Lunedì, Ottobre 15th/ 2012
– Nuovo Accorato Appello a "Qui Europa" –
Nuovo SOS dei libici della città di [...]
Domenica, Giugno 29th/ 2014
– di Vincello Mannello –
Redazione Quieuropa, Vincenzo Mannello, Operazione Husky, Sbarco alleato, colonialismo anglo-americano, 2014, Sigonella, Catania, Sicilia, U.S. Navy, armati di ramazze, rastrelli e pennelli
Operazione Husky 2 – La Sicilia e il nuovo
sbarco alleato
La Sicilia, dopo 61 anni, sta vivendo nella nonchalance
più totale un nuovo sbarco americano, che porterà
ad una nuova "liberazione". Gente avvisata…
►Video in allegato: Il Piano di Dalles: l'uomo dello sbarco
di Vincello Mannello
Sigonella – Il remake di un film già visto 61 anni fa…
Catania, Sigonella – di Vincenzo Mannello – Operazione Husky 2014! (Ri) Chiamiamola così e magari "liberiamo" la Sicilia grazie ai marines! Eufemismi a parte, dobbiamo dire che la testa di ponte creata da mesi con gli "ospiti" di Sigonella (ospiti si fa per dire, visto che la base è solo formalmente sotto sovranità italiana) funziona alla grande in provincia di Catania e non solo… Pare che anche in Sardegna siano in atto grandi manovre in merito. I baldi "volontari" a stelle e strisce, a fronte del vuoto creato dalle istituzioni nella manutenzione del bene pubblico, intervengono oramai ovunque ci sia bisogno. Scuole, strade, boschetti (e ieri, ultima entrata, la zona archeologica cittadina) vengono a turno "liberati" da quel immondezzaio e da quel degrado caratteristici del nostro (catanese) patrimonio genetico. Appena il 4 giugno scorso avevo segnalato su "La Sicilia" la meritoria opera dei marines americani che, a cose fatte, si ritrovavano regolarmente in posa assieme agli stessi (ir)responsabili della cosa pubblica per la foto di rito. Mi ero limitato a manifestare sconcerto per l'andazzo che, a parti invertite, non trovava certo riscontro negli Usa. Ma, mea culpa, non avevo ancora ben capito. Catania è solo la "testa di ponte" dell'Operazione Husky 2014: la nuova aberrante "liberazione" è vicina, grazie agli americani ed ai loro potenti mezzi. Insomma il remake di un film hollywoodiano visto già 61 anni fa.
I volontari dell'U.S. Navy, meglio di Babbo Natale…
Gli "esploratori" della Navy si sono presentati armati solo di ramazze, rastrelli e pennelli per verificare sul campo la situazione e la capacità delle autorità nel difendere il bene comune. Vista la totale disponibilità delle stesse a "disertare" per "mancanza di mezzi" e volontà politica hanno sicuramente accertato che gli Usa possano di più… Sembra siano giunte dal Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta (a scendere fino all'ultimo dirigente dei comuni) accorati appelli per l'immediato intervento su scala regionale. Pulizia delle spiagge e costruzione solarium (siamo già in piena stagione balneare); manutenzione delle autostrade (?) o meglio di improbabili vie di percorrenza che negli Usa non sarebbero neppure considerate sentieri: tali A18, A19 e A21. A ciò aggiungiamo anche il completamento della Sr-Gela; la creazione di corsie supplementari per la Catania-Ragusa e la Agrigento-Palermo; la pulizia integrale e contestuale fornitura di servizi igienici per tutti i Parchi Archeologici della Sicilia con particolare cura per Musei dissestati e senza personale; la fornitura di adeguati mezzi anti-incendio a tutela dei Parchi boschivi con impiego dei bombardieri Stealth (invisibili ai piromani) e di Rangers possibilmente a cavallo (l'occhio vuole la sua parte); il potenziamento dei servizi sanitari di pronto soccorso (già definiti triage) con spostamento delle barelle ed ambulanze dall'Afghanistan ai vari presidi medici siciliani; il ripristino di stazioni ferroviarie e linee ferrate dismesse causa precedente sbarco e sue conseguenze; il potenziamento delle linee marittime per le isole minori con utilizzo dei mezzi di trasporto delle truppe "giacenti" nei depositi della marina dopo la Guerra del Golfo; la costruzione di un provvisorio Ponte Bailey sullo Stretto di Messina per facilitare il transito delle truppe terrestri….. Ma tutto ciò, per far cosa? Si chiederà chi (con pazienza) legge questo elenco di meraviglie..
