Divario retributivo, Strasburgo chiede sanzioni
Giovedì, Maggio 24th / 2012
– di Sergio Basile –
Parlamento Europeo / Europa / Strasburgo / Procedura di iniziativa legislativa / Procedura ex articolo 225 del TFUE / Divario retrinutivo uomo-donna / Bilinguismo stereotipato / Inclusione sociale cercasi / Inapplicazioni delle direttive europee / Austria / Cipro / Repubblica Ceca / Germania / Slovacchia / Italia / Romania / Manuel Barroso / Herman van Rompuy / Commissione europea / Consiglio europeo
Divario retributivo uomo-donna: L'Europarlamento
chiede l'applicazione di sanzioni più aspre
Inclusione sociale, tra retorica e stereotipi
Parlamento Europeo - Strasburgo
Strasburgo – Il Parlamento europeo, in un'iniziativa legislativa approvata a maggioranza bulgara nella giornata di ieri, ha chiesto alla Commissione di Barroso un deciso passo verso l'annullamento del divario retributivo tra i generi, compresa l'applicazione di sanzioni più severe destinate a colpire i datori di lavoro che dovessero essere artefici di discriminazioni retributive di genere. Per la verità l'argomento non è nuovo nell'emiciclo dell'Europarlamento. Proposte di iniziative legislative di tal guisa si susseguono ad intervalli annuali tra Bruxelles e Strasburgo, dal 2007 almeno. Ciò con risultati largamente insoddisfacenti. Ricordiamo in merito la proposta di iniziativa legislativa sull'inclusione sociale presentata nel 2007 e nel 2008, alla luce degli attuali fatti, rimasta come traspare dalle notizie di cronaca quotidiame, lettera morta. Ancora oggi, infatti i deputati tornano a parlare di gravissime problematiche legate all'inclusione sociale, ed alla disuguaglianza di genere. Ma si ha l'impressione che tali proposte, a volte poi tradotte in direttive e norme Ue, alla fine restino comunque pure illusioni, in molti Paesi membri dell'unione. molti paesi, infatti, tra i quali l'italia e la Romania (solo per citarne alcuni "ultimi in classifica) puntualmente non rispettano tali regole comunitarie, frutto di incontri, vertici, e lavori in commissione, che equivalgono a miliardi di euro spesi ogni anno per mandare avanti una mastodontica e pachidermica struttura biracratica che spesso molti – alla resa dei conti – ignorano nei fatti.
Sussulti da Strasburgo – Un inaccettabile bilinguismo stereotipato
Ma accanto al mancato rispetto di tali principi – che spesso e volentieri rimangono impressi nei costosi e copiosi faldoni conservati negli archivi dell'eurocrazia dominante – un altro grave gap è legato ad un forte peccato di "indifferenza" che stando ai fatti colpisce molti eurodeputati e tecnocrati europei. Un bilinguismo che stona con la volontà di giustizia emersa a strasburgo nelle scorse ore. Così accade che mentre con la destra si voltano proposte di legge a favore dell'uguaglianza uomo donna, con la sinistra si votano altre leggi inique che subordinano l'uomo al mercato. o meglio la dignità umana agli interessi dei banchieri. E Basilea 3 ne è un fulgido e lampante esempio.
Sanzioni più rigide e ipocrisie più evidenti
Tuttavia, per onor di cronaca – e cercando di non prestare il fianco a contagiosi e retorici euroentusiasmi – notiamo con piacere che i deputati europei abbiamo acquisito consapevolezza del fatto il divario retributivo medio dell'Unione oggi esistente tra uomo e donna varia tra il 16 e il 17%. Ma il culmine dell'ipocrita retorica si è raggiunto ieri, quanto i deputati europei – legati come sono agli stretti diktat dei loro capigruppo – anziché fare mea culpa – per esempio sugli ultimi regali fatti alle banche – hanno puntato il dito: per bocca della relatrice Edit Bauer (PPE, SK), autrice della risoluzione – con un'operazione di raro "scarica-barile" – sui governi nazionali (ormai ridotti all'osso) e sul fatto che essi "dopo quasi quarant'anni di legislazione, ovviamente inefficace, non abbiano apportato cambiamenti sostanziali alle loro legislazioni per affrontare il divario retributivo tra i generi, e quasi nessuna sanzione è stata applicata nei confronti dei datori di lavoro". successivamente, nel testo votato ed adottato i mep's hanno chiesto, dunque, a Barroso & Co, di proporre nuove misure per ridurre il divario retributivo tra i sessi in tutte le politiche comunitarie e negli stessi programmi nazionali. Ciò, soprattutto nei paesi dell'ue dove – secondo Eurostat – tale divario sarebbe più sensibile: Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Germania e Slovacchia.
Crisi e sperequazioni retributive: assenza di autocritica dei deputati
Considerando, dunque, l'attuale assenza di progressi – e aggiungiamo l'assenza totale di autocritica – i deputati avrebbero segnalato tra le cause del dissesto retributivo esclusivamente "la discriminazione, i mercati del lavoro caratterizzati da una forte segregazione occupazionale, la sottovalutazione del lavoro delle donne, tradizioni e stereotipi, tra i quali la scelta dei percorsi formativi" omettendo evidentemente di far cenno all'inesistenza di una politica a sostegno della famiglia tradizionale (pugnalata nelle settimane scorse proprio da Bruxelles – vedi articoli in "Qui Europa" – archivio ) e del fatto che molte madri di famiglia sono costrette – visto l'inasprirsi della crisi-indotta e pilotata dalla finanza malata e dalle politiche neo-liberiste e mercatiste della stessa Ue – a straordinari "avventurosi" e spesso "sconvenienti" (spesso in nero, per sfuggire alle grinfie di un fisco asfissiante e di pazze politiche di austerity) alle dipendenze di imprenditori con l'acqua alla gola e colmi di debiti. ma questa a quanto pare è una guerra di classe tra poveri che i deputati non riescono bene a comprendere, E non si sa per qual recondito motivo. essi, dal canto loro, si sono esclusivamente limitati a chiedere a Manuel Barroso e ad Herman van Rompuy (cioè a Commisione e Consiglio ue) di "rafforzare la legislazione esistente, dotandola di sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive nei confronti dei datori di lavoro (…) includendo multe, sanzioni amministrative pecuniarie e l'esclusione dal beneficio di prestazioni e sovvenzioni pubbliche". ma che ne è del pacchetto Barnier anti-rating? cercheremo di rispondere nelle prossime puntate!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)