, Illuminati, Lauryn Hill, Roseanne Barr, Woody Allen e Mia Farrow, Joe [...]
Mercoledì, Giugno 12nd/ 2013
– di C. Alessandro Mauceri –
Reuters, Stati Uniti d’America, Associated Press, Guardian, Cia, Booz Allen Hamilton, contractor privato, in NSA, National Security Agency, Fbi, Facebook, Skype, Patriot Act, “Uniting (and) Strengthening America (by) Providing Appropriate Tools Required (to) Intercept (and) Obstruct Terrorism Act”, privacy, Costituzione, Datagate, Julian Assange, Wikileaks, Bradley Manning, Edward Snowden, Obama, Echelon, Watergate, Richard Nixon, Frank Wuterich, Noam Chomsky, Donilon
Diritti Made in Usa – Che la mano destra
non sappia cosa fa la sinistra
Tutto in Regola: parola di Usa Patriot Act
Democrazia in America – L'Età dei diritti..negati: gli
scottanti casi Assange, Manning e Snowden
di C. Alessandro Mauceri
La Colpa …
Roma – Qualche settimana fa è venuta fuori la notizia, peraltro poco attenzionata da media e giornali, di un soldato che, sconvolto per ciò che era venuto a sapere circa le stragi commesse dai suoi commilitoni e stanco del muro di gomma che si era levato intorno a certe “operazioni” condotte in Iraq dall’esercito USA, aveva deciso, conscio delle conseguenze penali cui sarebbe andato incontro, di rendere noti i fatti. Soldati americani avevano sparato senza alcun valido motivo su civili e su due giornalisti della Reuters. Dopo averlo fatto il soldato è stato arrestato e rinchiuso in carcere in condizioni bestiali tanto da spingere molti personaggi famosi a sottoscrivere una petizione per il riconoscimento dei diritti costituzionali del soldato più volte violati. L’unica colpa del militare statunitense era stata quella di aver portato a conoscenza di tutti i reati commessi dall’esercito nel compiere missioni che non sarebbero mai dovute cominciare e che non si sa quando finiranno.
I Gendarmi del Mondo e il pretesto del terrorismo
Poche settimane dopo è venuto alla luce un altro fatto che avrebbe dovuto riempire le prime pagine dei giornali e al quale invece, come prima, è stato dedicato solo qualche trafiletto sfocato. Alcuni “organi” degli Stati Uniti d’America, per diverso tempo, hanno spiato la sede di un'agenzia di stampa internazionale l’Associated Press (vedi articoli in allegeto), negli Usa, senza alcuna autorizzazione giudiziaria e senza alcuna motivazione ufficiale. Tra aprile e maggio del 2012, più di venti linee telefoniche, sono state oggetto di un’azione di spionaggio. Sì, perché qualsiasi altro termine sarebbe errato, dal momento che decine e decine di reporter sono stati sottoposti a controlli senza che avessero commesso alcun reato e a totale insaputa degli organi di governo (almeno questo è ciò che è stato ufficialmente dichiarato) demandati al loro controllo. L’unica colpa dell’Associated Press, come chi ha illecitamente spiato il giornale ha serenamente ammesso, è stata quella di rendere pubblici i dettagli di un’operazione antiterrorismo condotta dalla CIA nello Yemen e realizzata, come ormai pare prassi usuale, ai limiti, o forse anche oltre, della legalità. Tanto è bastato perché lo Stato che negli ultimi decenni si levasse a paladino dei diritti civili di tutti i Paesi del mondo – al punto di scatenare diversi conflitti mondiali ancora in corso – e decidesse, senza alcuna autorizzazione, di spiare una testata giornalistica. E di farlo dicendo che, se anche chi doveva, non avesse autorizzato un simile intervento, lo avrebbero fatto lo stesso!
Tutto in regola! Parola di USA Patriot Act
Nei giorni scorsi è venuta alla luce, seppure senza sollevare l’uragano che avrebbe dovuto, un’altra vicenda. Sul Guardian è apparsa la notizia, riferita da Edward Snowden, un ex tecnico della Cia, passato poi alla Booz Allen Hamilton, un contractor privato nel settore della difesa, in base alla quale la NSA, National Security Agency, l’Fbi (e a quanto pare molti altri soggetti) da diversi anni ormai controllano comunicazioni telefoniche e server mondiali di nove big company del Web, da Facebook a Skype, a Google, senza alcuna autorizzazione da parte della magistratura e senza alcun giustificato motivo. Unica scusa addotta è stato quella della sicurezza nazionale, specie dopo i fatti dell’11 Settembre. Fonti ufficiali hanno riferito che quanto fatto da NSA, FBI e altri (il numero dei soggetti autori di intercettazioni cresce di giorno in giorno e copre tutto il globo) è conforme a quanto previsto dall’USA Patriot Act, la legge federale approvata dopo l’11 Settembre per rinforzare il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi. Del resto il nome stesso della legge non è legato al patriottismo delle forze statunitensi, ma è ufficialmente l’acronimo di “Uniting (and) Strengthening America (by) Providing Appropriate Tools Required (to) Intercept (and) Obstruct Terrorism Act” (unire e rafforzare l’America fornendo strumenti adeguati per intercettare e fermare il terrorismo).
