Lunedì, Novembre 4th/ 2013
– Redazione Qui Europa e Sete di Giustizia –
Giovedì, Ottobre 3rd/ 2013
– di Gerardo Campagna – Sete di Giustizia – e Sergio Basile –
Italia, Aumento Iva, Gerardo Campagna, Sete di Giustizia, Sergio Basile, Debito Pubblico, Rapporto Debito/Pil, Eurozona, Limiti del Consumismo, Parlamento, Gioco delle parti, Soviet, Ue, Eurss, Barroso, Movimento 5 Stelle, Casta Partitica filo-europeista, BCE, Opere pubbliche e interessi sul debito
Il Vero Volto del Consumismo e l'inganno del
Rapporto Debito/PIL
Eurozona – Falso Mito ed Insostenibilità del Consumismo.
Illimitatezza IrrazIonale e Insolvibilità del Debito Pubblico
nell'Eurogabbia
La Politica e il sottile gioco delle parti: chi non è fattivamente
contro il sistema e colluso col sistema… chiacchiere a parte!
di Gerardo Campagna e Sergio Basile
L'illusoria lotta per la "Crescita" e il rapporto Debito/Pil
Roma – di Gerardo Campagna e Sergio Basile – Uno dei parametri di maggiore uso e importanza nell’economìa attuale è il rapporto Deficit/PIL, che attualmente è fissato per l’Eurozona, dai trattati comunitari, al 3%. Ma analizziamo meglio questo rapporto, scoprirete cose davvero interesanti, potete giurarci! Avremo dunque un quadro più chiaro sulla reale portata delle cosiddette ultime "lotte politiche-economiche" per la "crescita" poste in essere dai nostri politici e sulle contestuali e connesse farse parlamentari di ieri e degli ultimi anni…
Illimitatezza irrazionale del Debito nel rapporto col PIL
Innanzitutto, analizzando il rapporto Debito/Pil, possiamo constatare come il numeratore (cioè il deficit, o debito) sia una variabile che cresce indefinitamente nel tempo a causa degli interessi sull’emissione di moneta a debito, sullo stock di debito e sui titoli di stato. Il denominatore (cioè il PIL, o la produzione) è invece una variabile che, per sua natura, a causa delle capacità produttive e della saturazione del mercato, ha un limite fisico, rappresentato dall’indice tecnologico nel processo produttivo e dalla qualità della vita che incide sul livello e qualità della domanda. La funzione è quindi destinata a crescere indefinitamente, anche oltre il quoziente 3 (quello fissato in seno all'Eurozona), appunto per l’illimitatezza irrazionale del debito contro il limite fisico, o razionale, del PIL. Da qui possiamo parlare di insolvenza ineluttabile del debito pubblico, da non confondere con la considerazione puntuale dell’insolvenza dell’interesse.
Consumismo e Assoluta insolvibilità del Debito Pubblico
Il fenomeno denominato "consumismo" si inserisce dunque in tale funzione – relativamente al denominatore – nel tentativo di sostenere la validità matematica della funzione entro il limite del valore 3. Incentivando i consumi con una più numerosa e segmentata offerta, aumenta la domanda e di conseguenza la produzione. In tal modo la crescita del deficit – in teoria – viene controbilanciata da una crescita del PIL, al fine di rallentare la crescita della funzione. È evidente, però, che nell'economia reale, manuali e teorie a parte, anche il consumismo stesso ha un suo limite fisico: se si ipotizzasse per assurdo una popolazione col 100% di ricchi, essi raggiungerebbero comunque una soglia di stazionarietà, anche a pieno regime di sfarzi, lussi ed eccessi. Lo stesso vale per la produttività, il cui limite fisico è rappresentato dall’indice di robotizzazione assieme alla manodopera, e di risorse o di energia disponibili. Si ribadisce ancora una volta, pertanto, l’assoluta insolvibilità del debito pubblico, o, se vogliamo, in maniera più razionale, la certezza matematica della crescita indefinita della funzione, che quindi si rivela falsa. Pertanto tale parametro "DEF/PIL < 0,03" è di per se assolutamente inconciliabile con dinamiche economiche che possano essere davvero confacenti alle esigienze reali di una comunità nazionale. Specie, poi, in condizioni recessive e sotto i ricatti di politiche di austerity e patti di "stabilità". A meno ché la nostra analisi non si rivolga, evidentemente, ad un regime e/o ad un modello sociale di sampo stalinista: incentrato storicamente sulla privatizzazione delle banche centrali e sulla compressione ed omogeneizzazioni dei liveli di consumo e di vita dei popoli.
