Domenica, 8 Gennaio/ 2017
– di Sergio Basile e Don Curzio Nitoglia
Redazione [...]
Lunedì, Ottobre 21th/ 2013
– di Padre Piotr Panzulewicz –
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La Lotta Contro il Male – L'Alleato Fedele, la
Preghiera e l'importanza della Memoria
Ennesima strage di cristiani in Siria… Manifestazioni anti
austerity a Roma e nei Paesi nell'Eurozona: la storia che
ci troviamo quotidianamente a commentare somiglia
sempre più ad una lotta tra bene e male
Lo Spirito ci ha strappato alla Paura. Ecco come!
Memoria e Preghiera: due punti imprescindibili
di Padre Piotr Panzulewicz
La Lotta Contro il Male
Damasco, Roma, Catanzaro – di Padre Piotr Panzulewicz – Ennesima strage di cristiani in Siria. Manifestazioni anti-austerity in Italia e del resto dell'Eurozona. Grecia in testa. Intanto nelle ultime ore a il Patriarca maronita Bechara Raï – secondo quanto riportato da Radio Vaticana – "ha espresso la sua dura denuncia durante un'udienza con una delegazione di rappresentanti di undici associazioni cristiane e musulmane francesi, giunta in Libano per esprimere solidarietà al Paese, da mesi in prima linea nell'emergenza umanitaria causata dal conflitto (coloniale) siriano. Secondo il cardinale, "questa tragica situazione rischia di peggiorare con l’approssimarsi dell’inverno, fino a diventare una catastrofe umanitaria". Attualmente, infatti, oltre un milione e mezzo di profughi siriani sono senza alloggio, istruzione e assistenza sanitaria. Evidentemente da due anni a questa parte qualcuno sta perpetrando il genocidio pilotato dei Cristiani. E non solo in Africa e Medioriente.. Anche in Europa! Cambiano solo le modalità… Ma non lo sostanza! La storia che ci troviamo quotidianamente a commentare somiglia sempre più, dunque, ad una lotta tra bene e male… Non casualità, non "congiunture economiche", ma lotta pura tra bene e male… tra Dio (e i figli della Luce) e il Padre del Danaro, dell'Invidia, dell'inganno e della Distruzione (ed i suoi spietati e sbandati seguaci, figli di una luce diversa… nera).
Abbiamo un alleato potente!
“La lotta contro il male è dura e lunga, richiede pazienza e resistenza”. Per questo è necessario “pregare sempre senza stancarsi”. Lo ha affermato il Papa ieri all’Angelus ricordando che “nel nostro cammino quotidiano, specialmente nelle difficoltà, nella lotta contro il male fuori e dentro di noi, il Signore è al nostro fianco; noi lottiamo con Lui accanto, e la nostra arma è proprio la preghiera, che ci fa sentire la sua presenza, la sua misericordia, anche il suo aiuto. Occorre fare, come Mosè – ha aggiunto – che doveva tenere le braccia alzate per far vincere il suo popolo”. Il Pontefice ha preso spunto dalla parabola della vedova che invoca insistentemente un giudice disonesto per ottenere giustizia. “Se la vedova è riuscita a convincere quel giudice – spiega il Vangelo – anche Dio ci ascolta se lo preghiamo con insistenza”. D'altronde, se vogliamo andare al nocciolo della questione – ricollegandoci anche alla Scrittura di Sabato scorso – finiamo per dire che la nostra fede – ciò che ci spinge a pregare – è la fiducia che riponiamo nella fedeltà di Dio (Dio è fedele: 2 Tim 2, 13) una fedeltà che non può né ingannarsi né ingannare. Le nostre povere esperienze di fedeltà ci rendono diffidenti; temiamo sempre che l'altro, gli altri cerchino di accaparrarsi qualcosa di noi e ci difendiamo tenacemente, anche da Dio, magari in modi che, formalmente, sono ineccepibili, ma ci impediscono di incontrarLo nel profondo del cuore.
Lo Spirito ci ha strappato alla paura
Il Regno di Dio lo costruiscono quelli che si fidano di Lui, che hanno riposto la loro speranza nel Signore, che sono disposti a seguirLo anche per le vie più imprevedibili, insomma, quelli che gli vogliono bene, riconoscono la Sua signoria sulla propria vita, cioè seguono il suo insegnamento e vivono il suo amore. È vero, ci attendono catene, processi e condanne. Sulla carne sentiamo i graffi del loro disprezzo e ci ferisce il loro rifiuto; ma proprio attraverso quanti ci perseguitano è lo Spirito Santo che «ci porta», sì, «ci porta», cesellando in noi l’immagine del Signore perché sia «riconosciuta». Se ci rifiutano e perseguitano è segno che l’opera sta riuscendo bene; lo Spirito ci ha strappato alla paura e, mentre nel cuore «ci attesta che siamo figli di Dio», scioglie sulle nostre labbra davanti a tutti lo stesso abbandono obbediente del Figlio: «Abbà! Padre!», le parole che ci hanno salvato e che lo Spirito ci «insegna» facendo di ogni «momento» una buona notizia per il mondo. E' questo che ci salva, perché ci permette di non essere schiavi di noi stessi e delle nostre paure, delle mode e delle abitudini scontate, ma di trovare nella roccia solida del Vangelo la forza di essere più umani. Per questo chi non vive questa signoria non sarà riconosciuto come suo familiare, la sua vita cioè non parlerà di Gesù e resterà estranea a quelli che vivono con lui, come gli angeli. E' proprio questa mancanza di amore, cioè quello che il Vangelo chiama il peccato contro lo Spirito, che segna la differenza, e non basterà eseguire le prescrizione o essere formalmente corretti. Senza amore il cristianesimo è come svuotato, diviene esteriorità inutile e sterile. E' sempre questo Spirito che ci dà le parole umane, ci permette di comunicare con tutta la nostra vita un amore che non finisce e ci difende davanti al pericolo di perderci davanti ad un mondo violento e disumano.
