Martedì, Settembre 3rd/ 2013
– Comunicato Stampa di Mario Borghezio, eurodeputato –
Lettera Aperta al Direttore – Odissea di un Rifugiato Politico Palestinese in Italia
Venerdì, Gennaio 31th/ 2014
– Lettera Aperta al Direttore, di Saad Altarazi –
Iniziativa di Libero Confronto "Pensa e Scrivi" di "Qui Europa"
Saad Altarazi, Rifugiato Politico, Lettera aperta al Direttore, permesso di soggiorno, cittadinanza italiana, milioni di palestinesi costretti ad abbandonare la loro terra, famiglie separate, bambini uccisi, Separazione forzata dalla famiglia, Odissea di un rifugiato politico in Italia
Lettera Aperta al Direttore – Odissea di un
rifugiato politico palestinese in Italia
Separazione Forzata dalla famiglia, odissea in Italia e
impossibilità di trovare lavoro in Svizzera per motivi
burocratici
Ma cosa c'è a monte? Perchè costringere milioni di palestinesi
ad abbandonare la loro terra?
►Video – L'odissea di Saad Altarazi in Italia, da rifugiato politico
►Video shock in Allegato – Sionismo e situazione palestinese:
per capire, per non dimenticare
di Sergio Basile – "Redazione Qui Europa"
Il Problema dei rifugiati e delle guerre che l'Occidente avalla
Milano – Riportiamo di seguito la lettera aperta – giunta ieri in redazione – scritta da Saad Altarazi, giovane palestinese in fuga forzata da Gaza e giunto in Italia il 30 Novembre 2004 con l'intenzione di dimenticare gli orrori di una ignobile occupazione che non conosce fine e nel tentativo di "rifarsi una vita", puntando tutto sullo studio e sulla sua grande passione: l'arte orafa. La storia di Saad, come vedremo di seguito, è una vera Odissea, che oggi accomuna migliaia, per non dire milioni, di uomini, specie in Africa e Medioriente. Uomini costretti a lasciare le loro case, le loro famiglie e la loro amata terra in cerca di fortuna in Europa e in Italia, per sfuggire alle bombe occidentali ed a una vergognosa e criminale ventata di neo-colonialismo. Palestina, Libano, Libia, Siria, Iraq, Afghanistan, Costa d'Avorio… solo per citare alcuni stati oggi vittima di questo scempio. Senza dimenticare le 14/15 colonie poste sotto regime di schiavitù sostanziale in Africa dall'Eliseo (vedi video qui Barbarie e Crimini Contro l’Umanità: L’Imperialismo francese in Africa). Il problema è dunque più vasto e contorto di quello che i media occidentali mainstream vorrebbero farci credere, bombardandoci di filmati sulle (ingannevoli) Primavere Arabe e sulle finte rivoluzioni: rappresaglie e attività sovversive fomentate dallo stesso Occidente per rovesciare i governi locali e conquistare e depredare e devastare (per poi ricostruire…) le aree più ricche del pianeta (vedi qui Un Inganno chiamato “Primavera Araba” – Prima Parte e qui Un Inganno Chiamato “Primavera Araba” – Seconda Parte).
Verità Distorte e Silenzi Assoluti
Non solo verità distorte, dunque, ma anche silenzi assoluti sulla tragedia quotidiana di milioni di cittadini palestinesi, siriani, ecc.. (vedi video giù in allegato). Per contro pieno appoggio ai democratici Stati Uniti ed al governo sionista israeliano – ed ai loro seguaci – che tiene sotto scacco parte della stessa popolazione israeliana fedele alla Torah, la legge sacra di Dio. L'iper-immigrazione alla quale assistiamo sbigottiti è dunque dovuta non a fenomeni naturali ma a fenomeni indotti avallati e fomentati dallo stesso Occidente "democratico", e ciò proprio in nome della "Democrazia": forse la più grande balla mai raccontata all'umanità. Ma sull'atra faccia della medaglia, abbiamo potuto constatare che l'iperimmigrazione ed i pesantissimi disagi patiti dal nostro amico Saad e da altre milioni di anime, torna no molto utili a qualcuno: 1) per motivi coloniali (motivazioni geopolitiche, sfruttamento risorse, contrasto e controllo religioso su cristiani e non…); 2) affiché, per contro-effetto, possa realizzarsi una vera e propria "terzomondializzazione" indotta dell'Europa (Vedi Piano Kalergi – Il Piano Kalergi – La Terzomondializzazione Indotta dell’Europa). Alla luce di queste riflessioni, possiamo sperare in un pronto risveglio delle coscienze dei nostri lettori, specie in coloro i quali si dicono cristiani.
