– di Sergio Basile –
Roma, Firenze, Washington, Tel Aviv, Casa Bianca, volo del 2007 negli Usa, Matteo Renzi, Nuovo Governo, Giorgio Napolitano, BCE, FMI, Draghi Trichet, Annientamento della Costituzione, Carlo De Benedetti, Morgan Stanley, Massoneria Internazionale, Marco Tronchetti Provera, Alessandro maiorano, Alan Friedman su Monti e Napolitano, rottamatore, privatizzazione del nostro patrimonio nazionale, Della Valle, Del Vecchio, Luxottica, Tronchetti Provera, Pirelli, Gori, Canale 5, Poletti, Bertelli, Prada, Scaroni, Generali, Palenzona, Unicredit, Valentini MPS, Nagel Mediobanca, Caltagirone, Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, Franco Bernabè, Gruppo Bilderberg, John Kerry, Michael Ledeen, Davide Serra, Marco Carrai, Yoram Gutgeld, McKinsey & Company, Barack Obama
Il vero volto di Matteo Renzi, il pupo caro alla
Casa Bianca
Gli scheletri nell'armadio, i punti oscuri e le amicizie
particolari del "Rottamatore"
di Sergio Basile
Uno specchietto per allodole chiamato "Democrazia"
Roma, Firenze, Washington – Circa duemila anni fa nel nome della "Democrazia" (o almeno di chi gridava più forte, perchè magari ben pagato e sostenuto) i Romani avallarono le ipocrite macchinazioni degli scribi e dei farisei e condannarono a morte un innocente al posto di un ladro e brigante di nome Barabba. Perciò il vero Re fu messo a morte e il ladro ed i suoi compari raggiunsero il loro obiettivo. Già fin dai tempi di Gesù, dunque, la democrazia di piazza dimostrò tutti i suoi limiti e la sua inadeguatezza ed iniziarono i primi scaricabarile tra partiti e gruppi di potere. Di chi fu alla fine la responsabilità dell'omicidio più noto della storia? Ma dopo duemila anni, ci chiediamo: la razza umana ha imparato la lezione? Beh, francamente, pare di no. Anzi! Oggi in Italia i romani (italiani) sembrano aver perso definitivamente la bussola, accettando ogni stravolgimento politico senza passare più neppure dalle criticabili piazze e dal pubblico, e spesso sommario, volere. A decidere non è più il "popolo" (con tutte le riserve del caso) ma addirittura direttamente una stretta cerchia di eletti e banchieri. Anni, secoli di studi su costituzionalismo e tripartizione dei poteri sono andati in fumo in soli 3 anni. E' bastata una letterina firmata Draghi-Trichet per mandare tutto a monte ed inaugurare l'andazzo al di fuori di ogni principio costituzionale. Ma per i media tutto fa brodo. Come lo è per molti italiani che continuano a recarsi imperterriti alle disarmanti "primarie" – regionali e nazionali – del PD, ad esempio.
L'Assist del Corsera (Mediobanca)
L'assist al terzo golpe sotto il regno di Napolitano, questa volta è partito – come notavamo nel nostro ultimo editoriale, vedi qui Friedman, il Complotto e la Consistenza della Mozzarelle di Bufala – dal quotidiano di regime targato Mediobanca, “Il Corriere della Sera”: il primo a sdoganare il presunto e penoso scoop di Alan Friedman su Monti e Napolitano, aprendo nell'opinione pubblica la "provvidenziale possibilità Renzi", il rottamatore, il salvatore della patria e l' "uomo nuovo della politica dal volto pulito". Ma chi è davvero l'ex ragazzo prodigio, prima donna del palcoscenico fiorentino, invocato come nuovo salvatore dai media e da tutti i maggiori esponenti dei poteri forti del Bel Paese? Una cosa è certa l'Italia, "che conta" lo appoggia stranamente in tutto e per tutto. Basta vedere le copiose dichiarazioni ed interviste rilasciate su dozzine di quotidiani, in primis da Confalonieri (Mediaset) e da De Benedetti (Espresso-Repubblica, ecc., ecc..). Quest'ultimo, ebreo sionista e primo artefice della svendita e privatizzazione del nostro patrimonio nazionale e dell'apertura alla speculazione internazionale, in merito dichiarò: "I partiti hanno perduto il contatto con la gente, lui invece (Renzi) quel contatto ce l’ha" (da l'Espresso). Ma la lista dei supporters è lunga: Della Valle (Tod's); Colao (Vodafone); Del Vecchio (Luxottica); Tronchetti Provera (Pirelli); Gori (Canale 5); Poletti (Lega Coop); Bertelli (Prada); Scaroni (Generali); Palenzona (Unicredit); Valentini (MPS); Nagel (Mediobanca). Sul carrozzone, in tempi non sospetti, sono saliti anche personaggi del calibro di Caltagirone, Romiti, Martina Mondadori, Barbara Berlusconi, lo stesso Silvio e Franco Bernabè (già ENI e Telecom, noto membro del Gruppo Bilderberg ed ex-prodiano doc) cui figlio Marco ha forti legami con Tel Aviv, attraverso il fondo speculativo Wadi Ventures. Ma come mai tutta questa attenzione per il giovane Matteo? E poi chi è davvero Matteo Renzi? Vediamo.