Il Grande Leviatano e l'Età dei Diritti…negati
In realtà, ciò che avrebbe dovuto sconvolgere, e non solo gli Americani, ma tutti noi, non è tanto il fatto che la nostra privacy, i nostri dati più riservati, i nostri diritti costituzionali e, in una parola, la nostra libertà da anni ormai vengono violati e senza autorizzazione alcuna (basti pensare a quanto sta avvenendo da un paio d’anni in Italia e in Europa a proposito dei dati bancari). Ciò che dovrebbe essere sufficiente a far levare una rivolta per imporre il rispetto della Costituzione e di decine di accordi internazionali, è che, quando qualcuno come Edward Snowden (autore delle rivelazioni al Guardian sul cosiddetto Datagate) o come l'australiano Julian Assange (autore di rivelazioni sull’operato “segreto” e da non rendere pubblico di molti Paesi con Wikileaks) o ancora come Bradley Manning che ha rivelato le stragi di civili in Iraq, allora immediatamente queste persone vengono attaccate e distrutte sia come esseri umani che mediaticamente. Ancora più grave è il fatto che al contrario gli autori dei reati rivelati restano impuniti e continuano ad operare liberamente.
I Casi Assange, Manning e Snowden e la "Democrazia in America"
Dopo le sue rivelazioni, Julian Assange è stato attaccato sia giuridicamente che personalmente e da anni ormai è costretto a vivere negli uffici di un’ambasciata che, almeno fino ad oggi, gli ha concesso asilo politico. Bradley Manning è chiuso in un carcere militare, non può indossare alcun capo d’abbigliamento fatta eccezione per un paio di boxer e viene guardato a vista 24 ore su 24. Edward Snowden, beh lui almeno è ancora in libertà dopo essere scappato dall’albergo di Hong Kong dove era alloggiato, dando così la scusa a chi vorrebbe mettergli le mani addosso di accusarlo di aver “tradito la patria” per conto dei cinesi. Ma è costretto a vivere da animale braccato specie dopo che Obama ha dichiarato senza mezzi termini: “Lo prenderemo!”.
Due punti fondamentali
In realtà, i veri punti su cui tutti noi dovremmo riflettere sono due. (1) Innanzitutto, il fatto che ciò che sta avvenendo, non solo negli Stati Uniti d’America, ma in tutto il mondo è che i cittadini passo dopo passo vengono privati (e a loro insaputa) delle libertà fondamentali. Da decenni ormai è in atto un processo per ridurre i diritti dei cittadini (ricordate Echelon?- vedi video in allegato) e per violare le libertà delle persone giustificando chi lo fa. (2) Inoltre, quando si viene a sapere che un governo o uno Stato hanno adottato politiche che violano le proprie leggi o che, nascondendosi dietro lo scudo della “sicurezza nazionale”, hanno violato i diritti di milioni di persone, allora immediatamente si decide di attaccare chi ha rivelato questi “segreti”. Dimenticando così che sono questi “segreti” i veri reati e che sono ben più gravi del reato (ammesso che sia tale) di aver portato alla luce e fatto sapere fatti al cui confronto lo scandalo Watergate, che costrinse Richard Nixon a dimettersi, è molto meno grave. E così mentre chi ha commesso il reato di “parlare di cose di cui non si dovrebbe parlare” oggi è chiuso in carcere o vive in esilio o fugge braccato in giro per il mondo, Frank Wuterich, soldato americano reo confesso di aver commesso una strage di 24 civili ad Haditha in Iraq non sconterà un giorno di carcere.
Il Modello Bush-Obama – Dalle Torri in poi
Cocì, l’NSA potrà continuare a entrare nelle case di tutti e senza alcuna autorizzazione, e Obama, che Noam Chomsky, in una recente intervista, ha definito “peggio di Bush”, ha appena concluso a Rancho Mirage, in California, un incontro “informale” (come fa ad essere “informale” l’incontro tra i leader delle due maggiori potenze mondiali è incomprensibile – di cosa hanno parlato? del tempo?) con Xi Jinping sulla questione degli attacchi informatici. "Obama – ha riferito Donilon responsabile della Sicurezza nazionale – ha espresso la preoccupazione degli americani di fronte a casi specifici di hackeraggio". Come dire: “Se le intercettazioni le facciamo noi, è per la sicurezza nazionale e quindi siamo pronti a braccare come una lepre in fuga chi si permette di dirlo ai giornalisti. Se le intercettazioni le fa qualcun altro allora si parla di hackeraggio e allora dovremo prendere seri provvedimenti”. Forse il crollo delle Torri Gemelle ha fatto molto comodo ad alcuni. Meditate, gente meditate.
C. Alessandro Mauceri (Copyright © 2013 Qui Europa)
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Video e Articoli Allegati – Approfondimenti
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