Martedì, 22 Agosto/ 2017
di Francesca Cappanna
Redazione Quieuropa, Francesca Cappanna, Cavie, Progresso, Gender, Progressismo, ON, John Money, [...]
Sabato, 5 maggio, 2018
– Di Jean Daujat, traduzioni e premessa di Paolo Baroni, Centro San Giorgio –
Redazione Quieuropa, Jean Daujat, Paolo Baroni, Centro San Giorgio, idealismo, naturalismo
L'idealismo e il disordine moderno – 2 –
Idealismo, ateismo, naturalismo
Idealismo: la realtà come illusione della realtà.
Vietato ammettere la realtà creta da Dio e Dio stesso.
Naturalismo e genesi (demoniaca) della follia idealista
Di Jean Daujat
Traduzione dell'originale francese L'idéalisme et le désordre moderne,
con traduzioni a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio
Idealismo e ateismo
Parigi – di Jean Daujat – (prima parte – continua da qui L’Idealismo e il disordine moderno – 1 – Idealismo, relativismo e materialismo) L'idealismo ha anche dei legami profondi con l'ateismo (Dio non esiste), o col panteismo (tutto è Dio), che è solamente un'altra faccia dell'ateismo. In effetti, incapaci come siamo di concepire e di conoscere direttamente quell'Essere perfetto ed infinito che è Dio, non possiamo scoprirLo che mediante le cose che ha creato, come Causa dell’esistenza di tutte le realtà di questo mondo (1); poiché tutti gli esseri di questo mondo esistono, ma non hanno in se stessi l'esistenza, occorre una Causa che abbia dato loro quell'esistenza che fà sì che esistano. Questo Essere primo che esiste per Se stesso (a Mosè si è rivelato come «Colui che è») e che tutto fà esistere, lo chiamiamo Dio. Ecco perché San Paolo ci dice che
il Dio invisibile si è fatto conoscere
mediante le cose visibili che ha creato.
Così, chiunque riconosce la più umile realtà inizia già a riconoscere Dio, riconoscendo e accettando ciò che Dio ha fatto. La sottomissione al reale è una sottomissione a Dio, autore di ogni realtà. Perché la verità si impone al nostro pensiero che deve riconoscerla? Perché non dipende da noi di fare in modo che ciò che è vero sia falso e che ciò che è falso sia vero? Perché
il nostro pensiero deve conformarsi alla realtà per conoscerla così com’è,
e ciò perché non siamo noi che abbiamo fatto o creato la realtà,
ma Dio.
(1) Parliamo della scoperta di Dio di cui l'intelligenza umana è per se stessa e naturalmente capace, e non della nostra relazione personale con Dio che si rivela a noi e che ci parla, e che ha luogo solamente in virtù del dono soprannaturale della fede.
Vietato ammettere la realtà creata da Dio
Ed è proprio questo che l'idealismo rifiuta: volendo trarre tutto dallo spirito umano, esso non ammette nessuna realtà creata da Dio. È l'orgoglio che rifiuta ogni dipendenza e si crede, come Dio, nell'indipendenza assoluta che trae tutto da sé.
L'idealismo è una forma di deificazione dell'intelligenza umana
che si definisce creatrice e capace di trarre tutto da se stessa
come l'intelligenza divina.
Tale pretesa cozza contro il reale che non abbiamo creato, e che è ciò che è, vale a dire ciò che Dio ha fatto. E questo perché l'intelligenza dell'uomo è assolutamente incapace di comunicare l'esistenza o di fare esistere. Le sue invenzioni, le sue concezioni possono solamente modificare ciò che già esiste. L'artista, l'industriale o il tecnico trasformano cose preesistenti, le sistemano diversamente; ma è proprio di Dio, e di Lui solo, di fare esistere, di essere sorgente dell'esistenza stessa.
Adamo nel Giardino dell'Eden
conosce la realtà che non ha creato.
