Lunedì, Febbraio 29th/ 2016
– di Danilo Quinto –
Domenica, Giugno 29th/ 2014
– Speciale di Sergio Basile e Nicola Arena –
Redazione Quieuropa, Sergio Basile, Nicola Arena, Mario Draghi, BCE, Matteo Renzi, Jean Cloude Juncker, Costo del denaro, minimo storico, strategia mondialista, mercati finanziari, Vertice europeo, misure lacrime e sangue, politici camerieri dei banchieri, moneta debito, credit crunch, signoraggio, Giacinto Auriti
Speciale – L'Inganno monetario dietro le grandi
manovre di Bruxelles e Francoforte
Le nuove strategie di BCE, Consiglio Europeo
e Commissione per confondere le acque
in uno tsunami di debiti
di Sergio Basile e Nicola Arena
Ordinaria amministrazione a Bruxelles
Francoforte, Bruxelles – di Sergio Basile e Nicola Arena – Nelle ultime ore Jean Cloude Juncker, il mondialista già Primo Ministro del Lussemburgo, è stato nominato (ovviamente) Presidente della Commissione Europea, nel corso dell'atteso eurovertice al quale ha preso parte anche Matteo Renzi. Juncker è un grande amico della Commissione Trilaterale (pseudo-loggia mondialista che – ricordiamo – ha per simbolo un 666 stilizzato – come trattammo già in un articolo datato 10 settembre 2012: vedi qui Monti-Napolitano: Italia sulla Buona Strada e qui Ecco come i Burattini del Bilderberg e della Trilaterale Schiavizzano i Popoli per Copione). Il nome dello statista circolava già da tempo (vedi qui Juncker e l’elezione degli dei illuminati) d'altronde, non a caso, Juncker era già stato alla guida dell'Eurogruppo, Governatore della Banca Mondiale (dal 1989 al 1995), Governatore dell'FMI (Fondo Monetario Internazionale) e Governatore della BERS (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) nonché assiduo frequentatore del Bilderberg Club. Nulla di sorprendente dunque, solo normale amministrazione! Apprezzamenti sono giunti da tutti i capi di stato europei, tranne da che da Viktor Orban, il premier ungherese, e David Cameron. Ovviamente il fatto che il Regno Unito di Cameron possa paventare addirittura la fuoriuscita dall'Ue non ci maraviglia affatto, essendo quello di sua Maestà il paese imperiale per eccellenza. Pochi infatti notano come la Banca d'Inghilterra sia oggi uno dei maggiori azionisti della BCE, pur conservando la sterlina (cioè non avendo aderito all'euro). Apprezzamenti per l'elezione sono gunti anche dal governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi.
Grandi manovre alla Banca Centrale Europea
Ma la notizia più importante sulla quale vi invitiamo a riflettere è un'altra e riguarda proprio Mario Draghi. Nei giorni scorsi, infatti, la BCE ha raggiunto un nuovo minimo storico in relazione al costo del denaro, sceso addirittura allo 0,15%. In pratica le banche in tal guisa si stanno garantendo margini di guadagno sempre maggiori, potendo "acquistare" (parola grossa) lo stock di capitale da rivendere agli stati a prezzi sempre più bassi. Credere che l'abbassamento del costo degli approviggionamenti da parte del sistema presso la BCE possa avvantaggiare i cittadini europei è infatti fuorviante e assolutamente falso. Infatti, come molti tra i nostri lettori avranno compreso, il Trattato di lisbona (Art.123) obbliga gli stati a rifinanziarsi, cioè ad acquistare la loro stessa moneta, presso le banche commerciali private. Ma a tassi da usura. Il problema di fondo non consta tanto nella dimensione dei tassi in questione, quanto nel fatto che il nostro denaro dovrebbe essere emesso a credito in quanto di proprietà dei popoli e non di società private qual sono le banche commerciali e la stessa Banca Centrale Europea.