Renzi Matteo – Il volto pulito della politica italiana
Il prossimo premier filoamericanista e liberista doc (nonché di sinistra) è figlio di Tiziano Renzi, ex parlamentare Dc in odore di massoneria molto chiacchierato per il fallimento e la gestione dell'azienda di famiglia, la "Chil S.r.l.": azienda poi ceduta repentinamente ad un imprenditore ligure che non esitò ad assumere il rottamatore (anno 2003) a 11 giorni dalla sua discesa in campo per l’elezione a presidente della Provincia di Firenze. Renzi, "fu assunto come dirigente della società, appena dopo averne ceduto il 40% delle quote". Ma non finisce qui, anzi, siamo solo all'inizio. Da Presidente della Provincia di Firenze – vedi Wallstreetitalia del 19 Ottobre 2012 – "il sedicente rottamatore della vecchia guardia politica, Matteo Renzi, avrebbe sperperato in giro per l'Italia e il mondo 20 milioni di euro, tra viaggi negli Stati Uniti, cene in ristoranti di carne e di pesce, pagando sia per sé sia per i suoi fortunati invitati. E facendolo spesso e volentieri attingendo dai fondi della Provincia tramite la carta di credito avuta in dotazione". Tra le altre accuse mosse in seguito al "ragazzo pulito" della politica italiana, anche quella di "aver assunto personale al Comune di Firenze senza concorso pubblico". In merito alla vicenda, va aggiunto che Alessandro Maiorano – storico dipendente del Comune di Firenze poi "utilizzato" da Beppe Grillo nel suo blog – presentò un resoconto sui "bancomat di Renzi" corredato da prove e fatture. Il report parlava espressamente di "20 milioni di fatture che Renzi aveva preso dalla provincia di Firenze, tra donazioni, fiori, viaggi, cene". insomma, pare che i Fiorito non siano poi così rari… anche tra i rottamatori. Ma Maiorano presso la Guardia di Finanza fece di più, denunciando la particolare situazione patrimoniale della stessa Chil Srl. Successivamente la Corte dei Conti fu chiamata a far chiarezza su "9,2 milioni di euro spesi dalla Provincia per concedere servizi irregolarmente alla società in-house voluta dal sindaco di Firenze". Inoltre, sulla scia di altri filoni d'inchiesta, ci giunge notizia che Renzi avrebbe fatto "nominare soggetti in aspettativa nello stesso ente". In particolare – racconta Maiorano – "si tratta di quattro dirigenti o funzionari che erano andati in pensione, ma che sono stati riassunti con denaro pubblico da Renzi". Ma in tempi non sospetti – probabilmente per accattivarsi le simpatie dei suoi supporters oltre atlantico – il giovane Renzi fu anche il bizzarro autore di un libro tutto proteso a tessere le beate lodi delle liberalizzazioni, della privatizzazione della Rai, nonché a riconoscere clemenza per quei politici colti in flagranza di reato e disposti ad abbandonare il campo…
Il rapporto con l'establishment mondialista
Ma dopo aver fatto luce su alcuni punti poco noti del pupo Renzi il vero punto da chiarire è un altro: chi è davvero Matteo Renzi per l'establishment mondialista? Perchè l'élite internazionale ne ha voluto una così rapida ascesa? Perchè ha rimpiazzato in maniera "ottimale" e repentina un personaggio di "acclarata fama"del calibro di Enrico Letta, molto noto nell'ambito dei più segreti circoli mondialisti? Beh forse per avere la risposta giusta dovremmo guardare ancora una volta al cuore dell'impero mondiale unico nascente: Washington. Una città che Matteo Renzi sembra amare particolarmente, come dimostrano i suoi curiosi viaggi negli States, specie dal 2007 in poi. A condurci su questa pista, oltre lo stranissimo volo di Renzi negli Usa, datato 2007 – era l'anno del Cinquantenario dell'UE e dei trattati di Roma, festeggiato in pompa magna proprio tra Roma e Firenze – anche un rapporto di simpatia reciproca con il Segretario di Stato Usa, John Kerry e un legame davvero particolare che lo legherebbe a Michael Ledeen, uomo di primo piano della CIA e già consulente dei Bush e di Ronald Reagan (e del suo celeberrimo gabinetto di massoni all'interno della Casa Bianca). Ma analizzando il suo ricco curriculum, non sfugge il fatto che Ledeen sia stato anche consulente del Sismi negli anni della Strategia della tensione, nonché uno dei consulenti di primo piano del governo israelinao (in particolare del ministero degli Esteri). Stranamente molto vicini all'asse Usa-Israele – curiosa coincidenza – sono i noti "consulenti renziani" Davide Serra, Marco Carrai e Yoram Gutgeld. Partiamo da quest'ultimo.
