Venerdì, 13 marzo/ 2015
– di Sergio Basile e Nicola Arena –
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Nicola Arena, Povia, Giacinto Auriti, Dittatura europea
Sabato, Agosto 17th/ 2012
– di Mario Luongo e Sergio Basile –
Crisi Eurozona / Non performing loans / Pricewaterhouse Cooper / Aumento tassi di insolvenza / Klaus-Peter Willsch / Frank Schaeffler / “Falchi tedeschi” / Opposizione Germania alla Bce / Sentenza Karlsruhe / Fiscal compact / Esm / Mario Luongo / Sergio Basile / Mes / Sentenza giudici Karlsruhe / Destino della Democrazia Europea / Dittatura / Debtocracy / 11 settembre / Parlamento europeo / Controllo totale della BCE / Angela Merkel / Costituzione tedesca / Fiscal Compact / Ratifica / Gruppo Europolis / Euro / Markus Kerber
MES – L'insofferenza tedesca: a settembre
le risposte
In ballo il futuro della Democrazia in Europa:
la coraggiosa battaglia del prof Marcus Kerber
contro Mes, Euro e Rigore.
Finlandia pronta ad uscire dall'euro!
Intanto l'Austerity porta alle stelle il debito nell'Eurozona,
l'insolvenza di famiglie e imprese e le sofferenze bancarie:
Grecia, Italia e Spagna curiosamente in "maglia nera"
Bruxelles, Berlino – L'involuzione della crescita nell’Europa del Sud, pilotata dallo strapotere dei mercati e della finanza internazionale in complicità con le istituzioni Ue, negli ultimi nove mesi ha portato molti creditori, sia aziende che privati, all’insolvenza, venendo così a creare una generale “sofferenza” delle banche. La società di consulenza finanziaria Pricewaterhouse Coopers ha pubblicato nelle ultime ore un rapporto concentrato principalmente su un dato preoccupante: i “non performing loans”, ossia i prestiti non restituiti alle banche dai creditori. Come in molti altri settori, anche in questo, dai dati si evince una forte spaccatura tra il Nord ed il Sud dell'Europa, specie per quanto concerne l’incremento di questa “sofferenza bancaria” rispetto ai due anni precedenti. E come spesso accade quando si parla di trend negativi l’Italia del dopo Monti è tra i primi stati dell’Eurozona, con un incremento del 37%, seconda solo alla disastrata Grecia, la quale tra il 2010 ed il 2011 è salita da 27 a 40 miliardi. La medaglia di bronzo va prevedibilmente alla Spagna con una crescita del dato del 23%.
La Germania del "Quarto stato" e quella dei "Banchieri"
Dall’altro lato c’è la faccia chiara della luna (o quella ipocrita, dipende dai punti di vista). Il volto fresco di quell’Europa che – grazie al disastroso e paradossale euro; e all'imbroglio legalizzato del Sistema Target 2, ad esso connesso, voluto dalle istituzioni europee nel 2007 – presenta regolarmente tutti i "compiti a casa fatti", i bilanci in pari e di conseguenza il rigore imposto, rispettato a puntino (per ovvi motivi). La Germania, ca va san dire, fa contemporaneamente da prima della classe, insegnante e preside della scuola–Europa, con la consapevolezza di chi conta un pò di più nelle politiche collettive e di chi non vuole le altrui ingerenze nelle decisioni euro-tedesche. Ma un dato non ci deve indurre in errore: a star meglio non è la Germania del cosiddetto "Quarto Stato", la Germania dei proletari, ma bensì la Germania degli industriali e dei banchieri.
L'insofferenza tedesca sul controllo bancario totale
La richiesta di diritto di veto in tutte le questioni da parte dei parlamentari tedeschi Willsch e Schaeffler, che in questi ultimi giorni sta facendo molto parlare. Da molti è letto come uno dei vari modi in cui si esprime questa insofferenza tedesca verso limitazioni al proprio potere o aumento di quello degli altri stati. Così si spiega anche – in parte – il tentativo, sempre tedesco, di frenare o quantomeno smorzare il controllo della Bce su tutti gli istituti bancari, specialmente le piccole casse di risparmio e le banche cooperative. La cancelliera Angela Merkel e i sempre più numerosi “falchi tedeschi" sono più propensi – comprensibilmente – ad un’azione di controllo da parte della Bce solo sulle 25 maggiori banche nazionali.
Sarà un 11 Settembre?
Comunque è ancora tutto da vedere, dato che il progetto della Commissione europea sulla creazione di una sola autorità bancaria di vigilanza sarà presentato l’11 Settembre all’Europarlamento. Data simbolica, questa, che potrebbe richiamare alla mente sfocate e terribili immagini, nonché oscuri presagi.
