– di Nicola Arena, "Sete di Giustizia" Anguillara Sabbazia –
Introduzione di Sergio Basile – Presidente "Sete di Giustizia"
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Valore del Lavoro e Valore del Danaro – Giudizi falsati e paradossi moderni
Essenziale differenza fra il valore della moneta e
il valore del lavoro umano
Il sistema debitocratico esercita il suo strapotere sulle masse,
controllando il livello dell'occupazione ed ingenerando
crisi economiche a tavolino.
Per svincolarsi da questi lacci è necessario comprendere l'essenza della
moneta-debito e la differenza in termini di valore tra moneta e lavoro
di Nicola Arena, "Sete di Giustizia" Anguillara Sabbazia
Introduzione di Sergio Basile – Presidente "Sete di Giustizia"
Introduzione di Sergio Basile
Roma – Secondo l'Istat (fonti Ansa – Istat Rapporto Annuale / 22 maggio 2015 – Vedi qui Istat: "Lavoro è sempre più per anziani, giovani in calo") l'occupazione in Ialia è tornata a "crescere" nel 2014 (esclusivamente) per i lavoratori ''più anziani'', con 320 mila occupati in più over 55 (in aumento dell'8,9%) mentre continua a calare per i più giovani che vedono una contrazione di 46 mila posti (-4,7%) per gli under25 e di 148 mila posti per gli under35 (-2,9%). In Italia, inoltre, risulta irregolare più di un occupato su dieci. L'Istat nelle ultime ore ha reso noto come il tasso in questione si aggiri intorno al 12,6% per il 2012. Ovviemnete la situazione reale che sfugge alle attuali equazioni statistiche è ben più grave: in realtà le stime dell'Istituto Italiano di Statistica ci sembrano, come sempre, fin troppo "ottimistiche".
Il lavoro della donna regge la famiglia?
Guardando alla media relativa al triennio 2010-2012, inoltre, l'Istituto ha stimato 2,3 milioni di lavoratori irregolari. La quota di famiglie in cui la donna è l'unica ad essere occupata – in aggiunta – "continua ad aumentare": segno che l'inversione dei ruoli uomo/donna in merito al lavoro, non solo non risolve il problema della redditualità familiare ma lo peggiora, privando i figli – spesso e volentieri – delle giuste cure ed attenzioni della madre. Qualcosa evidentemente non va! E non c'è bisogno di essere un matematico per capirlo.
Qual è il valore del lavoro oggi?
La cosiddetta "crisi" (meglio truffa monetaria internazionale – vedi qui La Schiavitù Monetaria: una mostruosità storica dal 1694) avrebbe trasformato – per farla breve – la disoccupazione indotta in una "trappola" da cui è difficile uscire: in Italia (sempre secondo il Rapporto Annuale Istat – dati aggiornati al 2014) chi è "alla ricerca di un'occupazione lo è in media da 24,6 mesi", cioè da oltre due anni; da 34 mesi se ricerca il primo impiego. L''Istat ha poi sottolineato, nel rapporto medesimo, come i tempi "di ricerca" diventino sempre più lunghi. (Cfr.: fonte Ansa – Vedi qui Istat: "Lavoro è sempre più per anziani, giovani in calo"). Il lavoro, specie negli utlimi 4/5 anni, sembra essere diventato un optional, un lusso élitario, perdendo completamente quei valori di riscatto sociale e dignità morale che nei secoli – e fin dal Libro della Genesi – Dio e le prime strutture sociali (non schiaviste) diedero all'uomo. Il lavoro non nobilità più l'uomo ma lo opprime e mortifica, prima con l'automazione sfrenata, poi con la delocalizzazione selvaggia e con i tagli da copione e contestuale messa in cassa integrazione; ed infine con la sua assenza pilotata. Alla luce di questa riflessione e di questi dati sconcertanti, è utile ritornate sulla comprensione di un concetto che troppo spesso abbiamo dato per scontato: il valore del lavoro umano. specie se rapportato al valore del mezzo di regolamentazione economica e sociale per eccellenza: la moneta.
Sergio Basile – Presidente "Sete di Giustizia"
di Nicola Arena, "Sete di Giustizia" Anguillara Sabbazia
Differenza fra il valore della moneta e il valore del lavoro umano
Roma – di Nicola Arena, Sete di Giustizia – Ai fini della nostra analisi è fondamentale comprendere la vera essenza e il valore del lavoro umano e nel contempo – in parallelo – carpire la differenza tra il suddetto valore e quello dello strumento monetario. 1) Valore della moneta – Molto spesso quando si parla di valore della moneta, ovverosia di quel valore incorporato all’interno di un simbolo monetario, si tende a confondere la materia contenente il valore, con il valore in se stesso. Chiediamoci quindi: qual è il valore della moneta, quello cioè che conferisce potere d’acquisto al simbolo monetario? Come spiegato dallo scopritore del valore indotto della moneta, Professor Giacinto Auriti, il valore è una previsione in un rapporto fra fasi di tempo, cioè l'aspettativa di poter beneficiare di un bene, materiale o spirituale, in un tempo successivo, a quello dell’instaurarsi della previsione.
Valore – Previsione in un rapporto tra fasi di tempo – Esempi utili
Facciamo degli esempi per semplificare i concetti: Esempio 1) Un Gratta e vinci ha valore perché prevediamo di vincere; infatti, se fossimo già a conoscenza di quanto scritto sotto la patina da grattare, non compreremmo certo un biglietto non vincente. Esempio 2) Un libro ha valore perché si prevede di leggerlo; avendo già a priori le informazioni deludenti sul contenuto, oppure che lo stesso sia scritto in una lingua a noi sconosciuta, cambierebbe la nostra previsione iniziale e quindi il giudizio di valore. Esempio 3) Un televisore ha valore perché si prevede di guardare la televisione; di contro se fossimo certi di non avere disponibilità di corrente elettrica o che i programmi trasmessi non ci farebbero piacere, la nostra previsione sul valore del televisore, cambierebbe.
