Movimento Distributista Italiano / Sete di Giustizia
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Il BAR: un buono al servizio del bene comune
Il buono comunale non intende sostituirsi all'euro ma,
nel rispetto della normativa monetaria e fiscale,
intende offrire una soluzione all'attuale rarità
monetaria, rilanciando l’economia, sulla scia
dell'esperienza auritiana
Movimento Distributista Italiano / Sete di Giustizia
Nasce il BAR: buono al servizio del bene comune
Gela (Caltanissetta) – di Movimento Distributista / Sete di Giustizia – Moneta e bene comune. Di questo si è discusso lo scorso sabato 17 giugno a Ragusa, alle ore 17.00, presso la sede del Consorzio “La Città Solidale”. L’incontro è stato organizzato dal gruppo “Giustizia e Carità”, recentemente costituitosi a Ragusa e composto da laici cattolici interessati ai temi economici-sociali, e dal Movimento Distributista Italiano (distributismomovimento.blogspot.com), sezione di Ragusa. Dopo l’introduzione del Dott. Matteo Mazzariol, presidente nazionale del Movimento Distributista Italiano, che ha esposto in estrema sintesi il pensiero distributista e le sue possibilità applicative nel mondo d’oggi, hanno preso la parola i due relatori, Sergio Basile e Nicola Arena, rispettivamente Presidente e Vice-presidente dell’associazione nazionale Sete di Giustizia, che si occupa di temi monetari, con particolare riferimento alle teorie del Prof. Giacinto Auriti. I due relatori hanno cominciato il loro intervento riflettendo sul fatto che tutto ciò che riguarda la moneta oggi è spesso avvolto da un’aurea di mistero ed apparente complessità, per cui si tende a demandare ai cosiddetti “esperti” queste tematiche, mentre – hanno sottolineato –
è di fondamentale importanza
che tutti i cittadini acquisiscano almeno le conoscenze basilari
circa il meccanismo con cui oggi il denaro viene creato ed immesso in circolazione.
Contrariamente a quanto si pensa infatti – hanno continuato – oggi la moneta non è più collegata ad alcuna riserva aurea ma viene prodotta “ex nihilo”, cioè dal nulla, esclusivamente dal sistema bancario, in regime di monopolio assoluto, come “fiat money” e come debito di Stati e cittadini. Ciò ovviamente ha enormi implicazioni sulla vita economica-sociale della collettività, generando un perpetuo ed ineluttabile indebitamento di tutto il corpo sociale verso il sistema bancario stesso.
Buono Comunale di Agevolazione Reddituale
Entrando nel vivo dell’argomento, i relatori hanno poi presentato al pubblico il loro progetto, chiamato “Buono comunale di Agevolazione Reddituale” , spiegando che esso rappresenta un tentativo di ovviare alla carenza di denaro da parte dei cittadini e delle casse comunali, attraverso appunto l’emissione di un buono, da parte del comune, dotato di un valore nominale convenzionale e di proprietà del portatore. Tale buono potrà essere utilizzato da chi lo detiene per scambiare beni e servizi all’interno di una rete costituita da piccoli produttori locali, artigiani, esercizi commerciali e professionali, che si dovranno impegnare ad accettare tale buono per una quota pari almeno al 20% dei beni e dei servizi che offrono. E’ previsto che tali buoni siano emessi con tagli di valore diverso (1, 2, 5, 10, 20 BAR) e, per semplicità di calcolo, 1 BAR corrisponderà ad 1 euro, pur rimanendo il buono stesso non convertibile in euro. Il progetto prevede una serie di fasi, che dovrebbero portare alla progressiva espansione dell’utilizzo del buono all’interno della cittadinanza. Il primo passo sarebbe costituito dall’avvio di una sperimentazione con 100 famiglie con reddito disagiato, alle quali verrebbe corrisposta una quota di 100 BAR al mese per un anno. Successivamente il comune potrebbe decidere di utilizzare il BAR per finanziare l’avvio di servizi che al momento non possono attivati per la scarsità di euro, colmando così quel vuoto apparentemente incolmabile tra la richiesta di servizi da parte di chi ne ha bisogno e la disponibilità di offerta professionale e di manodopera da parte di chi invece è disoccupato.
Il BAR
– hanno voluto sottolineare i relatori –
non si vuole sostituire all’euro ma, nel pieno rispetto della normativa monetaria e fiscale,
intende offrire la possibilità di trovare una soluzione alla attuale rarità monetaria,
rivitalizzando e rilanciando l’economia locale.
In questo senso – hanno ancora voluto evidenziare Basile ed Arena – il successo di iniziative del genere non dipende tanto dalla loro fattibilità in termini generali ma dal grado di adesione che esse riscontrano nella popolazione. Più larga sarà la rete dei produttori, commercianti e professionisti che aderiranno, più ampie saranno le possibilità che il BAR venga accettato e riconosciuto da tutti come un valido strumento in grado di facilitare gli scambi e quindi possa contribuire al benessere della comunità.
Presentato al Comune di Gela
L’incontro è poi proseguito con un animato dibattito, in cui i relatori hanno avuto occasione di rispondere alle tante domande fatte dal pubblico. Tra le altre cose i relatori hanno voluto segnalare che proprio nei giorni scorsi il BAR è stato presentato alla giunta comunale di Gela, che ha dato un forte segnale di apertura all’iniziativa, e che, su queste basi, si è costituito anche a Ragusa un comitato promotore, che intende portare avanti la proposta, farla conoscere al più ampio numero possibile di ragusani, raccogliendone l’adesione per poi confrontarsi con la giunta comunale. Pensiamo che iniziative di questo genere, basate sulla competenza e sull’amore per il bene comune, non possano altro che essere interpretate come un segnale positivo per la società civile, uno stimolo ad acquisire sempre più consapevolezza e conoscenza rispetto ad un argomento delicato e spinoso – il denaro – che, da strumento al servizio della collettività, si è purtroppo trasformato in mezzo di controllo e di asservimento di una minoranza – i banchieri – sul resto della popolazione.
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