di Pasquale Leone e Sergio Basile / Sete di Giustizia
Redazione Quieuropa, Leone XIII, [...]
Lunedì, Giugno 3rd/2013
– L'Editoriale di Angelo Iervolino e Sergio Basile –
Europa, Italia, Siria, Damasco, Ribelli, Damasco, Aleppo, Bashar al-Assad, Conferenza di Ginevra, pace, Stati uniti, Francia, Regno Unito, Kerry, lavrov, Putin, Unione europea, ribelli, Terroristi islamici, Embargo, Angelo Iervolino, Sergio Basile, Inganno Primavera Araba, Angelus, Papa Francesco, Guerra per il Gas, Guerra per in Nuovo Ordine Mondiale, Nazioni massoniche, rapimenti, Domenico Quirico
Siria – I Governi Bilderberg vogliono
boicottare la Pace
Francia, Regno Unito ed Italia decidono per
Bruxelles e per le armi ai "mercenari
anti-siriani" anche se in posizione di
minoranza nell'Ue
Ieri appello del Papa per il rilascio dei numerosi rapiti.
Tra di essi 2 vescovi e l'italiano Domenico Quirico
di Angelo Iervolino e Sergio Basile
Siria – Cosa c'è dietro la Rimozione dell'embargo sulle Armi dell'UE
Damasco, Bruxelles, Parigi, Londra, Roma – "La Siria, dopo due anni di conflitto, conosce morte, distruzione, ingenti danni economici e ambientali e le conseguenze della guerra colpiscono la popolazione inerme". Lo ha detto all'Angelus ieri il Papa, che ha fatto un appello contro quella che ha definito la "piaga dei sequestri di persona e si è rivolto all'umanità dei sequestratori affiché liberino le vittime". Tra le persone rapite in Siria ci sono ancora – ricordiamo – due vescovi ortodossi, mentre – notizia Ansa – sarebbe scomparso da ben 50 giorni il giornalista italiano Domenico Quirico. Intanto i cosiddetti ribelli (mercenari coinvolti negli stessi rapimenti) armati segretamente dai paesi occidentali da tempo, in questi giorni hanno ricevuto dall’Unione Europea la benedizione ufficiale per poter ricevere armi alla luce del sole contro il governo Siriano. I ministri degli Esteri europei hanno deciso lunedì sera 27 maggio a Bruxelles di cancellare l’embargo di armi verso la Siria, ma chi sono questi ribelli? Come detto in centinaia di articoli, essi sono persone che protestano contro Assad, pressocché tutti (o quasi) mercenari stranieri, mandati li a combattere per rovesciare il legitimo governo di Damasco. Una "guerra civile" (per usare un eufemismo) un pò strana, dunque, dove il numero di mercenari presenti tra i ribelli ha una notevole consistenza. Ora l’Unione Europea ritiene di risolvere il conflitto in Siria vendendo armi ai ribelli. Francamente – ribadiamo – non ci sembra una soluzione per così dire "adeguata"; piuttosto una scelta che ancora una volta mette davanti a tutto e tutti il profitto e il Piano per un NWO invece che le vite umane. E’ giusto ricordare ai vari politici europei – e non ci stancheremo mai di farlo – che ogni giorno muoiono – tra l'altro – decine di bambini siriani. Ma lor signori invece di trovare una soluzione diplomatica, preferiscono vendere le armi, inasprire il conflitto e quindi aumentare la morte di civili e bambini.
L'Ecatombe – Ad oggi oltre 94 mila morti, 1,5 milioni di sfollati
Lo ha detto finanche la leader dell’UNHCR, l’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, Navi Pillay, a Ginevra per le sessioni del Consiglio per i diritti umani. In 26 mesi di conflitto, oltre 94 mila morti e più di 1,5 milioni di sfollati. Senza contare gli abusi sulle donne, le crudeli torture verso i soldati siriani e i casi di cannibalismo documentati. Questo è quello che succede in Siria. Potete vedere con i vostri occhi i video e le foto inviate dal cinereporter italiano Nino Fezza che ogni giorno rischia la vita per raccontarci cosa succede in Siria.
