Sabato, Aprile 12th/ 2014
Rubrica – I Grandi Personaggi del Novecento:
Lunedì, Ottobre 20th/ 2014
– di Don Floriano Pellegrini –
Digressioni e critiche su un articolo di un rotariano
Redazione Quieuropa, Don Floriano Pellegrini, Rotary, Massoneria, Attinenze, ideali etico-religiosi , servire più spirituale che materiale, l'anima stessa del liberalismo capitalistico è sovversiva, radici massonico-protestanti del Rotary, ostacoli di ordine religioso tra massoneria e chiesa cattolica, inesistenza di qualsiasi incompatibilità nella simultanea appartenenza alle due associazioni, affinità elettive tra Rotary e Massoneria, Harris, servire al di sopra dei propri interessi, servire chi e che cosa?
Rapporti tra Massoneria e Rotary. Punto di vista
di un rotariano e nostre precisazioni – 2
Altre ammissioni – parziali – di un rotariano: arricchimento
reciproco dell'affiliazione e origini massonico-protestanti
del Rotary International
di Don Floriano Pellegrini ( e Redazione QE )
Rapporti Massoneria-Rotary – Una doverosa premessa
Belluno, Fabriano – (continua da qui – Rapporti tra Massoneria e Rotary: punti di vista di un rotariano e nostre precisazioni – 1) Come scritto a chiare lettere nella prima parte dell'articolo, ripetiamo un concetto chiave, una doverosa premessa che ci aiuta a comprendere il tenore dello scritto. "L’autore, per quanto cerchi di essere equidistante, non può fare a meno di costatare che ci sono dei rapporti sia a livello culturale di condivisione di alcuni ideali, come quello dell’universalismo (chiamato ora in una maniera e ora in un’altra, ma ciò ha poca importanza), sia a livello di appartenenza di alcuni membri all’una e all’altra associazione. La Massoneria è vista dal Morelli più come una specie di religione laica, mentre il Rotary come un’associazione che prescinde in tutto dalle questioni metafisiche; pur tuttavia, tali legami ci sono; e, non potendo mai provarli, perché la Massoneria tiene il segreto sui suoi adepti, sono però spesso intuibili e, insomma, la gente è meno stupida di quello che alcuni vorrebbero far credere".
Peccato grave – Un cattolico non può aderire alla Giudeo-Massoneria
"Sventura vuole che, dopo l’assunzione di atteggiamenti "misericordiosi" da parte di alcuni membri della gerarchia cattolica e le ben note compromissioni di vescovi con la Massoneria o Giudeo-Massoneria (delle quali ci siano dovuti già occupare), c’è chi crede – come fa lo stesso Morelli – e persino chi vuol far credere che per un cattolico sia legittimo aderire a queste organizzazioni. La questione e la realtà invece sono ben diverse, e non potrebbe essere altro. Non ci sono più le censure esterne e la scomunica, la Chiesa non punisce più in modo visibile e sotto gli occhi di tutti; ma rimane, per i cattolici, il divieto di aderire alla Massoneria, sotto pena di peccato grave, sempre, e l’obbligo di confessarsi e ritirarsi da tale associazione.
Adesione al Rotary – I cattolici non hanno diritto di essere ingenui
Meno dura la condanna ai cattolici che aderiscono, simpatizzano o amoreggiano, per i loro fini tutt’altro che disinteressati, con il Rotary; ma, anche in questo caso, resta vero che i cattolici non hanno diritto di essere ingenui e di sapere che, al di là di tutte le belle apparenze (e sia pure di alcune belle iniziative), il semplice fatto che i membri del Rotary siano, a conoscenza di tutti, membri anche della Massoneria, sconsiglia caldamente una sua frequentazione; a meno che – ma allora si deve avere il coraggio di dirlo – non si sia più dei veri cattolici (ma solo – evidentemente di facciata). Gli amoreggiamenti lasciamoli a chi, avendo una visione dei rapporti umani diversa da quella realmente cattolica, vi trova dell’utile, per la sua carriera personale e per soddisfare il "desiderio di bene" (quale??) che c’è, sia pure in forma quasi istintiva, in ogni uomo.
Massoni, rotariani e falsi pastori… infiltrati e carrieristi
Tutto questo, dovrebbero essere i Pastori della Chiesa a dirlo e a ribadirlo, con totale sincerità e non quasi arrossendo davanti a qualche rotariano o massone per dire queste cose; ma, si sa, da sempre nella Chiesa ci sono stati assieme ai santi anche falsi Pastori (carrieristi e infiltrati), più dannosi dell’AIDS e di ogni perversione sessuale, perché allontanano i fedeli, con i loro atteggiamenti equivoci e ambigui, dalla vera percezione e pratica della santa Fede! Il resto delle precisazioni, è nelle note".