Psicologia idealista: realtà illusione della realtà
Si vede quanto sia errato presentare Dio come un «ideale», ossia come un'opinione o come una creazione dello spirito umano (sarebbe dunque l'uomo che si creerebbe una divinità), prodotta per soddisfare i nostri sentimenti o i nostri bisogni religiosi, in modo che Dio potrebbe essere accettato o rifiutato a seconda che proviamo o meno questi sentimenti o questi bisogni. Non si riconosce Dio che riconoscendolo come la realtà prima da cui dipende ogni esistenza. Ogni religione autentica collega la realtà a Dio; essa è essenzialmente realistica.
L'idealismo non collega l'uomo a nulla
poiché lo chiude in se stesso con l'ideale che si fabbrica
in seno alle creazioni del proprio spirito in un'indipendenza assoluta:
idealismo e religione sono incompatibili.
Naturalismo: genesi dell'idealismo
Da dove può provenire questo atteggiamento orgoglioso? Ci sembra incontestabile che esso abbia la sua sorgente storica in ciò che domina tutto il cammino in avanti della civiltà dopo il Rinascimento: il naturalismo. Nel senso etimologico della parola,
il naturalismo non ammette nient'altro che la natura.
Dio avrebbe potuto creare gli uomini fornendo unicamente loro la natura umana: in questo caso, l'uomo non dovrebbe ricercare che la sua perfezione umana. In realtà, mediante un atto totalmente libero di puro amore, per pura generosità, Dio ha fatto all’uomo un dono che la sua natura non comportava e al quale egli era assolutamente incapace di aspirare, dono che per questo motivo si chiama «grazia»: il dono di diventare Suoi figli, ricevendo da Lui, come da un Padre, la comunicazione della Sua stessa natura e della Sua stessa vita divina. E questa vita divina si chiama vita soprannaturale. È per questa perfezione – non più umana, ma divina – per questo dono della vita stessa di Dio che gli uomini sono stati creati:
la loro natura umana esiste unicamente per ricevere questo dono (la grazia)
e viverne e portare in sé Dio presente come oggetto conosciuto e amato,
Dio vivente in essi come in un tempio spirituale.
Ora, prima i demoni, e in seguito Adamo ed Eva, si sono compiaciuti nella loro natura e nelle loro perfezioni naturali al punto di non desiderare nient'altro.
Origine demoniaca del Naturalismo
Ecco il naturalismo.
È la natura che rifiuta la grazia per chiudersi in se stessa,
contando unicamente su di sé.
In questo stato, l'orgoglio è presente sotto la sua forma primigenia e radicale: volontà d'indipendenza assoluta che rifiuta ciò che non deve che a sé stessa e finisce per ordinare tutto a sé, a non cercare che se stessa e ciò che trae da sé. Notiamo, en passant, che il naturalismo non è necessariamente materialista poiché è prima di tutto orgoglio dello spirito ed ha avuto inizio con i demoni: un puro spirito non può concepire il materialismo. Tutta la tradizione cristiana ha visto il male più grande nel peccato dello spirito che si ribella a Dio. Da ciò risalta la stupidità di coloro che si dichiarano soddisfatti appena si parla loro di «spiritualismo» o di «forze spirituali», come se i demoni e l'orgoglio dell'uomo non fossero forze immateriali.
Grandezza del Medioevo
Il Medioevo cercava unicamente il regno di Cristo,
la vita divina donata all'umanità per mezzo di Gesù Cristo,
e gli subordinava tutto lo resto,
ivi compreso l'ordine dello sviluppo umano naturale,
l'ordine del progredire della civiltà:
il progresso umano si compiva nel regno di Cristo e per il regno di Cristo.
Il Cristianesimo impregnava e ispirava tutte le attività umane. Ciò che oggi viene chiamato «Rinascimento» consumò la rottura tra il Cristianesimo e lo sviluppo umano; quest'ultimo venne ormai ricercato per se stesso, come scopo. E così il Naturalismo ispirò tutto il movimento della Storia. Fu poco dopo il Rinascimento, nel XVII secolo, che nacque la filosofia moderna con i primi germi d'idealismo (fine seconda parte).
Jean Daujat / traduzioni a cura di Paolo Baroni – Centro San Giorgio
Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com
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Prima parte
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