– di Vittorio Gigliotti, Cantiere Laboratorio –
Redazione Quieuropa, Vittorio Gigliotti, Donbass, Guerra in Ucraina, mondialismo, Europa
La guerra dimenticata del Donbass a 4 anni
dal suo inizio
Un altro eroe caduto: Oleg Mamiev. "Speranza" manifesta
a Roma per non dimenticare
di Vittorio Gigliotti / Cantiere Laboratorio
La "guerra fantasma" nel cuore dell'Europa
Roma – di Vittorio Gigliotti, Presidente Cantiere Laboratorio – Il leggendario comandante della Brigata “Pyatnashka”, Oleg Mamiev (foto in copertina a sinistra, in basso), è morto in trincea a Donetsk, ucciso da una granata lanciata dall’esercito ucraino la notte tra il 17 e il 18 maggio 2018. Il gigante bruno era amato e stimato dai suoi uomini e chi lo ha conosciuto da vicino ha potuto constatarne la scrupolosità, il carattere bonario e amichevole ed il suo smisurato coraggio. Oleg era una di quelle persone rare, che sapeva mantenere la calma anche nelle situazioni più complesse e difficili. Prima della guerra in Dombass, viveva in Ossezia, nella primavera del 2014 ha mollato tutto ed è andato a combattere in Donbass, sempre in prima linea. Dopo “Motorola” e “Givi”, Donetsk piange un altro eroe.
“Sono venuto in Donbass – ebbe a dire Mamiev –
non per dedicarmi alla politica, ma per proteggere i civili
dall’arbitrarietà delle autorità criminali ucraine.
Il popolo del Donbass
ha fatto una scelta a favore della Repubblica Popolare di Donetsk,
ha scelto il Capo dello Stato Alexander Zakharchenco e combatte
per la sua indipendenza e libertà ed io difenderò la volontà della gente”.
A quattro anni dall’inizio della guerra nella regione dell’Ucraina Orientale, esattamente il 26 maggio 2014 alle ore 13.00, gli aerei ucraini sganciavano le prime bombe sull’aeroporto e la stazione ferroviaria della città di Donetsk. Da allora le azioni belliche continuano e negli ultimi giorni si sono intensificate. Solo nella città di Gorlovka, nei giorni scorsi, sono stati lanciati circa seicento missili in un attacco fortunatamente respinto. Una guerra dove si combatte e quotidianamente si muore, nel cuore dell’Europa, solo geograficamente perché sembra tanto lontana e dimenticata dal mondo cosiddetto “civile”. Migliaia di morti ed oltre 1 milione di profughi sembra non facciano notizia nella “civile” e ovviamente “democratica” Europa dei burocrati e dei mercanti. Per non dimenticare e ricordare questa tragedia, il 26 maggio 2018 l’Associazione culturale italo-russa “Speranza” organizza una manifestazione a Roma alle ore 15.00 a Castel Sant’Angelo.
Vittorio Gigliotti, Presidente Associazione Cantiere Laboratorio
(Copyright © 2018 Qui Europa)
partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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