– di Associazione ProVita Onlus –
Primarie Pd – Scontro TV Bersani – Renzi: fumo negli occhi ed Europeismo a Buon Mercato
Giovedì, Novembre 29th/ 2012
– di Silvia Laporta e Sergio Basile –
Primarie Pd: tra incertezze e poca chiarezza / Bersani / Renzi / Primarie Pd/ votazioni / black out / brogli elettorali / Mario Monti / Giorgio Napolitano / Bce / Fmi / mercati / Pd /
Primarie Pd – Scontro TV Bersani – Renzi:
fumo negli occhi ed "europeismo"
a buon mercato
Temi caldi? Del Signoraggio e dello strapotere delle
agenzie private del rating neanche il minimo cenno.
Silenzio assoluto anche sul ruolo iniquo dell'Euro e
del Sistema Target 2 pro-Germania
In vista delle Primarie, il Pd continua a legittimare il colpo di
stato dei tecnici e si perde in futili luoghi comuni
e "problemi" secondari
Roma – Ieri sera su Rai1 è andato in onda il faccia a faccia tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi in vista del ballottaggio delle "Primarie del Pd" di Domenica prossima. Un confronto all'americana, dietro la regia di una attenta Monica Maggioni, conduttrice e moderatrice. Dal lato dell'impatto mediatico, Renzi è parso indubbiamente più efficace e fresco del "presunto rivale": d'altro canto sono mesi che attraverso una mirata campagna di "marketing politico" il giovane sindaco di Firenze si "vende" come il nuovo che avanza, il rottamatore. Le ostilità – si fa per dire – cessano alle 23,00 ma lo scontro in realtà è apparso piuttosto come una "chiacchierata da bar" tra due vecchi amici. Tutto all'insegna del fair play e del politically correct, insomma! Dato curioso, per un Paese che affoga nei debiti e nella recessione. Zero scontri, zero scintille o battute al vetriolo. Tutto all'insegna della pacatezza. Troppa! Alla fine ancora una volta l'apparenza ha finito per avere la meglio sulla sostanza: lo stile più sciolto di Matteo Renzi – in camicia – ha avuto la meglio sull'immagine di un Bersani più ingessato in giacca e cravatta. Ma che ne è stato dei temi caldi del Paese? Quali le prospettive delineate dai due contendenti per rilanciare il "Sistema Paese"? Quali le urgentissime cure per tentare di estirpare un cancro maligno che sta portando la malata terminale "Italia" irrimediabilmente alla tomba!
Fumo negli occhi
Abbassamento delle tasse e rilancio del lavoro, le parole d'ordine per entrambi! Ma andando al nocciolo della questione, cioè alla "legittimità" della cura Monti-Ue chiamata "Fiscal Compact", davvero le conclusioni dei due sfidanti ci sono apparse come l'ennesimo malcelato tentativo di gettare fumo negli occhi degli Italiani. Il tentativo di infondere loro vane speranze inducendoli ad andare a votare e ad alimentare il "giochino delle primarie". Un gioco hainoi sterile, che non porterà davvero a nulla! E non lo diciamo per essere catastrofisti, ce ne guarderemo bene, ma soltanto realisti. Quando parliamo di "Fiscal Compact", infatti non dobbiamo dimenticare almeno tre cose: 1) E' uno strumento altamente recessivo che costringe e costringerà l'Italia a pagare qualcosa come 45 miliardi di euro all'anno per vent'anni, al fine di saldare un debito in gran parte illegale (nel frattempo fatto lievitare da Monti di oltre 90 miliardi di euro in un solo fallimentare anno di mala-gestione del Paese) fatto lievitare attraverso una truffa legalizzata (vedi articoli in allegato). Somma alla quale vanno aggiunti gli oltre 80 miliardi di euro di interessi bancari passivi sul debito pubblico, e i 5 miliardi l'anno per la partecipazione dell'Italia al dittatoriale MES (Fondo "Salva" – Ammazza – Stati Permanente); 2) Pagare il debito richiederà inevitabilmente un aumento della tassazione, a meno che non si decida di utilizzare i soldi del "Monopoli", o che la BCE decida di rinunciare al suo diritto di signoraggio: ipotesi auspicabilissima, ma piuttosto fantascientifica, visto che Draghi preme addirittura per la nascita di un'imminente "Unione Bancaria" continentale, al fine di mettere fuori gioco definitivamente gli Stati nazionali e il loro tentativo (vedi Ungheria di Orban) di riappropriarsi della propria sovranità monetaria; 3) Il PD ha contribito in maniera preponderante a legittimare tutto questo sfacelo, avallando le scelte della Banda Monti, e proponendo il "regime debitocratico" anche per i prossimi anni, rivestendo questa infame "Dittatura del Debito" di un'aurea di normalità.
