– Comunicato Stampa di Mario Borghezio, eurodeputato –
Lettera Aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Venerdì, Marzo 30th / 2012
– di Sergio Basile –
Parlamento europeo / Commissione europea / Derivati / Regolamentazione / Commissione Industria / Antonio Tajani / Speculazione / Bce / Trichet / Mario Draghi / Mario Monti / Trasparenza / Swap / Bolla Usa / Crisi / Esma / Cers / Obblighi informativi / Reporting / Democrazia / Alexis de Tocqueville / Manuel José Barroso
Finanza – L'Europarlamento regolamenta i
"Derivati"
Quello che si ignora sulla speculazione dei derivati:
I ruoli di Bce, Commissione europea e Governo Monti
Bruxelles – Nella giornata di ieri il Parlamento europeo, in seduta plenaria – anche se con tremendo ritardo – ha votato in maggioranza la Relazione, presentata dal cristiano-democratico tedesco Werner Langen, sulla modifica della regolamentazione dei derivati “otc”. Per quanto concerne i “Fondi pensione” i deputati hanno chiesto l'intervento di una camera di compensazione quale forma di “garanzia” della esecuzione del contratto, e per ridurne le componenti di maggiore aleatorietà. Tra le maggiori novità introdotte, l’obbigo di trasparenza e la disponibilità dei dati a favore di Esma, Cers, autorita' di vigilanza sulle banche centrali – ''un pilastro per il regolamento dei mercati finanziari'' – e l’obbligo del “reporting” di ogni transazione di derivati. L’obbligo è stato ben salutato dalla presidente della Commissione parlamentare per gli affari economico-finanziari, Sharon Bowles, che lo ha definito alla stregua di un faro sui contratti e sulle speculazioni che hanno creato la bolla speculativa: tra le cause della crisi attuale, e della famosa bolla scoppiata nel 2008 negli Usa.
Critiche dalla Commissione Ue
L’obbligo, tuttavia, è stato aspramente – e stranamente – contestato dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che lo ha bollato come “inaccettabile” e – a suo dire – “contrario al Trattato di Lisbona”. Il relatore Langen ha invece definito il regolamento necessario e prioritario. Ora la stessa perizia e puntualità dovrebbe essere messa in campo per bloccare il rating sugli stati sovrani: ciò che costringe gli europei a sacrifici pazzeschi per pagare gli interessi lievitati col perverso meccanismo dello spread, e ciò che ha fatto diventare l’Europa unita lo zimbello della “Democrazia”. E ciò che fa impallidire il caro Alexis De Tocqueville dalla tomba: tessitore di lodi della “Democrazia in America”. Oggi patria "a-morale" degli strumenti speculativi, cui contagio ha destabilizzando – da almeno vent'ann a questa parte – una buona fetta di economia reale anche nel Vecchio Continente.
Cosa sono i derivati
Nella moderna finanza, i derivati sono quei contratti o titoli il cui prezzo è basato sul valore di mercato di uno o più beni connessi (esempio: azioni, indici finanziari, valute, tassi d'interesse). Gli utilizzi principali degli strumenti derivati sono l'arbitraggio (acquisto di un prodotto in un mercato e la sua vendita in un altro mercato: operazione di per se speculativa al nascere) la speculazione e la strategia di copertura di un rischio finanziario, nota come hedging: quella che destabilizzo il mercato Usa – devastando migliaia di contribuenti – con il Caso Lehman Brothers – Banca giudicata inaffondabile dalle "affidabilissime" e "trasparenti" agenzie di rating, fino al giorno prima – e con i Sub-prime Usa accesi a garanzia dei mutui casa.
Il punto della discordia
La miccia sui derivati, dopo aver fatto scoppiare la polveriera Usa, ha toccato – come non tutti sanno – anche gli interessi del Governo italiano – ma con effetti completamente silenziati – che grazie alle operazioni in derivati, apparentemente avrebbe pagato circa 2,5 miliardi di euro (cifra che potrebbe tradursi come lo 0,2% del Pil nazionale, o come una “manovra finanziaria lacrime e sangue”) alla banca stanunitense d’affari ( e che affari!) Morgan Stanley. Ciò, malgrado quella che l’economista e giornalista Gustavo Piga giudica – con rigor di causa ed apprezzabile onestà intellettuale – la scandalosa servitù della stampa nazionale, rea di non approfondire – come giusto e doveroso – tali spinose questioni, che affondano nella speculazione le loro devastanti radici: peccato che a farne le spese siamo noi poveri ed “ex-membri” di un popolo “pseudo-sovrano”, tristemente noti come “contribuenti”. Ma ultimamente molto si perde nel silenzio e nell’oblio, nella più totale indifferenza di una “informazione” (carta stampata e tg) troppo distratta – come mi auguro che sia – o in mala fede. Ma, per il momento, crediamo ancora nella prima conclusione!
L’interrogazione indiscreta alla Bce
Ma la lezione di giornalismo all’Europa, sulla speculazione e sui derivati, giunge puntuale da oltreoceano, grazie all’”impertinente” interrogazione dell'agenzia di stampa Usa, “Bloomberg”, che – nelle scorse ore – ha chiesto lumi alla Bce di Mario Draghi – oggi vero ed incontrastato re dell’Europa, e della sua finanza – sui contenuti dello swap greco. Pertanto, alla luce della gravità dell’attuale condizione generale dell’economia dell’Eurozona – e di riflesso dell’Europa intera – facendo nostro l’appello di migliaia di europei lasciati allo scuro di molte attività collaterali della Banca Centrale Europea, ci domandiamo cosa abbia spinto Jean-Claude Trichet (ex capo della Bce, predecessore di “Supermario”) a non rivelare tutti i retroscena delle operazioni in derivati. Problema al quale Mario Draghi potrebbe dare oggi una risposta concreta ed esaustiva.
La critica – i “Doveri” di Mario Monti e della Commissione europea
Inoltre, il Commissario all’Industria dell’Ue, Antonio Tajani, anziché battibeccare in aula sulla bontà del regolamento proposto nelle ultime ore sui derivati, potrebbe chiedere ufficialmente alla “Sua” Commissione europea di pubblicare tutti i dati delle operazioni in derivati poste in essere dai paesi dell'Uè negli ultimi vent’anni, impegnandosi ufficialmente a pubblicare e diffondere con perizia tutte le prossime operazioni di derivati. D’altra parte anche lo stesso Mario Monti (che come ex uomo “Goldman Sachs”, di speculazione ne capirà certamente qualcosa) dovrebbe tralasciare magari l’ossessionante pressione contro l’Art.18, e rimuovere piuttosto ogni ambiguità di sorta, facendo piena luce ed informando tutti gli Italiani sulle posizioni sui derivati ancora pendenti, nonché sul loro valore di mercato. Questa si chiama “Democrazia!”
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
– Comunicato Stampa di Mario Borghezio, eurodeputato –
Lettera Aperta al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Mercoledì, Aprile 10th/ 2013
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