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Mao, servo di Satana – Il vero volto del Comunismo: primo nemico il popolo – 2
Domenica, Aprile 12nd/ 2015
– Traduzione a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio –
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Nuovo Ordine Mondiale e Comunismo – La Cina di Mao Tse Tung
Mao, servo di Satana – Il vero volto del Comunismo:
primo nemico il popolo – 2
Mao, dittatore in guerra contro il suo stesso popolo: gli
orribili crimini del comunismo occultati dalla storia
Mao e gli effetti del social-comunismo pratico: Cina, paese più
povero e infelice del mondo
Traduzione a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio
Le ambizioni di Mao Tse-tung, causa della miseria del popolo
Pechino – (Continua da qui Come la Cina fu asservita al Nuovo Ordine Mondiale – 1) Appena ebbe assicurato il suo potere su tutta la Cina (18), l'ambizione di Mao fu di fare di quest'ultima una superpotenza militare, qualunque ne fosse stato il prezzo. Egli si rivolse a Stalin per ottenere da lui attrezzature di ogni tipo e soprattutto fabbriche di armamenti. Stalin gli aveva fornito un aiuto enorme per la conquista della Cina, ma non aveva del tutto fiducia in lui e temeva un potere troppo forte sulla sua frontiera a Sud. La guerra di Corea (1950-1953) fu l'opportunità per Mao di ottenere in parte quello che desiderava. Alla morte di Stalin, nel 1953, l'ambizione di Mao non conobbe più limiti. Nel frattempo, la guerra di Corea era costata la vita a più di 3.500.000 uomini per la follia di Kim II-sung (1912-1994) e di Mao.
(18) Grazie all'appoggio degli americani, che, come avevano fatto con i sovietici durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutarono i comunisti di Mao in vista dell'instaurazione di un Nuovo Ordine Mondiale
Spinti alla morte
Per non dipendere dallo straniero, il despota cinese volle pagare le attrezzature e le fabbriche di armamenti provenienti dall'Unione Sovietica. E dunque, egli impose al suo popolo, mediante la violenza, un regime di requisizione generale di tutti gli alimenti vendibili: uno dei principali responsabili dell'economia, Bo Yibo (1908-2007), dovette riconoscere più tardi che, nel periodo degli espropri, la maggior parte di ciò che producevano i contadini era loro confiscata; l'impiego della «forza» era corrente, aggiunse, e le persone erano «spinte alla morte» (19).
(19) Cfr. J. Halliday-J. Chang, Mao: the Unknow Story, Jonathan Cape, 2006, pag. 429
Social-Comunismo pratico – Mao in guerra contro il suo stesso popolo
Nell'ottobre del 1953, «Mao dichiarò ai membri del bureau politico che essi erano "in guerra" con la popolazione tutt'intera: "Si tratta di una guerra contro coloro che producono il cibo e contro quelli che lo consumano", designando con queste parole la popolazione urbana» (20). Mao sapeva che fin dall'inizio del 1955, «le confische avevano provocato uno sconforto generale» (21). A partire dal 1955, il Partito Comunista cinese impose la collettivizzazione: «Passammo al socialismo e tutto scomparve», fece notare ironicamente Liu Shaoqi (1898-1969), uno dei principali collaboratori di Mao (22). Ma i sequestri e la sorveglianza della popolazione furono facilitate da questo evento. A partire dal 1957, Mao fece bombardare regolarmente le isolette di Quemoy, Matsu, ecc…, in mano ai nazionalisti: si trattava di provocare gli americani, alleati dei nazionalisti (? – effermazione parziale, in quanto, come sostenuto dallo stesso autore, gli americani poi aiutarono e salvarono lo stesso Mao – Ndr), per ottenere da Nikita Kruscev (1894-1971), successore di Stalin, consegne sempre più importanti e soprattutto materiale per fabbricare la bomba atomica. Per pagarli, egli dissanguò sempre di più i contadini ridotti in schiavitù, provocando nel 1959 severe carestie in metà della Cina (23).
(20) Ibid. (21) Ibid. (22) Ibid., pag. 431. (23) Ibid., pag. 467.
100 milioni di contadini spogliati di ogni bene in 4 anni
Mao voleva aumentare anche la produzione agricola senza spendere un soldo: ne conseguì una serie di gigantesche opere di irrigazione lanciata nel 1958 – «il Grande Salto in Avanti» – per la realizzazione del quale in quattro anni cento milioni di contadini furono spogliati di ogni bene: «La maggior parte di questi grandi lavori si chiusero con uno spreco sbalorditivo. Molte cose non furono portate a compimento e dovettero essere lasciati a metà. Su più di cinquecento riserve idriche previste […], verso la fine del 1959, duecento erano già state abbandonate. Molto altre crollarono quando Mao era ancora vivente.