Il Nipote coraggioso e lo Zio esperto?
Ecco perchè non possiamo assolutamente accettare l'espressione furbetta di Matteo Renzi, che intorno alle 22,40 di ieri si dipingeva come "il figlio coraggioso contro lo zio prudente". Ma di quale coraggio parla il nostro carissimo rottamatore? Chi lo capisce è bravo! Pierluigi Bersani – da parte sua – ribatteva alla "provocazione" – 22,42 circa – con un'alta frase a nostro modo molto infelice: "Non si prende a calci l'esperienza!". Ma quale esperienza? Se Bersani intende i macelli avallati dai suoi amici Prodi, Amato, Ciampi, Andreattà tra gli anni Ottanta e Novanta, a suon di decreti vergogna che hanno spinto la Banca d'Italia ed il Paese stesso nelle braccia della speculazione internazionale, privando gli Italiani stessi del controllo diretto sulla propria sovranità finanziaria (diritto di sottoscrizione dei nostri titoli del Debito Pubblico riconosciuto agli investitori esteri; e poi a tassi da usura) e monetaria, davvero non possiamo che essere daccordo con lui! "Non si prende a calci l'esperienza!" Magari si manda direttamente in esilio all'estero, o in un'isola del Pacifico. Magari dove regna alcora la legge del baratto, o comunque dove emettere carta moneta non è una tragedia apocalittica, ma una normale prerogativa riservata ad un popolo sovrano, e soprattutto a costo zero! Ma questi discorsi sembrano non interessare né al "rottamatore" Renzi, né all' "esperto" Bersani.
Discorsi da treno e Assordanti Silenzi
Ecco allora, come le promesse di innalzamento degli stipendi o abbassamento delle tasse, in quest'ottica cosi drammatica e palese, si rilevano essere solo futili manovrucce da bar, "discorsi da treno" e inutili palliativi! Perchè non impugnare il Trattato di Lisbona, piuttosto, e pretendere – tra l'altro – l'abrogazione dell'art. 123, che obbliga i paesi a stare sotto lo scacco della speculazione, imponendo loro di rifinanziarsi presso i "mercati internazionbali"? Perchè non decidere davvero di salvare milioni di famiglie italiane dal cappio di Equitalia (e delle banche che ne posseggono gran parte delle azioni) chiedendo all'Ue di bandire e delegittimare una volta per tutte le agenzie di rating (private, controllate – dalle lobby – e plurindagate agenzie di rating) che aiutano a far lievitare gli interessi passivi ed il debito in maniera illegittima? Perchè questa complice cecità e questo avallare scelte criminali, che stanno portando il Paese più bello del mondo (e tra i più ricchi e robusti, prima del 2011) alla rovina? Il Silenzio!
L'esempio dei Padri Costituenti
D'altra parte piuttosto deludenti sono state anche le "domande da casa" rivolte ai due candidati. Renzi ha rilanciato il suo no al finanziamento pubblico ai partiti; è tornato a parlare del dimezzamento dei parlamentari (ipotesi illusoria e da scongiurare: diminuendo la rappresentanza parlamentare, infatti, aumenterebbe il controllo sul Parlamento dei gruppi di potere e di interesse. Tra i punti del vecchio Piano della loggia P2) e dello stop ai vitalizi. La verità è che ad essere sfoltiti, e di molto, dovrebbero essere gli stipendi dei parlamentari. Può un parlamentare guadagnare più di un minatore o di un metalmeccanico (quelli rimasti in giro, s'intende)? In un mondo normale no! Come scordare l'esempio dei Padri costituenti (uno tra tutti, Giorgio La Pira, per restare nei paragi del "Comune di Firenze") che ogni mattina si recavano in Parlamento per legiferare a proprie spese, pagandosi addirittura il biglietto del tram! Questa è politica! Innamorarsi nel proprio Paese e difendere la sovranità e la dignità dei cittadini. Roba, francamente, lontana anni luce dallo spettacolo odierno offerto da codesti attori!
Un black Out profetico?
