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Meeting di Rimini – Il miracolo del Professore: il tecno-messia muta l’acqua inquinata in vino
Lunedì, Agosto 20th/ 2012
– di Sergio Basile –
Italia / Rimini / Meeting / Crisi Eurozona / Meeting CL / Comunione e Liberazione / Uscita dalla crisi / Rai / Euro / Europa / Mario Monti / Giorgio Napolitano / Giovani allontanati per proteste contro Monti
Meeting di Rimini – Il miracolo del Professore:
il tecno-messia muta l'acqua inquinata in vino
Monti la dice grossa, come dopo il viaggio in Cina:
"Vedo l'uscita dalla crisi!"
Problemi oculistici o schizofrenia acuta?
L'analisi di "Qui Europa"
Censurati 3 giovani finiti in mutande per protesta
contro il professore
Rimini – Patetico, penoso, ipocrita. Sono soltanto alcuni degli aggettivi che ci sentiamo di utilizzare per descrivere il discorso di apertura del tradizionale Meeting di Rimini di "Comunione e Liberazione" (XXXIII edizione) tenuto ieri, Domenica 19 agosto, dal progessor Mario Monti, dinnanzi a migliaia di "fortunatissimi e ammirati" giovani cattolici. Un professore (disinibito e navigato membro di club mondialisti occulti ed élitari) che – travestito a tratti da preside integerrimo, ed a tratti da novello scolaretto al primo giorno di scuola – si è detto "emozionato" e grato per l'accoglienza riservatagli dall'enturage del congresso riminese. La stessa riservata a Giorgio Napolitano l'anno prima. Ma a ben vedere possiamo trovare due diverse chiavi di lettura per comprendere quanto emerso ieri da Rimini.
Le due facce del Meeting di Rimini
La prima è l'immagine di una comunità ciellina (ovviamente non tutta!) fasciata nelle strette maglie della reverenza e del "rispetto istituzionale" di copione. Una CL "politically correct" ammonita a dovere dal sapiente lavoro – tra l'altro – dei cameramen televisivi delle reti di regime; l'altra, per contro, quella consapevole di assistere ad uno spettacolo indecoroso e biasimevole: immagine rappresentata benissimo da 3 giovani contestatori (due ragazzi ed una ragazza) che, rompendo ogni indugio ed ogni protocollo, ed abbandonato ogni timore reverenziale verso il robot parlante di Palazzo Chigi al termine del suo noioso discorso lo hanno sfidato pubblicamente mettendosi pubblicamente in mutande, per protestare metaforicamente contro il suo governo dei banchieri e le sue impopolari e crudeli ricette ammazza welfare e "ammazzasogni". Giovani cattoli dissenzienti e coraggiosi poi bloccati prontamente sia dalla censura Rai che dai freddi e ben addomesticati responsabili del servizio d'ordine del Meeting. Giovani poi allontanati prontamente dall'auditorium e sottratti alla curiosità degli stessi cronisti pronti allo scoop.
Il Tecno-Messia Mario Monti
"E’ un onore avere lo stesso ruolo che ebbe l'anno scorso il presidente Napolitano, che anche io, come voi, ringrazio molto per il suo saluto”. E' stata questa la battuta d'esordio da copione dell'ex (?) alto-ufficiale della Trilateral Commission dinnanzi ad un esercito più o meno omogeneo e piuttosto irregimentato di composti ciellini. Ma il professore, dopo i convenevoli iniziali, e sapendo bene di non potersi permnettere di parlare di valori di carità cristiana o di valori di vicinanza ai poveri ed ai bisognosi – essendone per come ampliamente dimostrato totalmente vacante e sprovvisto – alla fine ha deciso di buttarla fin da subito in politica, dando sfoggio di un impeccabile "politichese dal retrogusto bocconiano" ormai ampliamente collaudato, è buttando – come si dice in questi casi – le mani avanti. Allora è accaduto che, così come per incanto, tutto il marciume di mesi e mesi di macchinazioni e magheggi della casta romana (o "gentes montiana") ed i suoi desolanti inciuci si siano trasformati in proverbiali segni di virtù. Si siano tramutati in provvidenziali segni del cielo!
