Giovedì, 2 novembre/ 2017
– di Sergio Basile –
Lunedì, Ottobre 1st/ 2012
– di Maria Laura Barbuto –
Europa / Rivoluzione Francese / Lobby / Unione Europea / Italia / Francia / Grecia / Spagna / Portogallo / Parigi / Crisi / Economia / Tagli / Manovra finanziaria / Legge di Bilancio / Rigore / Austerità / Debito pubblico / Pil / Crescita / Isnee /Recessione / Efsf / Fondo europeo salva stati / Francois Hollande / Jean – Marc Ayrault / Mario Monti
Hollande e la Rivoluzione Francese del
Debito e delle Lobby
Presentata venerdì la legge di bilancio per il 2013:
manovra finanziaria da 40 miliardi e crescita nulla
nell’ultimo trimestre. Ma il Debito Pubblico è alle stelle
Dati allarmanti per i cugini d’Oltralpe, chi sarà il prossimo?
Parigi – Quello generato dalla crisi economica indotta e pilotata è un vero e proprio effetto domino: dopo la Grecia, la Spagna, il Portogallo e le rispettive manifestazioni di piazza che hanno coinvolto milioni di cittadini europei, anche l’ambiziosa e raffinata Francia, si prepara a svuotare ulteriormente le tasche ( dei propri cittadini ) per far fronte alla politica di austerità e rigore imposta – in un regime di pura e semplice dittatura finanziaria – dall’Unione europea. Una politica che ormai risulta, agli occhi di tutti, largamente fallimentare, ed anche tra molti europei che fino a poco tempo fa si dicevano convintamente europeisti. Una dittatura, "ovviamente" incapace di generare soluzioni che servano a giustificare sacrifici immani di comuni cittadini che non hanno alcuna responsabilità ma che si ritrovano comunque a portare sulle proprie spalle il peso e la croce sterile delle conseguenze di un’economia malata.
La Rivoluzione Francese delle lobby
Ormai cambiano solo lo scenario e la lingua in cui avvengono le proteste, ma la sostanza rimane sempre la stessa: un unico grido anti europeo che unisce i cittadini di ogni singolo paese membro dell’Unione e li induce a ribellarsi davanti all’austerità e ai debiti pubblici nazionali per i quali essi stessi dovranno provvedere al risanamento. Un risanamento ovviamente pretestuoso e fittizio che non potrà mai esserci, vista la capacità del debito (illegale e gonfiato) di autorigenerarsi in virtù degli effetti perversi del signoraggio bancario e dell'iniquo articolo 123 del Trattato di Lisbona che ne legittima lo status quo (vedi allegati).
La promesse da pinocchio di Hollande
E questa volta è il turno di Parigi che, venerdì, ha dovuto fare i conti con la legge di bilancio per il prossimo anno 2013, presentata al Consiglio dei Ministri e che prevede una riduzione sensibilissima del Budget statale (cioè dei sacrosanti servizi pubblici) che richiederà sforzi immani. Eppure, il presidente francese "socialista" (o pseudo-tale) Francois Hollande, durante la sua campagna elettorale, non aveva di certo fatto presente questa situazione ma – se la memoria non ci inganna – al contrario, puntava (strategicamente e propagandisticamente) sulla crescita e sul rifiuto di misure austere che avrebbero condannato (così come sta avvenendo) a recessione sicura i transalpini. Oggi le cose, dunque, sembrano e sono nettamente diverse, nonostante siano passati solo 4 mesi dal trionfo elettorale del successore di Nicolas Sarkozy: secondo i dati ufficiali diffusi dall’Insee – l’Istituto francese nazionale di statistica ed economia – il Pil francese, su base annuale è aumentato miseramente dello 0,2% e, come se non bastasse, si registra una crescita nulla relativa al secondo trimestre del 2012. Anche le esportazioni non accennano ad aumentare, al contrario delle importazioni, ma ciò che fa sicuramente rabbrividire è il debito pubblico pari a ben 1.833 miliardi di euro, che ha addirittura registrato un aumento dell’1,7% rispetto al trimestre precedente. E ancora, a peggiorare ulteriormente la situazione dei cugini d’Oltralpe, ci pensa l’ormai celeberrimo e dittatoriale Fondo Europeo Salva Stati, l’Efsf, nelle casse del quale arriveranno 9,8 miliardi di euro che parlano francese. Senza scordare il finanziamento dell'altro fondo (ammazza stati), quelo permanente detto MES. Da noi di "Qui Europa" ribattezzato "Morte Europea Sicura" (vedi allegati).
I golpe finanziari europei da Palazzo Chigi all'Eliseo
Nel testo discusso nel Consiglio dei Ministri, le cifre sono davvero da capogiro: 36,9 miliardi di euro saranno recuperati dall’aumento delle imposte (pare solo per i più ricchi) e dai vari tagli previsti da Jean-Marc Ayrault. L’obiettivo principale è quello di riportare il debito pubblico alla soglia del 3%, per come previsto dai trattati europei, visto che nel 2012 ha raggiunto il 4,5%. Il "paterno" Hollande ha promesso tagli importanti per quanto riguarda le spese dello Stato: l’Eliseo avrà a disposizione per il 2013 – a quanto pare – 10 miliardi in meno e questo – al primo impatto – sarebbe cosa buona se non fosse che l’esecutivo recupererà ben 20 miliardi di euro tra le grandi imprese ed i privati. Ma il conto ancora non è servito: nonostante si cerchi di evitare la parola “austerità”, nel mirino del rigore di regime c’è finita anche la Francia (anzi gli ignari cittadini francesi) che di certo non è la prima, ma non sarà neanche l’ultima, delle sorelle dell'Eurozona a finire in un mare di guai, anzi di debiti. La cosa che rimane da chiedersi, infatti, è “Chi sarà la prossima?”. In toto scommesse è già iniziato. Le previsioni non lasciano intravedere nulla di buono (e non poteva essere altrimenti) neanche per l’Italia, in continua e progressiva caduta libera nel burrone finanziario e nell'oblio sociale. Eppure, c’è ancora chi – senza vergogna – osa proporre il Monti Bis…
Maria Laura Barbuto (Copyright © 2012 Qui Europa)
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