D'altra parte – ed alla luce di quanto detto – ci piace considerare lo strano black out, durato oltre sette ore, che Domenica scorsa ha avvolto nell'oscurità i votanti e gli scrutatori – ed in parte anche probabilmente la trasparenza e la coerenza di queste primarie del Pd – come uno strano segno del destino. O come un profezia. Mentre tutti brancolavano nel buio sono andati misteriosamente dispersi un milioncino di votanti che sono diventati da oltre 4 milioni a 3, mentre – come qualcuno tra i più attenti osservatori e lettori di "Qui Europa" ricorderà – la forbice dello scontro Bersani – Renzi è arrivata a 10 punti. Un buco inspiegabile, durante il quale sarebbe potuto succedere di tutto, alla faccia della trasparenza. Cose che possono succedere soltanto in Italia! Gli organizzatori si sono giustificati dicendo che il problema veniva esclusivamente dalle sezioni del Sud ma che, nonostante tutto, ciò non avrebbe intaccato i risultati delle votazioni. Un'affermazione che puzza di sbrogli elettorali? Mah! Ognuno può tirare le proprie considerazioni e conclusioni di sorta. Certo è che il riconteggio del voto di circa 100 mila schede elettorali dubbie o sparite, magari avrebbe potuto avere un esito differente e quindi modificare i risultati di queste elezioni. Ma col senno di poi… Il leader che ne ha tratto i maggiori vantaggi è stato Bersani. Da parte sua, il comitato pro-Renzi, non è stato di certo a guardare, ed ha prontamente chiesto che venissero messi on-line i verbali di tutti i novemila seggi, contestando – ovviamente – l'esito delle elezioni.
Burattini e Burattinai – Pinocchi e Mangiafuoco
Ma chiacchiere, misteri italici e gialli da bancarella a parte, Domenica prossima avverrà il "tanto atteso" (ma da chi davvero?) ballotaggio Bersani-Renzi. L'unica certezza per ora – ci pare di capire, leggendo tra le righe – è che solo chi si converte ai precetti del Montismo potrà riuscire a fare strada ai piani alti del Palazzo. E' inutile illudersi tanto amici del Pd! Quelli che prendono e prenderanno le decisioni che contano e che ci legano alla macchina del Debito, non sarete voi, scrupolosi votanti del popolo del Pd. E non saranno – a quanto pare dalle dichiarazioni "europeiste" emerse – nemmeno gli "esperti" o "rottamatori" Bersani e Renzi. Chi deciderà davvero in questo "aborto di democrazia" saranno sempre gli apparati tristemente noti ed a capo della nostra sorte : Bce, Ue, Fmi, Germania e mercati. La vera parola chiave del 2013, ad oggi, non sarà né crescita, né lavoro, né riduzione della tasse, ma una sola: "commissariamento!". La sovranità è loro e non del popolo! Mark Twain una volta scrisse : "Se votare facesse qualche differenza non ce lo farebbero fare!". Mai come oggi questo "detto" ci pare attuale e profetico. Una citazione che rispecchia la situazione italiana ed europea del momento in maniera sibilliaca. E' già stato tutto deciso, con la complicità del nostro carissimo "Presidente della Repubblica", Giorgio Napolitano, che a farci da "buon pastore" per i prossimi 4 anni sarà il professor Mario Monti o qualcuno simile a lui. Programmato come lui.
I Paladini della "Giustizia Mancata"
Il problema è fondamentalmente nostro: vogliamo continuare a farci guidare da "pastori" ed essere delle pecore, oppure vogliamo aprire gli occhi e capire come possiamo cambiare questa situazione? Se analizziamo i fatti e pensiamo alle prossime elezioni troviamo davanti a noi una situazione a dir poco confusa. Non ci sono Bersani o Renzi che tengano, e per il vero neppure il paladino dell'anti-politica sembra convincerci. Beppe Grillo – Casaleggio e intrecci più o meno palesi o occulti, a parte – sembra ogni giorno di più il paladino della "giustizia mancata". Parla di fuoriuscita dell'Italia dalla moneta unica solo a sprazzi ed in maniera approssimativa; non tratta a fondo i veri temi; non parla da anni ormai in maniera sistematica e convinta di signoraggio bancario e di sovranità; non mette in discussione il Trattato di Lisbona. Temi che dovrebbero essere il suo pane quotidiano, e che dovrebbe calare all'interno di ogni pubblico confronto. Ma siamo sicuri che non sia l'ennesimo retaggio e che , anch'egli, non rappresenti solo una pedina del sistema? Francamente dopo aver creduto per mesi nel progetto Grillo, anche noi – in vista delle elezioni, e quando i grandi temi dovrebbero saltare fuori – dinnazi a tanta e tale retorica, iniziamo ad avere seri dubbi sulla sua reale bontà d'intenti. Il suo silenzio e la sua volontà più o meno manifesta di non trattare i temi fondamentali di cui sopra, suonano alle nostre orecchie come una chitarra distorta. Per ora la via dell'astenzionismo ci pare la migliore!
Silvia Laporta, Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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