Il tradimento storico della Rerum Novarum e la coerenza del cattolico Casini
Venerdì, Agosto 10th/ 2012
– di Sergio Basile –
Italia / Politica / Crisi del Centro / Udc / Pierferdinando Casini / Centro / Rerum Novarum / Snaturamento del Centro / Asservimento alla casta dei banchieri / Smarrimento dell'elettorato cattolico / Padre Felice Lupo / La sfida dei cattolici in Sicilia / UeP / Don Luigi Sturzo / Giorgio Napolitano / Club Bilderberg / Mediaset / Rating / Commissione Trilaterale / Rocco Buttiglione / Rerum Novarum / Papa Leone XIII / Papa Giovanni Paolo II
Tracollo Udc, partito sempre più "incasinato"
Gli imperdonabili errori dell'Udc. Dalle parrocchie
ai club dei banchieri
Il tradimento storico della Rerum Novarum e la coerenza
del cattolico Pierferdinando Casini
Padre Felice Lupo e la sfida aperta dei cattolici in Sicilia:
le emicranie di Rocco Buttiglione
Roma – Nelle ultime ore le dichiarazioni pro Bersani e pro Monti, rilasciate del leader dell'Udc, Pieferdinando Casini, all'insegna di una presunta guerra ai "movimenti populisti", sembrano davvero non lasciar più dubbi: il centro d'ispirazione cattolica, in questi anni davvero medriocremente – per esser generosi – rappresentato dall'Udc, è definitivamente deceduto. Ne dà il "triste" annunzio, in una sera di mezz'estate, la redazione di "Qui Europa". Ma il funesto presagio e le prime preoccupanti avvisaglie del sorgere del "male incurabile", foriero di morte, si erano avute per il vero già l'anno scorso, all'indomani del manifestarsi delle pesanti ingerenze della Commissione europea e della Bce, tramite letterina, sulle questioni interne della politica italiana. Cioè all'indomani del golpe tecnico pilotato da Giorgio Napolitano in favore del governo dei banchieri. Dalla caduta "forzata" del berlusconismo il beneamato Udc, infatti, su iniziativa del suo leader si era ben presto – e di buon grado – allineato ed appiattito al "Monti pensiero" e ai diktat dei poteri forti che di esso sono l'espressione più palese e diretta.
Dal tramonto di Re Silvio agli sberleffi di Monti
Ciò era avvenuto in tempi non sospetti col benestare di tutti (destra, sinistra e logge massoniche) e dal giorno successivo all'uscita di scena dell'ex-spavaldo amico Silvio Berlusconi: un rappresentante dei poteri forti sicuramente di serie B, rispetto al Trilateral bocconiano da 5 stelle, Super Mario Monti. Un Berlusconi che aveva finito per riporre senza colpi di coda lo scettro "del ventennio", per calar giù il cappello dinnanzi al canuto professore della Bocconi. Evidentemente timoroso che Mediaset ed il resto dei gioielli del suo impero – in caso contrario – sarebbero stati fatti oggetto di tortura – e quindi colpiti ed affondati senza remissione – della strategica scure ad orologeria del rating. Davvero il Silvio che non ti aspetti, un miracolo vivente: docile, obbediente, remissivo ed ossequioso anche dinnanzi agli ultimi impietosi sberleffi piovuti sul cielo di Arcore da Palazzo Chigi, in merito al presunto spread da incubo (quota 1200) che – secondo Monti – vi sarebbe stato se il Berlusca fosse rimasto ancora in sella.
La coerenza del "cattolico Casini" e il partito della "Recessione"
Quindi dalla deposizione più o meno forzata del Cavaliere tutta la casta parlamentare, Casini compreso, (ad eccezione di Lega e Idv) ha finito per fare il gioco dei poteri forti ed è finita col diventare un'accozzaglia informe di parlamentari aderenti al partito unico, quello della recessione. Ma da un osservatorio indipendente d'ispirazione cattolica (qual'è Qui Europa) una domanda sorge spontanea: come si può passare in pochi giorni dal "Club Amici della Parrocchia" al "Club Bilderberg". Come si può mescolare con cotanta disinvoltura il diavolo con l'acqua santa? Domanda da un milione di dollari, caro Casini! Ma il vero domandone finale è un altro: come si possono gettare nel dimenticatoio i "contenuti sociali" di una enciclica dello spessore della Rerum Novarum di Papa Leone XIII, nonché un buon 80% delle encicliche a sfondo sociale ed economico di Papa Giovanni Paolo II, dall'oggi al domani e continuare a professarsi quali eredi di Don Sturzo e magari di Giorgio la Pira? Davvero non si può! E lo diciamo anche allo stimato amico, professor Rocco Buttiglione. Un errore storico, epocale, questo. Uno scempio che l'Udc – a nostro modestissimo parere – pagherà a caro prezzo, avviandosi irrimediabilmente (e scusate la sibilliaca previsione da "cristiani feriti e disgustati") lungo la china del declino politico e culturale. Ciò, soprattutto, nei confronti ed agli occhi di quell'elettorato cattolico tradito ed allegramente trombato tra una tirata di sigaro e l'altra.