Dittatura Italia: Benvenuti nello stato liberista di “benessere socialista”
Falso Mito e Insostenibilità del Consumismo
Il consumismo, a cui dovrebbe conseguire una sempre maggiore produttività, è quindi un tentativo vano di sostenere razionalmente l’ineluttibilità del debito, aggravato peraltro dalle rendite finanziarie ed altre forme di trading, che svuotano, succhiandone il valore, l’economìa reale che, a sua volta, indirettamente, causa l’insostenibilità del consumismo stesso. Il consumismo è in definitiva un fattore di ordinarietà nel sistema della moneta-debito. È cioè necessario affinchè il sistema di moneta-debito funzioni, seppure in maniera consapevolmente limitata nel tempo a causa della naturale insolvenza aggravata dalla finanziarizzazione dell’economìa.
Il Nodo dell'IVA e l'imbroglio delle accise
Oltre il significato matematico e locale del rapporto DEBITO/PIL, la variabile PIL, legata alla domanda – e quindi ancora una volta al c.d. "consumismo" – è anche funzione della variazione dell’indice dei prezzi, la quale a sua volta costituisce il parametro più importante della politica monetaria della BCE: parliamo in tal senso di tasso d'inflazione obiettivo, che è attualmente fissato al 2%. Appare evidente come tale obiettivo, nel momento in cui viene fissato proprio dall’ente emittente, si possa perseguire anche con una politica monetaria “generosa” a fronte di uno stallo dei prezzi e quindi del PIL, che, nel lungo periodo, causa a sua volta ricadute sull’occupazione. In Italia, di fronte all’ultimo ulteriore, recessivo e folle aumento delle imposte principali legate all’IVA (lievitata al 22%, come accaduto per altro nella martoriata e devastata Grecia, nei mesi scorsi ) e dinnanzi alla lievitazione delle accise sui carburanti (già per altro illegittime e paradossali/illegali anche prima degli ultimi aumenti – vedi articoli sotto in allegato) non possiamo parlare che di rallentamento del sistema funzionale alla creazione di ricchezza. Pertanto in questo bizzarro sistema economico gabbia incentrato sulla moneta “debito” – sistema pur sostenibile nel breve perìodo, ma inconcepibile e distruttivo nel medio-lungo termine – si passa a una fase di politica protezionistica attraverso la riscossione del debito e l’imposizione fiscale su consumi, risparmio e ricchezza capitalizzata. Ultimo stadio forzato di questo sistema non può che essere l'alienazione forzata della proprietà.
del 4 settembre 2012
Stato Europeista – Eccezionale macchina da Confisca
Lo Stato si trasforma dunque in una straordinaria macchina di confisca, privatizzazione, concentrazione capitalistica e distruzione dell'economia reale. Anche perchè, sull'altro fronte, lo sdoganamento dell'emissione su larga scala ed incontrollata di titoli del debito pubblico (co-promosso nei tre decenni precedenti proprio dal "liberale" – o liberal-socialista? – Mario Monti: consulente finanziario dei governi succedutisi a cavallo tra anni '70 e '80 – vedi allegati sotto) ha fatto scoppiare ancor più tale rapporto. In merito va ricordato come proprio nel 1981 un giovane "promettente" di nome "Monti Mario", fresco di laurea presso la Yale University, iniziò a collaborare in veste di consulente finanziario, con il governo e di lì in poi con tutti i governi italiani succedutisi. Proprio nel 1981 il debito iniziò a salire "stranamente" fino a sfiorare il 120%, cioè iniziò curiosamente a scoppiare. Non è un caso, pertanto, tornando al rapporto Debito/Pil, che tutto questo in Europa non abbia funzionato. Il difensore dei popoli, il Prof. Romano Prodi, espressione e sintesi perfetta della sinistra lobbistica e filo-europeista – ci chiediamo – poteva non sapere ciò, mentre a Bruxelles inaugurava e benediva tale euro-gabbia? E Amato? A voi la risposta!
