Lunedì, Luglio 21st/ 2014
– di Chiara Comini / Sete di Giustizia –
Giovedì, Settembre 26th/ 2013
– di Maria Bianchi –
Italia, Usa, Telefonica, Ferretti, Berloni, Alitalia, privatizzazione, Bloomberg, Jacob Lew, George Soros, Coca Cola, Muhtar Kent, Godman Sachs, Lloyd Blankfein, Lazard, Kenneth Jacobs, Mario Monti, Mario Draghi, strumenti finanziari illeciti, Troika, Trilateral Commission, Bilderberg Group, Romano Prodi, privatizzazione dell'IRI, Svendita Italtel, Soros, David Rockefeller, direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, Guido Crosetto, Giorgia Meloni, ENI, Golpe del Britannia, Commissariamento stalinista, White House
Italia, lo scantinato Rosso della Casa Bianca
Finito in cantina l'ultimo pezzo di Made in Italy.
Il lavoretto di Letta e dei traditori del popolo
italiano procede a gonfie vele
– I Ricorsi storici dei golpisti rossi, dal Britannia ad oggi
– Le Emblematiche dichiarazioni di Confindustria
– Video shock in allegato sulla colonia Italia
di Maria Bianchi
L'Ultimo pezzo di Made in Italy
Roma, New York – di Maria Bianchi – Mentre il teatrino italico prosegue senza sosta, con la Telecom ceduta alla spagnola Telefónica di César Alierta, a braccetto, o quasi – siamo in fase di trattativa – con Alitalia – compagnia inutilmente "salvata" (per usare un eufemismo: vedi allegati – 1) dal fallimento nel 2008, spendendo "appena" 4 mld di Euro – se ne va anche l'ultimo pezzetto di Made in Italy. Appena qualche mese fa, come noto, era avvenuta la cessione di marchi importanti come Ferretti, Berloni, Sergio Tacchini a compagnie cinesi. Nel frattempo il nostro premier Letta con un disarmante sorriso stampato sulle labbra è volato alla volta di Bloomberg (New York) per "promuovere" la definitiva svendita del nostro Paese e per rassicurare i grassi "investitori" (avvoltoi suonerebbe meglio) sulla "qualità e stabilità" del nostro Paese, annunciando anche che a breve ci sarà una nuova spendig review (astrusa parola anglofona – rientrante nel cosiddetto "linguaggio dei demoni del danaro" – per indicare in modo chic le amputazioni allegre della spesa pubblica). Ma chi sono questi bravi "investitori"? Beh, non è proprio quella che si dice "gente qualsiasi", si tratta infatti dei big dell'economia e della finanza Usa: il segretario al Tesoro Usa, Jacob Lew, George Soros, l'ad di Coca Cola, Muhtar Kent, quello di Godman Sachs, Lloyd Blankfein, e di Lazard, Kenneth Jacobs.
Una Doverosa parentesi – Per non Dimenticare
Sulla Goldman Sachs mi pare doveroso, tuttavia, aprire una parentesi. Il 16 novembre del 2011 Le Monde accusò questo colosso targato U.S.A. (e Israele) di gestire un "occulto direttorio europeo capace di manovrare, in base ai propri interessi, gli uomini chiamati prima a generare e poi governare la crisi dell’euro", mettendo nel mirino i nostri (loro) Mario Monti e Mario Draghi: quest'ultimo, in particolare, all'epoca ricopriva la carica di vice presidente della Banca d'affari statunitense, quando la stessa fornì alla Grecia gli strumenti finanziari illeciti per entrare a far parte dell'Euro. Del nostro ex-primo ministro (impostoci in maniera coatta dalla Troika) e dell'attuale governatore della Bce si menzionava anche – tra l'altro – l'appartenenza alla Trilateral Commission e al Bilderberg Group. Da non dimenticare il contributo di Romano Prodi (nel suo curriculum sempre Goldman Sachs, frequentatore del Bilderberg, membro Aspen, ecc…) responsabile, come visto e detto in più sedi (vedi allegati – 2) della privatizzazione dell'IRI e della svendita Italtel alla Unilever (nonostante un conflitto di interessi evidente, essendo consulente di quest’ultima).
Nel segno della Tecnocrazia
Quindi non scordiamo il comun denominatore chiamato Commissione Trilaterale, ribadiamo, segreto consesso mondialista fondato nel 1973 dal solito "illuminato ed illuminante" David Rockfeller (potentissimo banchiere statunitense e pioniere del "Nuovo Mondo") che ufficialmente dovrebbe operare soltanto in un “think tank” dedito al coordinamento delle politiche di Asia, Europa e Stati Uniti, creato invero per sviluppare «un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni coinvolte» (come scriveva in tempi non sospetti il senatore repubblicano Barry Goldwater). Un governo sovranazionale.. di banchieri, precisiamo. A questa causa andrebbe sacrificata l'autodeterminazione dei popoli, stando alle parole dello stesso Rockefeller. Non a caso il concetto di tecnocrazia è nato proprio in seno alla Trilateral. E che dire di George Soros? Un super finanziere d’assalto di origini ungheresi ma yankee d’adozione, a capo del Quantum Fund e protagonista di una incredibile serie di crac provocati in svariate nazioni nel mirino degli Usa, potendo contare su smisurate liquidità capaci di creare default ad hoc e svalutazioni create ad arte. La svalutazione della lira raggiunse il 30%, il super attacco speculativo alla nostra moneta "costrinse" l’allora governatore di Bankitalia, Carlo Azeglio Ciampi, a prosciugare le risorse della banca centrale, bruciando 50 miliardi di dollari per arginare l’imminente tracollo della nostra economia monetaria: in pratica ci costrinsero a mutilare il nostro bilancio. Tipica operazione coloniale da "economic hitman" (vedi allegato – 3).
