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I fallimenti del Governo Monti: Pil in caduta libera e Debito Pubblico alle stelle
Venerdì, Agosto 10th/ 2012
– Sergio Basile –
Italia / Mario Monti / Governo tecnico/ Banche e Finanza / Speculazioni / Economia della Truffa / Pil / Debito Pubblico / recessione / Robin Hood / Commissariamento dell'alta finanza / Morte della politica / Annientamento degli stati / Annientamento dei parlamenti / Club del coccodrillo / Goldman Sachs / Silvio Berlusconi / spread / Bilderberg Club / Commissione trilaterale / Moody's / IVA / IMU / Accise statali / Fallimento del governo Monti
I fallimenti del Governo Monti e il Golpe
legalizzato della finanza internazionale
Pil in caduta libera e Debito Pubblico alle stelle
La ricetta Monti: una cura tutta italiana dal 1981
Roma – El Buho (il Gufo) Mario Monti – com'è stato soprannominato al suo arrivo in Spagna – l’ex consulente dell'indagata agenzia di rating Moody’s e di Goldman Sachs, nonché ex-consulente economico e finanziario sottobanco (dal 1981) dei precedenti governi italiani succedutisi nell'ultimo trentennio, dopo aver umiliato per l'ennesima volta un accucciato e remissivo Silvio Berlusconi – con l'ormai arcinota battuta sul differenziale spread a 1200 punti qualora il Cavaliere fosse rimasto al suo posto e non avesse favorito il golpe dei banchieri – è tornato ad avere qualche problemino con la matematica. Infatti a Dicembre 2011 (malgrado tasse ed austerity) il debito pubblico è rovinosamente aumentato, passando dal al 120,1% al 123,4%. E’ colpa della crisi, si difenderebbe l’ex (?) membro della Trilateral e del Club del Coccodrillo; è colpa della crisi che ha ridotto le entrate fiscali! Ma anche un bambino comprende come da misure recessive non possa giungere alcuna crescita, vista la compressione dei consumi che ne consegue e la stessa riduzione delle entrate fiscali (IVA).
La fallimentare Ricetta Monti. Pil in caduta libera, debito alle stelle
L'unico modo per far crescere l'economia è quello di incrementare la capacità di acquisto delle classi medie e deboli, diminuendo altresì la tassazione. Fare il contrario vuol dire attuare un colpo di stato, infischiarsene degli Italiani e far Commissariare a tempo indeterminato l'Ex-Bel Paese dalla finanza internazionale e presto dall'FMI. Ma ad incidere sull'aumento esponenziale del debito pubblico (è bene ricordarlo al professor Monti: poichè i giornali ed i TG non lo fanno, e blaterano il contrario) vi è anche un altro pesante e mortificante elemento, ideato proprio da Monti e dai suoi colleghi del Consiglio europeo: il MES (Fondo salva stati permanente o Meccanismo europeo di Stabilità). Il contributo delle famiglie italiane versato ai fondi Salva Stati (MES e EFSF) è infatti pari al 3% del Pil. Pagato a suon di accise sul carburante, IMU e caro bollette. Non a caso, dunque, nel secondo trimestre del 2012 il Pil è diminuito dell'0,7% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% rispetto al 2011.
Mario Monti: un Robin Hood al contrario
Ma il professore, a dispetto di ogni morale cristiana o di qualsivoglia principio etico, sembra soffrire di un pericoloso sdoppiamento di personalità: come una sorta di poliziotto che lotta il crimine, ma di notte si appresta a svuotare le cassaforti delle vecchiette, nonché le casse dei rapinatori e/o dei presunti rapinatori che si è affannato di arrestare. "Sono stato chiamato a salvare l’Italia – ha dichiarato nelle ultime ore Monti con toni da messia – (….) il governo tecnico è nato con questo intento. Un governo che raccogliesse consensi parlamentari tali da poter mettere mano a riforme fondamentali per il Paese oltre che per far approvare misure sicuramente impopolari ma non più rimandabili. Misure (pensioni e lavoro) che i partiti avrebbero avuto vergogna a varare ma che hanno accettato di votare nascondendosi dietro la scusa dell’interesse nazionale e dietro i meccanismi anonimi dell’appoggio esterno e del voto di fiducia. Gli unici – ha ammesso l’ex consulente Goldman Sachs – che hanno permesso di superare l’abitudine dei governi italiani di non decidere e di ricorrere invece alla concertazione". Ma il professor (una sorta di Robin Hood al contrario) è andato oltre: "occorre che mettano radici nei comportamenti degli Italiani idee nuove, in modo da sopravvivere anche a governi vecchio stile. Governi tipo quelli che potrebbero emergere dalle elezioni del 2013 e che sarebbe deteriore per l’Italia se continuassero a non decidere e a trattare su tutto. Governi che non dovrebbero essere messi nelle condizioni di nascere".
Avanti tutta con il Partito della Recessione
Meglio quindi andar avanti con il partito unico della "Recessione", anche se il golpista Monti continua a blaterare che spera di esaurire nel 2013 il suo compito di salvatore dell’Italia: ciò nasconde quindi la serissima possibilità che questo colpo di stato legalizzato possa andare avanti anche dopo il 2013, ovvero che questa sorta di commissariamento indiretto dell’Alta Finanza internazionale possa continuare a travolgere gli Italiani. Ormai Italo-africani: e ci scusiamo a priori con gli Africani per il paragone e l'accostamento.
La Tomba della Politica e della Democrazia
Un dato – tra l'altro – emerge chiaro: l'insofferenza per il maggiordomo dei banchieri per i Parlamenti e la Democrazia. Meglio ricorrere a mezzi decisionali più veloci, a prescindere (ovviamente) dall'integrità morale, dai conflitti d'interesse e dall'onestà intellettuale dei messia tecnici che dovessero essere invocati ad assolvere a questo impegnativo compito di (improbabili) salvatori della Patria. Governi tecnici a vita dunque! E' questa – per estensione – l'idea dominante del Monti's Pensiero. Tecnici (possibilmente banchieri e uomini Bilderberg o Trilateral) per "rispondere prontamente alle impennate dei mercati (?) e quindi alle manovre della speculazione". Banchieri per rispondere alle esigienze dei banchieri. Pazzesco! Ma se essi poi falliscono e svendono irrimediabilmente l'Italia agli squali esteri? Che importa! Pazienza, la vita va avanti lo stesso! La tomba della Politica e della Democrazia? Senza alcun dubbio!
La risposta e il compito di noi cittadini
Cosa fare allora nel nostro piccolo e nel nostro quotidiano, in attesa delle prossime elezioni (o di dimissioni che non giungeranno mai)? Diffondere incessantemente e capillarmente queste verità ad amici e parenti; confrontarsi attraverso la rete o personalmente nei nostri abituali luoghi d'incontro; aprire gli occhi all'opinione pubblica, visto che a disinformare ed a diffondere falsità ci pensano in maniera "scientifica", meschina e deplorevole giornali e TG, 24 ore su 24. Siamo in guerra! Che vi piaccia o no! E ciascuno di noi deve sentirsi chiamato in causa, se ha a cuore il futuro dei propri figli!
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)