La "Nuova Liberazione"
Ebbene, l'ho anticipato in premessa: è l'Operazione Husky 2014 signori! Quella che è partita da Sigonella e che dalla Sicilia conta di "liberare" tutta l'Italia. Per fortuna senza bombe ma con la presenza fisica e mediatica dei marines nella "salvaguardia e tutela del territorio catanese, siciliano ed italiano". Territorio, via via abbandonato dalle istituzioni che lo dovevano difendere. In fin dei conti, con gli opportuni accorgimenti la storia di ripete. O meglio sarebbe dire che "forse" la storia non si è mai interrorra (vedi allegati 1 e 2): non dimentichiamo, infatti, che oltretutto grazie alle agenzie di rating statunitensi che ci declassarono illegittimamente ed in maniera fraudolenta fin dal 2011, l'élite al potere ha avuto l'alibi ideale per far schizzare alle stelle il debito pubblico attraverso l'accoppiata rating/spread e per distruggere l'economia nazionale, creando un regime di usura legalizzata (in collaborazione con l'altra colonia anglo-americana chiamata Unione Europea) mai visto prima. Meditate gente, meditate! Basta dormire!
Vincello Mannello (Copyright © 2014 Qui Europa)
Partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
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Allegati – Approfondimenti
ALLEGATO 1
Nota storica: Sicilia, 9-10 Luglio 1943
da Qui Europa del 20 luglio 2013
Nota storica – Dulles e la Colonia Italia: lo Sbarco in Sicilia
Sicilia – Tra il 9 e il 10 luglio 1943 gli Usa, grazie al "nobile" compitino affidato ad Allen Dulles, riuscì a esercitare la sua definitiva egemonia sul "Bel Paese", con la scusante ed il pretesto della liberazione dal regime fascista. Dai nostri studi incrociati, infatti, risulta come il banchiere-007 Dulles fu il perno dell'Operazione Husky, cioè dello sbarco Usa in Sicilia. L'OSS coordinò, in particolare, i rapporti tra mafia locale e Washington: una sorta di "trattativa Stato-Mafia" degli anni che furono. Il referente italiano dei misteriosi contatti fu il siciliano emigrante Massimo Corvo. Max per gli "amici". Fu lui il primo coordinatore dell'esclusivo "club" the mafia circle. Tra i nomi eccellenti spuntati ben presto – fonte di "Oggi Notizie" del 20/10/2010 – anche quello di Lucky Luciano e Licio Gelli (proprio lui, il gran maestro venerabile della Loggia Massonica "Propaganda 2" o P2). Gli uomini di Max – come rivelato sempre da "Oggi Notizie" – liberarono di prigione numerosi boss mafiosi (850), poi arruolati nell’OSS. Molti dei mafiosi in questione, dopo l'occupazione americana, assunsero cariche pubbliche particolarmente importanti. Nel 1953 Dulles venne "premiato" per il lavoro svolto e divenne capo della neonata CIA. E questa è storia! Di cosa ci meravigliamo ancora? (di S. Basile, A. Fois, C.A.Mauceri tratto da di Qui Europa del 20 luglio 2013)
ALLEGATO 2
Nota Storica: per chi avesse ancora dubbi…
da Qui Europa del 30 ottobre 2013
Per chi avesse ancora dubbi… Siamo una colonia Usa: ecco le prove