La battaglia per la Democrazia in Europa
Ed è curioso che proprio il giorno successivo ci sia la sentenza dei giudici di Karlsruhe sulla compatibilità della Costituzione tedesca con le leggi di ratifica del Fiscal compact e dell’Esm (o MES) il tremendo Meccanismo Europeo di Stabilità, ribattezzato (da "Qui Europa") "Morte Europea Sicura" . Il ricorso, sollevato da un’ennesima proposta dei membri del Gruppo Europolis, guidati dall’economista Marcus Kerber, si basa sul fatto che i meccanismi dell’Esm impoveriscano il parlamento tedesco di alcune sue funzioni, prima fra tutte la possibilità di legiferare sul bilancio dello Stato, con pesanti ripercussioni sulla democrazia tedesca. Senza dimenticare il fatto che il Mes rappresenta – per tutti i comuni mortali dell'Eurozona del Sud – una vera e propria minaccia, in quanto – come visto – è una sorta di vero e proprio "stato autonomo" mascherato da fondo dotato di personalità giuridica, con pieni ed illimitati poteri finanziari e di ingerenza sugli stati. Insomma, una dittatura mascherata!
La guerra anti MES del Prof Markus Kerber
Ma la dura, coraggiosa e giusta battaglia del Professor Markus Kerber è anche verso l'euro. "Abbiamo fatto un calcolo, all'associazione. – ha dichiarato nei giorni scorsi – Siamo accademici, alcuni piccoli imprenditori. Se il fondo salva Stati (MES) venisse approvato, costerebbe alla Germania 3.700 miliardi, il 150% del Pil. Abbiamo chiesto ai giudici di tenerne conto. Ma si sa, iudex non calculat. (…) la cifra è stata ottenuta – continua – sommando gli aiuti, fino ai soldi che saranno necessari per il salvataggio di Spagna, Italia e Francia".
Il MES e la follia francese
Secondo l'accademico – in una intervista al Corriere della Sera – infatti, anche la Francia sarebbe in discussione. Dichiara, infatti, Kerber: "mentre l'Italia ha un buon avanzo primario, una grande tradizione di finanze pubbliche, una gestione professionale del debito, (per carità non fatelo sapere a Monti!) la Francia ha un deficit strutturale, 12 miliardi quest'anno, fino a 40 l'anno prossimo; vive al di sopra dei propri mezzi. Ha ambizioni militari (vogliono costruire sei sottomarini da un miliardo ciascuno!) incompatibili con il bilancio. E la classe politica fa finta di niente". Ma la perversità del MES, secondo il professore tedesco si evincerebbe anche da altri fattori: "Il meccanismo del Salva Stati Permanente, dice, è perverso: appena un Paese chiede gli aiuti, smette di pagare per gli altri". Ma è anche vero che – d'altra parte – Qui Europa obietta come lo stesso MES sia in fondo già un costo di per sé buttato sulle spalle dei cittadini dell'Eurozona, che comunque pagano in partenza per il suo sostentamento. Ma evidentemente, da quanto emerge dall'analisi del professor Kerber, alla lunga anche per la Germania (cioè per i cittadini tedeschi) il MES sarà una pura follia, nonché un "costo insostenibile".
La crociata anti Euro di Markus Kerber e l'alternativa "Guldmark"
Ma nel cuore del problema alla fine torna sempre lui, sempre lo stesso tormentone: l'euro. Lo stesso professore, dall'alto della sua onestà intellettuale, ha riconosciuto che una moneta unica non può esistere per economie così diverse (Vedi anche l'articolo in allegato sui paradossi del "Sistema Target 2") . In pratica l'euro, così come concepito è economico per la Germania, ma sconvenientissimo per i paesi del Sud Europa e per l'Italia. Lo stesso Markus Kerber dichiara come esso sia stato in realtà "un progetto pilotato dai francesi per abolire la Deutsche Mark". Ecco perchè propone la sua alternativa: la Guldmark, una nuova moneta da affiancare, esclusivamente nei paesi del Nord, all'euro. Le due monete potrebbero coesistere, "però – ammette Kerber – la Volkswagen non potrà pagare gli stipendi in euro e vendere le auto in Guldmark".
Finlandia: tutto pronto per uscire dall'euro
Intanto proprio ieri dalla Finlandia – paese parte integrante dell'Eurozona – sono giunte notizie non proprio positive per i fanatisi sostenitori dell'euro "ad ogni costo": il paese nord'europeo, in netta decrescita rispetto alla cugina Norvegia (paese senza euro e senza alcuna crisi, anzi!) avrebbe annunciato attraverso un'agenzia governativa che sarebbe tutto pronto per un piano di fuoriuscita dall'euro.
Un Settembre infuocato
Uno strumento di disequità, dunque l'euro: un pozzo senza fondo il MES: uno pseudo "fondo di salvataggio" (invero di distruzione) che sarà continuamente alimentato (qualora dovesse passare) dagli schiavi dell'Eurozona, cittadini taliani e tedeschi compresi. Uno scherzetto che da Maggio ad ora ci è già costato il 3% del Pil nazionale, nonché un aumento esponenziale del debito pubblico italiano, schizzato come visto da 1965 miliardi (Maggio) a 1973 miliardi e oltre. E come diceva il principe Totò: "e io pago!" Quello che aspetta l’Europa intera è insomma un Settembre che si preannuncia davvero infuocato quanto l’estate che sta per volgere al termine.
Mario Luongo, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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