La Pace Comincia nel Nostro Cuore – Il Male non potrà Mai Sconfiggere Dio

Mercoledì, Settembre 4th/ 2013

– di Padre Piotr Anzulewicz – 

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La Pace Comincia nel Nostro Cuore – Il Male

non potrà mai sconfiggere Dio

Papa Francesco – Occorre cambiare i nostri cuori

attraverso Preghiera e Digiuno. Solo così potremo

chiedere il Dono della vera Pace

Siamo chiamati a guarire cacciando i demoni

 

di Padre Piotr Anzulewicz

Siria - Il Mondo si prepara per la Giornata Mondiale per la Pace

 Per mettersi al servizio…necessita…..                                                                 

Catanzaro –  di Padre Piotr Anzulewicz – Mercoledì della 22a settimana del tempo ordinario. – A Palermo, Santa Rosalia († 1160), chiamata “Santuzza”, vergine, eremita sul monte Pellegrino. – A Viterbo, Santa Rosa († 1251), terziaria francescana (ieri sera, alla vigilia della ricorrenza della sua festa, per le vie del centro storico di Viterbo ha svilato la Macchina di Santa Rosa denominata "Fiore del Cielo", l'imponente costruzione trasportata a spalla da circa 100 volontari devoti di Santa Rosa). Tutte e due hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia delle loro rispettive città, nelle quali sono invocate come patrone principali. Nessuno di noi può mettersi al servizio degli altri, finché le malattie dello spirito continuano ad appesantire il nostro cammino. Lasciamo che il Signore imponga le sue mani su di noi e ci sollevi in alto. Lui ci accoglie non come un oggetto guasto o una macchina a cui sostituire un ingranaggio, ma nella nostra dignità di persona.

 Il Vero Servizio, oltre la Vanagloria                                                                      

(Col 1,1-8   Sal 51   Lc 4,38-44) Le letture di oggi ci offrono l'immagine di una Cafarnao ormai conquistata dal "potere" e dalla personalità di Gesù e i suoi discepoli ne godono con Lui, ma lui non permette loro di fossilizzarsi in una situazione gradevole e piena di vantaggi, crogiolarsi, sentirsi fortunati e staccarci dal mondo. Vivere il discepolato significa infatti lasciarsi spingere dall’amore che fa rinunciare alle proprie gratificazioni personali, mettersi al servizio, servire, cioè amare, purché giunga a tutti la Parola che salva e che non può essere mai frenata dal nostro egoismo. Per questo occorre "uscire" senza fermarci e mettere radice nella carne per raccogliere i frutti e trasformare l'opera di Dio in povera vanagloria, cibo avariato per l'uomo vecchio. Così facendo stringeremmo una mortale alleanza con i demoni, astuti molto più di noi.

Siria - Il Mondo si prepara per la Giornata Mondiale per la Pace

 Chiamati a guarire Scacciando i demoni                                                            

La garanzia della guarigione del prossimo è il nostro andare più in là di lui, chiamadolo a seguire il Signore con noi. Niente ricompense, niente abbuffate affettive, ma solo l'obbedienza all'urgenza di salvare chi ci è stato affidato, sempre in un' "altra città".  "Per questo siamo stati mandati", per essere itineranti, "uscire" e andare verso chi ci aspetta "al calar del giorno", sulla soglia della disperazione, e portarlo a Cristo. Siamo "mandati", dalla casa all'ufficio, alla scuola, ovunque, a raccogliere il dolore e la morte e a "guarire" cacciando i demoni. Ovunque e sempre lottando contro di essi, restando profondamente uniti alla Chiesa, «senza lasciare il demonio parlare», assecondandolo con le sue mezze verità che irretiscono e fulminano. Non si entra in dialogo con lui, ma solo si "intima" a uscire. Quando si impossessa di un'anima, subito la colma di tristezza. "Ebbene che facciamo?" – si domandava ieri Papa Francesco, durante l’omelia a Santa Marta – "Andiamo al cinema, allo stadio o ci droghiamo per sfuggire la tristezza? No, guardiamo la febbre, l'accidia, la pigrizia, l'anoressia spirituale e "intimiamo" di uscire al demonio che vi si nasconde. Esso, infatti, «tante volte viene travestito da angelo di luce: a lui piace imitare Gesù e si fa buono, ci parla tranquillamente, come ha parlato a Gesù dopo il digiuno nel deserto. Abbiamo bisogno della saggezza del discernimento per conoscere quando è Gesù che ci dà la luce e quando è proprio il demonio, travestito da angelo di luce».