L'Importanza della Memoria
Riconoscere la propria appartenenza a Cristo davanti agli uomini è segno del proprio cristianesimo. Già il nome di "cristiano" contiene in sé il nome di "Cristo". Il cristiano è l'"unto", il consacrato a Cristo. Interiormente ciò si realizza col battesimo e con la cresima, che sanciscono l'appartenenza a Cristo. È nostro dovere mostrare questa dipendenza ai nostri fratelli. Ogni giorno, dobbiamo riflettere sul modo di testimoniare, nella nostra vita, Cristo agli altri. Ignorare le vie del Signore e il piano divino di salvezza, allontanare consapevolmente Cristo dalla nostra vita è il peccato contro lo Spirito Santo. Il peccato contro lo Spirito Santo è rifiutare la salvezza. Nelle situazioni difficili, che esigono che l'uomo porti testimonianza di Dio, ci aiuta lo Spirito Santo, che ispira il nostro comportamento. A proposito vi raccomando la lettura dell’omelia di Papa Francesco pronunciata il 13 maggio scorso dal titolo: «Lo Spirito Santo è lo sconosciuto della nostra fede». “Adesso – ha detto – tanti cristiani non sanno chi sia lo Spirito Santo, come sia lo Spirito Santo. E alcune volte si sente: ‘Ma io mi arrangio bene con il Padre e con il Figlio, perché prego il Padre Nostro al Padre, faccio la comunione con il Figlio, ma con lo Spirito Santo non so cosa fare…’. O ti dicono: ‘Lo Spirito Santo è la colomba, quello che ci dà sette regali’. Ma così il povero Spirito Santo è sempre alla fine e non trova un buon posto nella nostra vita. Invece – ha proseguito il Papa – lo Spirito Santo è un “Dio attivo in noi”, un “Dio che fa ricordare”, che “fa svegliare la memoria”. Gesù stesso lo spiega agli apostoli prima della Pentecoste: lo Spirito che Dio vi invierà in mio nome, assicura, “vi ricorderà tutto quello che ho detto”. Viceversa, per un cristiano si profilerebbe una china pericolosa: “Un cristiano senza memoria non è un vero cristiano: è un uomo o una donna che prigioniero della congiuntura, del momento; non ha storia. Ne ha, ma non sa come prendere la storia. E’ proprio lo Spirito che gli insegna come prendere la storia. La memoria della storia…
Chiedere la Grazia della Memoria
Quando nella Lettera agli Ebrei, l’autore dice: "Ricordate i vostri padri nella fede!" – memoria; "ricordate i primi giorni della vostra fede, come siete stati coraggiosi" – memoria. Memoria della nostra vita, della nostra storia, memoria dal momento che abbiamo avuto la grazia di incontrare Gesù; memoria di tutto quello che Gesù ci ha detto. “Quella memoria che viene dal cuore, quella è una grazia dello Spirito Santo”, ha ripetuto con forza Papa Francesco. "E avere memoria – ha precisato – significa anche ricordare le proprie miserie, che rendono schiavi, e insieme la grazia di Dio che da quelle miserie redime: E quando viene un pò la vanità, e uno crede di essere un pò il Premio Nobel della Santità, anche la memoria ci fa bene: "Ma … ricordati da dove ti ho preso: dalla fine del gregge. Tu eri dietro, nel gregge". La memoria è una grazia grande, e quando un cristiano non ha memoria – è duro, questo, ma è la verità – non è cristiano: è idolatra. Perché è davanti ad un Dio che non ha strada, non sa fare strada, e il nostro Dio fa strada con noi, si mischia con noi, cammina con noi. Ci salva. Fa storia con noi. Memoria di tutto quello, e la vita diventa più fruttuosa, con questa grazia della memoria”. Alla luce di ciò il miglior invito possibile per un cristiano è quello di chiedere la grazia della memoria per essere persone che non dimenticano la strada compiuta, "non dimenticano le grazie della loro vita, non dimenticano il perdono dei peccati, non dimenticano che sono stati schiavi e il Signore li ha salvati”. Chiediamo questa grazia… Il mondo e l'Europa dei paradossi e dei grandi tradimenti potranno cambiare anche e soprattutto attraverso di noi, invertendo questa rotta!
Padre Piotr Panzulewicz (Copyright © 2013 Qui Europa)
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