Rivoluzione Turca – Ecco cosa c’è dietro
Mercoledì, Giugno 5th/ 2013
– L'Inchiesta di Sergio Basile e Angelo Iervolino –
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Rivoluzione Turca – Ecco cosa c'è dietro
La deriva integralista-islamica e sionista
del Governo Erdogan e la folle strategia
contro la pacifica Siria per compiacere
l'imperialismo Usa-Nato
Altro che centro commerciale nel Taksim Gezi Park!
In atto una iper-islamizzazione del Paese
L'Inchiesta di Sergio Basile e Angelo Iervolino
Turchia – Quello che i media italiani non dicono
Istanbul, Ankara – In queste ore (come raccontato ieri da "Qui Europa" nello speciale con una ricca ed inoppugnabile documentazione di foto e video – vedi allegato) la Turchia è scossa da una furiosa rivoluzione, stanca di un regime opprimente ed asfissiante. La stragrande maggioranza dei media occidentali (e praticamente tutti i media italiani di bandiera) stanno ignorando strategicamente i fatti di Ankara, Istanbul e del resto del Paese. Perchè? Altri hanno ingenerosamente e subdolamente strumentalizzato la protesta parlando di premier fascista e di rinascita del comunismo, o di "protesta comunista". Beh, non è proprio così… Anzi, per nulla! La questione è molto più complessa, subdola e profonda e richiede un doveroso approfondimento. I fatti di Istanbul infatti riguardano l'Italia e le sue alleanze più di quanto possiate immaginare. Per capire bisogna leggere i fatti politici che hanno travolto la Turchia targata Erdogan negli ultimi due anni, ed in particolare il repentino precipitare della questione siriana, che i signori della guerra (tra i quali anche il premier turco Erdogan e gli ultimi governi italiani, a quanto pare… ) vorrebbero traghettare verso i bassifondi di una guerra. probabilmente di una Terza Guerra Mondiale. Di una bestiale guerra contro un popolo ed un governo sovrano e pacifico: quello di Damasco e della vicina Siria. Ma c'è di più. Vediamo, ricostruendo brevemente gli ultimi fatti.
Turchia – Deriva integralista filo-islamica e filo-sionista
l premier turco Erdogan in queste ore è in viaggio nei paesi del Maghreb mentre in patria infuriano le proteste contro la svolta filo-islamica e filo-sionista del suo governo, coinvolto in prima persona per l'instaurazione di un disumano e liberticida New World Order in Medioriente. Un nuovo equilibrio incentrato sulla condivisione – no accettata dal popolo turco – dei valori più estremisti di un radicalismo-islamico intriso di satanismo (e le macabre, continue e spietate esecuzioni documentate da "Qui Europa" degli ultimi tempi, non lasciano davvero nessun dubbio in merito. Chi ha occhi per vedere, veda!). Integralismo che prorpio in queste ore continua a mostrare il proprio vero volto in Siria. Oggi, alla luce di ciò, l'esecutivo turco comincia a scricchiolare, sotto i colpi di una protesta apparentemente nata in opposizione alla costruzione di un centro commerciale nel parco sito a fianco della centralissima Taksim Square (vedi foto sotto).