 La Fede non è una Questione Privata                                                                 

Notiamo però che senza la "sinagoga"-comunità non vi può essere autentica e profonda guarigione. I discepoli, forti dell'esperienza vissuta nella sinagoga, possono pregare insieme per la suocera di Simone. Dopo aver scacciato il demonio che affligge la comunità, e averla purificata, Gesù si dirige a casa. Dalla sinagoga alla casa. Prima dell'intimità vi è la "bonifica" dell'ambiente. La fede, infatti, non è mai una questione privata. Troppo spesso si privilegia l'aspetto verticale e si dimentica quello orizzontaleLe fughe intimistiche senza il riscontro della comunità sono sempre malsane e precludono qualsiasi guarigione.

Siria - Il Mondo si prepara per la Giornata Mondiale per la Pace

 La Pace Comincia nel Nostro Cuore                                                                   

*In questo giorni tutta la Chiesa si mobilità per rispondere all’appello di Papa Francesco per la Giornata di Preghiera e di Digiuno, sabato prossimo, per chiedere a Dio il dono della pace in Siria, in Medio Oriente e nel mondo intero. Appello che ha raccolto immediatamente un gran numero di adesioni, tra credenti e non credenti. «Una giornata da dedicare alla pace nel mondo, ma – ha detto il Papa oggi, riprendendo, dopo la pausa estiva, gli incontri in Piazza S. Pietro per l’udienza generale del mercoledì – anche per la pace nei nostri cuori, perché la pace comincia nel cuore». Se non cambiano i cuori, difficilmente la guerra sarà superata e la pace potrà essere perseguita. Occorre cambiare i cuori propri attraverso la preghiera e il digiuno e implorare il cambiamento dei cuori di coloro che più resistono e più si trovano coinvolti in questa tragedia.  Di qui il suo appello: «Rinnovo l’invito a tutta la Chiesa a vivere intensamente questo giorno – ha detto il Papa nelle scorse ore –  e, sin d’ora, esprimo riconoscenza agli altri fratelli cristiani, ai fratelli delle altre religioni e agli uomini e donne di buona volontà che vorranno unirsi, nei luoghi e nei modi loro propri, a questo momento. Esorto in particolare – ha cntinuato Papa Francesco – i fedeli romani e i pellegrini a partecipare alla veglia di preghiera, qui, in Piazza S. Pietro alle ore 19.00, per invocare dal Signore il grande dono della pace. Si alzi forte in tutta la terra il grido della pace!».

 Il Male non potrà mai sconfiggere Gesù Cristo                                               

Rivolgendosi ai fedeli giunti dal Medio Oriente, in particolare dall’Iraq, dalla Giordania e dall’Egitto, ha rivolto questa esortazione: «Unitevi sempre a Cristo edificando il suo Regno con la fraternità, la condivisione e le opere di misericordia. La fede è una forza potente capace di rendere il mondo più giusto e più bello! Siate una presenza della misericordia di Dio e testimoniate al mondo che le tribolazioni, le prove, le difficoltà, la violenza o il male non potranno mai sconfiggere Colui che ha sconfitto la morte: Gesù Cristo».

Siria - Pace - Papa Francesco - Angelus - Padre Piotr

 In preparazione del 7 Settembre                                                                           

Voglio sperare che la Parrocchia “Sacro Cuore” e le altre parrocchie d'Italia – come sta avvenendo nel mondo intero – con i rispettivi Consigli Pastorali Parrocchiali, i  capigruppo e i catechisti, stiano già elaborando le modalità di questo momento in adesione e in unità a quello in Piazza S. Pietro. A parte la preghiera personale, le modalità possono essere la possibilità della celebrazione eucaristica per la pace nel corso della giornata, una veglia di preghiera, una celebrazione più solenne dei primi Vespri, un’adorazione eucaristica prolungata o una liturgia penitenzialeSiamo liberati per liberare a nostra volta, per cacciare i demoni, per "chinarci" sull’altro, per scendere al livello del suo letto, perché possa "levarsi all'istante", risuscitare e tornare a "servire", ad amare, cioè a vivere. Continuano a prestare le nostre mani, i nostri occhi e i nostri cuori a Cristo, vero medico dei corpi e delle anime! Preghiamo per tutti i malati, specialmente per quelli più gravi, che non possono in alcun modo provvedere a se stessi, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui: possa ciascuno di loro sperimentare, nella sollecitudine di chi gli è accanto, la potenza dell’amore di Dio e la ricchezza della sua grazia che ci salva. Maria, salute degli infermi, preghi per noi!

Padre Piotr Anzulewicz, Comunità Francescana, Catanzaro 

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