Il miracolo – La trasformazione dell'acqua inquinata in vino
Il professore, nella fase iniziale del primo tempo della "strategica partita", dunque, ha tentato – vanamente, bontà sua! – di emulare il "Buon Maestro" alle nozze di Cana, cercando un'improbabile trasformazione dell'acqua in vino. Anzi, dell'acqua inquinata in vino. Ma i "miracoli", quelli veri – si sa – non sono proprio la sua specialità. E lo si è visto , hailoro, fin da subito. Allora, giù con la prima lode vanagloriosa ed impropria alla casta, e come per magia, il "verbo si fece inciucio". In Monti – per la meraviglia dei presenti – come per prodigio, l’appoggio delle forze di maggioranza (Pd, Pdl, Udc e Sel) al governo dei banchieri, ovvero l'inciucio dei maggiordomi parlamentari in salsa neo-liberal, si è trasformato mirabilmente in un "miracolo". Il prodigio (non citato però dai Vangeli) delle forze politiche antagoniste che si fecero un tutt'uno sospinti da un soprassalto di responsabilità, per amore del loro messia! Prima colossale tecno-frottola della giornata. La seconda sviolinata – di quelle confacenti ai soli "purissimi geni umani", magari comparabili ai maestri dell'orchestra sinfonica della Rai – il professore del Bilderberg l'ha poi dedicata al paterno compare Giorgio Napolitano: il Padre trinitario che, in tempi non sospetti, inviò il Figlio in qualità di tecno-messia per salvare l'Italia (magari proprio da sé stesso e dai suoi simili!). Il messia Monti, in quel di Rimini, si è trasformato allora nell'eletto Monti, chiamato dal Colle a svolgere – per sua stessa ammissione – "un non semplice ruolo in un momento non dei più facili della vita del Paese".
La profezia – "Vedo la prossima fine della Crisi!"
Ma il passaggio più "alto e solenne" del messia dei banchieri è giunto allo spuntar del termine "Crisi". Concetto magico a Lui caro, che ha interpretato a suo modo, bissando clamorosamente – in un festival di "miracolistici paradossi" – la celeberrima performance cinese offerta dal "difensore delle vedove", ehm scusate, "degli speculatori" nei mesi orsono durante il suo viaggio ufficiale in Asia. Quando cioè da Pechino aveva addirittura osato pronosticare un'imminente "fuoriuscita dell'Italia dal cono d'ombra della crisi". Previsione fantomatica, poi rivelatasi ovviamente totalmente sballata e completamente strumentale e fuorviante. Dichiarazione irresponsabile – è bene ricordarlo per comnprendere a pieno di che pasta siano fatti questi seguaci della "setta neo-liberista" – alla quale erano seguite azioni sicuramente non proprio confortanti per il Bel Paese. Come la vendita di una gran fetta del debito nazionale italiano ai Cinesi e come l'avvio di una serie di privatizzazioni aziendali selvagge e "quasi forzate", che hanno visto gli speculatori asiatici metter le grinfie su numerosi gioielli del made in Italy: aziende storiche passate sotto il controllo del dragone oltre la Grande Muraglia. Crisi?: soggiunge pronto Monti, incalzando un gruppo di preoccupati ciellini. “Per molti aspetti vedo l’avvicinarsi della sua fine!”. Secondo Monti, infatti – e clamorosamente contro tutti gli indicatori economici nazionali ed europei – la fine della crisi sarebbe ormai prossima. Ma come al solito le parole dell'ex-consulente di Moody's sono cadute nel vuoto, restando appese come per miracolo in aria, in una dimensione oscura, intellegibile e astrusa. Che vuol dire che la fine della crisi è finita? Che balla è mai questa? Come darla a bere a migliaia di giovani cui magari padri e madri da mesi combattono contro il terribile e funesto spettro della cassa integrazione, del licenziamento e della povertà? Ma il messianico robot Monti, l'ex (?) consulente di Goldman Sachs non ha serbato alcun limite al cattivo gusto, persistendo a blaterare le sue folli teorie come unn ubriaco in preda all'alcool dinnanzi ad un pubblico a tratti basito, a tratti divertito: “un anno fa – ha proseguioto – eravamo più in crisi di oggi!”. Falso Naturalmente! Lo dice la misura del Pil (in caduta libera); lo dice il livello del cuneo fiscale (da record del mondo); lo dice il livello del costo delle bollette energetiche (il più alto d'Europa); il livello di insolvenza di famiglie ed imprese (il secondo più alto in Europa, dopo la Grecia); il livello delle accise ed i costi del carburante (il quarto più caro del mondo e senza alcun reinvestimento dei proventi in servizi pubblici: vedi virtuoso ed efficiente modello Norvegia); nonché il livello del Debito pubblico, lievitato in un anno da 1899 miliardi di euro a 1974; nonché il livello record dei disoccupati e dei suicidi. Mai così alti in Italia, prima d'ora.