Roma – Per verificare se l’Italia è o non è una colonia USA, chiedete (ai parlamentari e governativi) informazioni dettagliate relative ai seguenti accordi segreti: 1) le clausole segrete della ‘Convenzione d’Armistizio’ del 3 Settembre 1943; 2) le clausole segrete del ‘Trattato di pace’ imposto all’Italia, il 10 Febbraio del 1947 (Parigi); 3) le clausole segrete del ‘Trattato NATO’ firmato a Washington il 4 Aprile 1949, ed entrato in vigore il 1 Agosto 1949; 4) il ‘Bilateral Infrastructure Agreement’ (BIA) o ‘Accordo segreto USA-Italia’ del 20 Ottobre 1954 (Accordo firmato dal Ministro Scelba e l’Ambasciatrice statunitense Clare Booth Luce, e mai sottoposto alla verifica, né alla ratifica del Parlamento); 5) ilTrattato Italia-NATO, firmato a Parigi il 26 Luglio 1961 (reso operativo con Decreto del Presidente della Repubblica No. 2083, del 18 Settembre 1962); 6) l’Accordo bilaterale Italia-USA, firmato dal Governo Andreotti, il 16 Settembre 1972; 7) il ‘Memorandum d’intesa USA-Italia’ (Shell Agreement) del 2 Febbraio 1995; 8) l’Accordo segreto ‘Stone Ax’ (Ascia di Pietra), concluso inizialmente negli anni ‘50/’60 e rinnovato l’11 Settembre 2001. Ipoteca sulla democrazia. Si tratta di una flagrante negazione, violazione ed infrazione degli articoli 80 ed 87 della Costituzione repubblicana (stracciata dal Trattato di Lisbona entrato in vigore nel 2009) che prevedono rispettivamente la ratifica obbligatoria di ogni accordo internazionale, sia da parte del Parlamento che del Presidente della Repubblica.
Lo sconcertante "Statistical Compendium on Allied Contributions"
Nell’ultimo rapporto ufficiale reso noto da Washington, ovvero: «2004 Statistical Compendium on Allied Contributions to the Common Defense» alla pagina «B-10» c'è la scheda relativa all'Italia in cui si legge che il contributo annuale alla «difesa comune» versato dall'Italia agli Usa per le «spese di stazionamento» delle forze armate americane è pari a 366 milioni di dollari. Tre milioni, spiega il documento ufficiale, sono versati cash, mentre gli altri 363 milioni arrivano da una serie di facilitazioni che l'Italia concede all'alleato: si tratta (pagina II-5) di «affitti gratuiti, riduzioni fiscali varie e costi dei servizi ridotti». Nel caso del centinaio e passa di basi americane (coperte dallo status Nato), il 41 per cento dei costi totali di stazionamento sono a carico del Governo italiano, ovvero degli ignari contribuenti che lavorano veramente: il dato è riportato alla pagina B-10. Alla tabella di pagina E-4 sono invece messi a confronto gli alleati: più dell'Italia pagano solo Giappone e Germania. Inoltre in base agli accordi bilaterali capestro firmati da Italia e Usa nel 1995, se una base americana chiude, il nostro Governo deve indennizzare gli alleati per le «migliorie» apportate al territorio, con un ulteriore vincolo: se l'Italia intende usare in qualche modo il sito entro i primi tre anni dalla partenza degli americani, Washington riceverà un ulteriore rimborso.
Le Basi… Secondo L'ex Ministro Parisi
L'allora Ministro della difesa Arturo Parisi ebbe a dichiarare, alla Camera dei Deputati, il 19 settembre 2006, che esistono ufficialmente otto basi Usa in Italia disciplinate sulla base accordi bilaterali Italia-Usa. Secondo una precisazione pubblicata dagli autori della prassi italiana diritto internazionale nell'Italian Yearbook of international Law, le otto basi (o meglio basi e infrastrutture) degli Stati Uniti in Italia sarebbero le seguenti: a) aeroporto di Capodichino (attività di supporto navale) b) aeroporto di Aviano, Pordenone (31o stormo e 61° gruppo di supporto regionale; c) Camp Derby (Livorno); d) la base diGaeta, Latina; e) la base dell'Isola della Maddalena (disattivata senza bonifica dall’inquinamento nucleare nel 2008, ndr; f) la stazione navale di Sigonella; g) l'osservatorio di attività solare in San Vito dei Normanni; h) una presenza in Vicenza e Longare.
