Mercoledì, Luglio 3rd/2013
– Comunicato Stampa di Carlo Finazzi, Presidente F. R. –
Martedì, Giugno 19th / 2012
– di Mario Luongo –
Europei 2012 / Italia-Irlanda / Poznan / Quarti di finale / Girone C / Mario Balotelli / Antonio Cassano / Shane Given / Duff / Cesare Prandelli / Giovanni Trapattoni / “Biscotto” / Federico Balzaretti / Danzic / Spagn-Croazia / Jesus Navas / Andrea Pirlo / Girone D / Marca / Tifoseria irlandese
Italia – Irlanda 2-0: la vittoria che
digerisce ogni biscotto
Cassano, Balotelli, ma soprattutto Navas
fanno volare gli azzurri ai quarti
Poznan, Roma – Paradossalmente i minuti più ansiogeni di Italia–Irlanda sono arrivati a partita conclusa, quando gli azzurri avevano già siglato la loro vittoria con due reti, ma non il passaggio al turno. L’Italia intera è stata col fiato sospeso, gli occhi, le orecchie e i cuori rivolti a Danzica, alla partita alla quale era indirettamente legato il nostro destino, quella Spagna–Croazia così temuta, pronosticata, criticata, esorcizzata. Più che alla partita, diciamolo, i nostri pensieri maliziosi erano rivolti al “biscotto” che in un questi ultimi giorni ha assunto fama nazionale, anzi internazionale. Basti pensare alla copertina di Marca, quotidiano spagnolo che risponde alle nostre maliziose ipotesi con una foto di Luis Enrique sanguinante ad USA ’94 (dopo una gomitata di Tassotti) e il titolo “Tranquilli non siamo rancorosi”. E rancore non c’è stato nella partita di ieri che ha visto le furie rosse vincere in “zona Cesarini” con un gol di Navas e che ha avuto un peso pari (se non maggiore) alle due reti azzurre. Ma andiamo con ordine.
La paura di un biscotto mai cotto
Nei giorni precedenti il tanto atteso match Italia–Irlanda, si è parlato di tutto, tranne che dei novanta minuti da giocare, l’effettiva chiave di accesso ai quarti. Il calcio, si sa, è una fede laica che in Italia ha i suoi luoghi di culto più nel “Bar Sport” che sul campo da gioco, ha la sua Bibbia più nella Gazzetta che nei regolamenti, insomma è lo sport che vede nell’indiscrezione, nel pronostico, la sua apologia. Invece di preoccuparci dell’Irlanda abbiamo rivolto le nostre attenzioni più alla Spagna; la paura del “biscotto” è comprensibile, ma c’è di più. È quasi uno scarica barile preventivo, un mettere le mani avanti ancora prima della disfatta. Noi Italiani di biscotto già ne abbiamo mangiato uno, evidentemente non l’abbiamo digerito bene. Fatto sta che a Poznan la nazionale italiana doveva dimostrare che nonostante tutto la partita sarebbe stata condotta con risolutezza e grinta.
Il match
Prandelli mette in campo una formazione diversa, con alcuni elementi diversi: Abate e Balzaretti al posto di Maggio e Giaccherini, De Rossi non più difensore centrale e Di Natale dal primo minuto invece di Balotelli. L’Irlanda del Trap, d'altra parte, non brillante dal punto di vista tattico, ha cuore e polmoni da vendere e lo dimostra soprattutto nei primi venti minuti nei quali pressa, attacca, corre e l’Italia è costretta a subirne il gioco. Con un Pirlo sottotono rispetto alle altre partite l’ Italia non imposta azioni significative, è sciatta, non conclude, anche se dalla seconda metà del primo tempo inizia a prendere le redini del match. È significativo che il primo goal venga da un calcio d’ angolo sul quale Cassano di testa devia la palla che va a finire di poco oltre la linea. Dopo la rete l’ Italia prende fiducia, cresce, si fa più aggressiva, ma non impone il proprio gioco, né approfitta del risultato, come nella partita precedente. Si va negli spogliatoi sollevati, ma non ancora al sicuro. Giovinco, incaricato di seguire a distanza il match di Danzica rassicura i compagni dello 0-0.
Un secondo tempo con le orecchie a Danzica
Si ritorna in campo due minuti più tardi, per essere in sincronia con Spagna- Croazia, con gli azzurri che stavolta fanno il loro gioco; bravo Balzaretti sulla sinistra che in qualche azione fa ricordare Grosso nei mondiali 2006, ma soprattutto in campo vediamo un’ Italia dinamica ed intelligente che sa far valere la propria superiorità tecnica. Al ’62 Prandelli cambia Cassano con Diamanti che già dalle prime azioni si rende propositivo e dieci minuti dopo entra Balotelli per Di Natale; super Mario, fischiato dalla colorata e scatenata tifoseria irlandese, è il giocatore che mancava nel nostro attacco in questa partita e si vede: incursioni, sportellate con i massicci difensori irlandesi, tanta qualità e quantità. Nonostante i cambi l’ Italia, forse per stanchezza, forse per eccesiva fiducia, non riesce a tenere il ritmo e la qualità di gioco con cui aveva iniziato il secondo tempo, permettendo così all’ Irlanda di reagire con qualche mischia e cross al centro che ci fanno preoccupare.
Le emozioni più forti – La prodezza di Balotelli
Negli ultimi minuti le emozioni più forti: a Danzica Navas segna dopo una partita sofferta contro una coriacea Croazia,un minuto dopo a Poznan Andrews viene espulso per doppia ammonizione e reagisce calciando un pallone contro Prandelli e Balotelli segna il gol del 2 – 0. Un bel gesto tecnico, al volo spalle alla porta, senza esultare di gioia, ma di rabbia, tanto che Bonucci gli tappa amichevolmente la bocca.
La paura del Biscotto oltre al '90°
Al triplice fischio finale l’ Italia (e gli Italiani) non festeggiano subito, esultano a mezza bocca, aspettano la fine anche a Danzica, perché in caso di pareggio sarebbero stati problemi, ma alla faccia dei nostri maliziosi timori, il biscotto non c’è stato, anzi. La Spagna ha giocato solo per vincere, come aveva già dichiarato Del Bosque, e indirettamente ci ha fatto un favore, garantendoci un accesso di cui non possiamo vantarci molto. In complesso è stata una nazionale con buoni spunti, buone idee, ma poca cattiveria in campo (e un po’ di più al di fuori); un’ Italia “promossa, ma con riserva”, che il 24 Giugno dovrà dare effettivamente prova di essere migliorata. Perché ad attenderci non sarà l’ Irlanda o la Croazia, ma la squadra che si classificherà prima stasera nel girone D, e non c’è da scherzare o parlare di biscotti. Alla prossima partita meglio la fritta tona di cipolle di fantozziana memoria.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)