Mercoledì, Aprile 10th/ 2013
– di Fady Noun e Sergio Basile –
Siria, [...]
Sabato, Settembre 13rd/ 2014
– di Sergio Basile e Angela Rita Serramazza –
Redazione Quieuropa, Francesco, Chiara, San Francesco, Santa Chiara, Dialogo tra due anime, Pietro di Bernardone, incontro, bellezza del creato, D'Ortolana d'Assisi, Favorone di Offreduccio, forma e sostanza in Chiara, Chiara e Francesco del 2014
Francesco e Chiara 2014: dialogo tra due anime
Difficile ma necessaria sintesi tra forma e sostanza alla
luce della verità del Vangelo: lo stile nuovo dei Chiara
e Francesco dei giorni nostri
– di Sergio Basile e Angela Rita Serramazza –
Premessa – tra sogno e realtà
Assisi, Maggio 2014 – di Sergio Basile e Angela Rita Serramazza – Qualche tempo fa un caro amico fece uno strano sogno, meraviglioso nella sua semplicità, e non esitò a raccontarlo per filo e per segno con stupore. Ne parlò con gran euforia, come chi scopre una "fortuna" sepolta proprio a pochi metri dalla propria casa. Cioè come chi vive povero e nell'ignoranza senza saper di essere praticamente ricco.
Assisi 1193 – 2014
"Un’aria tiepida avvolgeva un borgo medievale – iniziò così il suo racconto – capii subito che si trattava della serafica Assisi, presepe posto a fronte della verde e ridente valle Umbra, che si schiudeva ai miei occhi, appesantiti da uno stato di dolce dormiveglia. Ecco farsi strada tra una fitta rete di vicoli dal sapore antico, l'immagine di un'abitazione dall'architettura imponente. Mi fu detto che era la casa di un certo Favorone di Offreduccio, capostipite di una famiglia agiata, forse dai natali nobili. L'abitazione sorgeva sulla piazza di San Rufino. La cura della casa era affidata a una donna dall'aspetto solenne: tale D’ortolana D’Assisi, moglie e madre pia, di grande fede, dedita ai pellegrinaggi e alla meditazione. La donna, timorata di Dio, stava soffrendo per le doglie del parto, e di lì a poco diede alla luce una creatura alla quale fu imposto il nome "Chiara". Poi d'improvviso vidi la bambina già adolescente: ella, fin dai primi anni, mostrò una precoce vocazione al mistico, sulla quale influì senza dubbio l'opera educatrice della madre Ortolana e quella onnipresente dello Spirito Santo, che aleggiava come colomba su quella casa benedetta. Le due forze "complici" si complementavano a vicenda per plasmare il suo docile animo. Chiara crebbe in un ambiente santo e meditativo". Poi, qualche tempo dopo, Marco, scoprì come non si fosse trattato affatto di un sogno, né di un flash-back di frammenti cinematografici; ma della visione – nel dormiveglia – di una straordinaria realtà: era la storia di Chiara di Assisi, che per prodigiosa volontà di Dio egli ebbe la curiosa sorte di rivivere e raccontarmi.
Il mondo di Chiara e il "mondo d'oggi"
Del resto – pensò, sulla scorta del racconto e con un malcelato orgoglio – il ruolo della meditazione è stato sempre imprescindibile nella vita degli uomini di Dio autentici. Dio con la sua Grazia, può agire come e quando vuole nella persona, ma sempre nel rispetto della sua piena libertà. Aprire le porte a Dio e creare i presupposti per la divina accoglienza, dovrebbe essere un dovere di ogni cristiano (pensò): specie oggi, in questo tempo di smarrimento generale, dinanzi al misero crollo quotidiano di tanti idoli e miti terreni e mondani". Questa aurea di santità trapelata dal racconto, e che avvolse la vita di Chiara fin dalla nascita, o meglio sin dal grembo materno, trova oggi riscontro, in effetti, anche nelle parole di San Paolo: «quando Colui che mi scelse sin dal grembo di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunciassi in mezzo ai pagani…» (Gal 1,15-16).
2014 – L'affannosa ricerca delle coetanee di Chiara
Chiara era evidentemente diversa da molte ragazze odierne, cosiddette "moderne", industrialmente "costruite" mediante stampino dai poteri mediatici e perennemente occupate ad immolare il proprio tempo libero all'idolo della vanità; a curare il proprio aspetto e alla ricerca affannosa di un mero amore umano che non sazia e che non basta. Quali sono i frutti di questo stereotipo dei giorni nostri? Una profonda insoddisfazione; un pozzo di insoddisfazione, un pozzo senza fondo…. Pubblicità, cinema e televisione hanno dato vita a nuovi linguaggi, modi di esprimersi, icone, forgiando strumenti che hanno progressivamente annullato il senso del sacro e del bello secondo piani ben congegnati (vedi qui Massoneria e industria del porno – Il piano Segreto del 1824 e qui Modello The Ring, Sovversione Satanica e TV – Il Piano Massonico del 53). D'altra parte tali mezzi di distrazione di massa (e tra di essi mettiamo anche il modello "facebook") hanno erotizzato l'immaginario femminile, impregnando le relazioni odierne di superficialità e fugaci sensazionalismi strettamente legati alla sfera sessuale.
