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Idea "Moneta Comune" al posto di
"Moneta Unica". No grazie!
L'Idea è quella di sottrarre la moneta ai meccanismi
di cambio internazionali.
Ma senza reddito di cittadinanza non cambia nulla!
Ecco perchè!
di Sergio Basile
I falchi dell'europeismo lobbistico contemporaneo in azione
Francoforte, Bruxelles, Roma – Mentre in Italia la sinistra europeista e del partito unico liberale continua ad illudersi con l'immagine di un nuovo euro, de-austerizzato e rinnovato attraverso improbabili alchimie tecnicistiche "Made in Bruxelles" (un pò come pretendere di apporre l'apparecchio dentario correttivo al Conte Dracula) c'è chi continua a frenare gli entusiasmi antieuropeisti di buona parte degli Italiani diffondendo la malsana notizia che i mercati non acconsentirebbero mai a sussulti di sovranità monetaria in seno ai paesi cosiddetti PIGS, Italia compresa. Molti falsi profeti dell'europeismo lobbistico contemporaneo, poi, non cessano di creare terrorismo mediatico al fine di tenere a bada le masse e salvaguardare l'attuale sistema, sostenendo a squarciagola che crisi e speculazioni non lascerebbero istituzionalizzare costruzioni monetarie alternative.
Partiamo da Lisbona!
Ma chiacchiere da treno a parte bisogna riconoscere chiaramente che al di là del pur sacrosanto ritorno alle monete nazionali, senza accompagnare questo processo ad un progressivo, serio ed incisivo cammino di de-privatizzazione delle banche centrali, ciò sarebbe pressocché inutile, vista la voracità delle masso-mafie al potere che finirebbero solo per surrogarsi all'élite bancaria di Francoforte e nulla più! Continuando a mangiare a piene mani nell'unico piatto del popolo. O no? D'altra parte per comprendere a pieno il problema non si può prescindere dal considerare la costruzione europea al pari di una gravissima sottrazione di sovranità nazionale: specie culturale, monetaria e finanziaria. Ma per ripudiare un debito pubblico largamente illegittimo ed "illegale" non si può non intervenire a monte sancendo innanziatutto l'illegittimità dell'Art. 123 del Trattato di Lisbona che obbliga gli stati a rifinanziarsi senza sosta alcuna sui mercati internazionali a tassi da usura imbastarditi ancor di più – come detto in più sedi – dal diabolico spread.
Idea Moneta "Comune"
Intanto – come detto – l'euroscetticismo dilaga ogni giorno di più. L'indice di gradimento di Bruxelles è in caduta libera, sulle crepe di un progetto di moneta unica che sta per sgretolarsi malgrado l'ostentato velo di sicurezza scimmiottato dai media. Ma negli ultimi giorni i celeberrimi falsi profeti sono tornati alla ribalta con nuove provocazioni protese a "salvare la barca Ue" e a far finta che il pesce andato a male con essa possa essere ancora mandato giù senza particolari rischi. Ecco allora spuntare dal cilindro europeo un nuovo concetto, quello di moneta "comune", al posto dell'odiato termine di "moneta unica" (l'euro). Qualcuno parla già – in merito – di euro-pesetas, euro-dracme, euro-lire, ecc… Ovvero la creazione di una moneta che possa essere sottratta ai meccanismi di controvertibilità esterna sui mercati di cambio internazionali. Beh non vi nascondo che la cosa mi ha fatto alquanto sorridere. Ma, senza la riaffermazione di una seria sovranità monetaria nazionale e dell'affermazione di un reddito di cittadinanza che possa pareggiare l'illegittimo maltolto delle stesse banche centrali a trazione privata ai danni della collettività – reddito di cittadinanza espressione dell'affermazione di un sacrosanto principio di proprietà popolare della moneta – mi chiedo come possa cambiare davvero. Questi restano evidentemente subdoli palliativi.
Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)