Questa è la decantata Europa..Un Agglomerato di stati guerrafondai?
Ma è questa – ci chiediamo – la tanto osannata e decantata Europa alla quale tutti noi cittadini europei dobbiamo aspirare? Non solo euro-truffa economica dunque, ma anche sconcertanti relazioni con il resto del mondo. L’Europa si presenta come un agglomerato di stati guerrafondai a trazione Bilderberg che hanno come scopo quello di dettare le linee in Medioriente – anche per quei governi europei favorevoli alla pace in Siria – e di interferire in altri stati sovrani al fine di mettere le mani sulle risorse energetiche e di instaurare un Nuovo Ordine Mondiale come in Libia, in Iraq, Afghanistan e in altri paesi. Vi è poi l'aspetto religioso: la cancellazione della presenza cristiana in Europa e Medioriente. L’allentamento dell’embargo di rifornimenti di armi da parte dell’Unione europea, voluto dalle filo-sioniste Gran Bretagna e dalla Francia, che da tempo premevano in tale direzione, conferma la difficoltà di una linea comune e condivisa nell’Unione, come è già avvenuto nella vicenda libica. Alla fine hanno deciso che ogni governo è libero di fare come vuole: anarchia! Quindi sappiamo già come andrà a finire… La nobile ed antica Europa nelle mani di questa vergognosa élite masso-mafiosa è divenuta il fantasma di sé stessa.
L'opposizione austriaca e l'ambiguità di Roma e Washington
Il governo austriaco aveva messo in guardia i propri partner europei contro un’eventuale intenzione di fornire ai ribelli siriani materiali d’armamento, ritenendo che tali forniture rappresentassero “una violazione del diritto internazionale e delle leggi fondamentali dell’Unione europea” oltre che “dei principi della Carta delle Nazioni Unite in materia di non-intervento e uso della forza”. Speriamo che almeno l’Italia cambi atteggiamento e decida di rinsavire e di non sporcarsi le mani del sangue di tanti uomini, donne e bambini siriani, come hanno deciso di fare altri paesi europei. La minoranza, per fortuna. Riguardo poi agli Usa, il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, ha dichiarato ai giornalisti “approviamo l’azione dell’UE!”. D'altra parte, come detto finora in altri articoli i ribelli siriani hanno già armi americane da tempo.
La strada buia imboccata dall'Ue
La Russia, come visto – prima alleata di Damasco insieme alla Cina e allo stesso Iran – ha criticato questa decisione europea (vedi articolo in allegato) ed ha confermato le consegne previste di sistemi missilistici S-300 al governo siriano (vedi articolo in allegato). Il Ministro degli Esteri siriano contrario alla scelta intrapresa dalla comunità internazionale ha dichiarato come "la decisione dell’Unione Europea costituisca un ostacolo agli sforzi internazionali per ottenere una soluzione politica alla crisi in Siria". Essa ha inoltre accusato Bruxelles di sostenere e incoraggiare i terroristi procurando loro armi e violando la legge internazionale dell’ONU. Ma a ben vedfere, non si tratta della "decisione degli stati dell'Ue", ma della decinione di due/tre governi: Regno Unito, Francia e Italia. Cosa ben diversa, quanto grave.
