Martedì, 31 ottobre/ 2017
– di Roberto Pecchioli –
Redazione Quieuropa, [...]
Lunedì, Settembre 9th/ 2013
– di Padre Piotr Anzulewicz –
Roma, Citta del Vaticano, Vangelo, San pietro Claver, Alfonso Rodriguez, Padre Piotr Anzulewicz, E' sempre doveroso amare, è sempre illecito uccidere, L'Obbedienza che apre al perdono ed alla Rinascita, Ipocrisia falsità e legalismi, Non potere, Non Voler far nulla, Medioriente, Siria, Paralisi dell'Essere, Catanzaro Lido, Sacro Cuore
E' sempre Illecito Uccidere! – Uscire dagli
Interessi che Atrofizzano il Cuore
– La Paralisi dell'Essere: Falsità, Ipocrisia e Legalismi
– La Differenza tra "Non Potere" e "Non Volere Far Nulla"
– Il Seme della Riconciliazione e dell'Incontro
di Padre Piotr Anzulewicz
Dalla Scrittura al Quotidiano
Catanzaro – di Padre Piotr Anzulewicz – Oggi, Lunedì della 23a settimana del tempo ordinario si ricorda San Pietro Claver († 1654), sacerdote della Compagnia di Gesù (Gesuiti), che, a Cartagena in Colombia si adoperò per oltre quarant’anni con mirabile abnegazione e insigne carità per gli uomini di colore ridotti in schiavitù, pronunciando il voto di essere «sempre schiavo degli Etiopi» (all'epoca si chiamavano «etiopi» tutti i neri) e rigenerando di sua mano nel battesimo di Cristo circa 300 mila di loro; canonizzato nel 1888, insieme con Alfonso Rodriguez, suo fratello gesuita e amico, è stato proclamato patrono delle missioni per i neri. Con il suo aiuto ci apriamo ora a Cristo che ci vuole sanare, rigenerare, destare da ogni aridità… e offre la possibilità di prendere, scrivere, guidare, mangiare… trasformare i nostri peccati in fonte di salvezza per chi ci è accanto. Nelle letture presentate (Col 1,24 – 2,3; Sal 61; Lc 6,6-11) Gesù ci fissa oggi diritti negli occhi e punta al nostro cuore con una domanda che è un dardo infuocato: «È lecito amare?».
E' Lecito Amare! – E' Sempre Illecito Uccidere!
E' sempre lecito e doveroso amare, come è sempre illecito fare il male e uccidere. Eppure – ci chiediamo – quale trappola abbiamo escogitato per non amare, non dare la vita, non fare del bene? In quale casella legalistica abbiamo relegato il collega, la moglie, il suocero, con l'unico scopo di silenziare la coscienza e auto-giustificarci, per non umiliarci, chiedere perdono e avere misericordia? E' nel cuore, nel segreto del nostro intimo, lì dove si decide di fare il bene o il male, che amiamo o disprezziamo, ci doniamo o ci chiudiamo; è nel cuore che violiamo il Sabato, senza che nessuno possa vederci; è lì compiamo l'illecito senza curaci della Legge e del Sabato. Il Sabato è solo un pretesto per vivere nell'ipocrisia di una vita falsa e doppia, purtroppo accecata dall'illusione della pretesa giustizia esteriore derivante dal rispetto di codici e leggi, nel cui nome dimentichiamo l’amore e la misericordia.
Il Cuore di Caino
Scoccando la domanda, Gesù penetra sino al fondo del cuore, e non ci si può più nascondere, si può solo “tacere”. Ai suoi occhi che scrutano e abbracciano ogni pensiero a 360 gradi, non sfugge il cuore indurito di chi gli era accanto, il cuore trasformato in luogo di male e di morte, il cuore di Caino. E non può trattenere l”ira” divina con la quale il Padre aveva corretto “gelosamente” il suo popolo; scoppia allora in Lui lo “zelo” mosso dalla “tristezza” per ogni anima arida ed arsa, senz'acqua e fecondità, dei farisei, erodiani filistei, come dell'infermo. Per questo, Gesù colma il silenzio calato nella sinagoga con la parola creatrice, offrendo a tutti la possibilità di salvarsi.