Henan – circa 240 mila persone annegate
Il peggior disastro […] ebbe luogo nel 1975, nell'Henan […] annegando probabilmente tra le 230.000 e le 240.000 persone» (24). Altro fiasco spettacolare: la campagna per la fabbricazione dell'acciaio scatenata all'autunno del 1958: non solo le fabbriche dovettero aumentare la loro produzione in proporzioni irrealistiche (in alcuni mesi numerosi incidenti costarono la vita a più di 30.000 operai), ma «almeno 90.000.000 di persone "furono costrette", come la nota crudelmente lo stesso Mao, a fabbricare piccoli altiforni, detti altiforni da cortile, da cui usciva non acciaio, ma materiale fuso allo stato grezzo […] nel migliore dei casi» (25). In questo modo furono perse migliaia di giornate di lavoro agricolo. «La carestia che imperversò in tutta la Cina dal 1958 al 1961 raggiunse il suo punto culminante nel 1960.
Povertà e denutrizione diffusa – Peggio di Auschwitz
In quell'anno, le statistiche dello stesso regime indicarono che il consumo medio di calorie per giorno pro capite era precipitato a 1.534 calorie. Secondo una delle grandi apologhe del regime comunista, Han Suyin, nel 1960, le massaie nelle città non avevano diritto a di più 1.200 calorie al giorno. A titolo di paragone, ad Auschwitz, i deportati destinati ai lavori forzati ricevevano quotidianamente tra le 1.300 e le 1.700 calorie» (26).
(24) Ibid., pag. 468. (25) Ibid., pag. 471. (26) Ibid., pag. 477.
Operazione "Terzo Fronte" e bomba atomica – 38 milioni di morti
Alla fine del 1962, pur allentando la morsa alimentare, Mao perseguiva ancora i suoi progetti, e in particolare la costruzione di satelliti, di sommergibili nucleari e di armi laser. Poiché la sua bomba nucleare prendeva forma, egli temeva degli attacchi aerei contro le sue installazioni: Quindi ordinò lo spostamento delle istallazioni nelle regioni più interne del Paese con un'impresa che richiese l'edificazione di grandi infrastrutture. Questo progetto, conosciuto con il nome di «terzo fronte», generò uno spreco che «oltrepassava l'insieme delle perdite materiali che aveva causato "il Grande Salto in Avanti"» (27). La sua prima bomba nucleare esplose nell'ottobre 1964: a causa della carestia provocata dal suo costo, ci furono 38.000.000 di vittime. «Cento volte più morti delle due bombe atomiche sganciate dagli americani sul Giappone» (28).
(27) Ibid., pag. 524. (28) Ibid., pag. 527.
Il Maoismo e "L'accecamento occidentale"
Alla fine del 1959, Kruscev si recò in visita negli Stati Uniti mentre riduceva i suoi trasferimenti di tecnologia in Cina. Mao decise allora di «propagare nel mondo intero il pensiero Mao Tse-tung» (29). Fu l'ondata del «maoismo». I filtri attraverso cui gli stranieri erano autorizzati a vedere la Cina e ad ascoltare i suoi abitanti erano certamente assai efficaci, ma non sarebbero bastati ad assicurare il successo di questa propaganda se l'accecamento occidentale non fosse stato tanto stupefacente: «A partire da febbraio del 1959, "la stima preliminare" della stessa CIA concernente la produzione alimentare cinese parlava di incrementi "notevoli"»(30). L'attivista femminista Simone de Beauvoir (1908-1986), François Mitterrand (1916-1996), il maresciallo inglese sir Bernard Law Montgomery (1887-1976), il Premio Nobel Lord John Boyd Orr (1880-1971), ex direttore del FAO (Organizzazione mondiale dell'alimentazione e dell'agricoltura, un organismo annesso all'ONU), tra tanti altri, si lasciarono "ingannare" (? – probabilmente, visti i morti, sarebbe più logico parlare di vero e proprio collaborazionismo di correligionari – Ndr).
La subdola propaganda Maoista in Vietnam, Africa e America Latina
Inoltre, Mao accentuò la sua politica abituale di distribuzione di denaro, di viveri e di armi per consolidare la sua propaganda: il Vietnam del Nord, l'Africa (in particolare l'Algeria) e l'America Latina, beneficiarono delle sue prodigalità, mentre in Cina la carestia imperversava. La sua idea era di diventare il leader del mondo comunista, soprattutto dopo l'eliminazione di Kruscev nell'ottobre 1964; ma su questo piano subì un rovescio dopo l'altro, malgrado il suo potente impegno nella guerra d'Indocina a fianco dei vietnamiti comunisti.
(29) Ibid., pag. 500. (30) Ibid., pag. 501.
La Rivoluzione culturale – "Leggere meno possibile!"