Rapporti tra Rotary e Massoneria – 2
Articolo del rotariano Luigi Morelli
Analisi e note critiche di Don Floriano Pellegrini e Sergio Basile
Accostamento tra Massoneria e Rotary secondo un rotariano
di Luigi Morelli – (Articolo del rotariano Luigi Morelli, tratto dal «Bollettino dell’anno sociale 2012-2013» del Rotary Club di Fabriano, pp. 100-103 – note critiche di Don Floriano Pellegrini). Continuando sul confronto tra Massoneria e Rotary, si può dire che la Massoneria si prefigge il miglioramento etico della società attraverso la professione e la pratica dei suoi ideali etico-religiosi o della sua religione laica. Quindi trattasi di un servire più spirituale che materiale, ove prevale l’insegnamento e la riflessione sugli aspetti etici della vita. Il Rotary invece, con il suo internazionalismo, si attiva nella società, interviene nel tessuto sociale, elargisce nella comunità in cui opera la sue esperienze professionali nei vari campi dell’agire – vedi il suo articolarsi in categorie professionali di appartenenza – non disdegna anzi vuole aprirsi alla società cercando di aiutarla nei suoi bisogni materiali e culturali.
Rotary, filiazione ideale della Massoneria
Sotto quest’aspetto (del servire) si può dire che il Rotary è una filiazione ideale, e non certo operativa, della Massoneria. Questa però ad un certo punto, ed esattamente in un’epoca in cui la modernità avanzava (6) a passi assai veloci, comprese il suo limite dovuto all’agire in segreto, alla sua organizzazione occulta, alle sue regole, ai suoi rituali ed alla vita interna sconosciuta a chiunque non ne facesse parte. Bisognava liberarsene, uscire al di fuori, farsi conoscere, spiegare anche a chi la pensava diversamente che la formula massonica era superata. Comprese questa sua inadeguatezza. E la comprese soprattutto non tutta, ma quella parte della Massoneria statunitense formata dalla classe imprenditoriale e delle libere professioni, che, a prescindere dal fatto che i fondatori del Rotary fossero o no massoni (ripeto ciò ha poca importanza), aderì spontaneamente al Rotary: una parte senza rinunciare alla propria affiliazione, altra forse uscendone del tutto. In altre parole, sono le nuove dinamiche socio-economiche a cavallo tra il XIX ed il XX secolo che fanno uscire allo scoperto una parte degli affiliati alla Massoneria, i quali vedono nella formula rotariana, aperta e non più occulta, il mezzo per uno sviluppo delle loro imprese e delle loro attività professionali, legato al motto rotariano delle origini “profitta di più chi serve meglio”. Principio questo utilitaristico, ma non per questo scevro di una sua eticità, perché il servire meglio significa onestà, lealtà, serietà nei rapporti d’affari, mantenimento della parola data, servizio verso il cliente, rifiuto di quel capitalismo selvaggio (7), ancora vegeto all’epoca della fondazione del Rotary. Un’etica, insomma, non più religiosa, ma laica trasferita dalla Massoneria al Rotary. Un’etica che potremmo definire “di servizio”, perché la correttezza negli affari va a vantaggio di tutta la collettività (8).
(6) Nota critica – don Floriano Pellegrini – Hanno sempre in testa quest’idea, quasi sete psicologica, della modernità; un mito, una fiducia cieca e intima che il moderno, cioè l’ultimo arrivato, è migliore, in ogni caso, rispetto al precedente e all’antico. Un assunto assurdo! N.d.R.
(7) Nota critica – Redazione QE – Almeno nella teoria. Infatti, come noto, l'anima stessa del liberalismo capitalistico è sovversiva, in quanto come diceva il grande professor Giacinto Auriti – padre della Teoria del Valore Indotto della Moneta – non è vero ciò che diceva Adam Smith, che il mercato raggiunge un equilibrio naturale tra Domanda e Offerta, grazie alla libera concorrenza. Infatti – notò Auriti – dietro il mercato ed il suo controllo reale vi sono nomi e cognomi ben precisi.
(8) Nota critica – Redazione QE – Conclusione, ovviamente, opinabilissima: specie se guardiamo le attuali dinamiche dei fallimenti indotti delle aziende italiane sotto la spinta della truffaldina "crisi economica" (truffa monetaria retta con la complicità delle banche amiche delle multinazionali e del loro braccio occulto operativo: le agenzie di rating che decidono chi risparmiare e, per contro, chi far fallire o svendere).