Allegato 3
Oggi come ieri – Corsi e ricorsi storici
Moody’s, l’impunita agenzia di rating – testa d'ariete del mondialismo sion-americanista contemporaneo – completò l’opera declassando i nostri Bot. Un criminoso attacco speculativo ad opera d’arte. Diverse procure italiane (fra cui Trani, Napoli e Roma – vedi allegati – 4) avviarono delle inchieste contro l’attacco speculativo e il super-aggiotaggio di Soros nei confronti dei nostri mercati. Soros – di recente addirittura premiato dall'intellighenzia italiota di sinistra – vedi allegato 5 – venne accusato di aggiotaggio e insider trading, avendo utilizzato informazioni riservate che gli permettevano di speculare con sicurezza e di anticipare movimenti su titoli, cambi e valori delle monete. Una immensa frode legalizzata che avrebbe colpito tutti i cittadini-risparmiatori italiani ed avrebbe contribuito all'odierna recessione e crisi indotta. Inutile dirlo le inchieste furono un buco nell’acqua. Nessun potente speculatore venne incriminato, nessun politico italiano fu mai dichiarato colpevole.
Allegato 4
Cosa, infine, si potrebbe ancora dire del Bilderberg Group? Beh abbiamo detto davvero tutto! (vedi allegati – 6) Potrebbe essere illuminante a riguardo, tuttavia, analizzare le dichiarazioni rilasciate dal co-fondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto, durante una intervista rilasciata nelle scorse ore: "la cessione di Telecom è una grande sconfitta del nostro sistema industriale… Credo proprio di sì. Si può dire il contrario? Un Paese che era sesto al mondo e non è più nella chimica, nell’informatica, nella farmaceutica. C’è una responsabilità di chi ha gestito quell’azienda fino alla sua dismissione, dalla privatizzazione in poi. Qualcuno deve pagare per certe gestioni. E’ un asset importante non solo per motivi economici, ma anche strategici. E’ importante anche una nostra azienda che fa vestiti, ma non c’è paragone con un’industria delle Telecomunicazioni». "Chi comanda Telecom… Bernabè! – ha aggiunto Crosetto – quello che ha partecipato di più alle riunioni Bilderberg negli ultimi vent’anni. Adesso bisogna vedere dove lo manderanno…" (frase è molto significativa.. ricordiamo, infatti, che Bernabé fu il protagonista della privatizzazione dell'ENI nel '98). "Quel che è successo – ha infine commentato Crosetto – dimostra l’incapacità di un Paese di avere una strategia che vada al di là della discussione quotidiana su stupidaggini mostruose. Per quanto sia importante l’Iva, e per me è importante non alzarla, qua parliamo di un asset». Parole sante che cozzano tuttavia con le curiose dichiarazioni rese lo scorso 18 Settembre a Matrix dalla "Sorella d'Italia" Giorgia Meloni, che lamentava – udite, udite – l'assenza di una maggior leadership in seno europeo ed europeista, dimenticando (???) chi controlli davvero la colonia israelo-statunitense chiamata UE e chi abbia aperto la "crisi" con strumenti tipici di una "Commissione stalinista".
Allegati 6
L'Emblematica dichiarazione del Direttore di Confindustria
Una dichiarazione davvero emblematica – l'ennesima – è stata quella del direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, che ha parlato così nella trasmissione di Radio1 Rai (dal rievocativo e curioso titolo, consentitemi…, spiccatamente marxista) "L’Economia prima di tutto": “L’operazione Telefonica-Telecom è uno snodo molto importante per il nostro futuro industriale”. Secondo la Panucci, infatti, non sarebbe rilevante la nazionalità del capitale, ma la "competitività". Roba da non credere! Ecco le ultime eloquenti battute del passaggio radiofonico: Come commenta queste parole? «Vada a fare il Direttore di Confindustria in Spagna…. Non ho parole. Cioè, ha sbagliato mestiere. Si rende conto che conta anche la nazionalità per noi e per i cittadini?». In parole povere, amici, si può tranquillamente parlare di fallimento pilotato: d'altronde (vedi allegati – 7) tutto fu premeditato precisamente nel '92 sul panfilo Britannia. E' in atto la più grande truffa che sia mai stata concepita, malgrado tutta la politica (tutta) faccia finta di non capire, in un Parlamento morto e sepolto ormai da anni – se non decenni (vedi allegato – 8) che somiglia sempre più ad un aborto, o meglio alla caricatura di una camera bassa del Congresso USA o ad uno scantinato della White House.
Maria Bianchi (Copyright © 2013 Qui Europa)
Allegati 7
(Video in Allegato – IL PIANO DULLAS)
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