La carestia causata dalla politica di Mao finì per generare un'opposizione da parte di certi alti quadri. Pur diminuendo la pressione esercitata sui contadini, egli preparò progressivamente il campo per una grande purga. Iniziò dai libri dichiarando che bisognava leggere meno possibile, pur leggendo molto lui stesso. «La politica che ci occorre – disse a suoi collaboratori nel 1962 – è che il popolo resti ignorante» (31). Nel 1963, egli fece vietare l'insieme del repertorio teatrale tradizionale. L'anno seguente, la proibizione venne estesa a tutte le arti: gli artisti furono spediti nelle campagne per essere «seriamente rieducati» (32). I monumenti e i segni visibili dell'antica civiltà cinese diventarono il bersaglio dei suoi attacchi. Simultaneamente, l'indottrinamento della popolazione e il culto della personalità furono sviluppati per fare di ogni essere umano un «piccolo ingranaggio» ubbidiente ciecamente a Mao. Dopo l'insuccesso delle sue mire planetarie, il despota cinese se la prese con i suoi avversari interni. Nell'aprile-maggio del 1966, insieme al suo complice Lin Piao, egli scatenò la vasta purga detta «Rivoluzione culturale». Jiang Qing (1914-1991), la quarta moglie di Mao, giocò in questa vicenda un ruolo centrale: il che gli valse, alla morte di suo marito, nel 1976, di subire a sua volta l'epurazione insieme alla «banda dei quattro».
(31) Ibid., pag. 528. (32) Ibid., pag. 529.
Comunismo, gulag e deserto culturale
Nel giugno del 1966, tutti i corsi furono soppressi; alunni e studenti furono lanciati all'assalto dei professori. Poi ci fu il saccheggio e la distruzione di tutto ciò che era vecchio o prezioso. Ci furono visite domiciliari in tutto il Paese corredate da arresti, torture ed esecuzioni… Tutto ciò diretto per la maggior parte del tempo dallo Stato. Grazie in buona parte a Jiang Qing, «la Cina era diventata un deserto culturale» (33), e lo restò fino alla morte di Mao. Nel settembre del 1966, il nuovo terrore che assicurò ulteriormente il potere di Mao cambiò obiettivo: furono presi di mira i quadri dirigenti del Partito Comunista cinese, sospettati di opporsi alla sua politica, tra cui Liu Shaoqi, allora presidente titolare della Repubblica della Cina, e Peng Dehuai (1898-1974), ex ministro della Difesa. Milioni di militanti del Partito Comunista cinese, dopo aver subito torture di ogni genere, ecc…, raggiunsero i «laogai» (i Gulag cinesi); la stessa sorte venne riservata agli artisti e ai letterati. Questi quadri furono sostituiti per la maggiore parte dai militari. I massacri culminarono nel 1968. Dal 1966 al 1976, un minimo di 3.000.000 di persone perirono di morte violenta (34).
(33) Ibid., pag. 565. (34) Ibid., pag. 590.
Cina secondo Mao – "La nazione più povera del mondo"
Venticinque anni dopo la presa del potere da parte di Mao, la Cina era esangue: «Si avrà un'idea di ciò che poteva essere la qualità della vita nella Cina di allora se si sa che tra il 1965 e il 1975 gli investimenti nei lavori pubblici e nelle attrezzature collettive (inclusi i trasporti, le fognature, l'acqua, l'elettricità, ecc…) rappresentavano meno del 4% di quelli di cui beneficiava l'industria degli armamenti. Quanto alla salute e all'educazione, gli investimenti erano inferiori della metà, già ridotti, di quelli che erano stati concessi all'inizio del regno di Mao. Nelle campagne, la maggior parte delle persone viveva sempre ai limiti della carestia» (35). Mao lo sapeva; nel settembre del 1975, egli dichiarò a Le Duan (1907-1986), il capo del Partito Comunista vietnamita recatosi in visita in Cina: «In questo momento, la nazione più povera al mondo non siete voi; siamo noi» (36).
(35) Ibid., pag. 667. (36) Ibid., pag. 668.
La fine del regno di Mao
Allo stesso momento, egli criticava Deng Xiaoping (1904-1997) di voler elevare il livello di vita. L'opposizione alla sua politica cominciò a manifestarsi apertamente, ma malato, Mao non aveva più la forza di imporre un nuovo terrore. Nel settembre del 1976, Mao Tse-tung spirò. «Un solo ed unico pensiero lo abitava: sé stesso e il suo potere» (37). (Ndr – Purtroppo questo libro, sia pur pregevole nella descrizione del vero volto del Comunismo, non dice una sola parola sulla feroce persecuzione anticristiana messa in atto da Mao).
(37) Ibid., pag. 678.
Traduzione a cura di Paolo Baroni, Centro San Giorgio
titolo originale: Mao tse-tung: un discepolo di satana
fonte: www.centrosangiorgio.com
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