– di Giacinto Auriti –
I Grandi Personaggi del 900: Giacinto Auriti. Che cos’è la Moneta?
Martedì, 11 marzo/ 2014
Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento:
Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?" – Prima Parte
I Grandi personaggi del Novecento, Giacinto Auriti, Oro-carta, cos'è la moneta?, Chi crea la moneta?
I Grandi Personaggi del 900: Giacinto Auriti
1 – Che cos'è la Moneta?
Dietro l'istituzionalizzazione dell'oro-carta esiste un
illegittimo e fraudolento monopolio culturale
Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento: Giacinto Auriti
"La Moneta: Dio o Mammona?" – Prima Parte – di Giacinto Auriti
La Moneta – Dio o Mammona? – Prima Parte
Guardiagrele (Chieti) – Che cos’è la Moneta? Quali le sue origini? In realtà, nessuno l’ha ancora definita; ne hanno, al massimo, approfondito solo gli aspetti “tecnici” e “funzionali”. Affrontiamo questo tema poiché ci rendiamo conto che la moneta ha avuto ieri ed ha, soprattutto oggi, un’enorme importanza nelle vicende socio-economiche e politiche della nostra società. Sopra ogni cosa ci preoccupa interrogarci e rispondere a queste domande: 1) Chi crea la moneta? 2) Perché un Paese più è industrializzato, più produce e più si indebita? 3) E verso chi si indebita? 4) Perché i Paesi dei Terzo mondo pur avendo tante ricchezze naturali, muoiono di fame? Rispondiamo al primo interrogativo.
Che cos'è la Moneta?
Le definizioni finora proposte della moneta sono riconducibili tutte a quelle di “valore creditizio” e “valore convenzionale”. “Valore creditizio” nel senso che il possessore di una banconota, vanterebbe un credito nei confronti della Banca di Emissione (in Italia, è la Banca d’Italia). “Valore convenzionale” sta a significare che la moneta ha quel valore perché stabilito da una convenzione. Una giusta “strutturazione” del “Sistema Monetario Internazionale” è indispensabile per la pacifica convivenza dei popoli; la conoscenza dell’organizzazione di questo sistema, e della potenzialità dello strumento monetario, è quanto mai necessaria, affinché, chi lo adopera, lo faccia solo per offrire un servizio all’umanità e non lo si usi come uno strumento con il quale minacciare le libertà fondamentali di tutti i popoli.
Dietro la legittima istituzionalizzazione dell'oro-carta
Con molta facilità e con troppa fiducia, oggi, l’opinione pubblica ha accettato come un fatto legittimo l’istituzionalizzazione del cosiddetto “oro-carta”. La generalità, infatti, è convinta della “Convertibilità” della Carta-Moneta in Oro. La realtà, però, è ben diversa, anche se la quasi totalità dell’opinione pubblica lo ignora; infatti: «Nel 1935 cessa la convertibilità della lira in oro e viene al tempo stesso decretata la “sospensione” dell’obbligo per la Banca d’Italia (a favore della quale, fin dal 1926, vigeva il Monopolio delle Emissioni a corso legale) di tenere disponibile a tale fine una riserva di oro non inferiore al 40% della moneta in circolazione e degli impegni a vista» (cfr. R. Gattoni, “come funziona la Banca d’Italia”, Ed. Savelli, p. 52).
Moneta come Fede di Deposito? Un'illusione Pubblica
Quindi, la dicitura sui biglietti di banca: “Pagabili a vista al portatore”, non aveva più nessun significato. Infatti, da allora, non ha più copertura e convertibilità in oro, per cui la moneta come “fede di deposito”, risulta solo una illusione pubblica!.. mantenuta ad arte solo per convincere l’uomo della strada. Infatti: 1) esiste un limite obbiettivo all'emissione della moneta, dato dalla quantità della “riserva aurea”. 2) la moneta non può essere emessa gratuitamente (come invece è) dalla Banca di Emissione, perché apparentemente condizionata dalla produzione e disponibilità del bene reale (oro).
Il pretesto della riserva-oro
Con il pretesto della riserva-oro, si vuole sostanzialmente conservare nell’opinione pubblica, il riflesso condizionato causato dal vecchio sistema monetario, e cioè dell’uso di moneta merce (oro, argento, sale, tabacco, conchiglie, ecc.) che ormai fa parte della “Storia dell’economia”. Questa strategia, da parte dei Sistema Bancario Internazionale, è basata sulla confusione deliberatamente preordinata tra i due concetti di “valore creditizio” e “valore convenzionale”.