Sulla psicologia del concetto di valore e sulla convenzione
Ci siamo dilungati negli esempi per una più fluida osservanza del fenomeno psicologico legato al concetto di valore. Anche per la moneta vale la stessa regola, ovverosia, alla moneta si da valore perché si prevede di comprare, quindi si accetta perché si ha la certezza di poterla cedere in un tempo successivo, in cambio di beni o servizi. La moneta quindi è un’unità di misura del valore e come tutte le unità di misura – come insegnato da Auriti – possiede la caratteristica di quello che deve misurare, cioè misura il valore delle cose perché essa stessa ha valore. Questo valore nasce per convenzione e indipendentemente da qualsiasi altro fattore.
Valore del lavoro umano – errori di valutazione e paradossi
Analizziamo ora il secondo punto cardinale della nostra analisi: il lavoro umano. 2) Valore del lavoro umano – Altro genere di valore, erroneamente associato al valore della moneta, è il valore attribuito al lavoro dell’uomo. Questo valore nasce arbitrariamente ad iniziativa e discrezione chi ne prevede l’utilità di resa per un proprio tornaconto o beneficio. Infatti, molto spesso, la gente cade nell’errore di associare il valore del lavoro umano a quello del valore della moneta. In realtà sono fra loro due valori ben distinti e separati, poiché il valore umano non può essere riconosciuto come un’unità di misura del valore, questo perché, ovviamente, ogni persona, in funzione delle sue capacità e dei luoghi d’impiego, è valorizzata da altre persone che ne apprezzeranno o denigrano le qualità. Ogni unità di misura non potendo essere variabile, né soggettiva, non può quindi possedere la qualità basata sul giudizio di valore interpretativo e mutabile da soggetto a soggetto in archi temporali definiti. Ne consegue che il valore del lavoro umano non possiede quello della misura del valore, come avviene invece per la moneta (che ricordiamo: misura il valore ed è essa stessa un valore, convenzionale e assoluto).
Il limite macroscopico del mercato dei cambi
A chi avesse da obiettare circa questo giudizio, affermando che il valore delle monete effettivamente varia di giorno in giorno, secondo quanto stabilito dal mercato borsistico dei valori, possiamo rispondere – sulla scia degli studi auritiani – che il mercato dei cambi, che fa variare il prezzo delle monete, non è altro che un’altra espressione di falsità nell’interpretazione del concetto di moneta. Un’unità di misura, per essere definita tale, non dovrebbe mai variare, conseguentemente, nemmeno la moneta.
L'assurdità della realtà…
Immaginiamo per un momento – per assurdo – l'esistenza della borsa dei cambi delle unità di misura della lunghezza. Cosa accadrebbe se oggi il metro che equivale a 1 m = 3,28 ft = 1,09 yd (nel sistema anglosassone), domani improvvisamente valesse 3,50 ft (piedi) o 2,5 Yards? Ovviamente regnerebbe il caos e quindi tutto il sistema si bloccherebbe. Con le monete, invece, questo caos è accettato e permesso dall’assoluta indifferenza degli organi di controllo e giudiziari.
Il calciatore e il medico
Così ci troviamo ad assistere continuamente e in molti campi, da quello tecnologico a quello medico, da quello sportivo a quello sociale ecc., a delle sperequazioni fra mole di lavoro prodotto e quantità di salario percepito. Anche qui facciamo un esempio chiaro: un medico di frontiera in servizio presso aree di guerra e impiegato in ospedali da campo, guadagna una cifra che possiamo tranquillamente quantificare all’incirca in 2500 € mensili; di contro, un calciatore, definito un fuoriclasse, guadagna una cifra che supera facilmente il milione di €. Se quindi facciamo un semplice rapporto fra i due salari, notiamo che il lavoro di chi tira calci a una palla, per buttarla dentro una rete divertendosi, vale circa 400 volte il lavoro di un medico che, grazie ai suoi numerosi anni di studio e tempo impiegato negli ospedali, spesso a rischio di contagio e quindi di possibilità di contrarre malattie infettive, riesce a salvare centinaia di vite umane.
Essenza della moneta-debito e stupidità dilagante (indotta)
Un altro esempio potremmo farlo a parità di lavoro effettuato da diversi soggetti in diverse zone del globo. In alcune zone, infatti, il lavoro umano è corrisposto con 1 dollaro al giorno. In un mondo falso, dove regnano i giudizi di valore basati sulla regola del servirsi – come ricorda l'indimenticato professor Giacinto Auriti – piuttosto che in quella del servire, i risultati delle ingiustizie sono visibili in tutti i momenti e in qualunque luogo del pianeta terra. Gli esseri umani sono ammantati da una folta coltre d’ingiustizia morale e di indifferenza indotta (o stupidità indotta) che ha la sua ragion d’essere nello strumento satanico (a ragione così definito dall’esimio Professor Giacinto Auriti) che è la moneta-debito (vedi qui Nell’era della moneta-debito, tutto il male viene raccolto dentro un simbolo). Chi ha Sete di Giustizia, pur comprendendo le enormi difficoltà cui si va incontro al fine di far comprendere alle persone l’inganno che si cela dietro alla moneta-debito, non può arrendersi e deve cercare di continuare a percorrere la strada intrapresa dal grande Professor Auriti . I tempi sono ormai maturi per una presa di coscienza collettiva che possa gettare le basi per un futuro di pace e di benessere sociale.
Nicola Arena (Copyright © 2014 Qui Europa)
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