Radici massonico-protestanti del Rotary
Il Rotary ha sempre ufficialmente negato questa filiazione. Ha sempre affermato che né il fondatore del Rotary Paul P. Harris né gli altri tre che a lui si unirono erano massoni. Ma io ritengo che questa diatriba sulla affiliazione o meno dei nostri fondatori alla Massoneria non abbia alcuna importanza. Infatti, se una qualche filiazione o derivazione la si voglia riconoscere, questa non è dovuta, a mio parere, da un motuproprio della Massoneria che si voleva esternare, ma dal fatto che nella cultura anglosassone, nella quale il Rotary affonda innegabilmente le sue radici, quest’ultima era tenuta in alta considerazione e, soprattutto non era in contrasto con il protestantesimo, anzi ne aveva delle coincidenze significative. Quindi il Rotary nasce già in un ambiente culturale massonico-protestante (9) che non scandalizzava nessuno, anche se colà la Massoneria era ritenuta di stampo lobbistico, parola che nella cultura anglo-americana non esprime un concetto negativo ma di gruppo di pressione che opera alla luce del sole.
(9) Nota critica – don Floriano Pellegrini – Almeno – nelle parole dello stesso rotariano Morelli – l’origine da quell’albero culturale è ammessa. N.d.R.
L'appianamento e i falsi pastori
Fin qui ho tratteggiato quello che a mio parere è l’unico legame che accomuna le due associazioni, ossia quello ideale. Ma occorre venire – ed è quello che più interessa – alla questione se esista anche quel legame che in proposito le uscite della nostra pubblica opinione ci fanno sospettare che sia anche concreto e fattuale. Questa opinione che i rotariani in genere siano anche massoni, molto più diffusa nei decenni passati, soprattutto sino a quando non fu appianato lo scontro con la Chiesa cattolica (10) è ancora abbastanza condivisa. Quello coltivato dall’opinione pubblica è un pregiudizio, o una di quelle realtà che si avverte nell’aria pur senza riuscire a toccarla con mano? I rotariani se appartengono alla Massoneria non lo dicono, salvo qualche privata intima confidenza, né il club è legittimato a chiederlo loro. Ma che alcuni vi appartengano penso che sia un fatto scontato. Non dobbiamo meravigliarcene, né tanto meno dolercene, purché non si varchi una certa soglia (?) (11).
(10) Nota critica – don Floriano Pellegrini – Questo appianamento è solo ad opera di falsi Pastori!!! N.d.R.
(11) Nota critica – Redazione QE – Quale sarebbe questa presunta soglie l'autore non lo spiega… Non è lecito saperlo!
"L'arricchimento"
Ora, se è vero che l’appartenenza ad una associazione che ovviamente si prefigga un certo scopo rivela in sé le qualità e le inclinazioni della persona che, ove quello scopo non condivida, non ne farebbe parte, penso che un rotariano che sia anche affiliato alla Massoneria possa apportare un arricchimento ideale al Rotary, purché non cerchi di strumentalizzarlo o di far pesare nel Rotary quell’ “habitus” acquisito con l’essere un affiliato. Questa mia riserva potrebbe far pensare che io dia per scontata l’ingerenza della Massoneria nel Rotary, sì da condizionarlo in certe decisioni o nella sua concreta operatività, non tanto a livello di club, che è la vera cellula vitale del Rotary International, quanto a livello degli organi intermedi. Riporto quanto leggesi nel nostro Manuale di procedura, ed. 2007, a pag. 16, sotto la rubrica “Affiliazione a club diversi dal Rotary”: “Di norma un rotariano non può appartenere al club di un’altra associazione dedita al servire in quanto ciò gli impedirebbe di adempiere in maniera soddisfacente agli obblighi associativi. Pertanto gli aspiranti soci sono tenuti a dichiarare l’eventuale appartenenza ad altri club e i soci che intendono aderire ad altra associazione devono prima chiedere il permesso al consiglio direttivo del club di appartenenza. Il consiglio direttivo del club può disporre l’espulsione di un socio per vari motivi, tra cui il mancato adempimento degli obblighi sociali a causa dell’appartenenza al club di altra associazione” (la stessa prescrizione, o raccomandazione che dir si voglia, è riportata nel mio manuale ed. 1975). Con questo mio riferimento al nostro Manuale di procedura non intendo, è ovvio, sostenere che quella disposizione si applica anche alla Massoneria, che ovviamente non può definirsi un club dedito, secondo la comune accezione del termine, al perseguimento di un ben determinato scopo senza fini esoterici. Tuttavia, questa raccomandazione del nostro manuale mi offre lo spunto per una riflessione.
Falsità & Falsità – Chiesa e Massoneria d'amore e d'accordo?
