– di C.Alessandro Mauceri –
Saremo a Sovranità Limitata, fino a quando avremo un Debito così alto… Praticamente per sempre
Mercoledì, Marzo 5th/ 2014
Governo Renzi, Matteo Renzi, C.Alessandro Mauceri, Napolitano, Padoan, G20, Paul Krugman, "New York Times", Olli Rehn, Giuliano Cazzola, Giuliano Amato, Joeren Dijsselbloem, Vincenzo Visco
Saremo a Sovranità Limitata, fino a quando
avremo un Debito così alto… Praticamente
per sempre
400 miliardi in titoli di stato emessi ogni anno, per pagare
un Debito Pubblico autorigenerante ed inestinguibile
perchè frutto di moneta-debito e usura
L'utile ricetta di Padoan-Renzi per compiacere i banchieri
di C.Alessandro Mauceri
Fiumi d'inchiostro
Roma, Palermo – di C.Alessandro Mauceri – Sebbene sia stato incaricato da pochi giorni – non eletto, è bene sottolinearlo, e nonostante le promesse fatte – sul nuovo capo del governo sono già stati versati fiumi d’inchiostro. In mancanza di un vero e proprio programma di governo, molti hanno descritto e con grande dovizia di particolari, le varie fasi del conferimento dell’incarico da parte del Presidente della Repubblica. Decine di giornalisti si sono deliziati nel descrivere l’abbigliamento del nuovo capo di governo (i maligni hanno detto che forse, era stato anche sponsorizzato da un noto atelier di moda, dato che più volte lo si è visto andare in giro con un porta abiti firmato…). Altri hanno fatto pettegolezzi sul fatto che una delle ministre, nonostante la giovanissima età, avrebbe avuto contatti con molte personalità politiche, alcune anche legate da vincoli di parentela con il Presidente Napolitano.
Il grande assente…
Pochi, però, hanno posto l’accento sul fatto che il giorno del giuramento, uno dei ministri neoincaricati era assente. E non uno “qualsiasi”, ma proprio uno di quelli più importanti sia dal punto di vista economico che dal punto di vista politico. Quel giorno, infatti, alla manifestazione, ripresa e descritta da decine e decine di televisioni e giornalisti, era assente il neo ministro Padoan. Immediatamente i suoi difensori (ma perché avrebbe bisogno di difensori dato che nessuno lo ha ancora accusato di niente?) hanno subito levato gli scudi dicendo che era impegnato in un importante meeting del G20. Ebbene, a parte il fatto che la cosa già sarebbe stata discutibile (bisognerebbe decidere se sia più importante essere presente ad una riunione dei ministri dei Paesi più industrializzati o al conferimento del suo incarico da parte del Presidente della Repubblica del suo Paese) alcuni maligni hanno subito fatto notare che, tra le promesse fatte in fase di assegnazione del mandato a Renzi e le strategie del ministro Padoan c’era una notevole discordanza. Anzi, in realtà, pare che già la stessa scelta di Padoan come ministro dell’economia avrebbe dovuto lasciare perplesso più di un analista economico, visti anche i commenti fatti su di lui da personalità molto accreditate a livello internazionale come, ad esempio, il premio Nobel per l'economia, Paul Krugman: «Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all'Ocse». Le parole di Krugman palesemente riferite a Padoan e pubblicate sull’autorevole giornale "New York Times" non lasciano dubbi su quale sia la stima di molti dei maggiori economisti mondiali sull’operato del neo nominato Ministro dell’Economia. Pare, infatti, che nonostante un curriculum davvero brillante, pieno di incarichi di rilievo a livello internazionale (i maligni dicono tutti ricevuti al seguito di Massimo D’Alema – ma allora dov’è il “nuovo che avanza”) molti abbiano seri dubbi sulle teorie economiche del ministro Padoan. Confortati perlopiù, dai recenti risultati ottenuti. A comprovare la loro considerazione, infatti, sarebbe proprio la traccia lasciata da Padoan in tutti i casi oggetto della sua attenzione negli ultimi decenni.
Padoan: "La Grecia si deve aiutare da sola…"
Nel 2001, Buenos Aires fu quasi costretta a dichiarare fallimento anche a causa delle politiche liberiste e monetariste imposte dal FMI (e, pare, suggerite da Padoan) al Paese sudamericano. Sempre in quel periodo, il neo ministro si occupò anche di Grecia e Portogallo. «La Grecia si deve aiutare da sola, a noi spetta controllare che lo faccia e concederle il tempo necessario. La Grecia deve riformarsi, nell'amministrazione pubblica e nel lavoro» aveva dichiarato Padoan. Nel marzo del 2013, quando la Grecia era sull'orlo del collasso, l'allora numero due dell'Ocse fu, se possibile, ancora più esplicito: «C'è necessità che il governo greco adotti una disciplina di bilancio rigorosa e di un continuo sforzo di risanamento dei conti pubblici, condizioni preventive per il varo di misure a sostegno dello sviluppo». Quale sia lo stato dell’economia ellenica è cosa nota. In un altro articolo Krugman scrisse che furono proprio le ricette economiche «suggerite da Padoan a favorire la successiva crisi economica nei due Paesi». Forse quelle di Krugman saranno opinioni personali, ma, di certo, avrebbe dovuto destare sorpresa il fatto che, all’indomani del discorso programmatico per la fiducia al Senato di Matteo Renzi, (dove il neo eletto premier ha elencato, seppure in modo superficiale, il suo programma a breve e medio termine) il nuovo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai giornalisti che gli domandavano come avrebbero recuperato le risorse per finanziare il piano, abbia risposto con un secco “no comment”. Tanto più che da diverse parti arrivavano messaggi neanche tanto diplomatici che invitavano l’Italia a far sapere al mondo cosa intendesse fare per uscire dalla crisi (sempre che alcuni vogliano davvero uscire dalla crisi). In merito va detto che il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn recentemente ha ribadito che all’Italia serve “un aggiustamento maggiore” (detta in altri termini: tasse, privatizzazioni, dismissioni, espropriazioni, estorsioni legali, ecc…) per abbattere “l’elevato debito pubblico“.