Schiavi a tempo indeterminato
Insomma una congiuntura di cui andar davvero fiero. Ma a quanto pare una congiuntura destinata a perdurare a tempo indeterminato, vista la fretta del professore a varare un piano pluriennale di svendita e privatizzazione selvaggia del (glorioso ed invidiato) patrimonio pubblico nazionale (per pagare gli interessi speculativi sul debito alle banche ed ai suoi amici banchieri); e considerata d'altra parte la corsa forsennata di primavera di Monti e dei colleghi del Consiglio europeo per la ratifica di Fiscal Compact e MES, (Fondo Salva Stati Permanente) anche (quest'ultimo) in chiave di improbabile "scudo Anti-spread". Ma se due più due fa quattro, e un fondo "Salva Stati" si dice permanente, evidentemente ci devono essere sull'altro piatto della bilancia dei "polli" posti in permanente condizione di precarietà e default perenne: cioè condannati per sempre ad essere salvati o ad essere schiavi: dipende dai punti di vista! E pensare che Papà Napolitano avrebbe inviato proprio la sua creatura tecnocratica "più nobile", nella "valle del debito e delle lacrime" chiamata Italia, per combattere tale trend nefasto! Che truce destino!
"Angelus Domenicale al contrario"
Ma il bello doveva ancora venire. Ed è venuto nel momento in cui l'ex consulente finanziario dei governi Prodi, Amato, Ciampi, ecc… è passato dalla fase uno (quella cioè delle falsità calcolate, oggettive e scientifiche) alla fase due del discorso: quella del compatimento peloso e del biasimo. Scena penosa che mamma Rai non ha esitato a colorare di giubilo e applausi a scena aperta. Un vero tripudio insomma! L'audizione di Monti ha conosciuto allora l'ennesima trasformazione, e si è tramutata quasi in una sorta di "Angelus Domenicale" al contrario. “Un’intera generazione – ha notato con raro acume il membro storico del "Club del Coccodrillo" – sta pagando il conto salatissimo del disimpegno delle classi politiche degli ultimi anni”. Peccato che tra di esse – ben mascherato e ben celato nelle retrovie dei palazzi romani del potere – ci fosse anche lui: il consulente finanziario del debito, il professor Mario Monti. In sella nelle stalle dei governi italici, dal lontano 1981. Chi l'avrebbe mai detto! Nessuno! Infatti ieri questo non è stato minimamente detto, dinnanzi alle premurose ed attente telecamere di mamma Rai. Ma in una cosa, almeno in una (gioco forza) il discepolo spurio di Von Mises e Von Hayek è stato onesto: “Mai abbiamo pensato che le risorse fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita". E' normale! Per ora a beneficiarne sono stati i tecnocrati comunitari dell'Ue, mediante la formazione (attraverso risorse e fondi rigorosamente pubblici) di inutili ed ingannevoli fondi europei di salvataggio (EFSF e MES) valsi parecchi punti del Pil; nonché – come detto – gli stessi speculatori bancari: Goldman Sachs e Morgan Stanley (la banca co-diretta dallo stesso figlio del professore, Giovanni Monti) in testa. Ma l'ammissione forzata è stata – ovvio – solo una forzata parentesi: “Governare l’Italia – ha concluso Monti – non è scindibile da co-governare l’Europa. l’Italia – spiega – ha esercitato una influenza che a priori non era facile esercitare perché gli altri partner ci vedevano con diffidenza, come un Paese che avrebbe potuto far precipitare la crisi dell’Eurozona”.
Che razza di considerazione?