Soldi dall'elicottero…
La BCE nei gorni scorsi ha inoltre introdotto tassi negativi per i depositi bancari detenuti presso la stessa, annunciando nuovi prestiti a lungo termine per le banche, come pure acquisti di titoli e cartolarizzazioni varie. Il passo successivo, visti i tassi – pare – sia quello di "gettare soldi dall'elicottero", per usare un'espressione cara all'ex Presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, in carica fino al 6 gennaio 2014 (e poi – giusto per la cronaca – sostituito da Janet L. Yallen, nominata dal presidente Barack Obama e già vice di Ben Bernanke dall'ottobre 2010: a dimostrazione del fatto che la linea seguita dalle grandi banche centrali è sempre la stessa, malgrado le facce "nuove" che di volta in volta ci vengono propinate).
L'alibi del "crac" da crisi-indotta
La suddetta liquidità di cui si parla secondo Mario Draghi servirebbe a salvare le banche dal presunto "crac dietro l'angolo", denunciato dalla stessa BCE nell'ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria. In compenso però i coefficienti di Basilea 3 (vedi qui – Basilea 3 e la nuova ricetta per cambiare il settore bancario? Diffidiamo!) che hanno di fatto blindato il fenomeno del "credit crunch" (cioè la chiusura dei rubinetti del credito a famiglie e imprese) restano un tabù. Il retrogusto che tali dichiarazioni lasciano è decisamente stomachevole. Simile a quello di certe bevande gassate scadute… Insomma, una trovata propagandistica per accelerare il processo di unificazione bancaria in atto e per rendere un pò più credibile l'alibi che porterà all'ennesimo prelievo forzoso stile Cipro, o stile Amato '92. Strumento che l'élite al potere utilizzerà, evidentemente, per cronicizzare il devastante processo di precarizzazione del lavoro in atto su scala globale e per fomentare ancor più l'iper riduzione di fluidità del denaro a disposizione di famiglie e imprese. E il tutto, tanto per cambiare, nel nome della truffa chiamata "crisi". Il problema evidentemente è a monte, celato dietro le espressioni "moneta-debito" e "precarizzazione". Cerchiamo di chiarire meglio.
La via della cinesizzazione
Oggi molti degli abitanti della terra svolgono per "professione" il ruolo di precari, condizione quasi permanente che priva di ogni diritto la persona umana e che – ribadiamo – non permette la circolazione fluida del denaro. Al di là delle sparate dei giornali di regime sulla bontà dell'abbassamento del costo del denaro e sulla presunta crisi del sistema bancario (che tuttavia non ci spiega dove finiscono le rendite da signoraggio di secondo livello – o da riserva frazionaria – delle banche commerciali: cioè i profitti derivanti da quel denaro che la banca presta pur non avendo le adeguate coperture interne) ci chiediamo: come possono intendersi queste affermazioni se non si conosce l’origine dell'anomalia giuridica che soprassiede alla questione della proprietà della moneta? Paradosso questo che si traduce in un reale dramma socio-economico. Qualcuno vorrebbe far passare il suddetto fenomeno della precarizzazione e/o cinesizzazione della società come un qualcosa di connaturato alla "casualità degli eventi" (che poi tanto casuale non è), quali possono essere i licenziamenti o le delocalizzazioni delle industrie dovute alla "crisi". Per altri invece la causa sarebbe ravvisabile, seguendo le dritte del sistema mediatico di regime, nella "mancanza di una strategia mondiale tendente alla tutela dei posti di lavoro e alla corretta distribuzione delle risorse". Perciò la panacea ai nostri mali sarebbe sempre suggerita nell'ottica di una prospettiva mondialista: cioè nel verso di un'unificazione (imperiale) su scala mondiale.
