Martedì, 3 luglio / 2018
– di Godeleine Lafargue –
Venerdì, Aprile 27th / 2012
– di Silvia Laporta –
Unione europea / Crisi Ue / Recessione / George Soros / Paul Krugman / Disoccupazione giovanile / Spagna / Italia / Germania / Angela Mrekel / Mario Monti / Depressione Usa degli Anni '30 / Politica Monetaria Inflazionistica / Piigs / Pressione fiscale / Distruzione del Welfare / Suisidio economico dell'Ue
Crisi Europea: le politiche economiche
espansionistiche contro il suicidio
nell’Europa austera
Le false promesse dell'equità e il gioco sporco
della tecnocrazia europea
Bruxelles, Francoforte, Berlino, Roma, Madrid – La situazione di crisi europea ha conosciuto un allargamento soprattutto nell’ultimo biennio, colpendo le finanze pubbliche di molti paesi, in molti casi salvate in extremis dal rischio di insolvenza. La crisi finanziaria globale, come visto, ha causato un aumento vertiginoso del debito pubblico nelle economie avanzate. La preoccupazione crescente ha innescato vari dibattiti su come risolvere il problema. Nelle economie avanzate in media il rapporto debito/Pil è oggi vicino a livelli del 100%, i più alti dal dopoguerra, e sembra oltretutto destinato ad aumentare ancora. L’aggiustamento fiscale richiesto è senza precedenti: serviranno molti anni per ridurre il debito e riportarlo a livelli accettabili, e secondo molti analisti potrebbe non servire, visto che nulla si è fatto per imbrigliare la finanza internazionale e la speculazione. Ma con quale politica l’Unione Europea sta decidendo di affrontare questa gravosa situazione?
Suicidio Economico – Il punto di Soros e Krugman
Secondo il parere di un maestri del pensiero finanziario ed economico americano, Paul Krugman, le strategie adottate in merito dall’Ue non sono annoverabili tra le più efficaci. Anzi! Secondo Krugman, Nobel per l’economia 2008, con l’attuale politica, l’Europa, sta andando verso il suicidio economico. Il problema è rilevabile in una scelta che inizialmente poteva rivelarsi giusta, ma adesso inevitabilmente sbagliata: quella dell’estrema austerity. Anziché cercare di allargare il credito e investire massicciamente, in modo da rilanciare l’economia creando nuovi posti di lavoro e aumentare i consumi, l’Europa si sta basando su una politica sbagliata che non la porterà verso una concreta risoluzione della crisi. Krugman usa la stessa metafora: "Si esce dalla trappola del debito sovrano e del deficit di bilancio con la crescita, non con la recessione economica imposta dall'austerity"
Situazione più grave della depressione Usa degli Anni '30
Secondo Krugman i cosiddetti “Piigs”, (i paesi europei più indebitati ossia Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), non devono cercare di risolvere la loro situazione con un’estrema austerity se non vogliono andare incontro a un vero e proprio collasso economico. La situazione è più grave di quanto si pensi. In Spagna si è raggiunto il 24% di disoccupazione e il 50% di disoccupazione giovanile, percentuali vicine a quelle della grande depressione degli anni ’30 negli Stati Uniti. Se all’attuale austerity, non seguirà una politica finanziaria incentrata a massicci stimoli pubblici e privati all’economia, si rischia seriamente un collasso, che coinvolgerà anche l’euro, facendo sentire il suo peso a livello mondiale.
Le priorità – Politica Monetaria Espansionistica e Pressione Fiscale
Ciò che viene proposto dai due economi statunitensi è una politica finanziaria molto oculata: la Banca Centrale Europea deve adottare una politica monetaria espansionistica annunciando che tollererà un inflazione più elevata dell’attuale, mentre la Germania deve approvare un bilancio che serva a riequilibrare quelli del Piigs. Gli altri paesi , Italia compresa, devono allentare la pressione fiscale e incentivare la ripresa economica; mentre le Istituzioni internazionali come il Fondo Monetario devono fornire aiuti agli Stati che ne hanno bisogno. Anche seguendo questo schema di direttive, ci vorranno molti anni per uscire dalla crisi europea, ma almeno si potranno evitare gravi torbidi sociali.
La falsa promessa dell'equità e la distruzione del Welfare
L’equità di cui hanno parlato i governanti e i politici europei non è mai stata osservata, escludendo dagli enormi sacrifici economici richiesti i ceti più abbienti e imponendoli violentemente a quelli a quelli medi e bassi. L’Europa, si sta inevitabilmente allontanando dai precetti fondamentali del Welfare State. La tutela degli interessi finanziari, non può andare a discapito di quella degli interessi del cittadino. E’ per questo che il dibattito su come risolvere la crisi diventa tanto importante, nella misura in cui la sua portata diventi trasversale a ogni ambito della vita di uno Stato.
Silvia Laporta (Copyright © 2012 Qui Europa)
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