L'Accordo Ombrello – Lo Status delle Basi Usa in Italia
Il trattato fondamentale che disciplina lo status delle basi americane in Italia è l'accordo bilaterale sulle infrastrutture (Bia), stipulato tra Italia e Stati Uniti il 20 ottobre 1954. Tale atto, noto agli specialisti come «accordo ombrello», non è mai stato pubblicato. Secondo un autorevole commentatore, esso fu firmato dall'allora Ministro italiano degli esteri (Giuseppe Pella) e dall'ambasciatrice Usa in Italia (Clara Booth Luce). Si tratta quindi di un accordo in forma semplificata che stabilisce, tra l'altro, il tetto massimo delle forze Usa che possono stazionare in Italia. Quanto alle armi convenzionali, proibite da trattati ratificati dall'Italia ma non dagli Stati Uniti, dovrebbe essere chiarito, come politica generale, che questenon possono essere detenute in basi americane in Italia. Studi di ricerca specializzati hanno affermato che pur considerando le basi americane come una bilateralizzazione dell'articolo 3 del Trattato Nato, bisognerebbe affermare che la base dovrebbe essere usata per scopi strettamente difensivi, cioè qualora l'Italia o altro membro dell'Alleanza sia oggetto di un attacco armato. Ma il reale uso della base smentisce questo assunto. Il concetto di sicurezza si è ampliato e la Nato ha ormai intrapreso una serie di missioni, ovvero la guerra, che vanno ben oltre la nozione di legittima difesa contro un attacco armato. Un uso delle basi per fini diversi da quelli stabiliti dal trattato, sia come missioni ex articolo 5 sia come missioni non-articolo 5 non dovrebbe essere consentito. Anche tale assunto, però, viene smentito dalla prassi. Durante il conflitto iracheno, la base di Vicenza fu usata, avendo l'Italia aderito ad una politica di non-belligeranza. Questa è prevedibile se si hanno basi straniere sul territorio nazionale, poiché la neutralità perfetta, che comporterebbe l'internamento di uomini e materiali, non può essere mantenuta.
"Extraordinary Rendition" e Violazione del Diritto Internazionale
Da un rapporto del Consiglio d'Europa si apprende che la base di Aviano e quella di Ramstein (Germania) sarebbero state usate per operazioni di extraordinary rendition. L'individuo catturato sarebbe stato poi consegnato all’Egitto e sottoposto a tortura. L'arresto di individui con procedure extragiudiziali è procedura in violazione del diritto internazionale e costituisce un trattamento inumano e degradante – aggravato, a quanto sembra, dalla successiva sottoposizione a tortura dell'individuo. Ovviamente l'extraordinary rendition non rientra tra gli usi consentiti della base. Si tratta di un uso in violazione del diritto internazionale, la cui illiceità non è superabile neppure qualora lo stato territoriale abbia acconsentito all'operazione. All'interno di questo scenario di palese occupazione gli Stati Uniti detengono 90 bombe nucleari in Italia, così come confermato dai rapporti ufficiali dell’Us Air Force: 50 ad Aviano (Pordenone) e 40 a Ghedi Torre (Brescia). Altre circa 400 sono dislocate in Germania, Gran Bretagna, Turchia, Belgio e Olanda. Sono bombe tattiche B-61 in tre versioni, la cui potenza va da 45 a 170 kiloton (13 volte maggiore di quella della bomba di Hiroshima).