Considerato che la Massoneria non è un Club, che la Chiesa non le è più nemica (12) che quindi non vi sono più ostacoli di ordine religioso a che un cattolico osservante aderisca alla Massoneria e tanto meno al Rotary, tuttavia, a mio parere, sussiste non una incompatibilità ma una certa difficoltà a voler ritenere indifferente per il Rotary che un suo socio appartenga anche alla Massoneria. In altre parole, non si può negare che l’appartenenza sia al Rotary che alla Massoneria ingenera nel nostra ambiente rotariano una certa diffidenza (?) (13): non a causa di un qualche pregiudizio che si possa nutrire verso la Massoneria, bensì a causa del ben diverso rapporto che unisce un rotariano al Rotary ed il massone alla Massoneria, consacrato per il massone da un giuramento quasi sacramentale di obbedienza alle autorità massoniche e dall’obbligo del segreto o della riservatezza.
(12) Nota critica – don Floriano Pellegrini – Falso e falsissimo, anche se ci sono dei Pastori (quelli di cui sopra) che lo sostengono e, naturalmente, teologi venduti e opportunisti. N.d.R.
(13) Nota critica – Redazione QE – Francamente non ci risulta!
Reciproche appartenenze
Da quanto ho sin qui esposto, non posso non desumere, pur ribadendo l’inesistenza di qualsiasi incompatibilità nella simultanea appartenenza alle due associazioni, che, se tra Rotary e Massoneria dovesse esistere una qualche interdipendenza o reciproca influenza, questa sarà tanto meno avvertita o scomparirà del tutto quanto più “largo sarà il Tevere” (tanto per usare un’espressione cara all’On. Giovanni Spadolini) che separerà il Rotary dalla Massoneria e viceversa. Questa sempre maggiore distanza è auspicabile perchè la concezione della Massoneria è assai diversa da quella del Rotary.
L'ammissione del rotariano – "La Massoneria è una religione"
Come ho già spiegato all’inizio, ma come ora voglio ribadire più concretamente, la Massoneria è una religione, per cui necessita di una organizzazione chiesastica con gradi gerarchici (apprendista, compagno, maestro, ecc.), devozione verso chi ricopre una carica, simboli, riti iniziatici, rituali nelle riunioni, ecc. Non è assolutamente così per il Rotary, che non è una religione, ma una prassi prettamente laica che, prescindendo da qualsiasi differenza di credo tra i suoi aderenti, ha come unico scopo quello che il nostro motto ci esorta a perseguire sino a quando liberamente ne vorremo uscire, come liberamente ne siamo entrati, senza ritorni utilitaristici (14) soprattutto quando si rivestono incarichi a qualsiasi livello. Ed è proprio per questo che gli incarichi rotariani hanno una durata soltanto annuale. Cessata la carica non si diventa nient’altro che rotariano, non si sale di un gradino superiore o in una posizione privilegiata. Si resta rotariano. Si ha un solo merito: quello di avere servito il R. più di quanto possa aver fatto un rotariano che non abbia voluto o potuto ricevere incarichi.
(14) Nota critica – Redazione QE – Francamente non ci risulta!
Rotary: Massoneria non gerarchizzata?
Nel Rotary non sono ammesse gerarchie o notabilati. Ma non perché vi sia una precisa norma statutaria volta a vietarne la creazione, ma perché così è nella natura del Rotary, ove colui che riveste una carica in uno qualsiasi dei suoi organismi è un “primus inter pares” fin a quando ne è investito. Come ho già detto, non ho assolutamente un atteggiamento negativo verso la Massoneria, come potrebbe far credere l’essermi riferito a certe pratiche massoniche, che invece, lo ribadisco, ho voluto mettere in evidenza soltanto per far comprendere come quelle pratiche conferiscano all’affiliato un “habitus” suo particolare, diverso da quello che possa acquisire un rotariano o un partecipante a qualsiasi altra associazione che non sia un affiliato.
Servire al di sopra dei propri interessi? Servire cosa?
L’attuale motto della nostra associazione non è più quello che ho menzionato all’inizio, ma quello del “servire al di sopra dei propri interessi” (15). Questo motto è certamente molto più arduo da praticare rispetto al primo, che richiedeva, per l’appartenenza al nostro sodalizio, solo una condotta utilitaristica. Il nuovo motto ha indubbiamente elevato la funzione sociale del Rotary, ma nel contempo esso ci impone di non dare alla nostra amicizia rotariana una funzione diversa da quella da lui indicata, che è la seguente: servire gli altri attraverso il Rotary e non se stessi attraverso il Rotary. Penso che la massima evangelica “servire sempre in umiltà” possa egregiamente compendiare la mia opinione circa il tema introdotto dal titolo di questa mia riflessione. Essa è valida per tutti. Ad essa dovrebbe ispirarsi la nostra condotta rotariana. ***
(15) Nota critica – Redazione QE – Servire cosa?
Articolo del rotariano Luigi Morelli
Analisi e note critiche di Don Floriano Pellegrini e Sergio Basile
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