Taksim Gezi Park e non solo – Ecco cosa c'è dietro
Infatti, la motivazione ufficiale fornita da alcuni organi di stampa turchi parla di proteste nate per impedire la distruzione di uno dei parchi più importanti della città, il Taksim Gezi park, per fare posto – almeno secondo alcune indiscrezioni trapelate dalla TV di stato turca – ad una caserma militare e/o ad un centro commerciale. Ma la motivazione che avrebbe acceso la miccia della protesta sarebbe un'altra: il parco di piazza Taksim (che oggi spita circa 600 alberi in una delle aree verdi storiche più antiche e belle della città di Istanbul, la più grande della Turchia) secondo il progetto di Erdogan (o "il Sultano", come ribattezzato recentemente) sarebbe stato destinato alla costruzione di una gigantesca moschea, in un progetto di iper-islamizzazione del Paese, che risponde pienamente alle strategie seguite con il Medioriente e la stessa Siria. Come dimenticare le ingerenze governative di Ankara contro Damasco e Mosca? (vedi articoli in allegato per approfondimenti). Per la cronaca ricordiamo che il parco, costruito sulla base del piano dell’architetto francese Henri Prost, è stato aperto al pubblico per la prima volta nel 1943 con il nome di Inonu park, in onore del secondo presidente turco Ismet Inonu: guida del Paese dal 1938 al 1950. Il Gezi park – posto a fianco di piazza Taksim – nel distretto di Beyoglu fu edificato dal padre della Repubblica e primo presidente, Mustafa Kemal Ataturk. Un'istituzione che sfiora il sacro in Turchia. Il Grande Padre della Nazione, per intenderci! Quello di Erdogan rappresenta quindi un gravissimo affronto contro il cuore delle tradizioni turche e della sua stessa storia. Inoltre nel corso degli anni l'estensione del parco fu ridotta più volte per fare spazio a diverse strutture alberghiere. Cosa già mal tollerata dall'intera cittadinanza di Istanbul, – e dell'intera Nazione – che ha da sempre mantenuto alta la guardia.
Crepe nel Governo Erdogan – Le scuse ufficiali del Vice-Premier
Ciò spiega perchè alcuni esponenti del governo Erdogan non serabbero d’accordo con la scelta repressiva del primo ministro. A renderlo noto lo stesso vicepremier Arinc, in un intervento concordato, ma comunque forte, nel quale il politico ha fatto un deciso passo indietro, chiedendo scusa alla popolazione per l’uso eccessivo della forza e per i 3 morti e le migliaia di feriti, anche gravi. “A nome del governo – ha dichiarato nelle scorse ore Arinc – posso dire che l’uso della forza contro persone che inizialmente hanno protestato per motivi ecologisti è stato certamente sbagliato. Chiedo dunque scusa ai cittadini. Lo dico liberamente". Senza dubbio parole inusuali ed emblematiche nella storia politica turca. Per molti ciò rappresenta il segnale di una crepa nel monolitico sostegno al premier Erdogan e negli equilibri di palazzo. Ma di certo i Turchi non si accontenteranno si semplici e strategiche scuse. C'è da giurarci…
Una Calma precaria – Nazione scossa per Abdullah e gli altri martiri…
Stamane a Istanbul ed in tutto il Paese è tornata una calma precaria segnata – tra l'altro – dallo sciopero (strategico?) dei dipendenti pubblici e di molti mezzi pubblici. Scioperi di 48 ore anche per i sindacati del pubblico impiego. Ma il Paese – malgrado la calma da fuoco sotto cenere che si respira per le strade – è ancora profondamente scosso per la morte di tre dei suoi figli, diventati loro malgrado eroi involontari e simbolo di questa protesta. Anzi di questa rivoluzione! Tre – dicevamo – sono state le vittime delle proteste antigovernative: un manifestante di 22 anni, membro di un partito dell’opposizione, è deceduto per delle ferite alla testa nella provincia di Hatay. Secondo i testimoni, è stato ucciso da un proiettile. Circostanza negata dagli inquirenti. Lunedì, un altro manifestante aveva perso la vita a Istanbul. Per un terzo giovane, raggiunto da un colpo di pistola ad Ankara, è stata dichiarata la morte cerebrale.
L'Ultimo post di Abdullah
Tra di essi il giovanissimo Abdullah Comert (Vedi foto sopra e video in allegato). Il suo ultimo post su facebook recitava così: "I slept 5 hours in 3 days. I have been exposed to tear gas countless times and had 3 near death experiences. They say, "Give up, you can't save the country". I say, "Yes, we will and we'll die if we have to". (I'm so exhausted, in 3 days I drank 7 energy drink and 9 painkiller pills. I have a hoarse voice but I will be in the square at 6, just in time for revolution)". Ho dormito 5 ore in 3 giorni. Sono stato esposto a gas lacrimogeni innumerevoli volte e ha avuto tre esperienze di premorte. Essi dicono: "rinunciate! Non è possibile salvare il Paese". Io dico: "Sì, lo faremo e moriremo se dobbiamo". (Sono così esausto, in 3 giorni ho bevuto 7 energy drink e 9 pillole di antidolorifico. Ho una voce rauca ma sarò in piazza alle 6, giusto in tempo per la rivoluzione) ". Mentre scriviamo un brivido ci assale e ci sconvolge. Ma perchè – ci chiediamo – questa pazzia ci chiediamo? Perchè destabilizzare dei popoli, delle nazioni. Perchè fomentare guerre contro stati sovrani e pacifici. Perchè odiare il prossimo? A chi potrà mai giovare la realizzazione di progetti tanto oscuri?
