Venerdì, Agosto 29th/ 2014
– Comunicato dei patriarchi d'Oriente –
Mercoledì, Marzo 21th / 2012
– di Sergio Basile –
Bce / Eurogruppo / Banche e finanza / Eurozona / Sebc / Bankitalia / Spread / Rating / Agenzie di rating / Ricapitalizzazioni / Basilea II / Basilea III / Coefficienti di riserva patrimoniale / Modello Fed / Bank of England / Crisi / Speculazione internazionale / Goldman Sachs / Mario Monti / Mario Draghi / Sovranità / Paesi Ue / Francesco Filini / “Rinascita”
Eurosistema – in Europa il modello finanziario
più perverso? Europei vittime sacrificali?
La vera storia delle Banche Centrali
Tutto partì nel 1964, con Bank of England.
Oggi sistema Bce peggio di Fed!
Bruxelles, Francoforte – Nel 1964, nel Regno Unito, fu creata la prima Banca Centrale della storia, con la facoltà esclusiva di emettere moneta e controllare il livello di inflazione. Fu la Bank of England. Oggi il sistema si è evoluto: dapprima con la nascita delle Banche Centrali Nazionali in tutti gli stati europei; con la loro progressiva privatizzazione (la sovranità monetaria – un tempo gestita dal Ministero del Tesoro, e di esclusiva e sacrosanta spettanza del popolo – oggi è controllata da banche commerciali: es.: Banca Intasa San Paolo o Unicredit, ecc., in Italia) ed infine con l’istituzione della Bce (Banca Centrale Europea). Modello molto simile alla Fed negli Usa, o alla stessa Bank of England, ma con un potenziale distruttivo in più: i 27 Paesi partner dell’Ue (dal 1° gennaio 2013 saranno 28 con l’ingresso della Croazia) non ricevono direttamente denaro dalla Bce (vedi foto – board-Junker), ma esiste un’assurda quanto dispendiosa procedura di rifinanziamento o “mediazione” tra la Bce e gli stati Ue dell’Eurozona, che passa dalle Banche Centrali Nazionali, che “comprano” letteralmente il denaro (ultimamente 1000 miliardi all’1%) dalla Bce.
Il discusso Art. 123 del Trattato di Lisbona:
la perdita della sovranità monetaria degli stati Ue e le "aste" Bce
Ciò in virtù a quanto previsto dall'Art. 123 del Trattato di Lisbona, che obbliga – letteralmente – gli stati Ue a rifinanziarsi sul mercato internazionale: ci0è dai privati. In pratica gli stessi stati sono stati accomunati ai semplici clienti privati, rinunciando alla sovranità monetaria. Paradossale! Denaro che dovrebbe essere già di proprietà degli europei! Senza scordare che le banche che partecipano alle aste-Bce (che tra l’altro non sono neppure vere aste – è un nome puramente fittizio e di facciata – in quanto non esiste alcuna competizione all’interno di esse tra gli istituti) lo “acquistano all’1%” e lo rivendono ai cittadini europei a tassi spesso e volentieri altissimi, succhiando letteralmente ricchezza dal nulla. Va inoltre ricordato che, le banche stesse – in aggiunta – incrementano in maniera esponenziale i loro profitti dall’acquisto dei titoli del debito pubblico degli stati, con interessi d’oro che – come noto – dipendono dall’ampiezza del differenziale “spread”: differenziale d’interesse (o maggior quota remunerativa di rischio pagata agli acquirenti al momento del rimborso delle sottoscrizioni) calcolato in punti base tra i bund tedeschi e gli altri titoli del debito pubblico nazionale dell’Eurozona.
Un modello speculativo e destabilizzante
Ecco che allora le banche ingrassano anche dallo spread (introitando tassi del 5 – 7%) e dalle disgrazie procurate degli stati più deboli: costretti anche all’umiliante “rigore merkeliano”. Vedi i casi di Grecia, Portogalo, Spagna, Irlanda e perfino, oggi, la nostra Italia. Grazie a questo modello speculativo incentrato su giudizi arbitrari di agenzie private come Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch – tenuto in piedi dalla politica, mediante la libera legittimazione al pazzesco e destabilizzante “gioco al massacro” del rating sugli stati sovrani” – le banche, e gli istituti speculativi, non conoscono in effetti freni. Se aggiungiamo i vincoli di “ricapitalizzazione” imposti dall’Eba e da Basilea II e III, per “salvaguardare le povere banche” da rischi di default, la frittata è completa. Ma a mangiarla non saremo noi! E gli ex-uomini della Goldman Sachs, Mario Monti e Mario Draghi (unico presidente europeo a guida della banca d’affari più potente del mondo) ne sanno qualcosa. Avevate dubbi?
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