Imbroglio Ue – La Commissione europea: l’Italia vada avanti con l’austerity. Bukovskij: l’UE come l’URSS
Giovedì, Dicembre 20th/ 2012
– di Sergio Basile –
Ue / Urss / Bruxelles / Roma / Romania / Conti pubblici / Austerity /Elezioni / Commissario agli Affari economici / relazione sulla sostenibilità dei conti pubblici / Vladimi r Bukovskij / Mikhail Gorbaciov / Strangolare abbracciando / coincidenze tra Ue e URSS / Stalin / Commissioni / Troike / Ue / Bce / Fmi / Napolitano / enorme deficit democratico / sovranità statale / Nuovo Ordine Mondiale / Pierluigi Bersani / Gianfranco Fini / Andrea Riccardi / Mario Monti / Crosetto / Meloni / Napolitano / socialismo totalitaristico / Gabanelli / Report / Auchan / Amazon Italia / Iva / Lussemburgo / Commissari / Europarlamento / Duma / terne di fucilazione / Organi autonomi ed autoreferenziali / Perestroika / Muro di Berlino / Pavel Stroilov / sostenibilità / Austerity / Elezioni / Patto di bilancio / Diritti fondamentali nell'Ue / Commissione europea / Olli Rehn / Manuel Barroso / Spagna / Italia / Grecia / Casa comune europea / Muro di Berlino / sistema criminogeno / URSSS EURSS / Il complotto dei rossi / Gosbank
Bukovskij: l'UE come l'URSS
Imbroglio Ue – La Commissione europea:
l'Italia vada avanti con l'austerity
La malafede dell'Ue è la strategica cecità dei tecnocrati
Ecco cosa si cela dietro l'attuale Grande Imbroglio Ue:
Mondialismo e Scuola Stalinista
di Sergio Basile
EURSS
Bruxelles, Roma – Più ci avviciniamo alla fine di questo disgraziato 2012 – per gli Italiani, l'annus horribilis "per eccellenza" dal dopoguerra ad oggi – più prende forma l'immagine di un mostro apocalittico che domina incontrastato il continente europeo, celandosi dietro la maschera della "democrazia". L'essere in questione si chiama Unione europea, e il suo braccio operativo "Commissione". Solo partendo da questo assunto possiamo comprendere l'uscita dell'ultima ora di Manuel Barroso & soci, che in un comunicato ufficiale relativo alla relazione sulla sostenibilità dei conti pubblici, diramato ieri, è tornato a parlare della situazione italiana, sprecando elogi sull'operato di Mario Monti.
Recessione e 100 miliardi di Debito in più – Tutto ok per l'Ue
Secondo l'esecutivo dell'Ue, in particolare, l'Italia avrebbe conti a posto nel breve periodo, ma tuttavia servirà una ''forte determinazione e nessuno scostamento dagli obiettivi di risanamento'' per mettere in sicurezza – si legge nel comunicato – anche il futuro. In questi termini la Commissione europea ha promosso i cosiddetti "sforzi italiani" certificando la bontà assoluta del cammino intrapreso dall'ormai ex Bel Paese. Purchè – conclude il comunicato – "non vi sia alcuna deviazione dall'attuale persorso delineato nell'ambito dell'agenda europea". Infatti ''L'Italia – per la Commissione – deve continuare in modo risoluto ad applicare le misure che aiutano la sostenibilità e riducono il debito''. Peccato che il debito in tutto ciò non sia per nulla diminuito! Dal canto suo il commissario agli Affari Economici, Olli Rehn, ha rincarato la dose di elogi pro-austerity, raccomandando ai futuri leader che dovessero conquistare la "palma" elettorale, "continuità nelle politiche di bilancio e fedeltà piena all'Unione europea". Ma a ben vedere ormai è matematico come le dichiarazioni espresse ieri a Bruxelles dai tecnocrati siano completamente infondate e fuori dalla realtà. Come si fa, infatti, a sostenere che le misure dell'agenda europea di Mario Monti si stanno dimostrando panacee protese a ridurre il debito, quando il debito pubblico nazionale è cresciuto di circa 100 miliardi di euro in un anno e la recessione sta distruggendo il Paese? Come si può parlare di conti a posto e sostenibilità del sistema, quando tutto i parametri economici interni dicono il contrario? Evidentemente la mala-fede e il delirio sono totali.