La via dell'accentramento con la politica dei piccoli passi
Le motivazioni indicate sono molto fantasiose e utilizzano alibi come quello degli "squilibri fra zone del pianeta a basso costo di manodopera e zone dove la produzione dei beni ha costi proibitivi per le aziende", senza dire che tali disparità sono state create ad hoc affiché siano un giorno gli stessi cittadini – sfiniti dalla crisi e dalle sperequazioni ingenerate – a sacrificare volontariamente la propria autonomia e sovranità nazionale, chiedendo di essere ancor di più inglobati nell'impero mondialista chiamato Commonwealth. Dietro questi alibi, dunque, vi sono molteplici aspetti che s’intrecciano in una rete d’ipotesi, teorie economiche e di strategie geopolitiche che lasciano senza soluzioni e confondono anche i più esperti in materie socio economiche. Questo susseguirsi d’ipotesi, più o meno plausibili o sfacciatamente aleatorie, condizionano molto i giudizi di causa e di valore del vasto pubblico e, nello stesso tempo, discostano il pensiero umano dal vero problema. A noi questa complicazione appare più chiara perché siamo venuti a conoscenza della grande truffa che fermenta nelle botti di ferro create dal sistema massonico-bancario, per occultare il mistero della creazione fraudolenta del denaro. Pertanto i grandi discorsi di Draghi & Co ci lasciano sostanzialmente indifferenti… Come ci lasciano indifferenti i proclami di queste ore di Matteo Renzi dal Consiglio Europeo, che parla dell'ottenimento di non si sa quale grazia dall'Unione Europea, in cambio delle solite "riforme" (incentrate su altre privatizzazioni di lusso e manovre lacrime e sangue stile Grecia). Da Francoforte, come da Bruxelles, essi ci rivelano scenari cui comprensibilità sfugge alla maggior parte dei cittadini che ignorano tali argomentazioni. Caos voluto per rimbambire le coscienze e mantenere "appesi" i cervelli in perenne stand by, facendoci intravedere, sempre da lontano, quel beffardo miraggio chiamato "crescita".
Il comun denominatore
Uno è il comun denominaore di queste politiche europeiste: il controllo dei diritti dei cittadini, mediante il controllo della misura del denaro (liquidità monetaria) di cui gli stessi possono godere. Ma se i cittadini capissero realmente cos'è oggi la moneta, questo castello di sabbia crollerebbe in un momento e noi da "cittadini in crisi perenne" ci ritroveremmo di colpo tutti ricchi e colmi di ogni ben di Dio, senza particolari salti mortali! Per capire bene questo passaggio, dobbiamo ritornare sul concetto di "valore della moneta". In numerosi articoli, abbiamo già esposto ampiamente le teorie, finora mai confutate, del professor Giacinto Auriti, sul valore indotto della moneta. In queste righe finali cerchiamo quindi di focalizzare l'attenzione nuovamente e solo su questo punto.
Questione di convenzionalità
Malgrado ciò che possano dire Draghi, Renzi, Merkel, Juncker e i membri dell'élite europeista, il valore monetario è oggi creato dai cittadini di una comunità per convenzione: fattispecie meramente giuridica e che non ha nulla a che fare con l'economia e con le sue complesse funzioni. Il problema è dunque più semplice di quel che si possa credere! Il valore del denaro (come in verità ogni giudizio di valore) non è altro che un costrutto puramente spirituale, quindi non visibile. Esso, attraverso il pensiero umano, può essere oscuramente rappresentato in un simbolo convenzionale, chiamato moneta. Il sistema lo sa bene, tanto che utilizza questa tecnica incentrata sulla pura convenzionalità anche per ingegnerizzare altri meccanismi monetari attualmente in uso: si pensi al esempio all'uso di moneta elettronica alla quale le banche centrali ricorrono per mantenere in piedi il "Sistema Target2" e le connesse regolamentazioni interbancarie tra banche centrali (Vedi qui per approfondimenti – Svalutiamo Draghi e il Target2: Il Sistema Truffa di Regolamentazione Interbancaria che Dissangua l’Italia). La moneta, quindi, non ha alcun valore, viene creata dal nulla e addebitata ai popoli in maniera illegittima. Putroppo ancora molti, troppi, ignorano questi meccanismi.