Il Sistema della Doppia Chiave
L'Italia per eludere gli obblighi derivanti dal Trattato di non proliferazione con la presenza di armi atomiche ricorre al sistema della «doppia chiave». Le armi nucleari restano in possesso degli Stati Uniti e sotto il suo stretto controllo. Solo gli Usa potranno decidere se ricorrere all'arma nucleare. Tuttavia l'uso è consentito solo dopo autorizzazione dello stato territoriale, cioè dell'Italia. In questo modo solo formalmente l'Italia non esercita alcun controllo sulle testate nucleari Usa e quindi la loro presenza non è incompatibile con il Tnp. Tuttavia, non sono pubblici i dettagli del sistema connesso alla doppia chiave. Le bombe nucleari tattiche sono alloggiate in particolari hangar insieme ai caccia pronti per l'attacco nucleare: tra questi, i tornado italiani che sono armati con 40 bombe nucleari (quelle tenute a Ghedi Torre). A tal fine, rivela il rapporto, piloti italiani vengono addestrati all'uso delle bombe nucleari nei poligoni di Capo Frasca (Oristano) e Maniago II (Pordenone). Questo fatto viene confermato ufficialmente, per la prima volta, nel Nuclear Posture Review 2010, dove si attesta che «i membri non nucleari della Nato posseggono aerei specificamente configurati, capaci di trasportare armi nucleari».
Il Dibattito sul ritiro delle armi nucleari tattiche Usa dall'Europa
Il 26 febbraio 2010 i Ministri degli affari esteri di Germania, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Norvegia hanno inviato una lettera al Segretario generale della Nato per richiedere l'apertura di un dibattito, già nel corso della conferenza dei Ministri degli affari esteri dell'Alleanza atlantica del 22 aprile 2010 a Tallin in Estonia, sul ritiro delle armi nucleari tattiche statunitensi presenti sul territorio europeo.
La Revisione del Trattato di non proliferazione nucleare
Il 28 maggio 2010, dopo quasi un mese di lavori, si è conclusa a New York la conferenza quinquennale direvisione del trattato di non proliferazione nucleare: i 189 Paesi membri hanno approvato un documento finale di 28 pagine nel quale si dettagliano i passi successivi nella strada verso il disarmo globale. In sostanza le cinque potenze nucleari riconosciute (Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina) si impegnano ad accelerare la riduzione degli arsenali, a diminuire l'importanza strategica delle armi nucleari e a presentare un rapporto sui progressi di tali iniziative nel 2014. Inoltre, viene indetta per il 2012 una Conferenza internazionale «per la denuclearizzazione del Medio Oriente» e l'eliminazione dalla regione di altre armi di distruzione di massa.
Un Trattato Discriminatorio
La risoluzione numero 1887, adottata nel mese di settembre 2009 dal Consiglio di sicurezza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), prefigura un mondo senza armi atomiche, esortando i Paesi a rafforzare il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). Il documento «chiede a tutti gli Stati che non fanno parte del Tnp di entrare nel Trattato come Stati non nucleari, in modo da raggiungere l'universalità in una data prossima». Il primo pilastro del Tnp è il disarmo nucleare: ma si tratta di un Trattato discriminatorio, in quanto alcuni Paesi, i cinque che avevano effettuato un test nucleare prima del gennaio 1967 e che sono anche i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'ONU, sono autorizzati a possedere le armi nucleari, mentre ciò è interdetto agli altri Paesi aderenti al Trattato, che sono perciò definiti «Paesi non nucleari» nel Trattato stesso. Il secondo pilastro è la non proliferazione: a nessun Paese membro del Trattato è consentito trasferire o ricevere armi o esplosivi nucleari o parti di essi. Nessun Paese nucleare – sulla carta – può fornire assistenza per la costruzione di esplosivi nucleari a Paesi non nucleari, né affidare il controllo diretto o indiretto di armi nucleari a Paesi non nucleari. Inoltre, tutti i Paesi non nucleari devono concordare con l'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) di Vienna le procedure di controllo delle proprie attività nucleari pacifiche. In questo scenario il Governo di coalizione tedesca ha elaborato la proposta di rimuovere le armi atomiche attualmente esistenti in Germania. Ad assumere la leadership per l'eliminazione delle armi nucleari in Europa sono poi stati i Paesi del Benelux, primo fra tutti il Belgio, sostenuti dalla Norvegia, che tuttavia non ospita armi nucleari sul suo territorio. Anche l'Olanda ha avviato un dibattito in merito. La Corte internazionale di giustizia, nel parere del 1996 sulle armi nucleari, ha affermato che il loro uso è contrario al diritto internazionale umanitario.