Né tempo, né spazio per pregare e meditare le meraviglie di Dio!
Per pregare, all'interno di queste gabbie sociali, non si ha né il tempo né la predisposizione giusta. Sapete qual è l'effetto costante di questa deriva? L'assoluto svuotamento dell'essere; l'incapacità di donarsi all'altro e di reagire alle avversità! Il sopimento spirituale. Purtroppo spesso e volentieri anche molti cosiddetti "cristiani" cadono (cadiamo) in questo inganno, magari sentendosi (sentendoci) al sicuro dietro la roccia di cartapesta delle proprie convinzioni, della propria comunità o gruppo, cui finire per relegare ogni spirito critico e d'azione.
La difficile ma necessaria sintesi tra forma e sostanza
Questa sconfitta, indubbiamente, nasconde la vittoria della società della forma: la forza delle immagini è tale da superare testi e parole, fornendo interpretazioni e significati appartenenti all'immaginario collettivo dominante e alla mera sfera emotiva; l'immagine ha impoverito il contenuto della comunicazione per privilegiarne la forma, sacrificando la sostanza. La "forma" di Chiara, libera da questi lacci e da queste imposture, trovò piena sublimazione con la sostanza del suo essere trascendente: sintesi che fu da sostegno al suo impegno di vita spirituale. Chiara pregava, digiunava, faceva penitenza. Ma Chiara, parimenti, correva tra i campi, rallegrandosi per le meraviglie di Dio attraverso l'elogio del Creato e della Creazione. Una vita piena, carica di gioia, di prudenza ma anche di discrezione spirituale che, ad esempio, non le faceva pesare il fatto di "rimanere in casa" per attendere alle faccende domestiche o alla cura dei più poveri.
L'incontro tra Chiara e Francesco
Dio ci ha creati per amore e per dar sostanza a questo amore attraverso l'incontro: "Ama il Prossimo Tuo come Te stesso!". Sulla strada di Chiara, Dio pose Francesco "l'ex figlio viziato" del ricco ed invidiato mercante Pietro di Bernardone. I due giovani s'incontravano "clandestinamente", accompagnati soltanto, Lei, da una donna, l'amica Bona di Guelfuccio, e Lui, da frate Filippo Longo, per parlare del loro amore: l'Amore di Dio. La loro amicizia trovò fondamento nell'essenza della fraternità cristiana e nella reciproca consapevolezza della loro incompletezza. Così come emerge dagli scritti francescani, il loro fu un sentimento puro limpido ed onesto. Come due innamorati sedevano sull’erba fresca a contatto con la natura, una di fronte all’altro, abbandonati e travolti dall’Amore di Dio, un sommo bene senza cognizione di spazio o tempo.
La "relazione" tra Chiara e Francesco
La "relazione" spirituale tra Chiara e Francesco presentataci dagli scritti medievali del tempo, nell'ambito di un idilliaco e primordiale quadro da "Giardino dell'Eden", fu probabilmente decisiva nello sviluppò della personalità di entrambi: Chiara sviluppò la sua tenerezza, che divenne una tenerezza forte; Francesco sviluppò il suo elemento maschile, la forza, che divenne una fortezza dolce. Ognuno di essi, incarnando lo spirito evangelico delle beatitudini, donò e rivelò all'altro ciò che era realmente, senza maschere e senza tentazioni o fobie di inadeguatezza. Ciò spiega, anche, l'accettazione senza scandali della povertà e della vicinanza con lebbrosi e diseredati. Chiara e Francesco, animati dallo Spirito Santo, risposero così a un disegno più grande di loro, destinato a mutare e rivoluzionare la storia della Chiesa, e non solo.
Chiara e Francesco 2014
Necessita che i giovani di oggi, distanziati da isole di cemento, mondi virtuali e divertimenti allucinogeni, possano riscoprire la bellezza e purezza di questo incontro faccia a faccia, affinché possano sperimentare, grazie alla verità del Vangelo, la bellezza della vita e del Creato; la bellezza della vita semplice che induce ad "essere felici anche senza niente". Cosa fare dunque? Cosa augurare ai tantissimi Francesco e Chiara del 2014? Che possano riscoprire e contribuire a creare la "bellezza" della vita in parrocchia! Che possano trovare luoghi sani di incontro, preghiera e confronto, ma al di fuori di ogni schema e condizionamento imposto e tendente a creare isolazionismi o rigide regole di frammentazione sociale e culturale! Gioghi che spesso impediscono ai giovani di pensare, agire e costruire qualcosa in assoluta libertà e piena consapevolezza. Che possano confrontarsi senza alcun filtro che possa alterare o svilire la verità. Forse la società della nostra povera Patria, immobile e ingannata fino al midollo, per rinascere e risorgere aspetta proprio loro: migliaia, milioni di Francesco e Chiara del 2014.
Sergio Basile, Angela Rita Serramazza (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com
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