L'Ombra Nera del Nuovo Ordine Mondiale contro la Pace
La decisione è stata dunque sostenuta da uno sparuto e belligerante gruppetto di alleati Usa dell'Ue. Ciò rappresenta alla luce di ciò una sorta di colpo al cuore della Conferenza di Ginevra in programma nelle prossime ore. Paesi come Repubblica Ceca, Olanda, Svezia, Austria e Finlandia (ma anche in parte Danimarca, Germania e Belgio) hanno dimostrato il proprio aspro dissenso verso la posizione di Cameron (UK) e Hollande (Francia). Eppure la linea di Downing Street e dell'Eliseo (Roma compresa) sembra aver prevalso, pur se minoritaria. William Hague (leader del Foreign Office) ha dichiarato come "l’assenza di consenso sul prolungamento dell’embargo significhi di fatto la sua abolizione". Conclusione davvero ambigua e forzata, completamente schiacciata ed appiattita alle posizioni Usa. Figuriamoci se andrà in porto il deleterio progetto degli Stati Uniti d’Europa. In quel caso la sottomissione dell'Europa delle nazioni e di 500 milioni di europei ai voleri Usa e Nato sarà pressocché totale. In tal ottica di prostrazione intellettuale e reale deve inquadrarsi l'ultima dichiarazione del Ministro degli Esteri Italiano, made in Bilderberg, Emma Bonino, secondo la quale in sostanza non ci si deve aspettare poi tanto dalla Conferenza di Ginevra. “Tutti – ha dichiarato la radicale – prendono la conferenza di Ginevra come già acquisita, come se fosse una conferenza già decisa. Credo che la strada sia ancora lunga, anche solo per arrivarci”. Come dire: la Pace? Un'utopia! Almeno – aggiungiamo – finché a decidere le sorti dell'Europa e delle vite degli abitanti del Medioriente continueranno ad essere gli stati massonici, ed i loro occulti governi ombra che spingono per la scristianizzazione dell'Europa e dell'intera area mediorientale e per il repentino completamento di un Nuovo Ordine Mondiale anti-cristiano. Quindi non si tratta soltanto di una questone di businness o risorse. C'è qualcosa di molto più profondo ed oscuro!
Angelo Iervolino, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
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Approfondimento
Rivalità Usa-Russia per il gas: un altro aspetto
dell'attacco alla Siria di Assad
Approfondimento – Tratto da Qui Europa, 3 Agosto 2012
di Sergio Basile
Rivalità Usa-Russia per il Gas
In questo scacchiere, dunque, la Siria di oggi si trova al centro delle ambizioni di personaggi senza scrupoli ed artefici di un infausto gioco al massacro. Ciò dipende dal fatto che il Paese ha la “fortuna” di possedere il più colossale giacimento di gas del mondo, principale fonte di energia (pulita) di questo secolo, alternativa al petrolio, nonché fonte energetica indispensabile per alimentare le industrie di tutti i paesi. Da qui le accese rivalità tra la russa Gazprom e la statunitense Nabucco: rete quest'ultima nettamente più indietro in termini di sviluppo e capacità, rispetto alla prima. Mosca avviò due strategie principali: 1) Un progetto russo-cinese (collaborazione con Pechino) focalizzato sulla crescita economica del Blocco di Shanghai; 2) I progetti Nord Stream e South Stream: il primo proteso a collegare la Russia direttamente alla Germania attraverso il Mar Baltico; l’altro, il progetto South Stream, orientato verso Mar Nero, Bulgaria, Italia Meridionale, Ungheria e Austria. Ciò – ribadiamo – con l’intento di competere e surclassare il Progetto antagonista, “Nabucco”. Progetto Usa – supportato dall’Ue e dalla NATO – che puntava inizialmente solo sul gas del Mar Nero e dell’Azerbaigian. Da qui l’avvio di una vera e propria guerra tra i due storici schieramenti antagonisti (Usa e Russia), per il controllo dell’Europa e del Medioriente, e di conseguenza il crescente interesse della Commissione europea per l’annessione della Turchia nell’Ue. Paese che, ricordiamo, ospita gli impianti di stoccaggio Usa di Nabucco: mossa strategicamente fondamentale per la tutela degli interessi Usa in Europa e per la tutela di Ankara, tagliata fuori dalla torta del gas, ed esclusa dai due progetti filo-russi (South Stream e Nord Stream) e danneggiata dai ritardi del progetto filo-Usa ”Nabucco”. “Questo stato di cose, ha inciso ma non giustificato, come spiega benissimo anche il professor