Mercoledì, Luglio 31th/ 2013
– di S.P._Redazione Qui Europa, Siria –
Martedì, 20 febbraio / 2018
– di Thierry Lefévre –
Redazione Quieuropa, Eugenetica, eugenisti,International Planned Parenthood, Birth Control
La cospirazione eugenetica – 3 – La strategia della
cripto-eugenetica
L'ideologia della cultura della morte: "La Società (eugenetica)
dovrebbe inseguire scopi eugenetici utilizzando mezzi meno
vistosi, ossia mediante una politica cripto-eugenetica"
di Thierry Lefévre / La connexion eugéniste
Cripto-eugenetica: il più grande spiegamento
Roma – Il grande e nuovo spiegamento strategico dell'eugenetica è la cripto-eugenetica. La più illustre degli eugenisti fu Margaret Sanger (prima foto grande da sinistra), al tempo stesso socialista estremista e capitalista grazie al denaro proveniente dal suo secondo marito (l'industriale J. Noah Slee, produttore del famoso olio Three-In-One), fondatrice del Planning Familial (vedi manifesto – prima foto grande a destra), organizzazione che cambiò diverse denominazioni nel corso del XX secolo: dal 1922 al 1939, American Birth Control League («Lega Americana per il Controllo delle Nascite»); dal 1939 al 1942, Birth Control Federation of America («Federazione Americana per il Controllo delle Nascite); dal 1942 ai nostri giorni, Planned Parenthood («Paternità pianificata», o Planning Familial); nel 1952, tutte le associazioni nazionali si sono raggruppate nell'International Planned Parenthoood Federation (vedi logo in copertina – prima foto a destra in alto). Più oltre vedremo come, su consiglio di un consulente per le pubbliche relazioni, il movimento accettò, a malincuore, di abbandonare in pubblico il discorso rivoluzionario ed eugenetico per apparire come un promotore dei valori nazionali e familiari. Questa manipolazione guadagnò al Planned Parenthood l'ammirazione e il rispetto di quasi tutto i Paesi, e certamente di tutte le persone implicate nei servizi sociali.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale,
anche la Società Eugenetica Americana cambiò strategia:
essa passò alla cripto-eugenetica
senza modificare uno iota dei suoi obiettivi.
Osborn e l'esaltazione dell'eugenetica di Galton
Nell'aprile del 1956, Frederick Henry Osborn (1889-1981) (vedi foto in copertina: la seconda grande da sinistra), che aveva presieduto l'Eugenics Society americana dal 1946 al 1952, dichiarò:«Sono passati ottantasei anni da quando Galton (vedi foto in copertina: la seconda grande da destra) ha pubblicato la sua opera "Il genio ereditario"; ottantasei anni fa
egli considerava il movimento eugenetico
come qualcosa che avrebbe fatto piazza pulita del mondo
e avrebbe finalmente reso l'uomo l'unico padrone incontrastato
del proprio destino sulla Terra.
Accettare l'idea d'inferiorità
Ciò non si è verificato. Il movimento eugenetico è solamente un piccolo pugno di uomini sparsi in molti Paesi; qui in Inghilterra, negli Stati Uniti, in India e in Francia. Essi non influenzano l'opinione pubblica. Anche la parola "eugenetica" è screditata in alcuni luoghi.
Credo tuttavia sempre al sogno di Galton.
Anche la maggior parte di voi, penso. Dobbiamo chiederci: dove abbiamo fallito? Credo che abbiamo omesso di prendere in considerazione un tratto caratteriale quasi universale ben radicato nella natura umana. Le persone non vogliono semplicemente accettare l'idea che la base genetica che forma il loro carattere è inferiore e non dovrebbe essere ripetuta nella generazione successiva. Abbiamo chiesto a gruppi interi di persone di accettare questa idea.
Una "decisione intelligente"
Essi hanno costantemente rifiutato, e noi non abbiamo fatto altro che uccidere il movimento eugenetico.
Le persone accetteranno l'idea di un difetto ereditario specifico.
Esse si recheranno in una clinica sull'ereditarietà
a chiedere quale è il rischio di concepire
un bambino handicappato.
Paragonaneranno questo rischio alla probabilità di avere un bambino sano,
e finiranno per prendere una decisione intelligente.
Ma non accetteranno mai l'idea di essere di seconda scelta. Dobbiamo quindi poggiare su altre motivazioni. In circostanze normali, le persone hanno un numero di bambini in proporzione alla loro capacità di prendersene cura. Se si sentono finanziariamente sicure, se non temono di assumersi delle responsabilità, se sono affettuose, se sono fisicamente sane e competenti, è probabile che avranno una famiglia numerosa, purché abbiano ricevuto un ragionevole condizionamento in questo senso.
Un sistema di selezione volontaria incosciente
In compenso, quelle che sono incapaci di mantenere i loro figli, se temono le responsabilità, se sono poco affettuose, non vogliono avere molti bambini. Se dispongono di mezzi efficaci per la pianificazione familiare, non ne avranno molti. I nostri studi hanno dimostrato che ciò è vero in tutto il mondo.
Su una tale base, è sicuramente possibile costruire
un sistema di selezione volontaria incosciente.