Italia-Usa – Una palese anomalia che va contro il TNP
L’Italia ha ratificato tutti i più importanti strumenti di diritto umanitario, ma, avendo sul proprio suolo armamenti nucleari, è stata costretta a effettuare una dichiarazione secondo cui il protocollo addizionale alle Convenzioni di Ginevra non si applica alle armi nucleari. Il parere della Corte internazionale di giustizia, inoltre, ha confermato che il possesso delle armi nucleari e la stessa deterrenza nucleare non sono contrari al diritto internazionale. Il parere in questione, però, ha stabilito che l'uso dell'arma nucleare è sottoposto alle regole del diritto internazionale umanitario. L'Italia dovrebbe pertanto ritirare la riserva interpretativa al I Protocollo addizionale alle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949, che stabilisce che il I Protocollo non si applica alle armi nucleari. Inoltre c'è l'obbligo di uno Stato non nucleare, membro del Tnp, di non possedere o ricevere armi nucleari. Per aggirare l'ostacolo è stato escogitato il sistema per cui l'ordigno nucleare può essere impiegato dallo Stato nucleare, purché non vi sia l'opposizione dello Stato non nucleare sul cui territorio le armi sono stanziate rischiando di andare contro lo scopo e l'oggetto del Tnp.
L'Italia e la folle "riallocazione" dell'arsenale Usa in Europa
Durante il vertice di Lisbona ( novembre 2010) Italia e Turchia hanno accettato una riallocazione dell'arsenale europeo concentrandolo sul proprio territorio e precisamente nelle basi sotto controllo degli Usa di Aviano in Italia e Incirlik in Turchia. Risultano, inoltre, oltre ad Augusta e Napoli, altri nove porti italiani in cui vengono periodicamente ospitati sottomarini o unità navali a propulsione nucleare (Brindisi, Cagliari, Castellammare di Stabia, Gaeta, La Maddalena, La Spezia, Livorno, Taranto e Trieste). In Sicilia si sono verificati alcuni incidenti nucleari mantenuti segreti, provocati da mezzi delle forze armate USA di stanza a Sigonella. Le conseguenze da allora hanno provocato leucemie fulminanti nei bambini. Nonostante sia stata depositata una documentata denuncia nel 2006 alla Procura della Repubblica di Siracusa, non è stato adottato alcun provvedimento di bonifica per salvare la vita di chi si affaccia alla vita, né tantomeno si è fatta giustizia.
Invasi – Oltre 100 Basi e Installazioni Usa-Nato
E’ altresì di dominio pubblico la presenza di oltre 100 basi ed installazioni logistiche e militari USA e NATO che, dal 1945, occupano parcelle importanti del nostro territorio nazionale con statuto extra-territoriale. Da documenti ufficiali USA emerge che Washington considera l'Italia «una piattaforma strategica unica per le truppe Usa, permettendoci di raggiungere facilmente le aree turbolente del Medio Oriente, dell'Europa orientale e dell'Africa. E con Africom sarà partner ancora più significativo della nostra proiezione di forza». (Africom sta per Africa Command che è il comando responsabile delle operazioni militari americane in Africa che a fine 2009 si è insediato a Vicenza).
Repubblichetta di Facciata
La Repubblica Italiana non è certo ‘cosa nostra’… perché se davvero fosse nostra, ovvero di cittadine e cittadini italiani, non si fonderebbe sui “segreti”. “Segreti” su questioni fondamentali, la cui esistenza configura una repubblichetta di facciata, sostanzialmente appunto ‘cosa loro’. “Loro” sono ovviamente gli Stati Uniti d’America, che nel lontano 1943-45 hanno effettuato la conquista dell’Italia aiutati dalla mafia e dalla massoneria (come nel 1860 con Garibaldi e i Savoia), eufemisticamente chiamata “Liberazione”. “Liberazione” da noi stessi, tant’è vero che dopo oltre 70 anni non se ne sono più andati. Potevano farlo dopo la fine dell’URSS, visto che il “problema” era il comunismo, ma non l’hanno fatto. L’Italia è, infatti, ‘cosa loro’, anche se il popolo italiano non lo deve percepire assolutamente.
