Martedì, Settembre 29th, 2015
– di Sergio Basile –
Agosto 1th 2012
– di Mario Luongo –
Raffaele Lombardo / Regione Sicilia / Default Sicilia / Voto di scambio / Concorso esterno associazione mafiosa /Fabio Giambrone / Rita Borsellino / Carmelo Briguglio / Innocenzo Leontini / Gianfranco Miccichè / Elezioni Presidente regione Sicilia/ Disoccupazione Sicilia / Taglio parlamentari
Regione Sicilia – Il post dimissioni di
Lombardo nella "Grecia d'Italia"
Parte il valzer dei nomi dei probabili candidati
alla presidenza, ma intanto la disoccupazione
giovanile è al 40%
Palermo – Non si può dire che Raffaele Lombardo sia una persona che non mantenga le promesse. Da tempo aveva dichiarato che si sarebbe dimesso dall’incarico di presidente della Regione Sicilia e da tempo si vociferava sul giorno esatto, sulla veridicità delle sue parole, sui suoi successori. Un “toto Lombardo” che ha tenuto banco fino a ieri, giorno in cui l’ormai ex presidente ha ufficializzato le proprie dimissioni. A modo suo, però: in ritardo all’assemblea nella Sala d’Ercole, pronuncia parole taglienti, venate di amarezza e giustizialismo, dopo aver nominato quasi “in extremis” Nicola Vernuccio assessore alle autonomie locali e Claudio Torrisi all’energia. “Mi ero impegnato perché nessun verdetto di un giudice raggiungesse il presidente della Regione. Dò adesso seguito a questo impegno. Da più parti mi è stato chiesto di non dimettermi, ma io oggi farò seguito a ciò che avevo detto da tempo: che affronterò il giudizio del giudice da cittadino e non da Presidente della Regione” . Questo il cuore della parte giustizialista del discorso di Lombardo che ha cercato così di togliersi di dosso un vestito cucitogli addosso ( secondo lui ) dai media e da forze politiche ostili. Che sia o meno un’abile e sottile mossa orchestrata da terzi, le dimissioni di Lombardo hanno un fondamento valido: la volontà di affrontare i problemi legati al concorso esterno in associazione mafiosa e al voto di scambio che lo vedono coinvolto, la situazione di grave crisi della Sicilia, chiamata spesso la Grecia italiana e non ultimo il motivo politico, la difesa dell’autonomia siciliana da un “centralismo imperante “ e dal condizionamento dei partiti nazionali.
Post dimissioni: dichiarazioni al fulmicotone
Una decisione che tocca più punti tra loro anche diversi ma con un massimo comun divisore: Raffaele Lombardo in persona. Tant’è vero che già da oggi, giorno successivo alle dimissioni, è iniziata la lunga e varia sequela di dichiarazioni sulla sua uscita dall’amministrazione della Regione che, visto il personaggio in questione, non potevano essere che al fulmicotone. Fabio Giambrone, segretario regionale dell’Idv spara “con le dimissioni di Lombardo si chiude una delle pagine più buie della politica regionale e si pone fine ad un sistema clientelare già da troppo tempo ramificato e spudorato sino all'ultimo minuto con la nomina dell'assessore alle Autonomie locali", concludendo con un enfatico “la Sicilia è libera”. Di pagina nera parla anche Rita Borsellino, che commenta “con le dimissioni di Lombardo si chiude una pagina nera della storia siciliana durata dieci anni, in cui le risorse per lo sviluppo e le casse della Regione sono servite a foraggiare clientele, malaffare e gli interessi mafiosi, come accertato dalla magistratura”. Più benevolo è il parere di Carmelo Briguglio, coordinatore siciliano di Fli: "Le sue dimissioni rappresentano un gesto di stile a cui né la Sicilia né il Paese erano abituati, al punto che nessuno ci credeva. In questo difficilissima esperienza di governo Fli è stato un compagno di viaggio esigente ma leale e riconosciamo a questa esperienza di governo, tra mille difficoltà e serie contraddizioni, un grande valore di innovazione e cambiamento”.
Il riposzionamento nello scacchiere politico
Dopo le dichiarazioni dei diversi partiti, il passo successivo è stato quello di (ri)posizionare le proprie pedine sullo scacchiere politico, di cui la Sicilia è sicuramente un pezzo essenziale. Dunque la corsa per occupare il posto lasciato libero da Lombardo è cominciata subito e già spuntano i primi nomi tra cui Innocenzo Leontini, capogruppo del Pdl all’assemblea regionale siciliana che in qualche modo rappresenta una frattura con l’ala berlusconiana, visto che l’alleanza in questo contesto è stretta con il Pid di Saverio Romano. Sempre da destra spunta anche il nome di Gianfranco Miccichè caldeggiato da Stefania Prestigiacomo, mentre Claudio Fava , dirigente nazionale di Sel, ha parlato di una sua possibile candidatura confermando la sua “presenza in campo”.
Cambiare tutto per non cambiare nulla?
Le elezioni per il nuovo presidente della Regione Sicilia sono previste per il 28 Ottobre, quindi i tempi sono abbastanza ristretti per creare quella serie di alleanze politiche, analizzare i problemi e trovarne le soluzioni e confermarsi come punti di rottura dopo le amministrazioni Cuffaro e Lombardo. Chi sostituirà Lombardo avrà sulle sue spalle un incarico molto oneroso e insidioso in un contesto per niente roseo. Secondo l’Istat la disoccupazione in Sicilia si attesterebbe sul 19,5 per cento, a ben dieci punti in più alla media del Paese, mentre la disoccupazione giovanile sfiora il 40%. Inoltre le dimissioni di Lombardo mandano in fumo la legge varata dall’Assemblea siciliana che prevedeva la riduzione dei deputati siciliani da 90 a 70; legge approvata dal Senato, ma ancora ferma alla Camera e ora in attesa fino alle prossime elezioni. Una frase ormai quasi inflazionata de ”Il Gattopardo” recita: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”. Vedremo se il voto del 28 Ottobre darà ragione a questa filosofia di vita siciliana o no.
Mario Luongo (Copyright © 2012 Qui Europa)
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