Paradossi – Opere Pubbliche mai finite e Interessi sul Debito
Ma questo, in aggiunta, a ben vedere, è lo stesso motivo per il quale in Italia tante opere pubbliche vengono iniziate, o a volte solo progettate, per non essere mai portate a termine o rese funzionali. Perversi meccanismi che vanno anche a spiegare come mai il governo Letta (come del resto i precedenti, tecnici e non) non abbia minimamente pensato di riformare l'emorragia da costo per interessi su titoli: le somme che l'Italia ha pagato – come ci ricorda anche Alessandro Mauceri – tra il 1980 e il 2012 ammonterebbero a 3.101 miliardi di Euro (somma attualizzata al 2012) con interessi in percentuale pari al 198% del PIL. In realtà, negli ultimi 20 anni, gli Italiani hanno pagato quasi 2000 miliardi di Euro di interessi (valori attualizzati) e lo Stato ha realizzato saldi primari attivi per 740 miliardi (dati attualizzati al 2012). Eppure il debito pubblico che grava sulle spalle degli italiani continua a crescere, avendo già superato abbondantemente la cifra astronomica di 2.050 miliardi di Euro. Stratagemma che apre all'italia le porte del super-commissariamento da parte dell'EURSS del soviet Barroso, gettando gli Italiani sempre più tra le braccia accoglienti della Troika. Senza dimenticare le quote di adesione al MES da versare. Siamo oggi, in pratica, in una dittatura sostanziale di stampo liberal-socialista mascherata dietro la parola "Democrazia".
Per cortesia non parlateci di "Crisi"
Per cortesia, non parlateci di "crisi". Chiamatelo imbroglio, crimine contro i popoli e le nazioni, suona meglio… molto meglio! Cosa fare, allora, per divincolarsi da questa gabbia prima della definitiva morte? Beh iniziare ad evadere dall'euro-gabbia, caste partitiche di maggioranza a parte e con o senza l'appoggio dei "distratti" vertici del Movimento 5 Stelle, che – a scapito di molti grillini di buona volontà che evidentemente credono ancora al movimento e spesso, loro malgrado, alle favole… – predicano bene e razzolano male, anzi malissimo, e specie quanto si affrontano seriamente temi centrali come la fuoriuscita dall'euro, la conquisa della sovranità monetaria e la proprietà popolare della moneta (vedi articolo in allegato).
Il gioco delle parti
Ma a ben vedere neppure le poche – e spesso contraddittorie – parole dette bastano, ci vogliono i fatti! Mantenere in piedi la legittimità di un Parlamento che avalla tutto ciò, con la sola presenza fisica all'interno delle Camere degli esponenti della stessa cosiddetta "antipolitica", limitandosi magari ad "accorati e sporadici moniti" (come avvenuto ieri in Parlamento) equivale anch'esso ad un piccolo-grande crimine. Chiacchiere e distintivi a parte, infatti, chi non è apertamente e fattivamente contro il sistema, è evidentemente colluso col sistema stesso, custodendo le chiavi dell'Euro-Gabbia, malgrado le apparenze e le strategie dissimulative spesso e volentieri messe in campo e sbandierate sul web a ritmi alterni. Sveglia Italiani!!!
Gerardo Campagna, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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