Maltrattamenti e abusi – Quello che i media italiani non dicono
Frattanto, l'ufficio di Amnesty International a Istanbul, nei pressi di piazza Taksim, negli ultimi tre giorni è stato letteralmente trasformato in un pronto soccorso. Secondo una dichiarazione rilasciata all'ANSA nelle ultime ore dal portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury. "molti sono stati i maltrattamenti e gli abusi della polizia nei confronti degli arrestati. I manifestanti fermati – continua Noury – sono stati tenuti in massa, fino a 12 ore, nei blindati della polizia senza acqua, cibo e senza servizi igienici (…) inoltre lacrimogeni sono stati lanciati anche all'ingresso degli ospedali" e la polizia ha arrestato feriti che necessitavano di cure". Pazzesco amici lettori!
L'esplosione degli scontri – Assaliti anche giornalisti e fotografi
Le proteste – ricordiamo – si erano intensificate nella giornata di venerdì 31 maggio dopo che la polizia aveva ricevuto l'ordine dal governo di usare la forza per sgomberare le tende dei manifestanti: atti di dissenso per la maggior parte pacifici, e assolutamente non-violenti, come invece vorrebbero smentire molte fonti governative. Ma una volta innescata la miccia, si sa, è impossibile prevedere e prevenire azioni violente e di difesa. Il "la" è stato dunque dato dalle stesse forze dell'ordine che al fine di costringere i manifestanti ad abbandonare il parco (vedi video in allegato postati nell'articolo di ieri 4 Giugno 2013) anche attraverso l’utilizzo di idranti, lacrimogeni e spray al peperoncino e urticanti. Tra i feriti anche giornalisti, fotografi e due deputati dell’opposizione al governo guidato da Erdogan. Come detto, dopo le prime notizie arrivate da Istanbul, cortei di solidarietà si sono sviluppati a macchia d'olio in tutto il Paese. Tra i motivi della protesta anche l'atteggiamento di Ergogan tenuto nei confronti della vicina Siria, divenuta improvvisamente terra di conquista, e la Turchia di Erdogan sembra essere diventata la prima complice dell'imperialismo Usa-Nato. Questo la popolazione lo ha capito fin troppo bene, e – come detto – non ci sta.
Turchia – Media Italiani e scomode verità da occultare
La totalità dei media di regime italiani – dicevamo in apertura – ha censurato – ovviamente… – la notizia. Troppo scomoda per l'attuale dittatura Bilderberg e Made in Usa. Un'altra parte di media – ribadiamo – ha parlato esclusivamente di protesta per il parco adiacente a Piazza Taksim (Gezi Park) che Erdogan vorrebbe smantellare in virtù – si è detto – di un centro commerciale… ma le notizie che ci giungono nell'ultim'ora da Istanbul – è bene ricordarlo ancora una volta – fanno cenno all'opposizione della popolazione turca alla costruzione di una mega moschea che Erdogan vorrebbe edificare al posto del Parco, ed all'alleanza con la Lega Araba, l'integralismo islamico e le forze Usa-Nato per distruggere la Siria, ora che anche l'ONU sembra aver trovato le prove (ridicole) delle presunte armi chimiche usate da Assad contro un popolo che lo ama e che l'ha sempre amato…. Non ci sono davvero parole. Non ci resta che gridare: Forza Turchia! Forza Siria! Liberta!
Sergio Basile, Angelo Iervolino (Copyright © 2013 Qui Europa)
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