Il Risveglio delle Coscienze
Che ciascuno porti all'interno dei propri oratori e gruppi queste tematiche, altrimenti tutti i buoni propositi sull'amore al prossimo resteranno, in gran parte, lettera morta. Quanti dicono di avere a cuore le sorti di Saad e dei suoi connazionali palestinesi (ma anche quelle dei Siriani e di tutte le popolazioni africane e mediorientali) facciano davvero qualcosa di costruttivo ed efficace per il bene comune, facendo informazione ed esortando i propri parroci e politici di riferimento a diffondere queste notizie a tutti. Chi ha responsabilità agisca ora in ogni contesto, sociale e politico. Finché i Paesi Occidentali e l'Italia non invertiranno rotta, ascoltando gli appelli di Papa Francesco e di tutti i capi religiosi onesti e di buona volontà, non cambierà mai nulla, e ci troveremo ancora qui a commentare dozzine di storie drammatiche come quella di Saad. Noi non ci stiamo!
Lettera Aperta al Direttore,
di Saad Altarazi – Palestinese di Gaza in Italia
Odissea di un rifugiato politico palestinese, in Italia
Milano – Lettera Aperta al Direttore, di Saad Altarazi – Gentile Direttore, Mi rivolgo a Lei quale professionista della comunicazione per sensibilizzare l’opinione pubblica portando a conoscenza una situazione che mi riguarda personalmente ma che, secondo me, ha una valenza di interesse generale. Sono un cittadino palestinese di religione cristiana (Chiesa Greco-Ortodossa) costretto a lasciare Gaza per le ragioni che si possono intuire. Sono arrivato in Italia il 30 dicembre 2004 ed ho ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di studio. Dal mio arrivo in Italia, ho conseguito una laurea in Scienze e Tecnologie Orafe presso l’Università Bicocca di Milano e dopo ho frequentato il Master in Ingegneria nel settore orafo presso il Politecnico di Torino, sede di Alessandria. Durante tutti questi anni ho pagato le tasse universitarie, mantenendomi grazie a un lavoro part-time presso la Fondazione “la Vincenziana”, dove svolgo servizi di guardiano notturno. Attualmente lavoro presso un cooperativa (progetto integrazione) aiutando gli stranieri residenti in Italia ad integrarsi nella società italiana in qualità di mediatore culturale avvalendomi della conoscenza di diversi lingue estere. Il 15 ottobre 2008 ho presentato la domanda per la richiesta d’asilo politico, ed il 6 novembre 2008 ho ottenuto lo Status di rifugiato politico. In data 9 settembre 2010 ho presentato la domanda presso la Prefettura di Milano per ottenere la cittadinanza italiana. A un anno dalla domanda, ho ricevuto comunicazione dalla Prefettura da cui si deduce che per concedere la cittadinanza si tiene conto non da quanti anni sono in Italia (dal 2004) ma della data in cui ho ricevuto lo Status di rifugiato politico, nel mio caso il 6 Novembre 2008, e solamente da tale data partono i cinque anni dopo i quali viene concessa la cittadinanza. Successivamente ho fatto ricorso al TAR , con esito positivo. Qualche giorno dopo il mio avvocato ha inviato tutti i documenti alla prefettura di Milano, per ottenere la concessione della cittadinanza italiana, ma il parere espresso dalla prefettura è stato negativo.
L'Offerta di lavoro in Svizzera e lo status di "rifugiato politico"
Visto i risultati negativi ottenuti vagliando tutte le possibilità che la normativa italiana mi ha consentito, non mi resta che rivolgermi a Lei e al giornale come ultima speranza di ottenere la cittadinanza in età giovanile utile per poter spendere il mio titolo di studio nel mondo del lavoro. Infatti mi è stato offerto di lavorare presso una importante azienda orafa nel Canton Ticino, Svizzera, ma purtroppo lo Status di rifugiato politico è incompatibile con la normativa dell’Ufficio svizzero di Immigrazione, mentre se avessi la cittadinanza italiana, potrei lavorare come “frontaliero”, senza neppure togliere la possibilità di impiego ad alcuno in Italia.
Famiglia – Divisione Forzata!
La mia famiglia vive in Australia, anche loro sono rifugiati, ho chiesto il visto all’ambasciata australiana per andare a vedere la mia famiglia però loro hanno rifiutato il visto perché io sono un rifugiato in Italia. Sono convinto che se fossi un calciatore o un personaggio famoso o se solo avessi presentato la richiesta di asilo politico subito dopo il mio ingresso in Italia, non avrei incontrato così tanti ostacoli e oggi sarei cittadino italiano già da tempo. La cittadinanza è molto importante per il mio futuro professionale ed anche affettivo, infatti un parte del mio cuore varca i confini nazionali per andare in Australia per accostarsi accanto alla mia famiglia ove anche loro sono dei rifugiati in politici. Da quanto su esposto se vince la necessità nonché l’emergenza di ottenere l’agognata cittadinanza italiana , voglia il Presidente della Repubblica concedermi la cittadinanza italiana perché di questo Paese io mi sento di farne parte nonché di contribuire (nel mio piccolo) all’economia e di essere integrato a pieno titolo nella società italiana e quindi avere la possibilità di potermi costruire una famiglia e di avere un futuro. Cordiali Saluti.
Dr. Saad Altarazi
Via Botticelli 14, 20851 Lissone – Italy
Cell: +39 3398822402 – Skype: saadtarazi
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Video Correlato – La fuga forzata e l'Odissea di Saad Altarazi in Italia
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