Yoram Gutgeld, il guru della McKinsey
Laureatosi presso l'Università Ebraica di Gerusalemme nel 1984, Gutgeld fu anche studente presso l'Università della California e già uomo di punta della misteriosa multinazionale statunitense McKinsey & Company: leader indiscussa della consulenza aziendale a livello planetario e nota per la straordinaria carriera dei suoi ex-consulenti. Newsweek ha definito la McKinsey & Company come “la società di consulenza di gran lunga più influente al mondo”; Il Financial Times l'ha invece dipinta come “la società di consulenza manageriale leader nel mondo”. Da notare come clienti dell'azienda leader nella consulenza aziendale siano stati multinazionali del calibro di Enron, Swissair, GM, Ford. Da notare, ancora, che consulenti della McKinsey sono inoltre soggetti alla pratica dell'"up or out": essi devono – sotto pressione e minaccia di licenziamento – svolgere avanzamenti di carriera entro dei dati limiti temporali, altrimenti essi vengono invitati a lasciare l'azienda. Un altro aspetto particolare del modus operandi della McKinsey è, inoltre, il suo "non vincolarsi in esclusiva con un cliente", con la possibilità di andare incontro a ciclopici ed impuniti conflitti d'interesse. Il supporto di Gutgeld si dimostra, in tal senso, molto più prezioso di quanto possa apparire per il prossimo "premier".
Marco Carrai, l'uomo che sussurra a Renzi
Altra punta di diamante all'interno del carrozzone renziano è Marco Carrai, suo consigliere economico, eletto nel 2013 deputato in quota al PD in Abruzzo. A Carrai, imprenditore di Greve in Chianti – membro del consiglio della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze – fa riferimento la Cambridge Management Consulting di cui socio è l’Fb Group di Franco Bernabè (Bilderberg Club), il cui figlio Marco è pure entrato nel consiglio d’amministrazione dell'azienda di consulenza aziendale Newco. Luigi Bisignani – come apprendiamo da un articolo apparso su "L'Espresso" dello scorso 4 Novembre 2013, di Marco Damilano – lo descrive come "l’uomo che sussurra a Renzi", uno scapolo di 38 anni che si sposta a Firenze su una vecchia Fiat Punto, "pur collezionando partecipazioni azionarie e presidenze di municipalizzate, società e consigli di amministrazione". Carriera straordinaria che ha trovato un'insolita impennata a partire dal 2009, anno in cui l’amicone Matteo passò dalla Provincia di Firenze al Comune. E' interessare notare come Carrai abbia interessi particolari anche in Israele nel settore delle nuove tecnologie. Anche questo merito del suo santo di riferimento?
Renzi e la grave dimenticanza di Massimo D'Alema
Massimo D’Alema, in una recente intervista ha parlato di Matteo Renzi come del "terminale di quei poteri forti che vogliono liquidare la sinistra". Anche se D'Alema evidentemente finge di non sapere (o di dimenticare) come dal '45 ad oggi la sinistra abbia di fatto retto incondizionatamente il moccolo agli USA nella sua lenta ed inesorabile azione di colonizzazione del Bel Paese… e dimentica, altresì, ciò che la stampa internazionale indipendente dice da anni sul conto degli Usa e del socialista democratico Barack Obama (modello renziano doc di riferimento), paragonando la Casa Bianca al Cremlino di Stalin. Chissà come mai!