Imad Shueibi sullo spostamento del baricentro commerciale e militare di Usa e Nato sulla Siria di Assad”. Nabucco è stato progettato da Washington al fine di convogliare gas per 3.900 chilometri, dalla Turchia all’Austria, e trasportare 31 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dal Medio Oriente, e dalla regione del Caspio, ai mercati europei. NATO, Usa e Francia hanno dunque cercato di sbrigare velocemente le pratiche Siria e Libano: Paesi mediorientali non proprio allineati e confacenti agli interessi occidentali. Va ricordato, infatti, che la Siria ha firmato un contratto per forniture di gas all’Iran attraverso l’Iraq. Ciò spiega il motivo per il quale sul gas siriano e libanese oggi si concentri la battaglia tra Nabucco e South Stream (Gazprom). Inizialmente, come detto, l’ambizioso progetto statunitense doveva concentrarsi solo su Asia centrale, Mar Nero e dintorni. Esso doveva competere con i due progetti russi, ma oggi, a causa di problemi tecnici, è stato rinviato al 2017, consentendo ai russi di acquisire un indubbio vantaggio sullo scacchiere planetario del gas. Da qui, allora, la necessità per gli Stati Uniti di assicurasi delle zone gasifere addizionali e di iniziare all’indomani dei pretestuosi fatti dell’11 Settembre 2001, sui quali restano pesantissime ombre sulla stessa amministrazione Bush una guerra contro tutti quei paesi ricchi di gas e funzionali a tal scopo. Il tutto, paradossalmente, in nome dei diritti umani e della Democrazia.
Il Ruolo della Francia
Pertanto, gli ostacoli ed i ritardi che il progetto ha sofferto per oltre un anno, spiegano esaustivamente il grado di menzogne perpetrate ai danni dell’opinione pubblica occidentale ed europea e dall’altro canto le atrocità perpetrate ai danni di molti paesi mediorientali e delle loro sventurate popolazioni. In questo fosco scenario, notevole rilievo ha assunto anche il ruolo svolto dalla Francia: Nazione intenzionata a giocare un ruolo da co-protagonista con gli Usa, anche nel mondo del gas, dopo che (con i disordini provocati dalla “Primavera Araba”) la nazione è tornata ad esercitare (militarmente ed economicamente) il suo status quo, acquisendo una sorta di assicurazione che si estenderebbe dalla Libia alla Siria, fino al Libano. E un domani forse all’Iran.
Il Ruolo della Germania
Diverso è il discorso della Germania. Per capire (Vedi Qui Europa – 3 Agosto 2012) è utile notare come il colosso russo del gas, Gazprom, sia stato co-fondato dai tedeschi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Questo impegno tra la Russia e la Germania ha avuto conseguenze anche di tipo demografico: infatti tre milioni di russofoni oggi vivono in Germania, rappresentando la comunità più grande dopo quella turca. Il progetto Nord Stream, il principale collegamento tra la Russia e la Germania, è stato inaugurato di recente con un oleodotto che è costato 4,7 miliardi di euro. Anche se questo gasdotto collega Russia e Germania, è stato riconosciuto come parte della sicurezza energetica europea: anche se invero, come detto, il progetto Nord Stream è strutturalmente un piano di Mosca e non europeo. Pertanto l’uso da parte della Russia delle sue vecchie relazioni non è stato dannoso per la Germania, anzi! Ciò fa luce anche su un altro lato oscuro: la Germania ritiene che la politica dell’Ue sull’accollamento pro-quota del debito (sia pur fittizio ed illegale com’è) dell’Eurozona potrebbe ostacolare gli investimenti russo-tedeschi nel lungo periodo.
Siria – L'Italia e il gioco del Silenzio
Ma questa è un’altra storia! Tuttavia, (Vedi Qui Europa – 3 Agosto 2012) il crescente numero di impianti di stoccaggio di Gazprom in Austria sta andando a tutto vantaggio della Germania, che opererà come snodo per l’esportazione del gas dalla Russia all’Europa occidentale. Gazprom, pertanto, oggi è il primo fornitore di gas dell’Europa, con una percentuale di fornitura pari al 41% del suo fabbisogno, ridimensionando il ruolo degli Usa e spiegandone la sua politica bellica (travestita da missione umanitaria) in Medioriente. Un’espansione, quella Russa, che potrebbe toccare anche Cipro e che certamente non piace alla Turchia (anche per questo decisa a non ritirare le sue grinfie sull’isola-stato)”.