Ma gli argomenti addotti devono essere accettabili in modo generale.
Smettiamo di dire a tutti che hanno una qualità genetica globalmente inferiore, perché non saranno mai d’accordo. Poggiamo le nostre proposte sul desiderio di avere dei bambini (nati) nei focolai domestici dove beneficeranno di cure affettuosissime e responsabili; forse allora le nostre proposte verranno accolte. Mi sembra che se l'eugenetica vuole progredire come dovrebbe, deve seguire nuove politiche e riaffermarsi, e di questa rinascita potremmo vedere con i nostri occhi raggiungere gli scopi elevati che Galton gli aveva fissato» (1).
(1) Cfr. Eugenics Review, aprile 1956, v. 48, nº 1.
Il mito della supremazia della razza bianca
Si dice spesso che Osborn sia stato il padre della riforma del movimento eugenetico dopo la Seconda Guerra Mondiale, dicendo che lo ha epurato dal suo razzismo. Tuttavia, la stessa persona che conduceva questa «riforma», fu segretamente il Presidente del Pioneer Fund dal 1947 al 1956. Il Pioneer Fund è un'organizzazione molto conosciuta perché esalta la supremazia della razza bianca (in foto il logo dell'associazione per la supremazia della razza bianca – prima foto piccola da destra, in basso). Evidentemente, un razzista (seppure in segreto) non può disprezzare il razzismo; può forse condannare il razzismo aperto, pur conservando una politica che si può definire «cripto-razzista».
( Frederick Henry Osborn )
Una politica di cripto-eugenetica
Nel 1973, la Società Eugenetica Americana cambiò denominazione: oggi si chiama Society For the Study of Human Biology («Società per lo studio della Biologia Sociale»). Alla fine degli anni '50, il Dr. Carlos Paton Blacker, che era stato un dirigente dell'Eugenics Society nel 1931 (prima Segretario, poi Segretario generale, poi Direttore ed infine Presidente), fece questa proposta:
«La Società (eugenetica) dovrebbe inseguire scopi eugenetici
utilizzando mezzi meno vistosi, ossia mediante una politica cripto-eugenetica,
la quale è apparentemente riuscita nell'"Eugenics Society" americana».
Cripto-eugenetica: la strategia Unesco
Nel 1960, una proposta di Blacker fu adottata dall'Eugenics Society inglese. Questa risoluzione tra l'altro dichiarava: «Le attività della Società nella cripto-eugenetica dovrebbero essere portate avanti con vigore. In particolare, la Società dovrebbe aumentare il suo sostegno finanziario alla F.P.A. ("Associazione per la Pianificazione Familiare", il ramo inglese del Planning Familial) e all'"International Planned Parenthoood Federation", e mettersi in contatto con la "Society For the Study of Human Biology", che conta già numerosi membri attivi, per vedere se ci fossero alcuni progetti interessanti che l'"Eugenics Society" potrebbe appoggiare». L'International Planned Parenthoood Federation era nata dall'Eugenics Society. Nel momento in cui questa risoluzione fu adottata dall'Eugenics Society inglese, Blacker era il Presidente amministrativo dell'International Planned Parenthoood Federation.
L'Unesco e l'etica dell'ingegneria sull'uomo
Il numero di settembre del 1994 del bollettino dell'U.N.E.S.C.O., il cui primo Segretario generale fu il Presidente dell'Eugenics Society inglese, trattò di bioetica, o più esattamente dell'
«etica dell'ingegneria sull'uomo».
Georges B. Kutukdjian, filosofo ed antropologo, responsabile dell'unità di bioetica dell'U.N.E.S.C.O., precisò la posizione di quest'ultima: «la prima domanda che dev'essere posta è in relazione alla diagnosi pre-impiantatoria praticata sugli embrioni fecondati artificialmente che, a causa della sua grande semplicità e del suo basso costo, ha tutte le probabilità di sostituire la terapia genica nei casi, rari, di malattie genetiche. Ciò implica una scelta (leggi "selezione"; N.d.R.) la cui cornice è definita già in termini etici. La seconda domanda è di sapere se il lavoro che viene attualmente compiuto non rischia di concentrarsi strettamente sui geni che riguardano il comportamento delle persone – la loro sessualità, ad esempio – i loro talenti e le loro capacità, e anche le loro "deviazioni". Ciò potrebbe condurre ad una sorta di riduzionismo genetico in cui le persone sarebbero definite esclusivamente nei termini del loro genoma, o ad una situazione in cui alcuni individui o gruppi potrebbero essere stigmatizzati dalla società, ostracizzati o anche eliminati. Ciò equivarrebbe ad adottare una politica eugenetica». Questo discorso costituisce un notevole tentativo di sovversione del linguaggio: l'eugenetica non sarebbe più la scelta e la selezione degli uomini secondo i metodi riservati agli animali, ma quasi unicamente un rimedio agli eventuali eccessi di una elevata tecnologia oggi irrealizzabile. Questo scivolamento semantico è condiviso da una buona parte dei media e della popolazione che non vedono l'«eugenetica democratica» che Testart denuncia.
Thierry Lefévre – La connexion eugéniste
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