Davide Serra, lo squalo della finanza caro a Morgan Stanley
Altra figura piuttosto ambigua è Davide Serra (speculatore finanziario e braccio destro di Renzi per l'economia, fondatore della fondazione Metropolis). Di casa presso la City di Londra che terrà ben d'occhio dal suo lussuoso appartamento londinese di Mayfair, Serra, oggi si guadagna da vivere con mille attività, ma probabilmente la più redditizia resta quella afferente alle scommesse sui ribassi in Borsa. D'altronde si sa, il mondo bancario è l'isola felice del renziano. L'enfant prodige è altresì di casa presso la Morgan Stanley, una delle banche d’affari più attive nelle speculazioni finanziarie e tanto cara allo stesso ex-ex-premier tecnico Mario Monti: ricordiamo come Giovanni Monti (figlio di Mario) fu nominato Vice President proprio presso Morgan Stanley. Va ricordato anche come lo stesso Monti appena chiamato a "salvare l'Italia" fece un gran regalo d’Epifania proprio all’amata banca newyorkese: un regalino di 2 miliardi e 567 milioni di euro tempestivamente dirottati dalle casse del Tesoro a quelle della banca, come rimborso su "corsia preferenziale" di interessi su operazioni sul debito pubblico nazionale. Il tutto all’insaputa degli organi di informazione italiani, evidentemente poco propensi – non si comprende per quale recondito motivo – a quel tempo ad occuparsi della faccenda. Ma torniamo al consulente. Davide Serra come per magia in Morgan Stanley (anno 2001) fece subito una gran carriera, scalando posizioni su posizioni, in un quinquennio che lo condusse a diventare direttore generale e capo degli analisti bancari, stringendo ben presto importanti contatti con personaggi come Profumo (Unicredit) e Passera (Intesa-San Paolo). Altro miracolo Serra lo compì nel 2006: diede genesi all'apocalittica creatura finanziaria (hedge fund) "Algebris Investments", capace in un solo anno di passare da 700 milioni a quasi 2 miliardi di dollari gestiti. Ma egli, intorno al 2007, fu anche il "coraggioso" pioniere della scalata al colosso bancario olandese Abn Amro: la più importante di sempre. Poco dopo il "broker" dei miracoli spodesto Antoine Bernheim alla presidenza di Generali, entrando in Mediobanca. Ma tutto questo ovviamente Renzi, il rottamatore di Palazzo Chigi, non poteva saperlo…
Renzi premier? Ora sembra tutto un pò più chiaro
Allora, forse, oggi capiamo con maggior chiarezza perchè avvenga che la maggioranza della direzione di un partito di minoranza chiamato PD (maggioranza tra l'altro emersa in maniera roccambolesca nell'ambito di primarie interne molto contestate per presunti brogli tra i contendenti) decida per tutti la leadership del Paese e con il nulla osta della politica, dei poteri forti e – ovvio – del Quirinale. Oggi, dunque, dopo le dimissioni del tecnico-Letta ecco un altro pargolo illuminato presentarsi per il giuramnento: oggi è stato il giorno dell’incarico a Matteo Renzi, convocato ieri dal Capo dello Stato al Quirinale. Domani (Martedì) lo stesso prossimo neo-premier dovrebbe dare il via alle consultazioni (…) Il giuramento e la consueta cerimonia del Campanello a Palazzo Chigi, con il passaggio delle consegne da Letta, potrebbe avvenire giovedì. Venerdì il nuovo presidente del Consiglio dovrebbe andare in Senato e chiedere la fiducia, sabato invece il passaggio alla Camera. Solo per la cronaca piuttosto animoso si annuncia il totoministri: Fabrizio Barca potrebbe essere il nuovo console nominato al posto di Saccomanni, all'Economia. Un posto d'onore (probabilmente per il buon lavoro svolto finora ) potrebbe andare anche al Presidente dell’Istat, Pier Carlo Padoan. Graziano Delrio potrebbe essere invece il prossimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ai Beni Culturali potrebbe ritrovarsi il "fedele" Dario Franceschini, mentre all’Istruzione la montiana Stefania Giannini. Insomma una vera "rivoluzione democratica". Ma visto quel che accade, francamente poco ci interessa … Tanto si passa come al solito dalla padella alla brace, e viceversa. Per ora gli unici davvero felici delle ghiotte novità che rimbalzano da Palazzo Chigi, magari intenti a festeggiare con champagne e caviale – ci scommetterei la camicia – oltre ai sudditi italioti sono gli inquilini della White House a Washington.
Sergio Basile (Copyright © 2014 Qui Europa)
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