Confusione tra "Valore Creditizio" e "Valore Convenzionale"
In tal modo, con l’emissione di cartamoneta strutturata come “falsa cambiale” o “falsa fede di deposito”, si induce la collettività a dare merce, che ha un costo, contro orocarta, che costo non ha! Al vertice bancario internazionale è stato possibile sostituire alla moneta-merce, il simbolo monetario di costo nullo, perché esso ha compreso un fondamentale principio della “filosofia del valore”, e cioè: che il valore non è mai una qualità della materia, ma è una dimensione dello spirito! Così, ad esempio, possiamo dire che la penna ha un valore perché prevediamo di scrivere. Quindi, il “valore” è il rapporto fra il momento della previsione ed il momento previsto.
La Fonte del Valore Convenzionale Monetario
Anche la moneta ha valore perché ognuno è disposto a cambiare merce contro moneta, perché ognuno prevede di poter dare, a sua volta, moneta contro merce. Quindi, la previsione del comportamento altrui come condizione del proprio, è la fonte del valore convenzionale monetario. Spacciando sotto forma di “titolo di credito” il valore convenzionale, il sistema bancario consegue lo scopo di appropriarsi dei valori convenzionali prodotti dalla collettività. La banca trasforma un suo “Debito”, solo apparente, in un arricchimento concreto, mediante un Macroscopico Rovesciamento Contabile di cui nessuno, purtroppo, si rende conto, forse perché troppo evidente!…. e che le consente di appropriarsi di un valore che non ha nulla a che fare con il “credito”, che si estingue con il “pagamento”, mentre la moneta continua a circolare dopo ogni transazione, indefinitamente. La categoria dei valori “convenzionali”, ancora oggi è quasi del tutto ignorata dalla scienza economica e dal sistema legislativo, tanto è vero che non esiste ancora un valido regime giuridico della funzione monetaria. Secondo le teorie tradizionali, quando si parla del “valore”, erroneamente si intende per lo più, per tale, il valore “costo”, come incorporazione del costo del prodotto (esempio moneta-oro).
Il Valore di un bene è commisurato alla sua utilità
È storicamente provato che ogni qual volta una merce è stata considerata “simbolo monetario”, il suo valore è aumentato notevolmente; ciò dimostra che il valore di un bene è commisurato alla sua utilità. La moneta assume valore per il semplice fatto che è “unità di misura” del valore dei beni. Come il metro ha la qualità della lunghezza perché misura lunghezza; come il kg. ha la qualità del peso perché misura peso, cosi la moneta ha la qualità del valore perché misura il valore.
L'Immensa potenzialità della nostra attività mentale di gruppo
Dobbiamo acquistare consapevolezza di questa verità e scoprire l’immensa potenzialità di valore della nostra attività mentale di gruppo. Ciò è dimostrato dal fatto che, il valore monetario, sussiste anche quando il simbolo monetario è di costo nullo, è carente di qualsiasi forma di riserva, come ad esempio il “dollaro”, dichiarato non convertibile, non garantito e non coperto dall’oro, dal Presidente Nixon il 15 agosto 1971, a Camp David; così come pure abbiamo visto in Italia, addirittura fin dal 1935.
Chi crea il Valore della Moneta non è chi la emette e la stampa
Riassumendo, possiamo quindi dire che la “moneta” ha la duplice caratteristica di essere l’unità di misura del valore dei beni, ma anche il Potere di Acquistare tali Beni. È tempo che l’opinione pubblica si renda conto che chi crea il valore della Moneta non è chi la Emette e la stampa, ma chi l’accetta come mezzo di pagamento, cioè la Collettività dei Cittadini!!!.. La mancanza di questa consapevolezza fa sì che, ad appropriarsi del valore monetario, non siano i popoli ma il Sistema Internazionale Bancario.
Il Monopolio Culturale
Ciò in virtù del “monopolio culturale” della categoria dei valori convenzionali. La Banca di Emissione crea la moneta al puro costo tipografico, ovvero carta e colori tipografici, ed è la collettività dei cittadini che dà ai biglietti di banca valore monetario, accettandoli come “Mezzo di Pagamento”. Osserviamo oggi che, in tutti gli Stati moderni, i cittadini, rappresentati dal Ministro del Tesoro, si indebitano nei confronti della Banca di Emissione per tutta la moneta che la Banca emette sul mercato (tant’è così che la Banca, detta somma, la addebita allo Stato).
Il Sistema Bancario condiziona tutti gli apparati economici e sociali
Tali somme, invece, dovrebbero essere accreditate allo Stato, ovvero ai cittadini che ne sono i legittimi proprietari: infatti, sono solo i cittadini che lavorano, e che mediante il Lavoro creano Ricchezza, e la Ricchezza, quindi, la fanno rappresentare dalla Moneta; non già la Banca di Emissione. Questo Macroscopico Rovesciamento Contabile fa sì che oggi ogni apparato (Enti – Istituti Pubblici, Parastatali, ecc.) politico-economico, sociale, sia condizionato nelle sue decisioni e nelle sue scelte dal Sistema Bancario! (Continua…)
Tratto dagli scritti di Giacinto Auriti – "La Moneta: Dio o Mammona?"
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