– di Sergio Basile –

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Renzi e il pretesto alla distruzione legalizzata

della società civile

Il paradosso renziano: "chi si denuda in pubblico o fa sesso per 

strada non sarà più incriminato per quel reato, che viene

depenalizzato, ma punito con una multa molto più alta"

La lunga lista delle depenalizzazioni insensate

di Sergio Basile

 Renzi e il paradiso dei demoni                                                                                        

Roma – di Sergio Basile –  Il 24 Maggio 2014 avevamo gridato allo scandalo quando nel calcolo del Pil, ovvero la misura che sancirebbe la "ricchezza di una nazione", l'UE decise di inserire anche attività criminali e deprecabili quali contrabbando, traffico di droga e prostituzione (vedi qui L’Inversione tra bene e male – Prostituzione, Droga e Alcool diventano “Ricchezza Nazionale”). Ma a distanza di un paio d'anni la situazione sembra degenerare sempre più. Il paradossale carrozzone politico italiano e filo-europeista, infatti, continua a partorire i suoi abominevoli mostri giuridici. Il governo questa volta sarebbe in procinto di depenalizzare numerosi reati cosiddetti minori, dopo aver apertamente accettato e promosso l'abolizione del reato di clandestinità. Ma i "tecnici" non dovevano limitarsi a "gestire gli effetti della cosiddetta crisi economica" (truffa monetaria provocata, tra l'altro, dai loro amici banchieri – vedi qui La coscienza dell’usuraio e il “segreto dei segreti” celato alle masse, qui Il Grande inganno alchemico coperto da Renzi & Co. La bugia che sta dietro la moneta e qui Speciale – L’Inganno monetario dietro le grandi manovre di Bruxelles e Francoforte)? Alla luce dei fatti, dunque, numerosi di questi ex-delinquenti – o potenziali tali – saranno puniti solamente con semplici multe. Addirittura, come nota Paolo Bracalin, in un articolo apparso ieri su "Il Giornale", questa depenalizzazione potrebbe interessare reati importanti che vanno "dalla guida senza patente al sesso in pubblico".

 Tutto è lecito, nel paradiso renziano                                                                              

Alla luce di ciò "un clandestino – nota Bracalin – beccato a guidare senza patente che dopo aver parcheggiato si mette a girare nudo per strada mentre a casa coltiva la cannabis, potrebbe farla assolutamente franca, senza violar alcun reato". Anzi – nota ancora – "potrebbe quasi mettersi in lista per una stepchild adoption (letteralmente l'«adozione di un figliastro» – vedi qui La stepchild adoption è commercio di donne e bambini), insieme al suo compagno dello stesso sesso".

 Il pretesto alla distruzione legalizzata della "società civile"                                      

Il pretesto a questa insana deriva giuridica sarebbe la semplificazione della giustizia penale atta a sgombrare gli uffici giudiziari ingolfati di faldoni e cause considerate da qualcuno "inutili" e "superflue". Dimenticando magari che già istituti in essere, come prescrizione e decadenza spesso e volentieri intervengono in maniera selvaggia e iniqua a sanare situazioni e potenziali misfatti – anche gravi – per semplice decorrenza dei termini o mancato esercizio di un diritto di difesa entro i "termini previsti", quasi che il rispetto della dignità abbia una scadenza come lo yogurt. Sconcertante! Ma non sarebbe più semplice nominare più giudici ed evitare che numerosi avvocati possano chiedere con facilità estrema continui e strategici rinvii, di mesi e mesi, magari per lucrare sull'allungamento dei tempi dei giudizi? Che fine hanno fatto i principi costituzionali, o meglio, gli ultimi pezzi "nobili" di una Costituzione già ridotta a brandelli?

 Che senso ha tutto ciò?                                                                                                     

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