Un Grande imbroglio
Ma evidentemente il delirante Anti-Vangelo di Bruxelles, intriso di bugie e falsi dogmi resta – malgrado tutto – sacro verbo per personaggi del calibro di Monti, Bersani, Riccardi, Fini, Casini, Berlusconi e degli altri rappresentanti dell'Udc-Pd-Pdl. Fatta eccezione per dissidenti di lusso dell'ultima ora (vedi Crosetto e Meloni) che finalmente sembrano aver preso le distanze da questa pazzia collettiva che investe come un morbo – una peste manzoniana – gran parte dei carrozzoni partitici italiani. Anche se qualcuno – non è mai troppo tardi – sembra dare segni di cedimento, è sembra aver trovato il coraggio di ribellarsi a questo infame regime. A questa bugia sistematica secondo la quale soltanto guardando all'Europa si può scorgere la "luce" della democrazia. Basta! Ormai anche i bambini negli asili sembrano aver capito che si tratta solo di un grande imbroglio! Speriamo che presto possa capirlo anche il resto "addormentato" degli Italiani, che ancora osano blaterare di "europeismo". Ma in questo, come si dice, il pesce marcio puzza dal capo… "Guai a coloro che tentassero strade diverse!" va minacciando da mesi Napolitano, dalla sua sconfinata reggia del Quirinale. "Essi – ha ribadito il capo della Repubblica Smarrita – sarebbero i peggiori populisti e detrattori della Democrazia!" Affermazioni pesanti, cari lettori! Affermazioni che dette all'interno di case di cura per disagiati psichici sarebbero lette con una vena di amorevole compatimento, ma al di fuori di esse, con grande spavento e preoccupazione. E' possibile che nel Terzo millennio – ci chiediamo interpretando il pensiero di decine di milioni di Italiani onesti e lavoratori – un popolo "civile" possa essere governato da visionari, ciechi adoratori dell'illuminata Ue e del suo dio minore? Ma la nostra meraviglia, amici, è doppiamente grande (da cristiani qual siamo) nel vedere un sedicente "cattolico" o pseudo tale come il tencico Riccardi proteso anima e corpo a sostenere questo inguardabile, grottesco e lascivo spettacolo anche dopo il 2012, ed in una coalizione che osa definirsi di "centro" (?). E tutto in nome non della "giustizia", della logica o del "benessere sociale", ma dell'Europa. Una semplice parola di sei lettere, che fine a se stessa non vuo dire assolutamente nulla. Se non dittatura!
Sulle ali del "Mondialismo" – Strane analogie tra URSS e UE
L'Ue, dicevamo, è dunque diventata un mostro che trova come comun denominatore con le altre grandi dittature della storia un elemento inconfutabile quanto grave: un enorme deficit democratico. Un vuoto di democrazia riempito e sostenuto da insensati luoghi comuni; e proteso con mille sotterfugi (firma di trattati anzichè referendum; imposizione di tecnici e commissari non eletti e così via) ad annientare la volontà dei cittadini distruggendo ogni sovranità nazionale e morale in nome di una fantomatica e "provvidenziale unità". Un'unità che puzza di "mondialismo", ma anche di "socialismo totalitaristico" e nel contempo di fascismo (probabilmente facce di un'unica grande ed arruginita medaglia). Ma a ben vedere, se andiamo ad analizzare la situazione economica dei singoli stati, caratterizzata da un appiattimento verso il basso degli stipendi e della ricchezza pro-capite di famiglie ed imprese, il modello più calzante (in questo grande piano per un nuovo ordine mondiale e continentale) è proprio quello socialista della vecchia URSS. Basti guadare quel che sta accadendo in Paesi come Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia, Cipro, Ungheria, Bulgaria, Grecia (col pretesto del debito pubblico e non solo) o Romania: nazione, quest'ultima, dove gli stipendi medi si attestano sulle 340 euro al mese: poco più di 10,00 al giorno! Ma si può vivere così? E ciò mentre le grandi lobby realizzano affari faraonici acquisendo aziende costrette al fallimento; e mentre continuano a controllare indisturbate interi mercati continentali e con regimi fiscali vergognosi e di favore. Vedi i Casi della Amazon e della Auchan in Italia, dei quali si è occupata la Gabanelli nell'ultima puntata di Report. Non pagano allo stato italiano un centesimo di Iva pur facendo affari d'oro nel nostro Paese. E ciò grazie alle grandi sentinelle dell'Unione europea e della loro "religione atea e liberal-socialista".