Ma che razza di considerazione ha il paladino di Palazzo Chigi verso il Paese in possesso della terza riserva aurea al mondo? Che considerazione è mai questa, verso l'ex settima potenza economica planetaria; l'ex Paese con i migliori indici di risparmio pro-capite delle famiglie; con il più prolifico ed imponente tessuto economico d'impresa e col più basso debito privato d'impresa? Roba da far accapponare la pelle! Ma per Monti, a quanto pare, "crescita" è sinonimo di "crescita delle tasse". Infatti verso la fase finale del suo dissennato sproloquio il professore è giunto a dedurre che nell'attuale situazione nella quale vige l'Italia: "un eventuale riduzione delle tasse potrebbe comportare un aggravio per l’intero Paese. Su questo – ha insistito – bisogna stare molto attenti, perchè ad essere aggravato sarebbe il Paese nel suo insieme”. Anche qui un'altra grossolana menzogna del sedicente cattolico Monti: è infatti scientificamente provato come aumentando la pressione fiscale l'economia di un Paese cada nel baratro della recessione, dal momento che a risentirne sono in primis il livello dei consumi (mortificati) e poi gli stessi incassi dello stato. Diminuendo il volume dei consumi, come noto, l'IVA acquisita dallo stato sarà inferiore. Pertanto davvero quello di Monti sulla crescita è stato e resta un concetto di puro e deleterio politichese che comprende solo lui! Proteso tuttavia a mortificare l'intelligenza di migliaia di giovani.
L'autogol sulla crescita
Altra straordinaria performance del professore, degna di nota, si registra poi verso la fine del secondo tempo, quando il prode Mario raccogliendo un assist dalla "sacra" curva sud dei ciellini è stato autore di un pregevole autogol sotto l'incrocio dei pali, a pochi minuti dal termine della partita. L'oggetto non identificato, complice del malsano gesto, è stato il celeberrimo euro. Per Supermario, infatti, “Sarebbe la maggior tragedia se l’euro, come pinnacolo della costruzione europea – una sorta di ‘Madonnina’ come dicono i milanesi, che consacra i sogni di integrazione europea – diventasse un fattore di disgregazione, di nascita di pregiudizi di nord contro sud e sud contro nord”.
Euro: una prospettiva distruttiva
Peccato che il miope Super-Mario non sia, però, il provvidenziale Super-Mario Balotelli degli Europei. E ciò lo si è visto con eloquenza. E' trasudato dall'ostinazione del professore a nascondere le sue vergogne dietro il proverbiale dito. L'euro, volenti o dolenti è già da anni il principale artefice della disgregazione europea: come non riconoscerlo? Addirittura esso sarebbe stato concepito apposta come fattore deflagrativo interno. Il non riconoscerlo sarebbe intellettualmente disonesto. E' lui l'attuale nemico indotto numero uno dei cittadini dell'Eurozona. E questo Mario Monti, malgrado tutto, e malgrado le chiacchiere da bar, lo sa bene! Riconoscerlo, però, sarebbe per Lui come tradire i suoi amici speculatori e un pò se stesso e la sua vera natura. E' allora giù con altri insopportabili falsi dogmi tecnocratici: “uscire dall'euro – minaccia Monti – non sarebbe un fatto tecnico, ma una tragedia”.
Lo scandalo dello "scandalo per gli evasori"
Ma il camaleontico professore – che ne sa una più del diavolo – al fine di gettare acqua sul fuoco di un'Eurozona in fiamme ha continuato a far finta di nulla ed a districarsi sul palco di Rimini – come un gufo sul ramo in cerca della sua tana protettiva – cogliendo la palla al balzo (in piena zona Cesarini) pr additare i presunti responsabili di tutti i mali dell'Italia! Lui? Berlusconi ed i suoi amici-nemici della parrocchia avversa; i compari della sinistra? Gli scandali delle logge P2, P3, P4 , Why Not e di Finmeccanica? I Banchieri? I membri della casta ed i loro capitali bollenti salvati dallo scudo fiscale? No ovviamente! Nulla di tutta questo! I cattivi del giorno sono sempre loro, gli "evasori fiscali". Come dire: una manica di furbetti del quartierino (una piccola minoranza di Italiani) mescolati in un unico calderone con un esercito immenso di poveri disgraziati vessati, umiliati e disocupati che non ce la fanno più ad arrivare al 15 del mese. Come dire: ogni Pasqua ha bisogno del suo caprio espiatorio! A proposito, sapete qual'è stato il tema prescelto per la XXXIII Edizione del Meeting riminese: "La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito". Che avrebbe detto Monti se il motto fosse stato "la distruzione del welfare in Italia e il rapporto con il governo dei banchieri"?
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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