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Quei poveri bambini del Sud…
Venerdì, Aprile 27th / 2012
– di Mirella Fuccella –
Italia / Mezzogiorno / Garante per l’infanzia / Povertà / Asili nido
Quei poveri bambini del Sud…
Senza asili e senza fondi
Roma – Secondo il Garante dell’infanzia i diritti dei minori in Italia sono minacciati da un “pericoloso arretramento”. Nel nostro Paese, inoltre, quasi due milioni di bambini vivono sotto la soglia di povertà, in particolare al Sud. A ciò si deve aggiungere che solo il 12 % dei bambini può contare su un asilo pubblico. Si tratta di una delle medie più basse d’Europa: in Francia, ad esempio, ci sono asili per il 35-40 % dei bambini e si sale al 55-70% nei Paesi nordici.
La discriminante povertà
La povertà è il dato più preoccupante: “Un milione e 876mila vivono in famiglie povere e 653mila in condizione di assoluta povertà”, ha affermato il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora. La maggior parte di loro vive al Sud, particolarmente in Sicilia (44%), in Campania (32%), e in Basilicata (31%). Proprio al Sud gli asili nido sono una rarità. D’altra parte, una mamma su quattro, alla nascita del primo figlio, esce dal mercato del lavoro. A tale proposito, bisogna chiedersi se non si tratti anche di una “scelta” precisa, fatta dalle donne che decidono di dedicarsi alla famiglia invece che al lavoro. Pagare, infatti, il nido e le eventuali persone che dovrebbero accompagnare i figli all’asilo può essere un forte deterrente: con questi chiari di luna, solo rare le donne che guadagnano “parecchio” e che possono pensare di mantenere il lavoro. Altrimenti, da un punto di vista meramente economico “conviene” restare a casa! Questo dato vale anche per le famiglie “medie” e non necessariamente per quelle povere, in quanto gli stipendi delle donne sono di solito notevolmente inferiori rispetto a quelli degli uomini.
La situazione in Calabria: nonni protagonisti
Il fatto che al Sud il numero di bambini che frequentano il nido è bassissimo, dovrebbe indurre a riflettere. In Calabria non più di tre bambini su cento vanno al nido. Eppure non si può pensare che lavorino solo tre mamme su cento. Dunque ci sono mamme lavoratrici che optano per altre soluzioni: magari preferiscono i nonni. Si dimentica che al Sud la famiglia regge ancora. Con questo non si intende dire che i nidi non siano una buona soluzione per le mamme lavoratrici, tuttavia nel dare un giudizio sul problema non si può non tenere conto del contesto sociale. Gli asili nido sono necessari, ma è necessario prima cercare di capire le reali necessità delle famiglie, per mettere appunto un “piano” adeguato. Lo stesso Piano nazionale per l’Infanzia, denuncia il Garante, è totalmente senza fondi. Ma, insomma, con tutti questi tagli alle spese pubbliche e tutte le nuove tasse introdotte, magari ci si aspetterebbe che finalmente le cose importanti escano dal solito dimenticatoio. Invece tutto cambia, ma tutto resta uguale!
Mirella Fuccella (Copyright © 2012 Qui Europa)


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