Il Segreto dei Segreti
Questo è il “segreto dei segreti” – altrimenti definibile la “madre di tutte le menzogne” – della “Repubblica Italiana delle banane”. Tutti gli altri “segreti” (la “strategia della tensione”, le BR, le “trame nere”, Gladio, le “stragi di Mafia”, “Mani Pulite”, il “terrorismo islamico”eccetera) sono una conseguenza logica del “segreto dei segreti”. Pretendere la verità su questo punto non è una cosa “di destra”, “di centro” o “di sinistra”. È semplicemente una cosa sensata, da “patrioti”, se la parola “patria” non avesse assunto per i più un significato distorsivo. Senza contare i comandi di intelligence dipendenti dallaNational Security Agency.
Una Nazione Occupata
Vi pare poco? Vogliamo ancora parlare di “Repubblica Italiana”? La “Repubblica Italiana” non è quello che sembra: l’Italia è una nazione occupata. In questa tragica situazione, pensare di risolvere qualsiasi problema soltanto con le parole o con le petizioni è semplicemente folle. Strategia: occorrono azioni politiche, forti, decisive e determinate. Se esiste realmente come entità politica, va liberata tutta l’Europa da questa colonizzazione alienante. La soluzione risponde al nome di autodeterminazione dei popoli. (di Gianni Lannes, da Qui Europa del 30 Ottobre 2013)
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Giovedì, Marzo 6th/ 2014 Comunicato Stampa di Nicoletta Vulpetti Iniziativa di Libero Confronto, "Pensa e Scrivi" di "Qui Europa" Comunicato stampa di Nicoletta Vulpetti, Ilaria Alpi, Tragica uccisione, Mostra fotografica a Roma, MAXXI Corner D, 20 marzo 2014 Roma, Paolo Gennari Santori, il dramma della scomparsa di Ilaria Alpi, Traffico d'armi e scorie, il segreto […]
Giovedì, Ottobre 31th/ 2013 – di Angelo Iervolino e Redazione Qui Europa – Teheran, Iran, nato, Attacco posto di blocco iraniano, Mercenari filo-sionisti, Afghanistan, Italia, Basi Usa Nato, Patto atlantico Iran – Raid Sionista da territori Nato Mercenari filo-sionisti attaccano un posto di blocco iraniano. Dov'erano gli atlantisti? ►La NATO si rivela sempre più un'istituzione inutile […]
Lunedì, Ottobre 15th/ 2012
– Nuovo Accorato Appello a "Qui Europa" –
Nuovo SOS dei libici della città di [...]
Sabato, Luglio 19th/ 2014
– Redazione Qui Europa –
Redazione Quieuropa, Kiev, Boeing 777, Malaysia Airlines, attentato, AIDAS, Poliomelita, jonas Salk, [...]
Giovedì, Maggio 24th / 2012
– di Sergio Basile – Parlamento Europeo / Europa / Strasburgo / Procedura di iniziativa legislativa / Procedura ex articolo 225 del TFUE / Divario retrinutivo uomo-donna / Bilinguismo stereotipato / Inclusione sociale cercasi / Inapplicazioni delle direttive europee / Austria / Cipro / Repubblica Ceca / Germania / Slovacchia / Italia / [...]Lunedì, Dicembre 31st/ 2012
– di Sergio Basile –
Bruxelles Affama Teheran – Nuova Stretta / Nuova Cruenta [...]
Quotidiano "Qui Europa" - Num. R.G. 1130/2012 - Num. Reg. Stampa 17 - Tribunale di Catanzaro |
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