Il problema delle risorse?
Il problema, secondo molti è proprio nella stima delle risorse necessarie per risolvere i guai del Bel Paese. Secondo Giuliano Cazzola (Ncd, ex parlamentare del Pdl poi passato alla lista Monti per l’Italia) la somma che gli italiani dovranno sborsare per rispettare gli impegni presi sarebbe di almeno 100 miliardi di Euro. Forse sembreranno eccessivi, ma non lo sono affatto se si pensa che solo il pagamento degli arretrati dello Stato verso i privati avrebbe raggiunto la cifra record di sessanta miliardi di Euro. Quindi – a parer di lor signori – è evidente che è necessario trovare nuove strade per reperire fondi da utilizzare non tanto per la crescita del Paese, ma almeno per ripagare i debiti prodotti da decenni di cattiva gestione. Ovviamente non è possibile alzare il carico fiscale, dato che ha già raggiunto livelli da record e che i risultati sono stati negativi: a un maggiore carico fiscale sono corrisposte minori entrate (fenomeno che conferma una teoria economica ovvia e arcinota, ma evidentemente "sconosciuta" – per usare un eufemismo – a chi ci ha governato negli ultimi anni). Anche la tecnica di delegare ai comuni, ormai ridotti all’osso, l’aumento delle imposte e delle gabelle pare non stia avendo grandi risultati (in più casi i cittadini si sono rifiutati di pagare imposte comunali lamentando servizi insufficienti o mai ricevuti). Senza parlare della lotta all’evasione che da molti anni, a parte qualche azione (in realtà solo scenografica e nient’altro nelle piazze di Cortina e di Milano) non è riuscita a raggiungere alcun risultato e a dirlo sono i tecnici che hanno in mano le stime del sommerso. Negli ultimi anni il sommerso, invece che ridursi o essere recuperato, sta aumentando…. ovviamente: qui si tratta di sopravvivenza! Non si scherza!
Ritorno al passato
E allora, cosa potrà mai fare il “governo del fare” per mantenere la promessa del “nuovo che avanza”? Semplice: tornerà al passato, ai tempi di Amato che decise di tassare le rendite mobiliari e privatizzare la Banca d'Italia (col decreto Carli-Amato del 1992). Del resto, già molti anni fa, in un libro dal titolo “Proposte per l’economia italiana” (prefazione di Massimo D’Alema) Padoan teorizzava questa misura. E non è un caso se poco dopo Padoan abbia continuato a sostenere le sue tesi a Palazzo Chigi sia ai tempi di Massimo D’Alema che di Giuliano Amato.
La Frottola Maggiore
La verità è che, qualsiasi cosa decida di fare, non sarà facile per Padoan convincere non tanto gli Italiani (a loro pensa lo scenografico Renzi così come faceva l’altrettanto scenografico Berlusconi) quanto i tecnici e i grandi investitori di tutto il mondo (in altre parole, i banchieri) che "l’Italia riuscirà a far risalire il PIL" (che, secondo l’ISTAT, è regredito ai livelli del 2000) e, soprattutto, che il Bel Paese sarà in grado di "ripagare i debiti": la frottola maggiore.
400 miliardi di euro all'anno…
Debiti che il nostro Paese sta accumulando al ritmo di 400 miliardi di Euro all’anno. Sì perché, come ha recentemente confermato il Tesoro, l’Italia sta emettendo titoli per questa somma ogni anno. Ma questi non sono altro che debiti che, prima o poi, dovranno essere pagati…..e con gli interessi. E non basta: qualsiasi decisione verrà presa dal ministro o dal governo o dal Parlamento (incostituzionalmente eletto) non dovrà rispettare i desideri degli italiani, ma farà gli interessi (mai termine fu più appropriato) dei «guardiani» dei mercati finanziari. Non è un caso se il presidente dell’Eurogruppo Joeren Dijsselbloem ha già fatto capire chiaramente che non si accontenterà di riforme scritte sulla carta: le nuove norme dovranno essere attuate, e velocemente. E a questo scopo l’istituto parigino ha “suggerito” «riforme del mercato del lavoro dirette a ridurne il dualismo», e ha chiesto di «dare piena attuazione ad una rete di protezione sociale universale» oltre a «migliorare l’istruzione e i sistemi di supporto all’apprendistato e aiutare a diminuire le disuguaglianze di redditi». Non è un caso, quindi, se, poco dopo il suo rientro dalla riunione del G20 (quella per cui non aveva neanche potuto giurare con i suoi colleghi ministri), Padoan ha riferito che per salvare l’Italia occorrerebbero azioni proprio in questi settori….. Coma ha detto Vincenzo Visco recentemente in un’intervista a l’Unità: «Siamo a sovranità limitata almeno fino a quando avremo un debito così alto».
C.Alessandro Mauceri (Copyright © 2014 Qui Europa)
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