Una questione di abidudine – Abituati ad acquistare carta straccia
La soglia di demarcazione della cattiva interpretazione del valore, dalla verità incontestabile risiede nelle abitudini secolari che si tramutano in un riflesso condizionato: dover dare sempre qualcosa in cambio del denaro ricevuto senza chiedersi se quel denaro (che acquistiamo da privati pur essendo nostro di diritto) sia in realtà – all'origine o emissione – legittimo o meno. Questo ragionamento pur essendo valido in quasi tutti i casi ove ci sia uno scambio di beni e servizi fra privati, non è assolutamente valido all’origine della creazione del denaro. Infatti, dall’istante in cui inizia la fabbricazione del denaro, all’istante prima del trasferimento al primo prenditore (cioè lo Stato), quello non può essere considerato denaro ma semplice carta-straccia (simile a quella con la quale avvolgiamo il panino ai nostri figli prima della scuola) sulla quale non è stata ancora applicata la convenzione, ovvero la materializzazione del valore all’interno del simbolo. Occorre quindi spiegare, brevemente, cos’è una convenzione e a tal proposito estrapoliamo la definizione dal vocabolario Treccani: "La convenzione – leggiamo – è un accordo, patto stretto fra due o più persone, fra enti pubblici, fra stato e stato, mediante il quale ciascuna delle parti si obbliga a mantenere i reciproci impegni. Es.: preparare, fare, concludere, firmare una convenzione; mantenere, osservare una convenzione; es.: con riferimento ad accordi in materia monetaria, parliamo – recita la Treccani – di monete di convenzione".
3 Sconcertanti ma chiare conclusioni
Dovrebbe apparire molto chiaro, dunque, come il valore monetario nasca per semplice convenzione (più soggetti decidono che un comune pezzo di carta acquisisca un potere d'acquisto) fra tutti i cittadini appartenenti a una comunità-stato. Dopo quanto detto possiamo concludere che: 1) il valore nasce solo nella fase della circolazione di questi celeberrimi "pezzi di carta colorati"; 2) a creare il valore di questi pezzi di carta sono i cittadini; 3) I politici pur sapendo questa incontrovertibile verità, accettano di buon grado – e senza batter ciglio – di indebitare le loro stesse popolazioni, per tutto il valore nominale del denaro emesso: denaro che, come visto, non vale assolutamente nulla e che quindi dovrebbe essere accreditato mensilmente a ciascuno secondo una quota fissa (reddito di cittadinanza), ferma restando la capacità di ciascuno di accrescere la quota della propria ricchezza mediante il lavoro e le proprie capacità mentali e professionali.
Perché i politici si prestano a questo crimine?
Perchè, dunque, i politici si prestano a questo crimine e coprono questo mistero con improbabili e sconclusionate soluzioni presso vertici europei e altre inutili riunioni? Perché mentono nel tentativo di affossarci ancor di più impedendoci di essere liberati dall'usura di sistema? La Risposta, per chi ha compreso il significato di moneta-debito, è chiarissima: perché i politici non fanno gli interessi dei cittadini, bensì quello delle grandi banche, o meglio, dei grandi banchieri internazionali apolidi, che li finanziano e li corrompono, proprio per andare contro gli interessi dei cittadini, ignari e sottomessi alla più grande ingiustizia della storia dell’intera umanità. Occorre, allora, che tutte le persone vive, che vogliono uscire da questo inganno planetario – ed in particolar modo "europeista" – si attivino e si informino su questa grande truffa, perché altrimenti, ricordando una famosa frase del Professor Giacinto Auriti, "se noi non sostituiremo alla moneta debito la moneta di proprieta’ dei cittadini, le generazioni future non avranno altra scelta che quella fra il suicidio e la disperazione!". Sta a noi comprendere il significato di quelle parole e farlo nostro, comunicandolo a tutti al più presto, senza alcuna esitazione! Allora dichiarazioni come quelle espresse in queste ore da pittoreschi personaggi come Draghi e Renzi, si commentaranno da sole nella loro inconsistenza e falsità, e non potranno farci che ridere (o piangere).
Sergio Basile, Nicola Arena (Copyright © 2014 Qui Europa)
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