Le feroci emicranie di Rocco Buttiglione
l'unico punto di convergenza che ci sentiamo di avallare in pieno riguarda altre recenti dichiarazioni del leader Udc, secondo il quale: "l’era Prodi e l’era Berlusconi fanno parte del passato e per giunta negativo". Almeno su questo, come dargli torto? Ma, certo, sposare la causa "europeista e montiana a prescindere" del Pd di Bersani e dei suoi amici della TAV è stato – sempre a nostro modestissimo parere – un puro suicidio politico. Un nuovo tuffo nel mare più scuro e torbido della cosiddetta Seconda Repubblica che però ci ha mostrato finalmente la vera faccia di Pierfurby. D'altra parte il punto di svolta del "cattolico Casini" sarebbe forse la "fantastica" allenza con il Sel del "neo-liberista di sinistra" Niki Vendola? O forse quello dell'accostamento ideologico dei "cosiddetti cattolici" dell'Udc alle politiche sul matrimonio gay? Da un paradosso all'altro! Chissa alla sera che tremendi mal di testa per il professor Buttiglione: oggi costretto a convivere in una "casa unica" ed a sottostare all'ingombrante presenza dei nuovi ospiti, e nel contempo – ricorderete, nel 2007 – trombato a Bruxelles da commissario europeo (ironia della sorte) proprio perchè accusato di essere "troppo cattolico"!
La sfida politica dei cattolici siciliani
Se questo è lo scenario e l'orizzonte dei "cattolici" dell'Udc, di certo cogliamo con un filo di "moderato" entusiasmo ed ottimismo le "nuove" giunteci nelle ultime ore dalla Sicilia, dove assume un sensibile rilievo mediatico l'iniziativa politica spontanea promossa da una parrocchia di Palermo e a ruota da molteplici fedeli di numerosissime parrocchie disseminate nell'isola. Nella Regione infatti sarebbe ufficialmente nato – con atto notarile depositato in data 30 luglio – il movimento UeP (Uomini nuovi per una società di uguali e Partecipi) realtà politica che pare abbia intenzione di correre alle prossime elezioni regionali. Soggetto politico indubbiamente interessante e che (seppur per il momento vada preso con le pinze e con molta cautela) va comunque a rompere degli equilibri ormai cristallizzatisi in una sorta di gabbia delle idee; e magari nel contempo sta andando a rompere le uova nel paniere ai mestieranti siculi della politica di destra, sinistra e centro. Probabilmente soprattutto a quelli del centro (vedi Udc) che in tal senso vedrebbero nascere, e crescere, appassionati oppositori alle loro "curiose politiche centriste" proprio in quello che fin ad un momento prima consideravano il loro orticello privilegiato: le parrocchie. E ciò proprio in prospettiva di una, per ora, vaga idea di ascesa al Colle dello stesso Pierferdy Casini, nel dopo Napolitano. Vedremo!
Sonni agitati per i centristi dell'Udc
Ma a giudicare dalle parole dell'ispiratore del Movimento, il parroco di Palermo "Padre Felice Lupo" (presbitero della parrocchia di Sant'Eugenio Papa) il buon Casini d'ora in poi dormirà sonni sempre meno tranquilli. "non è il partito dei preti – ha dichiarato il sacerdote siciliano – non ci saranno preti in lista. E' un movimento che nasce dalla comunità cristiana, al fine di impedire che il vuoto lasciato dall'antipolitica possa essere riempito da movimenti e partiti lontati dalla luce del Vangelo. Ciò – continua Padre Felice – immettendo nella politica attiva laici cattolici impegnati in un itinerario permanente di vita cristiana e svincolati da ogni vecchia momenclatura partitica". un partito, evidentemente, espressione di una comunità cristiana di menti pensanti ed attive che non si riconosce più in questo Udc dei banchieri e dei poteri forti. Una comunità, quella cattolica, già da tempo smarrita e confusa sotto i colpi delle sanguinose frustate dell'austerity.
Il programma politico dei cattolici siciliani
Ma non solo la fondazione di un partito politico per Padre Felice, ma anche un dettagliato e nutrito programma ampliamente condiviso con i suoi parrocchiani e con quelli di altre diocesi siciliane, e ruotante attorno ad alcuni capisaldi: 1) tetto agli stipendi dei parlamentari che dovranno essere ridotti di numero e dovranno rinunciare ai privilegi da casta; 2) impegno a lasciare nelle casse del movimento il 33% delle retribuzioni da mettere a disposizione per la creazione di posti di lavoro asseganti tramite concorsi e criteri meritocratici; 3) trasparenza assoluta e primaria attenzione per una "politica della famiglia".
Sotto il cielo della Trinacria
Intanto, una pioggia di consensi è piovuta sul movimento da parte di "Italiani liberi e forti", lista politica che in Sicilia ha lanciato alla corsa pre-elettorale per le regionali Gaspare Sturzo: magistrato e pronipote del mitico Don Luigi Sturzo: padre del centrismo cattolico italiano, ovvero, indimenticato e premuroso padre di quel "Partito Popolare" antenato "nobile" della DC. Forse – consentiteci la digressione – dall'alto dei cieli, stanotte Don Sturzo guarderà con occhi diversi il cielo della Sicilia. Forse! Non sappiamo l'esito di questa nuova e "curiosa" avvetura, ma ci piace pensare che qualcosa possa cambiare. E perchè no! Proprio a partire dalla bistrattata Sicilia. D'altra parte non dimentichiamo che sia Giorgio La Pira che Don Luigi Sturzo erano entrambi siciliani – nonché catanesi – doc, rispettivamente di Pozzallo e Caltagirone. Quale miglior auspicio?
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)