Sergio Basile (Copyright © 2012 Qui Europa)
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La Domanda di Yara
di Marinella Correggia
La Domanda di Yara
Damasco, Qusair, Siria – Rimane un foglietto sul quale mi aveva scritto nome e email, con una grafia di sbieco. Era il 10 maggio e Yara Abbas, giovane giornalista della tivù siriana Al Ikbhariya, aveva partecipato a Damasco alla conferenza stampa finale delladelegazione internazionale in appoggio al movimento siriano Mussalaha(riconciliazione). I giornalisti erano pochi, tutti siriani e poi lavenezuelana Telesur, nessun media occidentale o arabo presente a Damasco aveva ritenuto di doversi scomodare per ascoltare Mairead Maguire, irlandese premio Nobel per la Pace, che guidava la delegazione della quale facevo parte anche io. Ma non avrei notato Yara – che non avevo mai visto prima – se non fosse stato per una sua domanda, forse era retorica o forse un pò provocatoria.
Al Ritorno nei vostri Paesi…
Aveva alzato la mano e aveva chiesto: “Arrivano diverse delegazioni internazionali, qui. Ma mi pare che al ritorno nei vostri paesi, a livello di informazione sulla Siria non cambi nulla. Come mai secondo voi?”. Imbarazzante! Come quando i medici di Baghdad, nel lungo affamante embargo fra le due guerre all’Iraq (500mila morti fece quell’embargo), dopo aver mostrato lo stato degli ospedali alle delegazioni in visita osservavano: “Abbiamo incontrato diversi gruppi dall’estero, ma siamo sempre qui, niente è cambiato”.
Le avevo scritto il giorno dopo…
A Yara, non c’era stata una vera risposta, adesso non riesco a ricordare perché. Ma le avevo chiesto l’email. Le avevo scritto il giorno dopo, ancora a Damasco, per spiegarle alcuni meccanismi, e per dirle del nostro impegno. Nessuna risposta! Del resto forse era partita appunto per il fronte. Avevo pensato di riscriverle per risponderle meglio.
Nessuno potrà più risponderle…
Ma nessuno potrà più risponderle. Yara Abbas è stata uccisa il 27 maggio 2013, nella provincia di Homs, vicino alla base aerea di Dabaa, dunque vicino a Qusairdove continuano i combattimenti. Si trovava là al seguito dell’esercito siriano. Lei vedeva la guerra da quella parte. Un lavoro pericoloso che faceva da molti mesi. Secondo una nota del ministero dell’informazione, Yara è stata colpita da un cecchino ovviamente dell’opposizione armata. Nel suo ultimo reportage, oggi, mostrando immagini di soldati che avanzano, macerie sparse e ordigni recuperati, Yara dice: “Siamo nel punto vicino all’area fino a poco fa controllata dai mercenari, laggiù c’è il macello di Qusair con il tetto rosso, da lì i terroristi cercavamo di entrare a Qusair ma ora tutto è sotto il controllo dei soldati”. Nell’agosto 2012 un’altra Yara, Saleh, sempre di Al Ikhbariya, era stata rapita da gruppi armati e poi liberata in uno scambio di prigionieri (ma il cameraman fu ucciso). Nei mesi scorsi, bombe sono esplose vicino alla sede della tivù statale e dell’agenzia Sana. Il 22 dicembre è stato assassinato davanti alla sua casaun giornalista della tivù statale, Haidar al-Sumudi.
Marinella Correggia, Sibialiria.org
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di Pasquale Leone e Sergio Basile / Sete di Giustizia
Redazione Quieuropa, Leone XIII, [...]
Quotidiano "Qui Europa" - Num. R.G. 1130/2012 - Num. Reg. Stampa 17 - Tribunale di Catanzaro |
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