La Paralisi dell'Essere – Ipocrisia e Lagalismi
Attraverso quella mano incapace di stendersi per accogliere e donare, «la mano destra paralizzata» (Lc 6,7), mostra cosa significhi dare al Sabato pieno compimento. Anche un cuore indurito può alzarsi e risuscitare, ed è il giudizio di misericordia di Gesù, offerto a tutti in quell'oggi, nel quale stava compiendo, le parole profetiche sul Messia. Proprio la debolezza che ci costituisce è la prova che "scagiona" Gesù, giustificando con la necessità e l'urgenza dell'amore, la liceità di fare il bene e salvare una vita proprio di Sabato: il cuore e la mano, infatti, sono induriti anche di Sabato, come ogni altro giorno. Per questo al povero uomo, senza una mano, incapace di tutto: prendere, scrivere, guidare, mangiare, dice: «Alzati e mettiti in mezzo!», «Stendi la mano», «Destati» dall'aridità. Per lui ogni giorno è Sabato, ma, invece d’essere di festa e riposo, è un Sabato di condanna e di morte che si spalma su tutta l’esistenza. In quest’uomo si scorge l’esito di una religione vestita d’ipocrisia: in quel Sabato, infatti, si trova nella sinagoga e non fa nulla, compiendo così la Legge. Vi è costretto però dall’infermità, immagine dei legalismi che obbligano a compiere i precetti dall'esterno, lasciando sudicio l’interno.
Differenza tra "Non Potere" e "Non Voler far Nulla"
C’è una bella differenza tra il non poter e il non voler fare nulla, come quella che passa tra l’amore e il timore. A quell’uomo tuttavia una cosa non è impedita: l'obbedienza, l'unica che apre il cammino alla risurrezione. Anche a noi non è preclusa, per quanto deboli, aridi, indifferenti, insensibili e incapaci siamo, e i peccati, le sofferenze, le difficoltà, ci ostacolino e ci blocchino. Gesù ha obbedito, ha "steso" le sue mani sulla Croce e "disteso" il corpo nel sepolcro, è entrato nella morte, l'ha vinta e ci consegna gratuitamente l'obbedienza per risorgere. «Alzati e mettiti nel mezzo!», quell'uomo non ha fatto altro che ascoltare e obbedire. E così è risuscitato, recuperando una vita piena, da spendere in tutte le sue immense potenzialità.
Alziamoci dall'egoismo!
Anche noi, come lui, siamo chiamati dal Signore ad alzarci dall'egoismo e a metterci in mezzo, spettacolo per il mondo che non conosce l'obbedienza. Figli di Lucifero incapace di sottomettersi, gli uomini non possono umiliarsi dinanzi a nessuno. Vogliono "stare in mezzo", ma a modo loro. Non è forse vero? Al centro dell'attenzione, ma non perché deboli e peccatori. I Cristiani, invece, sono messi nel mezzo proprio come il Signore, che non aveva conosciuto peccato ma è stato trattato da peccato. Per tutti. Oggi saremo chiamati "in mezzo" in famiglia o in ufficio o dove sia. Solo l'obbedienza alla chiamata di Gesù trasformerà i nostri peccati in fonte di salvezza per chi ci è accanto. Abbiamo mai pensato che, proprio quando cadiamo in qualche peccato, il Signore ci chiama a metterci nel mezzo, a non temere e a non restare nascosti, ma a consegnare a Lui tutta la debolezza.
L'Obbedienza che apre al Perdono e alla Rinascita
Questa obbedienza apre al perdono e alla rinascita: laddove il mondo non può i cristiani possono, perché a Dio nulla è impossibile, neanche trasformare il peccato peggiore in fonte di benedizione e salvezza. Ah, se i nostri vicini lo vedessero bene in noi e nei loro pastori! L'obbedienza sposata alla misericordia. Noi, posti nel mezzo, affinché si veda bene la nostra mano sterile che guarisce per opera di Dio, la ferita che viene sanata dalla misericordia. Come Gesù, che tutti hanno potuto vedere crocifisso,
Dio Sceglie la Sterilità.. la Debolezza
Così Dio sceglie la sterilità, la piccolezza, la debolezza, i peccatori, come Giacobbe, Davide, Sansone, e Pietro, il traditore. Dio sceglie “il nulla” per mostrare che cosa significhi il Sabato, il giorno in cui “nulla” si fa perché è Dio che fa "tutto". Per il battesimo, siamo stai crocifissi con Cristo, in mezzo ai due ladroni immagine del mondo schiavo dei peccati. E' il mistero della nostra elezione, per la quale i nostri difetti, le debolezze, gli stessi peccati, inchiodati alla Croce del Signore, sono issati sul candelabro perché il mondo riceva un raggio della luce che brilla sul volto di Cristo.