Lenin e Stalin hanno fatto scuola
D'altra parte si chiamavano "Commissioni" e "Commissari" le stesse strutture totalitarie di contollo ideate da Lenin durante il primo governo rivoluzionario russo. Anche all'ora, come oggi nell'Ue, i suddetti commissari non venivano assolutamente eletti, ma nominati dall'alto. Da una strettissima cerchia di oligarchi. In tal modello analogie anche tra Europarlamento e Duma: entrambi – a quanto pare – organi di facciata, protesi a garantire lo status quo e ad eludere le masse, fornendo interpretazioni fantasiose su fatti gravissimi e cruenti come l'attuale crisi dell'euro e della moneta-debito. La moneta imperiale. Se così non fosse davvero non ci spieghiamo come possa resistere ancora il regime delle private e plurindagate agenzie di rating in Europa; e come la frottola dello spread continui a mietere vittime tra l'indifferenza generale. Per tacere sul credit crunch e sulle politiche della Bce e di Basilea 3: altra grande analogie copiata questa volta dal vecchio Stalin. Il primo – guardacaso – a privatizzare la Banca Centrale dell'Unione Sovietica (Gosbank), sottraendola al controllo del popolo: l'origine di tutti gli imbrogli dell'economia moderna.
Tra laicismo distruttivo, Commissioni e Troike, la storia si ripete
Ma le strane coincidenze tra Ue e URSS non finiscono qui. Nei primi del Novecento Stalin aveva dato vita alle "troike", commissioni per la lotta alla Controrivoluzione, (altrimenti dette "terne di fucilazione") formate da onnipotenti triadi di arroganti personaggi senza scrupoli dotati di ampissimi poteri investigativi e giudiziari. Organi autonomi ed autoreferenziali nominati dal regime. Stessi meccanismi coercitivi ed antidemocratici che ritroviamo curiosamente in un'altra "Troika", quella formata da Ue, Bce e Fmi. Organizzazioni plutocratiche a carattere privatistico ed antidemocratico che si arrogano il diritto di decidere le sorti di centinaia di milioni di cittadini europei senza alcuna legittimazione popolare.
Strangolare abbracciando
Il motto, oggi come allora, sembra essere lo stesso, cari lettori: "Strangolare abbracciando". Storicamente l'idea di sovvertire le basi dell'allora "trentenne Ue" fu a quanto pare del paladino della Perestroika, in carissimo Mikhail Gorbaciov. Colui il quale sdoganò il modello liberista in Russia, riuscendo ad alterare sistematicamente l'economia e la distribuzione della ricchezza del Paese Euroasiatico, in negativo. Tra i sostenitori di questa tesi vi sono numerosi studiosi, economisti e storici. Tra di essi il più noto è probabilmente lo scrittore e dissidente russo Vladimir Bukovskij. "Bukovskij – come ci ricorda il collega Baldi in un editoriale de "Il Giorno" – ha conosciuto giovanissimo le prigioni sovietiche, gli ospedali psichiatrici e i lager. Per la sua costante opposizione al regime degli ultimi zar del Cremlino, può denunciare con tanta forza l'involuzione dell'Unione europea, sottolineandone il "deficit democratico". In particolare "la decisione di gettare le basi di una Casa comune europea, capace di riaffermare il predominio sovietico sul vecchio continente", sarebbe stata presa due anni prima della stessa caduta del "Muro di Berlino", il 26 marzo 1987. Una sorta di rivoluzione silenziosa concertata con i leader europei più influenti di allora.
NWO – URSS-EURSS e lo stato di "benessere socialista"
Secondo Bukovskij, sulla base dell'attuale involuzione del glorioso progetto comunitario chiamato Ue, "oggi il mostro burocratico russo rivive a casa nostra, con la sua inettitudine operativa, una corruzione dilagante, un crescente deficit democratico e una pericolosa mancanza di rappresentatività popolare. Oggi – continua lo scrittore in un recente articolo apparso su "La Stampa" – il pericolo vero non è Putin, ma proprio l'Occidente. Dal nemico in fondo – conclude – non ti aspetti niente di buono, è giusto che sia mascalzone. Il problema è l'amico…" . E' questa probabilmente l'essenza del pensiero critico di Vladimir Bukovskij: ad oggi il più netto critico dell'involuzione socialisteggiante di Bruxelles. Alla luce di ciò si comprende come l’Unione europea sia divenuta – a parer nostro, dello scrittore e del collega Pavel Stroilov – un vero e proprio sistema criminogeno: l’erede naturale dell’Urss; sua alterego più prossima e letale. E' questo – tra l'altro – l'assunto di fondo del loro emblematico libro dal titolo "URSS-EURSS, ovvero: il complotto dei rossi". Un complotto che sembra mirare diritto alla nascita di un Super stato totalitario tecno-bancario, da costruire sulle ceneri delle nazioni e sulle spalle dei popoli, per compiacere e fare il gioco – non dimentichiamolo – di un'élite mondialista ed "illuminata".
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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