Tutto acquista senso…
In questa missione, tutto della nostra vita acquista senso: le nostre ferite “stese” davanti al mondo, infatti, sono il luogo della misericordia di Dio che “ristabilisce” la vita laddove era la morte; il suo amore la fa ritornare ad essere, secondo il significato del termine greco tradotto con "risanata", com'era al principio, nel progetto del Padre: “aperta” per donare, come la mano guarita e il cuore inondato d’amore.
La "Pietra Scartata dai… Legalisti"
La nostra carne povera, debole, ferita è la pietra scartata dai legalisti che "osservano" ogni passo falso dei peccatori; essi “tengono consiglio per togliere di mezzo” tanta debolezza, mentre invece essa è la porta spalancata sul Signore, il preludio alla sua opera. Spesso vorremmo nasconderci, desidereremmo che i nostri difetti venissero cancellati e occultati, e invece, sembra che qualcuno ci trascini là in mezzo. Cristiani e nevrotici. Cristiani e incoerenti. Proprio così. Peccatori e santi, amati, sempre in mezzo al lavoro, a scuola, tra gli amici, perché brilli, tra l'ipocrisia e la menzogna, l'unica verità capace di salvare, l'amore infinito di Dio per ogni uomo: la memoriadella sua carne crocifissa per amore, e la prova che proprio con quella carne lì aveva vinto il peccato. Di questo amore portiamo le stigmate, le ferite, che non possono rimanere celate, come fu per San Francesco: quelle ferite poste in mezzo facendoci arrossire, perché chi ci è accanto possa vedervi l’opera soprannaturale che le guarisce e trasfigura, l’amore infinito di Dio che vi ha preso dimora. Come le ferite delle persone che amiamo, dei nostri figli, di nostra moglie, dei nostro marito, dove innamorarci davvero di loro, dove incontrarli e metterle nel mezzo perché il Signore le renda gloriose.
Guardare nella Coscienza. Uscire da Interessi che Atrofizzano il Cuore
Intanto, «andiamo avanti con preghiere e opere di pace» e preghiamo, perché in tutto il Medio Oriente, soprattutto in Siria, «cessi subito la violenza e la devastazione»: sono le parole di Papa Francesco all’Angelus di ieri mattina. Davanti a decine di migliaia di persone, il Papa ha ripetuto con forza: “No all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve”. «Ognuno si animi – si è appellato sabato, durante la Veglia di pace – a guardare nel profondo della propria coscienza e ascolti quella parola che dice: “Esci dai tuoi interessi che atrofizzano il cuore, supera l’indifferenza verso l’altro che rende insensibile il cuore; vinci le tue ragioni di morte e apriti al dialogo, alla riconciliazione: guarda al dolore del tuo fratello (…), guarda al dolore del tuo fratello e non aggiungere altro dolore, ferma la tua mano, ricostruisci l’armonia che si è spezzata; e questo non con lo scontro, ma con l’incontro! (…).
Il Seme della Riconciliazione e dell'Incontro
In ogni violenza e in ogni guerra noi facciamo rinascere Caino. Noi tutti! E anche oggi continuiamo questa storia di scontro tra fratelli, anche oggi alziamo la mano contro chi è nostro fratello». Basta con gli omicidi, le violenze, gli scontri! Dio ha messo nel nostro cuore la vita, la riconciliazione, l’incontro… Davvero non possiate tacere e far finta di nulla! Sarebbe compiere un altro crimine.. e forse ancor più grave!
Padre Piotr Anzulewicz, Comunità Francescana, Catanzaro
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